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film che mi ha appassionato nonostante l apparente lentezza. Filippo Timi nel ruolo del padre sbandato mi è piaciuto e critico in maniera molto negativa chi dice che De Luigi abbia interpretato male il ruolo dell assistente sociale che secondo me ha rappresentato alla perfezione. Non è che perchè uno fa i vari" natali a " o "love bugs" sia solo un buffone. Bellissima la fotografia con un grigiore generale che avvolge tutta la vicenda e una colonna sonora che convolge in questo trip verso il degrado sociale!
Salvatores aveva eccelso nella trasposizione cinematograsfica di "Io non ho paura" anche perchè la sceneggiatura si appoggiava alla storia accattivante del bel romanzo omonimo. Questa volta ripesca una storia pensata e scritta sempre da Ammaniti, ma non con la stessa profondità stilistica del precedente, eccedendo con una sceneggiatura forzata per una storia francamente improbabile. Gli interpreti, pur bravi, risultano macchiette superficiali di una società malata, gli sviluppi psicologici appena accennati non aiutano la comunicazione tra regista e spettatore. Peccato, perchè Salvatores ha sempre dato prova di regista capace, speriamo nel prossimo lavoro
Italiano? Questo film è italiano? E' da non credere. Per una volta ci possiamo vantare con l'America di aver prodotto un film splendido, recitato da attori capaci di far venire i brividi. Storia molto reale e quotidiana, nella quale ognuno di noi potrà sicuramente rispecchiare il proprio pensiero, capace davvero di farti riflette.
Quel mezzo voto per arrivare al 10 non l'ho dato perchè...
nel momento in cui Quattroformaggi uccide la ragazza, la storia sembra incentrarsi solo e solamente su quella scena lì.
Alla domanda "di cosa parla il film?" a me sarebbe piaciuto rispondere con un "I problemi quotidiani di un padre ed il proprio figlio", quando invece sono più propenso a rispondere
Come dice il voto, non male potrebbe essere migliore. Gli dò una sufficienza molto molto tirata per le orecchie. A mio parere è un film incompiuto, ha buoni presupposti per essere un bel film ma non si sviluppa, si perde a raccontare la cronaca del fatto e si dimentica (quasi forzatamente spero) di un'analisi dei personaggi, dei problemi della società spesso accennati e mai approfonditi. Superficiale.
Ho letto il libro e l'ho amato molto. Ho visto il film e l'ho odiato molto. Da Salvatores mi aspettavo molto di più, la scena del bosco fa sbadigliare invece che inorridire, la canzonetta di Robbie WIlliams è odiosa, i personaggi non sono per nulla approfonditi, l'attore che fa Cristiano Zena potrebbe diventare il nuovo Scamarcio in quanto a bellezza e purtroppo anche in recitazione. Salvo solo l'ambientazione del film, molto suggestiva e l'interpretazione di Elio Germano che anche se mi sono stufata di vederlo in tutti i film, è comunque indubbiamente bravo.
Ormai è gia stato detto tutto da coloro che di film se ne intendono. I commenti negativi spero che facciano capire a Salvatores che questo film è stato uno scivolone abbastanza grande. Banalità che si alternano a luoghi comuni. Musiche che danno veramente fastidio buttate a caso per tutta la durata del film. Sceneggiatura pessima: si vuole lavorare sui personaggi ma questi non si evolvono mai durante il film. nella scena dello stupro, come ha gia detto qualcuno, doveva esserci tensione e invece Salvatores punta troppo su di essa e la fa durare un eternità rendendola un mattone. cosa vuole lasciarci questo film? tutti questi luoghi comuni che si vedono in quasi tutti i film italiani di questi anni!! Basta! Ci vorrebbe un po di Lynch o di Kubrick(pace all'anima sua) nei film italiani....
