cane di paglia regia di Sam Peckinpah USA 1971
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cane di paglia (1971)

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locandina del film CANE DI PAGLIA

Titolo Originale: STRAW DOGS

RegiaSam Peckinpah

InterpretiDavid Warner, Dustin Hoffman, Susan George, T.P. McKenna

Durata: h 1.58
NazionalitàUSA 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1971

•  Altri film di Sam Peckinpah

Trama del film Cane di paglia

Intellettuale americano abita nella campagna inglese con la moglie che viene violentata da giovinastri del luogo. Ma quando vogliono entrargli in casa, si difende con tutti i mezzi. Lupo contro lupi, più astuto dei lupi.

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Voto Visitatori:   8,09 / 10 (130 voti)8,09Grafico
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Voti e commenti su Cane di paglia, 130 opinioni inserite

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topsecret  @  26/11/2022 14:19:08
   6½ / 10
Al netto della violenza della seconda parte e dell'atmosfera malsana che si percepisce per tutto il film, questo lavoro di Peckinpah è tutt'altro che perfetto. Piuttosto biasimevole pare il personaggio della George, nonostante tutto, tanto quanto i comportamenti che la coppia protagonista assume nell'evolversi della storia.
Una storia certamente intrigante e foriera di emozioni, tra le più varie, interpretata pure bene ma sceneggiata, a mio avviso, con un po' di ingenuità, solo per evidenziare atti e dinamiche violente e moralmente discutibili.
Film discreto ma i capolavori sono altri.

Italo Disco  @  06/02/2021 23:57:03
   10 / 10
Capolavoro immortale. Trasportare magnificamente su pellicola temi così reali e caratterizzare i personaggi alla perfezione è cosa rara, in più colpisce allo stomaco lo spettatore senza problemi. Teso, violento, cupo, con un montaggio da pelle d'oca, una fotografia stupenda e delle inquadrature eccezionali che sembrano dei quadri. Qui è tutto al TOP. Dustin Hoffman aveva già fatto pellicole controverse e ne farà delle altre, però vederlo prendere a mazzate la gente in un mare di brutalità è straniante ma dona al film quel qualcosa in più che forse sarebbe mancato a prodotto finito con un altro attore. Bellissima Susan George. 67° posto in classifica nella stagione 1971/72. Complesso e artisticamente importante sarebbe da farlo studiare a scuola. Indispensabile.

Goldust  @  12/12/2019 18:16:18
   9½ / 10
Grandioso affresco sulla follia umana e sul confine spesso molto labile tra ragione e violenza, adagiato in un - si presume - pacifico microcosmo di provincia dove gli istinti primordiali dell'uomo la fanno ancora da padrone. Parte placido definendo i primi terribili tasselli di una storia angosciante, poi ne monta il pathos senza lasciare scampo allo spettatore, il quale giunge al clamoroso finale - contrappuntato da esplosioni di violenza a tratti insostenibili - con il cuore letteralmente in mano, ormai rapito dagli eventi. Messa in scena e montaggio hanno un peso esorbitante sulla resa finale ma non si sottovaluti il sapiente uso degli spazi dell'ultima parte, dove i coniugi Summer sono asserragliati nella propria casa. Un film che a distanza di quasi cinquant'anni disturba e colpisce ancora, servito da un cast perfetto dove ovviamente Hoffman fa la parte del leone ( mansueto prima, minaccioso poi ). Per me il miglio lavoro di Peckinpah, senza alcun dubbio. In una parola, indimenticabile.

dagon  @  02/06/2019 13:10:42
   8 / 10
Film contemporaneo ad "Arancia Meccanica", con non pochi punti di contatto con il capolavoro di Kubrick nella sua analisi della violenza come insita nell'uomo. Là dove l'approccio di kubtick era astratto e onirico, qua Peckinpah sceglie la strada del crudo realismo. La tensione cresce piano piano, soprattutto erotica, caricandosi a molla, per esplodere, appunto, in una violenza primoridale che, al tempo, fu oggetto di non poche censure. Chiunque, anche l'uomo più mite, se si creano le condizioni, può vedere uscire, incontrollabile, il suo lato bestiale.

