cold war (2018) regia di Paweł Pawlikowski Polonia, Francia, Gran Bretagna 2018
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cold war (2018)

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locandina del film COLD WAR (2018)

Titolo Originale: ZIMNA WOJNA

RegiaPaweł Pawlikowski

InterpretiJoanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc, Agata Kulesza, Cédric Kahn, Jeanne Balibar, Adam Woronowicz, Adam Ferency, Adam Szyszkowski

Durata: h 1.24
NazionalitàPolonia, Francia, Gran Bretagna 2018
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2018

•  Altri film di Paweł Pawlikowski

Trama del film Cold war (2018)

Il film è un'appassionata storia d'amore tra un uomo e una donna che si incontrano nella Polonia del dopoguerra ridotta in macerie. Provenendo da ambienti diversi e avendo temperamenti opposti, il loro rapporto è complicato, eppure sono fatalmente destinati ad appartenersi. Negli anni '50, durante la Guerra Fredda, in Polonia, a Berlino, in Yugoslavia e a Parigi, la coppia si separa più volte per ragioni politiche, per difetti caratteriali o solo per sfortunate coincidenze: una storia d'amore impossibile in un'epoca difficile.

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Voto Visitatori:   7,21 / 10 (12 voti)7,21Grafico
Miglior regia (Paweł Pawlikowski)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior regia (Paweł Pawlikowski)
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Voti e commenti su Cold war (2018), 12 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

benzo24  @  17/01/2024 19:10:01
   9½ / 10
Colpisce e spiazza l'apparente freddezza emotiva, il distacco formale con cui Paweł Pawlikowski racconta una storia così struggente, che in teoria dovrebbe essere oltremodo romantica-
L'amore è amore, dice spazientito Viktor in un passaggio del film: sembra un'affermazione banale, ma nel suo presente di esule che davvero francese non è (nonostante i documenti dichiarino il contrario) e il cui passato polacco non esiste più, ha tutto il peso di una condanna.
La chiave di lettura è tutta in quel silenzio in cui nasce e muore l'amore di Zula e Viktor, nelle occhiate ardenti che i due di scambiano da lontano. Quando si parlano Zula e Viktor si fraintendono, si offendono, si allontanano frapponendo tra loro l'orgoglio e l'insicurezza. Le uniche due confessioni d'amore avvengono nel buio di un appartamento parigino, in cui Viktor confessa all'amante di turno che di aver rivisto "la donna della sua vita" e in un locale affollatissimo, in cui una Zula tanto disperata quanto ubriaca mormora a Viktor "ti amo più della mia stessa vita ma devo vomitare".

BigHatLogan91  @  05/09/2023 16:31:09
   7 / 10
Non male. Un po' troppo freddo...

Thorondir  @  03/01/2020 13:41:34
   7 / 10
La rarefazione del film da all'opera un alone sinistro, che rende bene l'idea degli anni e dei luoghi (e delle anime) che racconta. La fotografia e il suo incedere lento e cadenzato donano ulteriore patina d'annata ad un film che sembra uscito direttamente dagli anni '50 del cinema europeo. Questa splendida confezione formale (e l'altrettanto splendida messa in quadro) non riesce però secondo me ad incedere del tutto sull'opera, che nel suo raccontare una storia d'amore difficile, tormentata e impossibile abbonda dei classici stilemi del genere e perde mordente nel suo districarsi tra diversi paesi e in diversi contesti. Sembra un film nouvelle vague fuori tempo massimo, dove l'impianto stilistico sovrasta la sostanza.

TheLegend  @  23/05/2019 01:54:24
   6½ / 10
Visivamente ha un suo perchè ma risulta troppo freddo e poco coinvolgente.

