Affresco corale con al centro del plot immigrati di diverse nazionalità intenti a combattere ognuno la propria battaglia personale per ottenere il legale permesso di soggiorno a Los Angeles.
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"Crossing Over" è una pellicola che merita tantissimo, non ha avuto un clamore eccezionale ma nonostante tutto presenta fra gli attori due icone importanti come Ford e Liotta, il tema trattato (quello dell'immigrazione) attuale e sotto alcuni aspetti estremamente beffardo, caotico e drammatico.
"Crossing Over" sbaraglia ogni possibile critica intorno ad esso presentando cospicue dosi di drammaticità collimanti in un profondo e pessimo alone cupo ove la sofferenza e le problematiche hanno un odore stagnante e cronico; varie storie, vari personaggi, narrazione sviluppata attraverso episodi strettamente concatenati esaltati attraverso una dinamica esplosiva; tutto reale e poca retorica, anzi il film riesce pure ad attaccare elegantemente l'America criticandola sotto determinati aspetti.
Sul piano tecnico comunque Trovo una bellissima e sontuosa fotografia, una grande colonna sonora e un intero cast sempre all'altezza della situazione, ovviamente Liotta impeccabile in un ruolo pesante e compatto, invece (stile Clint Eastwood) Ford uomo giusto e saggio ma che inevitabilmente nasconde i propri "crucci" fatali ai fini del gioco.
Complimenti a Wayne Kramer per aver confezionato un film di impatto, crudo e mentalmente violento, "Crossing Over" riesce ad emozionare ad incantare il pubblico dall'inizio alla fine, attraverso storie incredibili e spasmodiche come quella del supermercato o quella della ragazza accusata di terrorismo passando attraverso vicende più "leggere" ove alberga un senso di serenità e di prospettiva tutto sotto il nome di un problema, l'immigrazione, colmo di diramazioni nel tessuto sociale dell'America (a questo punto da ricordare le simboliche inquadrature dall'alto su Los Angeles) nazione megalomane colma di un falso perbenismo e rea di cose incredibili che quasi sempre sono sapientemente "manipolate".