Crabbe  @  04/06/2018 11:01:58
   8½ / 10
Capolavoro di Sam Peckinpah con un D.Hoffman alla sua migliore interpretazione in carriera.

Regia sceneggiatura e montaggio strepitosi.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  01/06/2018 18:56:20
   8 / 10
Mettendo in scena una violenza esasperata, Peckinpah ci invita a ricordare di temere l'idea del mansueto.
Memorabile l'interpretazione di Dustin Hoffman. Grande pellicola.

Thorondir  @  29/11/2017 13:48:01
   9 / 10
Un film che racconta l'uomo nelle sue molteplici varianti e che mette in scena la ribellione umana di fronte ai soprusi. Anche l'innocuo matemativo inetto venuto d'oltreoceano si ribella quando viene oltrepassato il limite di sopportazione e lo fa non a caso cercando di difendere un personaggio che con lui ha in comune il sentirsi solo, fragile e continuamente bullizzato. Peckinpah racconta con una straordinaria lucidità un mondo ancestrale, retrogrado, dove sono le pulsioni carnali e l'alcol a dettare i comportamenti. Lo fa con una fotografia fredda, adattissima alle sceneggiatura e con un crescendo finale che tocca apici di violenza assolutamente indediti per l'epoca. (senza dimenticare la disturbante scena delle violenze sulla moglie)

Mattia100690  @  30/08/2017 14:14:55
   10 / 10
Avanti anni luce, una violenza pazzesca messa sullo schermo ancora prima che andasse di moda. Peckinpah si dimostra straordinariamente innovativo.

marcogiannelli  @  26/06/2015 11:24:49
   7 / 10
inizio lento in cui non si capisce dove si vuole andare a parare, moglie e operai odiosi ecc..finale al contrario, con una escalation di violenza allora inedita, così come il genere home invasion...non un capolavoro però, perché c'è qualcosa di fin troppo esagerato
bravo Hoffman, gli altri attori nella media

genki91  @  16/10/2014 02:24:04
   8 / 10
Intenso affresco del risveglio dell'animale dentro al corpo di un pacifico ricercatore matematico.
Il professore è di indole pacifica, ma non rinuncerà a difendere la propria casa dall'attacco di un branco di balordi da cui ha subito svariate violenze.

Lory_noir  @  17/08/2014 23:51:08
   7½ / 10
Un bel film, antesignano di molti altri sulla stessa tematica ma più efficace, vuoi perché è del 71 e colpisce per la crudezza di immagini che non facilmente si vedevano in quegli anni, vuoi per la bravura di Hoffman, che regala un'altra interpretazione assolutamente imperdibile.