Djenter  @  04/03/2019 23:11:05
   8½ / 10
Come si può dare a un film del genere un 4 non lo comprendo.
Girato benissimo, ogni inquadratura è di una bellezza incredibile, e la canzone popolare polacca rielaborata jazz ancora la ascolto su spotify.
La storia è narrata in maniera adulta, non ti tiene la mano e non ti spiega cosa succede o quando succede, ha fiducia sulle capacità dello spettatore di collegare gli avvenimenti; trovo poi affascinante che la guerra fredda del titolo faccia solo da sfondo alla storia travagliata dei due protagonisti (per inciso, solitamente odio le storie d'amore.)
L'unico motivo per cui non do un voto più alto è il finale, che pur essendo bello e sensato nel contesto, è comunque un leggero clichè.

suzuki71  @  02/02/2019 10:51:03
   8½ / 10
Una semplice e lineare storia d'amore e di passione, che attraversa continenti , separazioni e Storia e ristabilisce le Persone protagoniste, nonostante tutto, e più e sopra di loro, il Demone-Amore.
Bellissimo, sofisticato, semplice, magnificamente scritto e molto ben diretto. Nella colonna sonora c'è anche Celentano che canta 24mila baci.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  06/01/2019 22:30:10
   7 / 10
Guerra fredda implosa nelle scene statiche polacche del comunismo sonoro, nella narrazione sbandata che si sfoga nei club di Parigi, che sotto la tonda volta celeste inizia e si conclude. UN bianco e nero ora nevoso e algido ora caldo e dirrompente, erotico, carnale, un bianco e nero che si fa unica via d'uscita di un crocevia di debolezze e carezze, nella storia che avanza fredda come la guerra del silenzio. Eppure la voce di Zula spezza l'aria rarefatta di sigarette e sguardi, mai lucida, mai perfetta, sinuosa perché sbronza e rapace, amori che si dedicano e che si invocano in un santuario di candele vento e pasticche.

romrom  @  01/01/2019 22:05:56
   6 / 10
Sopravvalutato, non si riesce a comprimere in poco più di un ora questo (presunto) grande amore durato 15 anni, troppo frammentario e i due non riescono a entrare in sintonia con lo spettatore, troppo freddi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/12/2018 03:03:08
   7½ / 10
Il film è bello anche se lievemente sopravvalutato dai critici. Un montaggio molto discutibile fa pensare a un'operazione costruita e che in certi casi pecca di manierismo. Tuttavia ricorda il primo Wajda ma anche Max Ophuls e la protagonista sembra una Christina Janda giovane. La musica vive in ogni epoca del film come imbolo degli eventi, si passa da Bach ai brani "militanti" popolari da Billie Holiday al "nostro" Celentano, gli esistenzialista francesi e così via. Un film cmq. Coraggioso nel suo passatismo decadente, con un finale magnifico chei ha ricordato il "Pickpocket" di Bresson. Una storia che emoziona è racconta un'amore impossibile ma anche il Tradimento sentimentale della Patria

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/03/2020 22.30.32
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VincVega  @  23/12/2018 11:30:31
   7 / 10
Storia di un amore tormentato con diversi salti temporali ed ambientato in diversi paesi d'Europa. Un buon film capace di toccare diverse corde, ma non ad emozionare quanto vorrebbe. Ottima la ricostruzione storica del dopoguerra in Europa, però è un film un po' incompleto in alcune sequenze, è come se mancassero delle scene per questione di budget.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  21/12/2018 15:27:06
   4 / 10
Forse sto diventando vecchio e quindi allergico alle banalità, ma questo film più che essere candidato all'oscar, dovrebbe candidarsi a essere uno dei film più brutti della storia del cinema europeo.
Il film è confuso sotto tutti i piani: storia difficile da seguire, non si capisce quale sia l'istanza narrante (lui, lei, la coppia?), non si capisce dove origini il legame tra i due protagonisti, non si capisce quale sia il tema del film, l'obiettivo dello storytelling, la posizione etica del regista, la posizione gnoseologica riguardo all'intreccio tra storia privata e grande storia, non si capiscono i salti temporali, né le motivazioni intrinseche dei personaggi. Lo consiglierei per una sezione della manualistica inerente alla sceneggiatura su quali siano gli errori da evitare per far funzionare uno script.
Il film sembra che parta da un'indagine etno-musicologica, sembra Bachtin che si aggira per l'Europa orientale, poi passa a una sorta di progetto talent su chi sa cantare meglio, bene parte la storia: due soggetti che dicono di amarsi dall'inizio alla fine del film, ma poi la Storia li divide e finiscono a farsi più male che altro.
Tutto questo con una confusione estetica notevole: musica popolare polacca (anche gradevole), ma il film si conclude con le variazioni Goldberg di Bach che poco c'entrano in generale con la storia e il progetto del film (peraltro un pezzo che di "popolare" non ha nulla, è semplicemente bello per chiudere un film, grazie al ***** ci riesco anche io), il film è in b/n ma la televisione americana ha raggiunto livelli di perfezione nel racconto storicistico col colore, rendendo perfettamente le atmosfere e i colori di quegli anni (la fotografia di The Americans: che il film peraltro riecheggia totalmente nel finale), insomma: un film brutto, stupido, facilone e catchy di cui non sentivamo assolutamente il bisogno.

