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Un cortometraggio dell'epoca d'oro disneiana che è un trattato di sociologia per bambini, in cui si possono leggere numerose chiavi socio-politiche (ancora attualissime) e in cui il male trionfa sul bene anche in maniera decisamente macabra? Si può! Chicken Little (da non confondere con l'orribile remake lungometraggio di qualche anno fa) è proprio tutto questo, senza però tralasciare un buon intrattenimento adatto a tutte le età. Particolarmente memorabile il finale in cui gli ossicini dei poveri polli ricordano le lapidi di un cimitero.
E' l'esordio animato di Chicken Little, che sarebbe poi diventato un fumetto. La storia risale a più di due secoli fa e gli Studios della Disney (niente a che vedere con quelli di oggi inquinati dalla Pixar) realizzarono questa versione su richiesta del governo USA per screditare il nazismo. Il risultato è una divertente, ma anche cruda parabola sul condizionamento di massa, opportunamente adattata dalla casa statunitense con pregevole inventiva e la nota maestria tecnica.
Capolavoro di corto Disney, arguto, intelligente, splendidamente raccontato, con un finale intriso di cinismo e amarezza (che non poco mi ha ricordato il bellissimo segmento delle ostrichette di Alice), di lodevole coraggio.
A suo tempo voleva avere un messaggio contro il continuo indottrinamento nazista, ma credo che pochi ragazzini l'avrebbero afferrato. Era molto più chiaro in altri prodotti del tempo, come quello sempre disneyano dove si antropoformizzava il cervello umano dividendolo in due esseri il primitivo e il civile. Comunque il cartone sulla furba volpe che mira al pollaio con la scusa del cielo a rischio caduta non era inutile, faceva capire che bisogna usare il cervello e che la massa si spaventa facilmente e queste consapevolezze in teoria dovrebbero ostacolare il ripertersi di certe nefandezze storiche.
Lodevole davvero il finale triste, raro per la casa massonica e per i cartoni in generale.