GianniArshavin  @  15/06/2014 12:25:44
   8 / 10
Grande apologia di Sam Peckinpah sulla violenza , un film ancora oggi attuale che ci mostra come anche il più mansueto degli uomini se messo alle strette, in un contesto senza leggi e civiltà,può trasformarsi in una bestia feroce.
Il regista nel suo consueto stile crudo e sporco ci tratteggia un umanità animalesca , una sfilza di personaggi realistici nei loro difetti come : la superficiale e gattamorta Amy , il pacifico, paziente e codardo David (un Hoffman da pelle d'oca) fino ad arrivare ai vari componenti del paesino inglese , giovani zoticoni o anziani ubriaconi.
Il regista riesce malgrado il forte rischio stereotipo a dare un volto ai suoi personaggi , compresi i villani, che risulteranno essere credibili nella loro mentalità e nei loro comportamenti contraddittori.
Straordinario il finale e buono il ritmo , mentre la sceneggiatura in alcuni punti cade un po nel banale , sebbene questo non infici più di tanto sulla riuscita complessiva della pellicola.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  24/05/2014 17:50:20
   8 / 10
Segnata la fine di un'epopea, quella del Selvaggio West, Peckinpah volge lo sguardo sulla civiltà moderna, sulle leggi che la coordinano e che la regolarizzano, tolte quelle torniamo al tribalismo, l'ostilità gratuita verso ciò che non ci appartiene, alla legge primitiva del più forte, alla natura selvaggia.
Impressionante quanto inverosimile la prima parte, una non identificazione in ciò che vediamo che paradossalmente aiuta a salvarla nel tempo dai possibili cliché (connotazioni che riprese in molti rape movie e in slasher movie), in particolar modo l'omertà della moglie, una violenza gratuita tradotta in bullismo che ricorda proprio di quell'anno il capolavoro di Kubrick.
Una prima parte condotta in maniera esemplare, insinua il pericolo, aleggia ma non si mostra fino alla scena dello stupro, Hoffman la cui dignità è messa a dura prova, osteggiato, deriso, per tutto il film si nasconde dietro un incrollabile compostezza, porgendo l'altra guancia, quell'aria di impotenza che ricopre lo spettatore e che si traduce in angoscia dopo lo stupro, subisce lo spirito reazionario del protagonista, riscattando i valori cari a 'Bloody' Sam.
Il montaggio irregolare, disturbante è troppo reiterato, lo scopo è quello di portare lo spettatore alla nausea, una boccata d'aria viziata, efficace ma si sopporta a fatica.
Di quell'anno c'è anche 'Reazione a Catena' di Bava, accostamento direi legittimo di rabbia inveterata ed insaziabile, caos vorticoso della violenza che tutto maciulla e che fa terra bruciata attorno a sé, un saggio meno erudito dell'ultraviolenza kubrickiana ma ad appannaggio che solo 2 stilosi di quel genere potevano rendere prosaicamente reale.

7219415  @  29/04/2014 11:16:37
   8 / 10
Bello e controverso...da vedere

Dompi  @  06/04/2014 16:44:56
   9½ / 10
Bellissimo e avvincente.
Una delle migliori interpretazioni di Dustin Hoffman che da figura timida e impacciata si rivela essere spietato per proteggere la moglie. Apparte qualche difetto di regia (soprattutto nella parte finale, dove il montaggio non è impeccabile) il film è magnifico.


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Spotify  @  04/04/2014 12:32:14
   7½ / 10
Davvero un film bellissimo e ben strutturato! È un film che riflette molto sulla natura umana e come essa può cambiare in un baleno. Ed è appunto il caso di david sumner che da pacifista assoluto si trasforma in un astuto "killer buono" pronto a tutto per difendere la sua casa. È forse il capostipite dei cosiddetti home invasion, e guardando anche l'anno di uscita, è veramente un bel lavoro. Un grossa parte di merito va comunque a Dustin Hoffman, che è davvero pazzesco, e recita con una calma e concentrazione olimpica. La regia di Peckinpah è sontuosa, specialmente nel finale che è stupendo e fa stare moltissimo in tensione. A tutto questo si associano anche una scenografia e una fotografia davvero fantastiche, specialmente la prima, dove si osservano dei bellissimi paesaggi, e inoltre è perfetta per un film così. Molte le scene violente, che all'epoca potevano anche essere un po' esagerate, anche se poi gli spettatori si erano già subiti Arancia Meccanica, ma penso che questo film è molto più sanguinoso rispetto al film di Kubrick.
Uniche note stonate sono la sceneggiatura, che è davvero debole e prevedibile, e poi molte cose non vengono per niente approfondite. Poi stranamente non mi è piaciuto moltissimo il doppiaggio di Ferruccio Amendola. Alla fine non è proprio un capolavoro, ma è una pellicola di ottima fattura, che si guarda con molto piacere ed interesse. Mezzo voto in meno per la sceneggiatura.

DogDayAfternoon  @  01/04/2014 23:01:12
   7½ / 10
Film difficile da assimilare e da inquadrare, sicuramente non per tutti i gusti. La prima parte è molto lenta, non sempre interessante, ma che ben introduce le diverse personalità dei protagonisti. O meglio, le introduce in modo ingannevole o ambiguo: in particolare la scena più controversa e incomprensibile è quella dello stupro che

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Ma la vera forza del film sta nel finale e nel comportamento del protagonista, un immenso Dustin Hoffman: la descrizione perfetta di come l'istinto di sopravvivenza può cambiare la personalità di un uomo. Le scene finali sono un autentico pugno allo stomaco, e oscurano i molti difetti che il film si porta dietro, con molte scene grossolane e poco curate.