Fabio de Luigi quando sale sul furgone non vede il corpo della ragazza e non sente nemmeno la puzza di morto anche se è rimasta li per tutta la notte...................mah
Come al solito, meglio il libro del film... Cinque anni dopo la prima collaborazione con Nicolò Ammaniti, che prese vita nell'ottimo "Io non ho paura", Gabriele Salvatores torna a utilizzare un soggetto dello scrittore. Come dio comanda è, per quanto mi riguarda, un ottimo libro. Purtroppo la storia, appassionante e travolgente sulla carta, perde molto nella traduzione in pellicola fatta dal regista napoletano. I temi trattati sono molti e tutti importanti, la violenza, il rapporto padre-figlio, la precarietà, la gente ai margini. Tutti temi, purtroppo, appena suggeriti nella pessima sceneggiatura. L'inizo del film è davvero troppo veloce, ci vengono presentati personaggi senza la possibilità di assimilarli e conoscerli. Ci vengono mostrati nelle loro azioni, senza che noi possiamo capirli e capirle. Il libro di Ammaniti era decisamente cinematografico, ma la psicologia dei personaggi nel film non esiste, essi si ritrovano in situazioni assurde lasciando lo spettatore di stucco, perchè chiaramente quest'ultimo non conosce il loro passato. La scelta di sparare le informazioni inizialmente e senza criterio è stata la distruzione. La parte centrale e quindi quella in notturna sotto la tempesta mi è parsa buona, ben girata, fotografata e interpretata. Vera pecca: un montaggio scandaloso, soprattutto inizialmente. Nell'ultima parte tutto il linguaggio cinematografico, chiaramente stereotipato, italiano prende il sopravvento. Il finale è alquanto irritante. Gli attori sono stati veramente bravi, in particolare Filippo Timi e un grande Elio Germano, anche se come è stato detto la necessità di infilarlo in ogni film italiano sta via via scemando. Un pò impacciato il ragazzino e da dimenticare la scelta di Fabio De Luigi. La tematica religiosa, che ci viene suggerita dal titolo, è alla fine piuttosto semplice e banale (Dov'è Dio nelle situazioni brutte?). L'esclusione di molti personaggi nella sceneggiatura è stata decisiva per la banalità. Quindi l'errore è iniziale. Stendiamo un velo pietoso sulla scelta delle musiche. In conclusione il film è una mezza delusione, il libro è sostanzialmente un'altra cosa, ne consiglio la lettura. Dalla collaborazione Salvatores-Ammaniti era lecito aspettarsi molto di più. L'unico pregio è che il film non annoia, anzi si lascia seguire. Alla fine, comunque, non trasmette nulla. Come al solito, meglio il libro del film...
«Svegliati! Lo sai che devi dormire con un occhio solo. È nel sonno che t'inculano.»
Anche io mi accodo al voto (in parte),e al commento,(sempre in parte)di Ferro.Innanzitutto Salvatores ha sfornato molto ma molto meglio,senza andare tanto lontano negli anni,anche Non ho paura è certamente meglio. Purtroppo neanche io ho letto il libro di Ammaniti,che non penso sia un brutto libro,dato che ha vinto il Premio Strega nel 2007,piuttosto la stesura della sceneggiatura presenta,a mio parere troppe lacune.La più grande è quella di non dare un vero filo conduttore alla storia e quindi spessore all'intero film.E' tutto molto confuso e sconclusionato..E cito alla parola la frase-chiave espressa da Ferro 84.Di che parla questo film??? Le recitazioni dei protagonisti,Timi su tutti,insieme alla sempre bella fotografia,sono le cose che sollevano in parte il giudizio finale sul film,che altrimenti meriterebbe meno di 5..A mè Timi colpisce sempre molto,la sua presenza è sempre importante,Germano è bravo(ino) ma mi pare che in quest'interpretazione abbia caricato e caricaturato un pò troppo.Poi She's The One anche a mè piace come canzone ma quì era veramente ridondante!
Il peggior film che ho visto al cinema quest'anno e di sicuro il peggior Salvatores! Avanti non siamo critici ufficiali che devono rispondere alle loro amicizie o farsi i conti fra i potenti, QUESTO FILM E' ORRENDO.
