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"Caught in a Cabaret" è la diretta conseguenza di "Mabel at the Wheel" e "Twenty Minutes of Love". Dopo le beghe sul set del primo, diretto da Mabel, con il secondo a Chaplin era stata affidata per la prima volta una (co) regia e la scrittura del film, con finalmente il controllo creativo e da lì in poi Chaplin avrà sempre voce in capitolo come autore o co-autore dei cortometraggi Keystone. Il primo esempio è questo film. In "Caught in a Cabaret" Chaplin, nei panni di Charlot, è nuovamente diretto da Normand, per la terza volta, e di nuovo recitano fianco a fianco nel film... Solo che questa volta lo hanno anche sceneggiato insieme. Mabel Normand, che forse proprio da qui cementa la sua intesa professionale con Chaplin, questa volta permette eccome che il buon Charlie sia parte del processo creativo e decisionale e non solo: anche lei mente vulcanica e ottimo occhio per la materia cinematografica, si era perfettamente resa conto che la mossa migliore era lasciare che lo spazio dell'assoluto protagonista se lo prendesse Charlot. Così Mabel "si limita" al ruolo di co-protagonista e lascia le luci (della ribalta, eh...) più luminose al collega. E, soprattutto, il film come detto lo scrivono insieme (non saprei dirlo con certezza ma presumo che il ruolo di Chaplin come autore fosse incentrato sulle parti del suo personaggio). Ne viene fuori il primo dei film di Normand come regista con Charlot vero e proprio protagonista. Tuttavia resta un film di Mabel Normand a tutti gli effetti e si nota dalla maggior maturità e dalla maggior ambizione che la grande attrice (la madre delle attrici comiche in tutta la storia del cinema, un'innovatrice e un'attrice di grande capacità espressiva) aveva ormai raggiunto rispetto a molti altri corti Keystone contemporanei; anche "Caught in the Cabaret" infatti utilizza due rulli di pellicola e dunque venti minuti (abbondanti) di durata; finalmente vediamo un corto più completo, più "compiuto" nello sviluppo narrativo e nella messa in scena, Mabel Normand e Charlie Chaplin con questo lavoro fanno fare un buon passo in avanti al lavoro medio Keystone di Sennett. Chaplin ha ormai uno Charlot completo per le mani (maturerà ancora e molto, naturalmente, ma a questo ci si arriverà con il tempo) e già questo è un valore aggiunto; il film ha rari, piccoli momenti morti ma nel complesso diverte e ha un buon ritmo, fondamentale in pellicole come queste, con qualche idea molto simpatica del duo di autori. Quasi un peccato che finisca come ogni prodotto Keystone doveva necessariamente terminare: a botte da orbi. In un corto di respiro più ampio e un po' più maturo come questo da l'impressione dell'aver finito tutto "in caciara" come diremmo dalle mie parti. Charlot torna ad essere sconfitto e respinto, questa volta bloccato dalle differenze di classe, in una piccola critica-bonaria e puramente in chiave comica-all'argomento. Resta una delle cose più valide dirette da Mabel Normand, con il fondamentale apporto di Chaplin e un corto superiore a quella che era stata la media della casa di Sennett fino a quella prima metà del 1914.
Al dodicesimo film il carattere del Vagabondo è ormai plasmato perfettamente, e quindi di conseguenza le commedie slapstick cominciano ad essere anche godibili, specie se elaborate in un certo modo come in questo caso. Charlot si finge ambasciatore della Grecia per far colpo su una ragazza dell'alta società, ma in realtà fa il cameriere in una squallida bettola dove è maltrattato dal padrone perennemente furioso per i suoi ritardi. Finale ambientato proprio nel locale dove si ritrovano aristocratici e il finto aristocratico, con l'immancabile casino che si risolve con le pistolettate del folle proprietario domato da Charlot, ma anche dalla delusione della ragazza che lo rifiuta. Anche se Charlot non si arrende... Chaplin come scritto controlla alla perfezione ormai il suo personaggio, fa capitomboli e suscita simpatia al solo vederlo, Mabel Normand volta lo accompagna per la terza volta dividendone le scene.
Charlot si sdoppia fra ill mestiere di cameriere in una bettola e finto ambasciatore della Grecia per fare colpo su una ragazza dell'alta società. Alto borghesi e frequentatori della bettola si incontreranno proprio nel locale. Classica slapstick ma ben fatta e godibile.
in questo corto non sono stato aiutato dal fatto che ci sono molte didascalie in lingua straniera e quindi di molte cose non ho capito molto... la storia comunque si riesce a capire e si ride vedendo il povero charlot che fa finta di essere un nobile... divertente