crossing the bridge: the sound of istanbul (2005)

A pochi minuti dall'inizio ero già completamente rapito dalla musica, dalle immagini e dai testi, in qualche caso di pura poesia.
Imperdibile se piaccioni le contaminazioni musicali ;)

Come in una sorta di Lisbon story del Bosforo, questo documentario sulla musica attualmente suonata ed ascoltata a Istanbul, ha la grandiosa capacità di esprimere, con le note, la sensazione gioiosa e suadente che si prova a passare un po' di giorni in questa città: occidente e oriente che si incontrano, si fondono ma non si confondono.
Un arricchimento continuo. Come afferma un dj turco la fortuna di vivere in posto del genere è quella di essere più aperti e predisposti all'ascolto di musicalità differenti, un dj americano può spaziare molto meno.
Gruppi rock locali (uno suonava molto Pearl Jam!), hip-hop, rappers (i testi in turco suonano in maniera incredibile!), per poi passare ai gruppi che fanno musica rom via via sino ai classici turchi.
Da rilevare la performance di Aynur, cantante curda, che si esibisce con il suo gruppo in un hammam dall'acustica impareggiabile, e quella di Sezen Aksu, che con un suo pezzo toccante chiude in pratica il film.
Per conoscere bene un popolo e la sua cultura bisogna conoscere la sua musica.
Questa frase di Confucio, citata all'inizio, è tanto vera.
Se amate Istanbul come io la amo, andate a vedere questo film, vi riempirà di nostalgia e di speranza.