cowboy solitari (1969)

Warhol si diverte a dissacrare il mito per eccellenza americano e cioè il western.
Peccato che una volta passato lo stupore nel vedere cowboy gay intenti a sbaciucchiarsi e a parlare di permanente e roba simile,ci si annoia e neanche poco, fortunatamente venendo risvegliati ogni tanto da qualche bizzarria o stranezza in grado di catturare l'attenzione per una manciata di minuti ( lo sceriffo che si veste da donna o la stramba tecnica di seduzione adottata dall' unica donna presente in scena).
Un poco più varia del solito la regia ( ma non è che ci volesse tanto),cast composto dai soliti nomi presenti in varie "opere" di Warhol,ancora assente la colonna sonora.
Uno degli apici cinematografici di questo artista, superiore agli altri in quanto per almeno cinque minuti incuriosisce, sufficienza regalata.

Discreto film della coppia Warhol/Morrissey che anticipano di un 30 anni le vicende di Brokeback Mountain di Lee.


E' vero, la regia non è proprio il massimo, però comunque l'interesse dello spettatore è tenuto abbastanza sostenuto attraverso lo svolgersi della vicenda, originale e ben sviluppata.
Bravi gli attori, tra cui spicca la splendida Viva.


Consigliato; recuperate i dvd della Rarovideo dedicati a Warhol, non sono affatto male.

Un sei politico. Regia confusa e storia molto weird. Warhol dimostra di ispirarsi a Dalì e porta in scena un film surrealista, folle, grottesco ma molto lento e confusionario. Una delle tante collaborazioni tra l'artista, Joe Dallesandro(icona della comunità gay) e Paul Morrissey, che con lo stesso Dallesandro aveva girato altri film ispirati al mondo omosessuale e alla prostituzione come Flesh. Solo per curiosi e per fan di Warhol.