chiamami col tuo nome regia di Luca Guadagnino Italia, Francia, Brasile, Usa 2017
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chiamami col tuo nome (2017)

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locandina del film CHIAMAMI COL TUO NOME

Titolo Originale: CALL ME BY YOUR NAME

RegiaLuca Guadagnino

InterpretiArmie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel

Durata: h 2.12
NazionalitàItalia, Francia, Brasile, Usa 2017
Generedrammatico
Tratto dal libro "Call Me by Your Name" di André Aciman
Al cinema nel Gennaio 2018

•  Altri film di Luca Guadagnino

Trama del film Chiamami col tuo nome

Estate 1983, tra le province di Brescia e Bergamo, Elio Perlman, un diciassettene italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo. Un giorno li raggiunge Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Elio viene immediatamente attratto da questa presenza che si trasformerà in un rapporto che cambierà profondamente la vita del ragazzo.

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Voto Visitatori:   6,87 / 10 (53 voti)6,87Grafico
Migliore sceneggiatura non originale (James Ivory)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliore sceneggiatura non originale (James Ivory)
Miglior sceneggiatura non originale (James Ivory, Luca Guadagnino, Walter Fasano)Miglior canzone originale: (
VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior sceneggiatura non originale (James Ivory, Luca Guadagnino, Walter Fasano), Miglior canzone originale: ("Mistery of love" di Susfjan Stevens)
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Voti e commenti su Chiamami col tuo nome, 53 opinioni inserite

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Jumpy  @  08/03/2023 19:19:00
   6½ / 10
Film di formazione raffinato, per certi versi coraggioso

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Ambientazione molto curata anche nella saturazione dei colori ad "effetto retrò".
La narrazione, pulita, lineare, senza fronzoli, l'ambientazione estiva, mi ha ricordato Rohmer, ma senza averne la stessa classe, gli stesi guizzi geniali.
Neanche stavolta, infatti, Guadagnino mi ha particolarmente coinvolto: personaggi poco caratterizzati e non si riesce a provare empatia per nessuno dei protagonisti.
C'è anche da dire però che le 2 ore e passa non pesano particolarmente.

BigHatLogan91  @  26/11/2022 00:09:56
   7½ / 10
Coming-of-age dal forte impatto emotivo. Molto bravi gli interpreti. Ambientazione perfetta.

Thorondir  @  18/10/2022 14:02:05
   7 / 10
Romanzo di formazione, scoperta di se stessi, approcci con le delusioni sentimentali, esplorazione sessuale. Ma anche spaccato sulla famiglia culturalmente avanzata degli anni '80, multiculturalismo, omosessualità. Nel film di Guadagnino (e di Ivory, sceneggiatura decisamente centrale) c'è tanto. Quello che si evidenzia fin da subito è che in questo lungometraggio Guadagnino conferma le sue qualità registiche: non solo quelle di una splendida messa in quadro con una ricerca della fotografia congeniale ai momenti e agli ambienti, ma anche raffinate scelte tecnico/stilistiche (il piano sequenza intorno al monumento dei caduti con alternanza vicinanza/lontananza dei personaggi ad esprimere i momenti del dialogo, così come il primo piano in fuoco e il secondo sfocato nelle scene della prima parte del film in cui i due protagonisti iniziano a conoscersi). È insomma un film che dal punto di vista registico Gudagnino domina dall'inizio alla fine. Dove invece non convince è proprio nelle sceneggiatura, pur premiata agli Academy: non perchè il film sia scritto male, ma perchè la seconda parte, quella dell'approccio sessuale e delle effusioni, si dilunga in una dinamica che non evolve e che finisce per buttare via screentime nel reiterare scene che non servono più ai fini del racconto. Tanto la prima parte è raffinata nel dipingere due mondi che si incontrano in un mondo altrettanto "multipolare", tanto la seconda si fossilizza su un racconto di amore omosessuale che diventa unilaterale e soprattutto sempre meno interessante. Ciò detto il film funziona ottimamente come racconto di vita, anche lacerante (il finale) nonostante qualche stereotipo forse evitabile (la famiglia di cultura alta, borghese, aperta, lui professore, lei francese che legge in tedesco o l'americano sempre e comunque risoluto, statuario, sicuro di se).