kafka62  @  21/12/2018 14:28:20
   8 / 10
Prendete la trilogia di Linklater (quello di "Prima dell'alba" e dei suoi due seguiti con Ethan Hawke e Julie Delpy), tagliate quasi del tutto i fitti dialoghi e mettete al loro posto musiche e canzoni, spostate la storia indietro di mezzo secolo, sostituite i generosi colori realistici con un elegante e virtuosistico bianco e nero, e forse potete farvi una pallida idea di cos'è "Cold war". Pawel Pawlikowski, cinque anni dopo l'acclamato "Ida", alza ancora l'asticella e racconta la memorabile storia d'amore di Wiktor e Zuzanna: anzi, sarebbe più appropriato dire che racconta il loro amore (un amour fou come quelli di una volta, disperato e romantico, alla "Breve incontro" per intenderci) senza la storia, perché con un procedimento spericolatamente ellittico decide di trascurare completamente i passaggi intermedi per concentrarsi solamente sulle poche sequenze, separate tra loro da mesi o addirittura anni, in cui i due protagonisti riescono a ritrovarsi, dopo avere più e più volte rischiato di perdersi per sempre. E' miracoloso come una pellicola così prosciugata di pathos e melodramma (e girata oltretutto con un claustrofobico formato 4:3) riesca a emozionare così tanto, e perfino a descrivere, con pochi sapienti tratti un'epoca e una condizione esistenziale. Negli ottanta minuti di "Cold war" sono le canzoni a scandire il tempo e i sentimenti, dal folk tradizionale agli inni di regime, dal jazz dei club parigini a Edith Piaf e a "Rock around the clock", per toccare perfino "24 mila baci" e le Variazioni Goldberg di Bach. Note eloquenti e spesso meravigliose (i canti del gruppo Mazarek), a volte metaforiche pur essendo sempre rigorosamente diegetiche, che i personaggi (un Tomasz Kot romantico e bel tenebroso e una Joanna Kulig "femme fatale" dal carattere imprevedibile) attraversano, come le frontiere dei tanti paesi al qua e al di là della cortina di ferro (Polonia, Germania, Jugoslavia e Francia), con tenace, a tratti autodistruttiva ma sempre inesauribile voglia di vivere e di amare. A tratti mi è sembrato quasi che Zuzanna e Wiktor fossero i genitori spirituali dei "lalalandiani" Ryan Gosling ed Emma Stone, con un bellissimo finale (che si chiude negli stessi luoghi tarkovskijani nei quali quindici anni prima era iniziata la loro storia d'amore) che non se la sente di lasciar spegnere la fiammella della speranza. "Cold war" è un film struggente e meraviglioso, che si è ampiamente meritato tanto gli elogi della critica quanto il premio di miglior film europeo dell'anno.

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