collateral regia di Michael Mann USA 2004
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collateral (2004)

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Titolo Originale: COLLATERAL

RegiaMichael Mann

InterpretiTom Cruise, Jamie Foxx, Jada Pinkett Smith, Mark Ruffalo, Peter Berg, Bruce McGill, Javier Bardem

Durata: h 1.59
NazionalitàUSA 2004
Generethriller
Tratto dal libro "Collateral" di Stuart Beattie
Al cinema nell'Ottobre 2004

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Trama del film Collateral

Un tassista si ritrova preso in ostaggio da un killer, ed è costretto ad accompagnarlo nelle sue scorribande omicide. Deve escogitare il modo per salvare se stesso e l'ultima vittima predestinata...

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Voto Visitatori:   7,36 / 10 (377 voti)7,36Grafico
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Voti e commenti su Collateral, 377 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  23/10/2004 16:12:14
   9 / 10
Tutto ha inizio in una los angeles dominata dall'oscurità il buio, che domina lo spazio sottostante, sembra preannunciare un montaggio quasi rigoroso L.A.è una sorta di feto compresso, di tante individualità smarrite di cui Max in fondo è un privilegiato può conoscere parlare osservare l'umanità che gli scorre davanti ogni giorno quella con cui trova empatia senza accorgersi quanto l'omologazione del male finirà a esprimere l'unico ricatto credibile per salvare se stesso. In collateral abbiamo l'impressione di vivere distanti e vicini alla nostra vita ma è un black hole onirico e mentale che, in modo inversamente surrealistico, desta nello spettatore il desiderio di risvegliarsi da un incubo Il male ha l'immagine cool di Vincent, tanto pericoloso quanto - appunto - identificabile. Come un moderno faust urbano conosce il suo lavoro, agisce freddamente e dulcis in fondo ama il jazz Mann filma la città degli angeli dall'alto, implosiva nella sua catarsi violenta, ma ancora una volta ama sovvertire i clichè . dove trovarlo un uomo di colore che non ama il jazz al contrario di un sicario spregiudicato, nichilista e per giunta bianco di pelle? Intanto la cinepresa inquadra lo smarrimento culturale di Vincent mentre fredda la sua vittima con un'arma e in sottofondo le note di "spanish key" di Miles Davis irrompono selvagge e temerarie nell'aria pervasa da sangue e polvere da sparo Un punto di non ritorno un delitto come tanti che - in una democrazia trasparente e suburbana - non fa notizia e' l'espressione, quella di Vincent, di un cinismo quasi fascista, temuto nella stessa misura in cui il suo pensiero - per quanto esecrabile - può anche essere facilmente condivisibile ("ne muoiono molti di più in Ruanda e nessuno se ne preoccupa"). In questo after hours à la Marlowe c'è spazio anche per il simbolo: sembra uscita da lynch la clandestina apparizione dei coyote dalle colline, testimoni di quel senso agghiacciante di morte che l'ambiente si porta con sè Ma è soprattutto nel dualismo tra Vincent e Max che il film di Mann compie il miracolo: una coscienza da "uomo di tutti i giorni" che può risvegliare la propria predisposizione al male per autodifesa, sempre più lontana dalle rassicuranti Maldive a cui ambisce probabilmente lo stesso Vincent E' l'altro mondo, quello di Max, che perde nel confronto con Vincent perchè non trova modo di gestire coerentemente il suo io interiore alla fine è probabilmente Max il vero sconfitto del film, ma nessuno lo sa o lo capisce Nel parallelismo tra il bene e il male,, si annida il sogno di chiunque, attraverso un taxi che sfreccia di notte, quasi aptico, tra desideri avventure e una fuga irrisoria che riporta il cinema di Mann nello stesso inferno d'illusioni in cui era partito

22 risposte al commento
Ultima risposta 20/04/2007 23.01.19
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