7219415  @  18/01/2022 22:13:12
   6½ / 10
Film gaio e drammatico allo stesso tempo

Oskarsson88  @  18/01/2022 14:12:02
   7 / 10
Storia della scoperta adolescenziale delle pulsioni sessuali in varie direzioni, e vissute senza gran disagio all'interno di una famiglia progressista. Sentimentale non sdolcinato, interessante, fatto bene.

marcogiannelli  @  30/11/2021 17:00:36
   7 / 10
Ho aspettato anni prima di vederlo lontano dai giudizi di critica e pubblico, immaginando come questa si potesse muovere molto per via di un giudizio perlopiù di pancia.
E tutto sommato ho trovato un prodotto interessante ma fortemente claudicante in alcuni punti.
Sicuramente abbiamo momenti di nostalgia dell'estate, di un'Italia fatta di cose semplici. Questo però è visto da persone che sembrano porsi altezzosamente rispetto alla popolazione locale, quasi caricaturale da quanto è ignorante. E' un pò il potere che ha Guadagnino (così come a volte Sorrentino), quello di estetizzare, quello di raccontare delle elite. Ne guadagna sicuramente in delle sequenze eleganti ma spesso poco utili ai fini dello scopo. E anche il racconto politico non è vissuto, ci sono quelle 3-4 frasi con citazioni al pentapartito, a Craxi ma poi si sgonfia tutto subito.
Anche il ritmo della narrazione è, a mio avviso, azzeccata. Ciò che non è azzeccato è il ritmo del rapporto che nasce tra i due, a mio avviso un pò buttato lì.
Certo, il poter rubare da Bertolucci senza che nemmeno un 5% di pubblico si accorga del plagio a Io ballo da sola, è un vantaggio.
Così è un pò paradossale il trattamento riservato ai personaggi secondari. I genitori sono ebrei (cosa che non influisce sulla storia, potevano pure essere turchesi) e sono apertissimi a tutto quello che il figlio vuole fare. Sì certo, come no. Le ragazze sono carne da macello per gli impulsi sessuali dei 2 stranieri.
Protagonisti con cui io sono riuscito ad empatizzare visto l'enorme lavoro di Chalamet e Hammer, ma che a tratti potrebbero risultare respingenti vista l'arroganza e la supponenza con cui li infarcisce Guadagnino.
E la scena della pesca è al limite dell'assurdo.
Però credo che sia piuttosto interessante il rapporto tra i due personaggi e che proprio per la sua componente estetica il film sia godibile.
Di certo non un capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  31/01/2021 19:22:12
   7 / 10
Molto delicato, molto sensuale, molto calmo. Non un film sull'omosessualita' ma un film sulla pulsione e sul desiderio omoerotico. Un film sulla liberta' di esprimersi emotivamente al di lá di categorizzazioni bianco/nero. Il soggetto non e' particolarmente di spessore e a livello narrativo nel film succede poco o niente (tanto che a piu' riprese puo' risultare lento/ripetitivo) ma e' innegabile che quello che deve raccontare, "Call Me by Your Name" lo racconti con molta eleganza e poco manierismo (forse un po' nella messinscena ma non nel come affronta e analizza il tema).
Molto lontano dal capolavoro anche perche' e' innegabile una forte dose di furberia legata all'effetto "postcard from Italy" dei tempi andati: le ambientazioni della bassa Lombardia (Cremasco e dintorni), i riferimenti storici, paesaggistici, culturali sono di chiaro richiamo per il pubblico americano affascinato dalla Bella Italia (inclusi i dettagli neorealisti dei personaggi dei domestici che parlano in dialetto) nonche' sugli Italiani stessi, ed e' palese che Guadagnino e James Ivory ci giochino sopra. Spesso l'impatto e' delegato piu' alle scenografie, molto ben fotografate, alle ambientazioni idilliaco/bucoliche pregne di riferimenti e richiami alla letteratura e all'estetica classica (fra statue di Prassitere e rimandi all'efebofilia greco-romana) che alla sceneggiatura, ai dialoghi o ai passaggi di trama.
Proprio per questo spesso l'effetto e' quello di un film molto kalòs kai agathòs ma poco travolgente, non cosi' d'impatto emotivo come ci si potrebbe aspettare.
C'era da aspettarsi di piu' anche dai dialoghi mentre l'unico scambio davvero di livello e' quello fra il padre (un bravo Michael Stuhlbarg in un personaggio apparentemente secondario ma in realta' pivotale) ed Elio nei dintorni del finale del film. Le interpretazioni pero' sono di alto livello, Chalamet incredibile e molto credibile (gioco di parole) nel personaggio, bravi Hammer e Stuhlbarg.
L'ho apprezzato, sicuramente una pellicola tecnicamente ben realizzata, ma tanto, forse troppo estetizzante, un po' schiavo dei propri preziosismi formali per fare davvero breccia nella memoria. Per certi versi un peccato

DarkRareMirko  @  04/10/2020 22:18:28
   8½ / 10
Il miglior film di Guadagnino assieme a Io sono l'amore; un pò Brass, un pò Bertolucci, confezione molto curata, coraggio nel mettere ins cene un amore omosessaule; finale molto intenso.