E'la summa di tutti i difetti del cinema italiano, autoriale, lento, prolisso, buonista, intimista che racconta storie che non interessano a nessuno, moralista e didattico. Salvatores, che fino a ieri era fra i pochi che non si riteneva un filosofo della macchina da presa (pur avendo vinto un Oscar) ma un regista (parolaccia?) anche lui si è convertito al cinema d'impegno (da quattro soldi). Elencare i difetti di questo film è un lavoro gravoso ma lo farò perchè altrimenti chi si scandalizzerà del voto vorra avere, giustamente, spiegazioni.
1) Io non ho letto il romanzo di Ammaniti, mi attengo alla sceneggiatura sembra tratta dal libro "come non va scritta una sceneggiatura". Piena zeppa di luoghi comuni, anche la rappresentazione del padre alcolizzato (che in tutto il film non lo vediamo mai ubriaco) è convenzionale e i la gioventà italiana è descritta come in uno stupido film americano. Inoltre la sceneggiatura è sfilacciata, senza un filo conduttore unico ma che si perde in tanti argomenti senza approfondirne uno. C'è il rapporto padre-figlio, il matto, l'omicidio, il tradimento, l'adolescenza difficile, la violenza sessuale e non, il tutto buttato li e la storia va da una parte all'altra senza arrivare mai a un punto. Di che parla questo film? L'evoluzione dei personaggi dov'è?
2) Recitazione francamente deludente, Timi non rende l'ambiguità del suo personaggio (nè aiuta la sceneggiatura), il padre alla fine è un buon padre lo si capisce dall'inizio, sui generis sicuramente, il film è intimista, sta sui personaggi ma non li approfondisce. I personaggi non cambiano durante il film, il padre è un personaggio positivo, lo è all'inizio lo è alla fine, anzi non lo si mette mai in dubbio durante il film, quindi forse basta avere idee naziste per essere cattivi? La politica è giudizio morale sulle persone? Non sono forse i fatti, ciò che si fa nella vita a capire ciò che si è? Davvero il film ma a questo punto metto in dubbio anche il libro, crede di creare un personaggio interessante, quando alla fine sembra un padre uscito dal libro cuore. Veniamo ad Elio Germano, ora non è che in ogni film italiano bisogna rifilarci questo qui! Sarà anche bravo ma quando te lo vedi per la 10 volta in un anno in quasi tutti i film italiani cominci anche a non essere più credibile. Cioè non è se un attore vada di moda lo si deve necessariamente mettere ovunque (un pò come si è fatto in passato con Accorsi e Scamarcio).
3) Spiace dirlo altra nota dolente è la regia. Come D.i.o Comanda è un film noioso e prolisso in cui Salvatores fa errori talmente gravi da non poter credere che un navigato regista come lui possa aver commesso simili ingenuità. La scena della violenza sessuale è lunghissima, noiosa, forse rendendola fulcro del film e dilatandola si è pensato che avrebbe tenuta anche alta la tensione, invece ha proprio l'effetto opposto, una delle scene più adrenaliniche, forti diventa un mattone cui non si sa dove voglia andare ad apparare. Forse perchè non mi è piaciuto il film ma anche la colonna sonora è stata usata male di sicuro nella scena del delitto è veramente imbarazzante. Robin Williams che suona per ore, la Bertè messi li a casaccio, troppa musica dolce per una scena tanto violenta, forse si pensava che usando questi brani si creasse un contrasto inquietante, invece si crea solo un contrasto e basta.
Si salvano le splendide ambientazioni (quelle si d'autore) e la bellissima fotografia.
Non è raro che i grandi registi sbaglino film ma mai ho visto un regista "toppare" tanto
Mi dispiace Gabriele ma nn era da te...sinceramente dal Salvatores che conosco io mi aspetto ben altro...se i veri film da te diretti anche se mancanti di una trama ben delineata riuscivano a tenerti comunque incollato alla poltrona, mi sono annoiato a vedere questo...mi dispiace veramente...ti rifarai con il prossimo...