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"Cane di paglia" è un film che può facilmente non piacere, ma che difficilmente lascia indifferenti.

BlueBlaster  @  10/02/2014 17:08:58
   6 / 10
Credo sia certamente una pellicola di importanza storica perché ha aperto la strada agli home-invasion, ha una trama sempre attuale ed era molto forte per l'epoca in cui fu realizzato...la mia valutazione però non è assolutamente in linea con la generale opinione che questo sia un capolavoro.
E' sicuramente invecchiato maluccio e la regia di Sam Peckinpah non l'ho trovata poi tanto eccellente...inquadrature niente male ma quel montaggio frenetico (che ho visto in un altro film con Susan George ossia "L'allucinante notte di una baby sitter") non mi è piaciuto per nulla...a tratti mi è risultato noioso e la sceneggiatura non è lineare e men che meno perfetta in quanto si amalgamano diverse storie e concetti!
Dustin Hoffman come sempre davvero bravo mentre Susan George a dir poco scadente (se non fosse per le nudità)...altro che stupro (che ho trovato poco legato con l'evoluzione della storia nel finale) a lei piaceva essere "presa" e comunque gli atti sessuali sono davvero poco credibili e molto per causa dell' incapacità recitativa dell'attrice inglese!
Finale d'assedio piuttosto assurdo ma comunque di grande atmosfera e tensione palpabile con ribaltamento di ruoli alla rape & revenge.
Do la sufficienza appunto per "l'invasione" perché per il resto l'ho trovato confuso, realizzato mediocramente, macchinoso, a volte stupidotto e sopratutto vetusto rispetto ad esempio ad "Arancia meccanica" che è rimasto immortale!
Estremamente sopravvalutato ma guardabile

Project Pat  @  04/02/2014 05:04:57
   6 / 10
Attori bravi (Hoffman il primo fra tutti, da segnalare tuttavia anche il David Warner di "Omen - Il Presagio") ma regia un po' strana, nel senso, composta da due parti l'una totalmente l'una l'opposto dell'altra e tale da rendere quasi ingiustificabile il repentino cambiamento di protagonista e antagonisti: si passa infatti nettamente da un estremo all'altro e nonostante il tema portante del film sia appunto quello della bivalenza di personalità, tutto ciò ha comunque un impatto visivo strano e il che non ha orbene, per il motivo anzidetto, giustificazione.
Questo è l'unico difetto, per il resto è un classico.

Horrorfan1  @  21/01/2014 14:39:32
   10 / 10
Do un 10 a questo film senza neanche vedere prima la media dei voti.

Sempre attuale.

Woodman  @  04/09/2013 18:08:00
   10 / 10
Film sgradevole e stupefacente, diretto in modo dirompente e furibondo (per l'epoca) dal maestro Peckinpah.
La più alta riflessione sulla violenza e sugli astrattissimi, innumerevoli istinti animali, ben resi attraverso il minuzioso trittico regia/sceneggiatura/montaggio, che conferisce una miriade di sfaccettature visive, di veridicità psichica all'opera.
Grandiosa squadra d'attori, uno più allucinante dell'altro.
Un film malsano, sporco, angosciante, gelido, barbaro e profondo, che presenta ogni carattere fondamentale della cinematografia classica: disegno e oscuro scavo dei personaggi, intrattenimento incalzante, magistrale lavoro di montaggio, interpretazioni perfettamente adeguate ai contesti e agli ambienti, colonna sonora strepitosa (di una suggestione in lieve contrasto con l'inquietudine visiva), equilibrio e giusto spazio fra i tempi, intro e finale potenti, cornice grafica perfetta, dialoghi e momenti memorabili a iosa, sapiente fusione di barocchismo frenetico e toni freddi, una romantica fotografia.