Tripletta di attori formidabile, spicca magari il pacato Michael Stuhlbarg, irriconoscibile con la barba (e misteriosamente manca la Swinton!).

La mano di Ivory c'è e si sente.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/05/2020 00:27:29
   7½ / 10
Guadagnino dirige molto bene una pellicola spinosa, che può sembrare un banale romanzo di formazione in salsa omoerotica, mentre si rivela un piccolo grande dramma sugli amori giovanili, quegli amori vissuti o mancati che finiscono con l'influenzare tutta la vita futura. Intenso.

SANDROO  @  03/01/2019 12:07:39
   7 / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  11/11/2018 16:53:03
   8 / 10
Un signor film, girato con maestria e recitato altrettanto. Musiche in stato di grazia e solo lodi per il giovane protagonista.

krystian  @  14/10/2018 12:22:36
   7 / 10
Delicato, fin troppo delicato, ma più che altro lungo, lunghissimo, oltre due ore per una storia che poteva tranquillamente starci con mezz'ora di meno. La tanto premiata sceneggiatura l'ho trovata piuttosto banale e col sapore del già visto e stravisto, senza guizzi di originalità o particolari colpi di scena. Salvo il finale, seppure scontato ma che, perlomeno, è stato un po' emozionante.
Buona la recitazione, sono pure riuscito a sopportare quella faccia di bronzo di Armie Hammer.

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  21/09/2018 23:07:01
   8 / 10
Chiamami con il tuo nome.
Non me lo aspettavo proprio, non credevo che un film del genere mi potesse trasmette emozioni così forti. Fin dal inizio ti prende nel profondo dell'anima. Erotico, ma nello stesso tempo delicato. Un amore indefinito, un amore travolgente e stravolgente nello stesso tempo, tante sfaccettature da farti rimanere senza parole . Un film non per tutti; sicuramente non è adatto per chi non credoe all'amore universale, quello "mentale" dove l'amore vince su tutto sotto ogni punto di vista .
Fotografia da far spalancare gli occhi.
In questa perla cinematografica non manca nulla: bellezza , amore , malinconia , rabbia , tutte le emozioni che ogni giorno fanno parte della nostra vita .
Un film che colpisce dritto al cuore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/08/2018 20:41:05
   8½ / 10
Non esente da difetti cfr. Il reducismo ideologico ma resta volenti o dolenti uno dei più profondi film italiani degli ultimi venti anni. Le critiche di certi saputelli lasciano il tempo che trovano, si vede che non conoscono i nomi di Rohmer, di Sautet, di Cadinot ai quali si ispira Guadagnino. Se lo stile è tanto "francese" chiaro che per la ricostruzione di un decennio è le venature dei personaggi si fa pressante la lezione di Bertolucci.. Una delle critiche più assurde è sulla presenza e l'idealismo della famiglia ebraica, per inciso Israele di oggi nonostante i veti religiosi è una societa' molto piu' permissiva dell'Italia di oggi, anche se stiamo parlando certo degli anni Ottanta. Vero non basta il merchandising di riviste Eighties in bella mostra in un edicola paesana, ma il revival si fa anche in questo modo. Una storia gay purissima - di iniziazione diciamo, che non sarebbe esistita magari senza il Teorema di Pasolini o il Bertolucci recente. Ma allora? Allora ciò che conta davvero è la capacita' del regista di rendere spontaneo l'atto recitativo di due attori stranieri perfettamente a loro agio in un contesto sociale italico. E questa spontaneita' anche nella sua spocchiosita mostra il talento di un Cineasta che mette a nudo, in punta di piedi, una vicenda di libertà sessuale e affettiva. Un film che ti trasporta nei confini della bellezza senza troppi giri di parole

Wilding  @  18/06/2018 22:07:52
   6½ / 10
Si fa fatica a credere che una trama così piatta e monotona sia stata premiata con la statuetta. Qualche spunto, qualche dialogo (o monologo), ma niente di più. E' una pellicola tutto sommato interessante, ma dove la noia è presenza fissa e pare sempre lì lì per dominarci.