Non sono d'accordo con gli ultimi commenti. Mi sembrano troppo severi e ingenerosi nei confronti di un film che cerca di uscire dai soliti schemi del cinema italiano ormai fatto solo di commediole agrodolci, filmetti generazionali o opere autoriali troppo autoreferenziali e presuntuose. Con "Come Dio comanda" Salvatores ha realizzato un'opera forse non perfetta e a volte respingente, ma sicuramente originale, forte, toccante e coraggiosa. E' un pugno nello stomaco che ci fa male ma anche ci intenerisce e risveglia da un torpore culturale che da qualche anno ( a parte esempi recenti come Gomorra, Il divo, Aria salata e Il resto della notte) soffoca il cinema italiano. Finalmente un film che esce dai soliti clichè, con personaggi diversi e uno sguardo originale sulla realtà, e la capacità di raccontare una storia con la solo forza delle immagini senza affidarsi a parole o dialoghi scontati.
Dal brutto romanzo di Ammaniti Salvatores riesce tutto sommato a tirar fuori un film quasi decente, soprattutto grazie allo sfrondamento degli elementi di troppo (su tutti l'insulso personaggio di Danilo Aprea e la storia d'amore dell'assistente sociale), alle ottime prove attoriali ed all'eccellente fotografia del fedele Petriccione. Il resto, ovvero la sceneggiatura, latita terribilmente, frammentaria ed inconcludente come raramente si era visto nei precedenti film di Salvatores. L'angoscia della periferia ed il carosello di disperazione dei personaggi rimangono fondamentalmente sul taccuino delle buone intenzioni, e nessuno dei propositi di Salvatores colpisce veramente nel segno. Alla fine quello che risulta è un film medio(cre), risibile e svogliato; va però detto a parziale discolpa del sempre ottimo Salvatores che, a differenza di "Io non ho paura", in questo caso il materiale di partenza era veramente scadente. Il voto è un po' più alto del dovuto per rendere merito allo straordinario Filippo Timi, balbuziente nella vita ed attore di razza purtroppo sottostimato, il cui Rino Zena riesce da solo a colmare tutti i buchi di sceneggiatura circa il suo personaggio e gli agghiaccianti dialoghi. Bravo anche Germano, pur se troppo spesso sopra le righe, e promettente il ragazzino, che esprime il proprio disagio 10.000 volte meglio di qualsiasi adolescente pseudodepresso di Gus Van Sant.
Concordo con i miei compagni di film! Inoltre, gli attori riescono a dare il peggio di se stessi, forse si salva il ragazzino. Dialoghi banali, (come quello in chiesa su D.I.O.), e alcune scene "troppo forzate". Non amo particolarmente Ammaniti, anzi... e Salvatores ètanto lontano da Marrakech Express.
Mi dispiace rovinare la media, ma io ho trovato questo film bruttissimo. Non si salva nulla, o quasi. Personaggi davvero poco azzeccati (a cominciare dal bravissimo Germano davvero sopra le righe) e una serie di paradossi senza senso: Quattro Formaggi che improvvisamente rinsvavisce e fa un ragionamento uscendo e entrando a suo piacimento dalla camera dove il suo amico è in coma, la donna che fa l'amore con l'uomo e si accorge poi di un'enorme svastica alla parete accusandolo di nazismo (capisco la miopia...), l'ipod che suona sempre la stessa canzone,...persino la fotografia del grande Petriccione è piuttosto deludente. Vedere poi un produce placement con marchio Lovable bene in vista per un film di Salvatores mette davvero tristezza.
Classico film "italiano", cupo, drammatico, con agrovigliamenti interiori oltre ogni limite (noi italiani non riusciamo a fare un film solare, genuino e fresco, l'alternativa sono solo i cinepanettoni), molto farraginoso, il libro non l'ho letto, ma vedendo il film non mi viene voglia, buoni gli attori, ma questa non è una sorpresa, poco altro.....solo tanta pioggia. Lemming
..e sono generosa, si salva la colonna sonora e alcune scene "suggestive", per il resto ti lascia un senso di angoscia non per i contenuti ma per come sono trattati: sopra le righe e paradossali; il pazzo non è proprio pazzo, il padre per carità, e d.io non è d.io e quindi non comanda. boh..mi verrebbe da dire non classificabile, forse ha influito pure il clima uggioso, acqua fuori e acqua dentro.