Un'analisi acuta, agghiacciante, studiata alla perfezione.
Un lavoro esplosivo, penetrante, sincero e maledetto. Da capogiro, sul serio.
Cosa ci arriva a dire quest'opera magnetica e completa? Che l'uomo è un'entità inconoscibile, pertanto imprevedibile, inesplorabile, ambigua, popolata di istinti animali e indicibili, mostruosi. Emblematico quindi il sapiente gioco di sguardi e comportamenti imbastito fra la George e Hoffman, non ci è dato sapere se questi è in realtà conscio delle violenze subite dalla moglie, possiamo immaginare qualsiasi cosa, lui potrebbe credere a qualsiasi cosa, fatto sta che non ci sono parole, mezzo sin troppo improprio, non ci sono sguardi efficaci, non ci sono gesti realmente adatti a sviluppare un pensiero, una teoria recondita e viscerale, in tutta la sua plasticità e la sua completezza, non si può sfibrare la superficie del dubbio sino a scovarne il cuore più buio. Una dannata realtà. E questa che cos'è se non violenza? Ingiustizia, solitudine, insoddisfazione, incomunicabilità, la si chiami come si preferisce. Peckinpah riunisce tutto ciò in una sola, impenetrabile parola: violenza.
L'uomo è violento per natura, proprio perchè non in grado di esprimere le sue realtà nascoste, le sue sfaccettature più colorite, più profonde, autentiche. L'esterno, al di fuori del nostro universo interiore è grigio o buio, proprio come i toni cromatici proposti dal regista. Una disperazione senza fine.
E se dall'esterno arriva una minaccia di drammatica carica amplificativa, ancora più forte, ancora più potente, aggiuntiva? Si possono ottenere sconcertanti conseguenze. Come un rabbioso e primitivo istinto a capo di indefinibili guerre fra pensieri, astrazioni e sentimenti, che esplode in una selvaggia e psichedelica spirale di perversa malevolenza.
E quanto è bravo Hoffman a rendere quest'idea attraverso una grandiosa performance dalle mille facce e dal fascino ermetico? Dipinge e incide davanti all'obbiettivo un personaggio difficile da dimenticare. Con un'aurea di inquieta presa di coscienza sul proprio destino incerto e sulla sua fragilità, con un muro di lacrime sull'anima, così intangibile, così difficile da descrivere, da illustrare. Macchè, impossibile.
La chiamano sofferenza.
Sublime.
Monumentale capolavoro, esempio perfetto di Grande Cinema.
Un'opera completa, roboante, pazzesca, audace, controversa, aperta a mille interpretazioni, fautore di altrettante soggettive perturbanti, empatiche, condivisibili.
Settima arte a 360°.

Cardablasco  @  08/08/2013 13:23:38
   7 / 10
Inquietante e ricco di tensione dall'inizio alla fine,ottimo il finale

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  29/07/2013 01:31:17
   7½ / 10
Buonissimo film firmato Peckinpah, molto notevole e di buon spessore!
Cane di Paglia è un film abbastanza violento e cattivo, ho visto la pellicola censurata, ma per quello che si è potuto vedere la violenza fisica e anche psicologica si nota lo stesso! (la scena del ballo e terrificante)
In mezzo a tutto questo caos troviamo questo uomo, un giovane maestro matematico, impacciato, sposato con una bella donna e molto paziente, ricco di una forte dose di autocontrollo! ma fino a quando può spingersi tutto questo? lo stupro della moglie? l'assalto alla propria abitazione?? Peckinpah sembra farci notare come tutti noi arriviamo ad un punto cosidetto intollerabile e reagiamo, fa parte della natura umana e si può essere passivi quanto si vuole, forse per mancanza di coraggio o di paura, ma prima o dopo a questa tortura continua si reagira, semplice e giustificata autodifesa!
Peckinpah questo messaggio riesce a farlo passare in maniera convincente, sembra proprio di assistere ad una scala di eventi fino all'epilogo finale! a volte ci si chiede: ma quanto caz.zo aspetta a reagire??
La regia è molto buona, il ritmo abbastanza elevato, forse nella parte iniziale è un po' piatto e lento, nei primi 40 minuti non è sempre su gran livelli! nella parte finale invece esplode finendo cattivo, violento e sanguinario! infine bellissime le musiche!
Probabilmente i suoi 40 anni li sente un po', però lascia ancora un impronta difficile da dimenticare!