Alex22g  @  14/06/2018 11:51:09
   10 / 10
Uno dei film piu'belli visti quest'anno e di certo tra i migliori candidati agli Oscar. Guadagnino crea un'opera delicata e profonda come poche altre. Cast straordinario e sceneggiatura premiata con un meritatissimo oscar. Probabilmente avrebbe meritato anche altri premi ma poco importa. Un film che rimane dentro .

Tuco ElPuerco  @  01/06/2018 08:34:18
   9 / 10
Un'amicizia (o forse qualcosa di piu') raccontata divinamente.

gianni1969  @  16/05/2018 02:40:13
   7 / 10
Non propriamente il mio genere,ma cmq ho apprezzato questa pellicola di un regista che non conosco proprio(forse il fatto che abbia girato melissa p. Lo spiega). Adesso con il remake di suspiria,oltre a un supercast,avra' una responsabilita' non da poco

antoeboli  @  15/05/2018 18:58:40
   6½ / 10
Film che non convince a pieno il mio palato filmico , se non per gli ultimi 20 minuti davvero notevoli sui dialoghi e sull impatto emotivo dello spettatore .
Sarà stato il tema ancora oggi delicato a emozionare l Academy per dare l 'oscar as Ivory , ma questo chiamami col tuo nome , a parte il fattore estetico : le musiche anni 80' , l atmosfera dei tempi di una volta , la scenografia notevole , con questo paesino dell'italia Bergamasca ....per il resto non ha saputo dare null'altro di entusiasmante .
Ok una storia su una relazione gay nascosta dagli occhi indiscreti di un'Italia ancora non pronta a queste situazioni , ma manca il mordente per renderla interessante .
Gli attori principali sono bravini , e la regia di Guadagnino risulta in alcuni casi elaborata , tanto che mi ha ricordato su alcunque inquadrature un altro suo film , ovvero Melissa P . ...forse sarò io che avrò visto male .

paolo__r  @  17/03/2018 20:09:53
   8 / 10
Molto bello e toccante.

TheLegend  @  17/03/2018 14:21:34
   7 / 10
Film che si salva grazie alla parte finale a mio avviso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  13/03/2018 17:03:59
   6 / 10
E' un po' il film di cui non si sentiva il bisogno.
La sensazione è quella di averlo già visto e che tutto accada senza una motivazione particolare: il perché 'sti due si amino non viene mai mostrato / spiegato, se non in modo banalizzante. La storia non può che coinvolgere, superficialmente, come mia nonna verrebbe coinvolta da una puntata del commissario Montalbano.
Boh, non so.

kafka62  @  01/03/2018 11:07:46
   7 / 10
Devo confessare che il penultimo film di Luca Guadagnino, "A bigger splash", non mi aveva entusiasmato, troppo calligrafico ed estetizzante, quasi manierato nonostante che il regista italiano fosse soltanto al suo quarto film. Aiutato da una calibrata sceneggiatura di James Ivory e da una delicata musica di Sufjan Stevens, Guadagnino compie con "Chiamami col tuo nome" un deciso miglioramento, raccontando non tanto (o non solo) una storia d'amore adolescenziale (e omosessuale) quanto un vero e proprio apologo sul desiderio amoroso. Il ritmo del film è estremamente lento, ma questo, lungi dal costituire un difetto, rappresenta al contrario uno dei suoi punti di forza, dal momento che Guadagnino sacrifica consapevolmente le regole della concisione narrativa concedendosi tutto il tempo che gli occorre per descrivere, nelle sei settimane estive che separano l'arrivo dell'ospite americano Oliver nella villa dei genitori di Elio dal suo ritorno in patria, le impercettibili variazioni dei sentimenti e delle emozioni dei protagonisti. Elio e Oliver si scrutano inizialmente con apatica diffidenza, si avvicinano lentamente con una sorta di pigra curiosità e, complice un'estate torrida e sensuale (la quale fa sì che, tra una nuotata in piscina o al fiume e una siesta nelle ombrose stanze della magione, i corpi siano quasi sempre scoperti), si abbandonano finalmente al piacere della seduzione reciproca, riconoscendosi, nonostante la differenza di età, come anime affini e innamorate. In questo lasso di tempo il diciassettenne Elio sperimenta un percorso affettivo che lo fa entrare a pieno titolo nell'età adulta, conoscendo, insieme all'estasi dell'amore anche la tristezza per la perdita dell'amico. Anche questi momenti dolorosi sono comunque essenziali e irrinunciabili perché, come dice il padre a Elio in un bellissimo colloquio a quattr'occhi, è profondamente sbagliato soffocare le nostre emozioni per non soffrire, rendersi insensibili così da non provare più nulla. C'è in "Chiamami col tuo nome" la stessa sensibilità rintracciabile nei migliori film di André Téchiné (come "Les roseaux sauvages"), anche se le influenze maggiori sono con il cinema di Bernardo Bertolucci. La casa isolata in campagna, i personaggi intellettuali, l'erotismo diffuso (qui amplificato dalle statue antiche studiate dal padre di Elio, i cui corpi bronzei sembra che ti sfidino a desiderarli) sembrano uscire da "Io ballo da sola", anche se Guadagnino, pur sfiorando alcuni momenti trash (come nella scena della masturbazione "alla pesca"), è più delicato e pudico, la sua macchina da presa preferendo non indugiare quasi mai sugli amplessi e sui corpi nudi degli amanti. Tra Bach, Eraclito, Prassitele e citazioni colte che sono evidentemente un tratto distintivo del regista (così come il milieu alto-borghese e internazionale), in un contesto storico (i primi anni '80) che rimane permanentemente sullo sfondo (a parte un breve dialogo sul pentapartito di Bettino Craxi), le immagini languide ed eleganti di Guadagnino mettono in scena l'emozionante iniziazione al sesso e alla maturità di un ragazzo, la cui timidezza e i cui turbamenti, grazie alla sensibile interpretazione di Thimothée Chalamet, sono destinati a rimanere a lungo, come l'intenso primo piano conclusivo, nella memoria dello spettatore.