Premetto: non ho letto il libro e anche se fosse odio i parallelismi tra libri e film. Il mio giudizio e il voto che lo riassume è una mia personale visione, non una critica a coloro ai quali il film è piaciuto. Il film l'ho trovato piuttosto orrendo. Una ciminiera che fuma, un pazzo che sbava, una ragazzina che cicaleggia in motorino, un ragazzo imbronciato, una cava di pietra, una svastica su un muro. Non ho trovato ne profondità ne introspezione. Un film sudicio. Nel senso di schifoso. Di solito questi film dovrebbero almeno toccare l'animo di chi li guarda. A me personalmente ha lasciato annoiato. Con me non ha centrato questo obbiettivo. Ripeto, è una mia impressione personale e tale rimane. Però per questo motivo lo boccio in pieno. ''Io non ho paura'' era stato azzeccato. Questo mi ha fatto schifo. La sola interpretazione degli attori, sempre secondo il mio personale modo di vedere i film, se non sorretta da una sceneggiatura degna di tale nome, non fa un film (piuttosto vado a teatro). Mi scusi Salvatores, mi scusino coloro ai quali il film è piaciuto. Ma in sala mi sono irritato ed annoiato.
La prima volta di Salvatores con un testo di Ammaniti ("Io non ho paura") è stata anche la sua prova migliore, il capolavoro (quasi) di un regista forse troppo compiaciuto o (al contrario) superficiale per entrare completamente nelle mie corde. Con "Come D.io comanda" si pongono altri problemi: forse Ammaniti è riuscito a descrivere meglio quel senso di ambiguità affettiva, di deriva psicologica della storia e dei suoi personaggi, forse quest'epilogo voluto da Salvatores mantiene innata (fin troppo) la sua proverbiale ambiguità. Si possono amare i "cattivi maestri"? Certo che sì, magari attraverso la sorniona cattiveria dell'ottimo Filippo Timi, incarnazione di un "male" rassicurante e proprio per questo ancora più temibile. Salvatores dirige con piglio sicuro: attratto più o meno consapevolmente da Mendes e Shyamalan, Van Sant (cfr. Elephant) e Twin Peaks vs. Lynch, mostra una buona dose di coraggio nel trascrivere formalmente una sequenza (quella dell'aggressione nel bosco con le sue drammatiche conseguenze) dalla durata spropositata e inusuale. Il problema è che spesso questa perfezione formale (e mettiamoci dentro anche l'ossessione voyeuristica del cinema come immaginario collettivo, anche dei sensi) rischia di raffreddare le emozioni, nonostante la buona prova degli attori. Timi eccellente, Germano notevole (anche se cominciano a stancare i suoi ruoli da psicolabile perenne), un pò meno il giovanissimo Careca (mi pare si chiami così) non ancora pronto secondo me a "bucare lo schermo". Ottima fotografia, nell'insieme un pò lugubre della vicenda, e - come sempre - azzeccato il rapporto tra immagini e musica (Antony, R. Williams, Treallegriragazzimorti, Elisa etc.). Resta il fatto che, alla fine, non ho provato le emozioni che avrei voluto, forse perchè non riesco a reggere fino in fondo il paternalismo ammiccante e pseudoclericale che vorrebbe incoraggiare una rivalutazione del personaggio che - umanamente - non trovi mai
Bellissimo. Sono 3 anni che non versavo una lacrima....invece sul finale mi sono commossa tantissimo! E' un film profondo, difficile, mai scontato, che tiene viva l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine. E' crudo, drammatico, ma reale. Alla fine tu sei dentro il film, e non è roba da poco. Attori bravissimi, da pelle d'oca. Un 10 ad un film italiano tutto meritato