jek93  @  25/02/2018 18:33:09
   7 / 10
Sicuramente un buon film, ma PIENO di momenti trash del tutto evitabili, e con una retorica troppo banale e ripetitiva.

Light-Alex  @  18/02/2018 21:43:38
   6 / 10
Mha, mi aspettavo meglio. Non del tutto da buttar via, ma non si grida certo al capolavoro. La storia parla della lenta e progressiva infatuazione tra i due protagonisti, in una calda estate lombarda anni '80, che culmina con la passione vissuta dai due.

Il film è molto più languido di quello che pensassi: più che mostrarci dialoghi, confusioni e sguardi, direi che ci mette davanti ormoni, carne, sospiri. Prova a farci immergere nella chimica di questo rapporto senza poi farci vedere dubbi, turbamenti, conflitti interiori che ci si aspetterebbe nel momento in cui si scopre la propria sessualità e si vive una storia così insolita e così potente.
Questo è invece il grande limite di questo film, la passione ci viene mostrata al livello fisico, ma non si entra per nulla in profondità, nei turbamenti dei protagonisti.

E allora il film diventerebbe uno dei tanti romanzetti, magari a tematica teen gay, invece diciamo che acquisisce una patina più ricercata per la fotografia, per l'ambientazione italiana anni '80, per quel contorno di arte e cultura che si respira nella casa cremasca, per le musiche, per il mix di culture e lingue… Sono i dettagli che arricchiscono un film che altrimenti non volerebbe poi così in alto.

VincVega  @  16/02/2018 20:24:26
   7½ / 10
Una pellicola assolutamente riuscita sulla scoperta della propria sessualità. Un film per tutti, ma che farà breccia in particolare sui teenager, alle prese con le prime pulsioni. Coinvolgente l'atmosfera in pieni anni '80 e ottima la rappresentazione di un'Italia bollente alle prese con le elezioni. Non grido al capolavoro come altri, però il monologo del padre del ragazzo verso la fine del film è da applausi. Un concentrato di pensieri, da far ascoltare ad ogni genitore alle prese con una situazione simile. Ottimo il cast.

kadhia  @  08/02/2018 09:53:26
   9 / 10
Bellissimo film che miscela sapientemente una location fantastica con una storia accattivante. Ti trascina complice una colonna sonora azzeccata, e ti trasmette la gioia di quanto può essere bella la vita... ma solo per un attimo.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

lucasssss  @  06/02/2018 09:16:18
   6½ / 10
dai commenti pensavo di vedere un capolavoro, si ok, bel film ma lento, non mi ha sorpreso, peccato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  05/02/2018 10:58:22
   7 / 10
Sembra averne fatta tanta di strada Guadagnino dopo quell'obbrobrio di "Melissa P.", unico suo film che avevo visto fino ad'ora.
L'America ha apprezzato e il film è stato candidato agli oscar con ben 4 nomination. A mio avviso l'unica per cui puo' veramente gareggiare è quella per l'attore protagonista. Un bravissimo Timothée Chalamet nei panni di un adolescente alle prese con i primi amori e le prime esperienze sessuali.
Una storia raccontata con stile e partecipazione. Sicuramente non un capolavoro e comunque niente di nuovo sotto il profilo della sceneggiatura (nomination sorprendente a mio avviso).
Tecnicamente valido.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/02/2018 21:52:48
   8 / 10
Il soggetto non è certo nuovo, quello che di questo tempi viene definito un coming of age, ma il punto è un altro. E' certamente il film di Guadagnino che mi ha convinto in pieno per l'estremo equilibrio che riesce ad infondere al racconto. Una location ben scelta, ottima caratterizzazione dei personaggi ed una buona, ed in molti casi, eccellente prestazione degli attori a cominciare dal semisconosciuto (per me) Thimothée Chalamet. Molto intenso a livello emotivo, in un crescendo costante come una sorta di diario quotidiano, dove sboccia l'amore adolescenziale, puro, passionale e senza filtri. Poco o nulla che vada fuori le righe, segno che Guadagnino ha saputo portare il film dove voleva lui ed ottenendo ciò che si aspettava. Oscar o meno, per quello che possono contare, è certamente un film riuscito.

matt_995  @  02/02/2018 18:23:20
   9 / 10
Visto ormai qualche giorno fa, il film mi fa stare ancora male, mi ha provocato una bella e sana malinconia, e non potrei essere più contento.
Al di là del patriottismo e della contentezza per il veder riconosciuto in tutto il mondo un talento italiano, il film è caratterizzato da una regia delicatissima, raffinata nei suoi statici piani sequenza, in certi momenti davvero geniale. Geniale per esempio è la metafora visiva dei corpi che riaffiorano in superfice: quelli delle statue ellenistiche, perfette ed scultoree, e quello di Oliver, capace di generare in Elio desideri assopiti ancestrali ed antichi come quelle stesse statue. Da quel momento in poi mi son reso conto dell'enormita' del film e ne sono stato risucchiato. Avrei voluto essere per sempre con loro in quella torrida e monotona estate degli anni 80. E in effetti nel film si percepisce proprio la puzza dell'estate, del sudore, si sentono i grilli del crepuscolo, si percepisce l'essenza e la bellezza di una di quelle nostre estati dimenticate.
La sceneggiatura di Avory, l'unico probabile Oscar che conquisterà ik film, è di una raffinatezza senza pari. Memorabile la scena in piazza in cui i due protagonisti mettono in chiaro i propri sentimenti, senza dire effettivamente niente. Solo e semplice, e perfettamente scritto, sottotesto. Memorabile, come già detto da molti, il confronto finale tra Elio e suo padre (quel fantastico caratterista che è Stuhlbarg). Inoltre è senza dubbio esemplare come la sceneggiatura sia in effetti una anti-sceneggiatura. Mancano i soliti cliché, i soliti archetipi e passaggi fomdamentali ricorrenti in pratica tutte le sceneggiature hollywoodiane. Si potevano creare conflitti facili, come ad esempio con i genitori non comprensivi, ma si sarebbe caduti nei cliché facili. Si sarebbe potuto accentuare il time lock della partenza di Oliver per creare più suspance in previsione della loro separazione, ma questo un'esamotage troppo spicciolo per un film così raffinato. Detti ciò, conderata la sua essenza anti-cinematografica, sorprende il successo che il film sta avendo ovunque.
In conclusiose un film bellissimo sullo scorrere del tempo (guai a chi dice che Chiamami col tuo nome è solo un film è a temanica lgtb) con la capacità di scuotere e rimanere impresso anche allo spettatore più distratto.

Aspetto con ansia il sequel, previsto tra qualche anno, chiamato "Ti chiamo col mio nome perché me so scordato come c'azzo te chiami"

suzuki71  @  01/02/2018 13:00:21
   9 / 10
Difficile aggiungere altro a quanto detto e letto in giro... forse non abbastanza lodata la fotografia: è davvero splendida.
L'incanto di un luogo e una età fuori dal mondo, quale è la provincia bergamasca e l'adolescenza pronta a diventare maturità.
La scoperta dei sensi, del proprio io, della natura, dell'Altro. Lo struggimento di chi è non più giovane. L'illuminatezza della cultura che diventa luogo di accettazione e di crescita.
E la scena confessione padre\figlio: inarrivabile per intensità e contenuti.
Un film che parla di una storia particolare, rendendola semplicemente e naturalmente universale.

Il nostro cuore e il nostro corpo: non sprechiamoli, conservandoli per un dopo che è già tardi!

david briar  @  31/01/2018 18:25:19
   10 / 10
Non è che ci sia molto da dire, se non che credo sia il film più emozionante uscito ultimamente assieme a Coco. Guadagnino, benchè abbia parlato di film politico, si concentra soprattutto su un amore che passa attraverso gli sguardi, le sensazioni, gli odori, che può esprimersi con poche parole e molti sospiri, manco fossimo ai tempi del Dolce Stil Novo. Non è un film che racconta, ma è un film che succede. Non è un amore che dev'essere spiegato, si può cercare di capire perchè Elio sia più attratto da Oliver che da Marzia, ma non è questo il fine, il fine è aprire una porta verso noi spettatori e renderci partecipi di una sensazione. Non è una questione di empatia, perché non è questo il termine esatto, e il film non si sforza di farci empatizzare particolarmente con i personaggi. Piuttosto, questo film è una questione sensoriale. E' per questo che lo considero inspiegabile: lo guardavo, pensavo ad alcune osservazioni critiche, e poi mi son ritrovato con gli occhi colmi di lacrime e il viso semplicemente sconvolto. 
E allora comprendi che non c'entra niente l'omosessualità, che il pentapartito è solo un contesto, e che "Call me by your name" è un film straordinario perché siamo noi spettatori a doverlo completare, e lui completa noi, in quel momento in sala, come in una simbiosi totale. 
E' una magia che Guadagnino riesce a far accadere con una semplicità che dev'essere stato difficilissimo raggiungere: e non lo fa, a mio parere, nella maniera di Bertolucci, ma nella maniera di Guadagnino, che in questo caso mi ha dato una sensazione molto più simile a Bresson che ad altri nomi maggiormente citati. 
​​​​​​​Vedetelo e basta, e al cinema. 

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  30/01/2018 21:24:45
   8½ / 10
E' raro trovare al cinema delle produzioni così curate, amate e sentite come questo Chiamami con il tuo nome". E' raro vedere come da un soggetto così esile e in certi punti discutibile, sia possibile partorire un piccolo capolavoro che è l'amore per il cinema.

Prima di riesumare il cadavere, diciamo che Guadagnino è stato ingiustamente sottovalutato dal nostro cinema ma va anche detto che motivi per farlo ne aveva dati. Non è una capra ma ha pascolato parecchio e non si tratta del pessimo Melissa P ma anche di una visione del suo cinema molto particolare ma anche scostante e tremendamente borghese.
Non sempre riuscendo a coniugare l'introspezione psicologica con l'evoluzione narrativa delle sue storie si finiva per rimanere perplessi.

In questo film c'è veramente tutto, grandissimi attori (ma ve detto che anche nelle precedenti pellicole aveva dato prova di essere un ottimo direttore) in modo particolare il giovane Timothée Chalamet, davvero sarebbe da oscar questo ragazzo, era da tempo che non si vedeva un'interpretazione così sentita e delicata, e cura maniacale della messa in scena.
Inoltre Guadagnino sa raccontare l'amore come pochi e gioca in casa sia per il tenore della storia, anche lui è gay, sia per le tematiche che tratta ricorrenti.


Eppure se ha un difetto questo film è proprio nel romanzo da cui è tratto, dall'incapacità di trattare in modo aperto il tema dell'omosessualità oppure dell'ignorare quello della bisessualità.

Non è un film su una storia d'amore gay è un film sull'amore con sfondo una passione omoerotica, se preso in questi termini va bene altrimenti sembra che l'omosessualità sia una scelta.

David94  @  28/01/2018 22:54:59
   9½ / 10
Capita raramente che un film ti entri cosi tanto dentro. "Chiamami col tuo nome" ti rapisce dalla prima scena: é capace al tempo stesso di commuoverti, divertirti, eccitarti, parlare dritto al tuo cuore. É uno storia di altri, ma è come se fosse la tua vita in pellocola: sfido chiunque a non aver visto, anche solo per un momento, una parte di sé in uno dei personaggi. Meraviglioso!

romrom  @  28/01/2018 20:32:30
   6 / 10
No , bravo il protagonista e buoni gli ultimi 20 minuti e commovente il discorso del padre, ma per il testo tanto... troppo lento e privo di mordente

Cinemaworld  @  28/01/2018 17:58:00
   6 / 10
Un bel filmetto, ma gridare al capolavoro mi sembra eccessivo. Bella la fotografia, ma il film a tratti é molto lento. Poi, la durata mi sembra eccessiva. Mi aspettavo molto di più...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  28/01/2018 12:46:54
   9½ / 10
"Signore, non credo più
Annegato nelle acque viventi
Maledetto dall'amore che ho ricevuto
Dalla figlia di mio fratello
Come Efestione, che è morto
L'amante di Alessandro Magno
Ora il mio alveo è asciutto
Non troverò altro?"

dagon  @  28/01/2018 11:37:32
   6 / 10
Boh. a me è sembrato un filmetto, furbacchiotto a partire dall'uso delle musiche, per proseguire nelle tematiche e che si rifa a "io ballo da sola" di Bertolucci.
Spicciolo e bacioperuginesco.

Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  28/01/2018 09:18:32
   9½ / 10
Il problema sorge quando rimani attonito a fissare lo schermo per cinque minuti, per poi abbandonare la sala con occhi sbarrati.
L'ultima volta in cui un film mi aveva demolito così tanto? Parliamo dei tempi di Million Dollar Baby.

Guadagnino completa la sua "trilogia del desiderio", dopo Io Sono L'Amore e A Bigger Splash. Lo fa spogliandosi del velo di presunzione che mi aveva lasciato indifferente nelle precedenti pellicole, per abbracciare un'idea di cinema minimale, con segnali da cogliere e frutti maturi da cogliere nel pieno della propria giovinezza.
Un album fotografico da sfogliare: inquadrando territori scolpiti e cristallizzati nel 1983, anno in cui è ambientato il film, Chiamami Col Tuo Nome è un invito a respirare un'aria calda, seducente, condita da una fotografia conturbante, granulosa, che viene condizionata dal desiderio ardente e furente del corpo, di ragazzi in preda ad ormoni scomposti.

"Non provare niente, per non rischiare di provare qualcosa...che spreco." Recita una battuta verso una parte di indecifrabile candore, che scuote di prepotenza gli animi di spettatori attenti a non lasciarsi sfuggire nessun particolare lungo la storia fra Elio ed Oliver.
Allora non cediamo al tempo che fugge. I sentimenti che ci rendono vivi, sprigioniamoli per contrastare la noia di fondo che caratterizza un'estate lunghissima (il ritmo parla chiaro, proprio per entrare in contatto con l'interprete principale che ricopre il ruolo di Elio).

L'Italia nella sua natura più vivida, autentica, senza facili sentimentalismi di facciata, o senza banalissimi stereotipi da piazzare strategicamente; quello che si vede è un universo sospeso, quasi etereo, sacro, inviolabile, visto con occhi di un ragazzino che vuole dare uno scossone alla propria vita, scoprendo un lato della sua sessualità latente che scalcia forte in petto.
Ci si rifà moltissimo al cinema di Visconti: attori che, pronti ad inglobarla nelle proprie performance, generano su schermo la realtà dell'arte. Si impegnano ad animare le sequenze con la loro vibrante presenza, e un proprio linguaggio istintivo del corpo.

Guadagnino dona di nuovo forma e sostanza ad un concetto romantico dimenticato da tempo, quasi astratto, attraverso un'attenta analisi e un obiettivo e caloroso esame di casi umani, sfruttando l'idea del tempo come sacchetto di biglie di ricordi, nella quale sguazzare per individuare il proprio posto nel mondo. Un'opera indimenticabile, dotata di una delicatezza senza pari.

La più grande sorpresa di questo inizio 2018.

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/01/2018 12.44.36
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Invia una mail all'autore del commento AeFiOoNt  @  27/01/2018 22:12:20
   8½ / 10
"Chiamami col tuo nome, io ti chiamerò col mio".

Si apre delicatamente, in punta di piedi, tra scene bellissime, luoghi che incantano di una frazione innominata del nord Italia.
Seconda metà degli anni 80, immagini da lasciare a bocca aperta!

Film in evoluzione, con un finale che ti strazia, fino a levarti il respiro.

Ho ancora le lacrime...

DA VEDERE

aldopalmisano  @  19/11/2017 18:41:09
   6½ / 10
E' risaputo che Guadagnino sia apprezzato quasi più all'estero che in Italia. E' anche risaputo che i suoi film godano di una bellissima fotografia, la quale spesso prende il sopravvento sulla sceneggiatura.
Ecco, questo film rischia di confondersi fra i tanti film "cartolina" dove, più che una vera storia, il vero centro dell'attenzione è la bellezza delle immagini, in questo caso una bellissima estate anni '80 in Italia.
Avendolo visto in Inghilterra ho potuto osservare quanto la potenza delle immagini abbia catalizzato l'attenzione del pubblico inglese (e tutto sommato anche la mia, da nostalgico del mio Paese).
Insomma, belle le intenzioni, ma si poteva e si doveva fare meglio.

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