ElleEsse  @  10/07/2013 13:43:03
   8 / 10
Uno dei migliori film di Peckinpah, con un Dustin Hoffman al meglio, molto meglio delle pellicole che girerà dagli anni ottanta in quà.
Racconta e dice la realtà della differenza tra uomo ed animale, dove l'animale è disposto a far di tutto, con una razionalità lucidissima ed efficace, pur di difendere il proprio territorio.
Peccato che il protagonista sia un'essere umano, che si differenzia dagli animali per quello che chiamiamo inconscio, per i sogni.
Sogni che, in questo caso, si trasformano in reali incubi, che portano lo studioso sfigato e "di sinistra" a diventare una bestia umana, che gode nell'escogitare, come un nazista, il modo di uccidere il nemico con trappole attentamente studiate.
Perfetta l'atmosfera, nella casa isolata dal villaggio, che dà l'immagine di uno spazio "altro" rispetto a quello della società e dei tranquilli rapporti di vicinato.
Peccato che Peckinpah, e putroppo non solo lui, ha quest'idea della realtà umana come di una bestia addomesticata dalle briglie della ragione. Dove forse è invece proprio questa ragione che spesso prevalica sulla realtà umana e porta a certi atti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  20/05/2013 20:31:21
   6½ / 10
Non mi ha entusiasmato, evidente la sproporzione tra una prima parte lunga e lenta con una seconda breve e forsennata. Di taglio fin troppo semplice la regia, mentre le musiche non sono azzeccate.
Molto bravi invece i protagonisti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  15/05/2013 16:52:04
   8 / 10
Film controverso che nulla o poco ha a che vedere con il suo recente remake.
Sam Peckinpah dirige con la solita maestria un gruppo di attori decisamente in parte. Ottima prova sia dei protagonisti sia dei comprimari.
Fantastici i cambi di ritmo narrativo.
Film crudo e intenso.
Bellissima fotografia.

vieste84  @  10/04/2013 20:48:40
   7½ / 10
Dustin Hoffman non mi è mai piaciuto, ho visto Un uomo da marciapiede e non lo ho apprezzato, nel Laureato non mi ha fatto impazzire, in Rain Man e qui ha interpretato al massimo la sua parte. Non posso negare la sua assoluta bravura nei panni dello zimbello e l'altrettanta bravura nella parte da incapace alla ribalta. Di Peckinpah ammiro la regia cruda, non si è tirato mai indietro soprattutto nel frenetico finale, mi è piaciuta pure la complessità psicologica della donna e i risvolti amorosi con cattivo di nome Charlie?, si intende chiaramente che lei lo ami e che il marito capisce ma non dice nulla.


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2 risposte al commento
Ultima risposta 13/04/2013 18.51.07
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chupas8  @  11/02/2013 22:42:58
   7½ / 10
Non propriamente un capolavoro ma l'idea è originale per l'anno in cui è stato girato...un cane di paglia può trasformarsi in un lupo e tirar fuori gli istinti da troppo repressi...Da vedere

StIwY  @  04/02/2013 14:50:55
   7 / 10
Un buon film, ma rivederlo oggigiorno dopo oltre 40 anni perde molta efficacia, perché tratta temi già visti più volte, quindi non sorprende più di tanto, e non è da considerare neppure un capolavoro secondo me.

Sir_Montero  @  03/02/2013 20:45:58
   9½ / 10
PRESENTI DIVERSI SPOILER!

Dissacrante e quanto mai cinico ritratto della natura umana.
Diversi anni dopo la prima visione, mi ritrovo oggi nuovamente scosso e affascinato da quest'opera che, senza troppi indugi, potremmo definire di carattere antropologico.

Il film comincia con dei bambini, dai tratti grotteschi e poco rassicuranti, che giocano in un grigio cimitero, come se il regista volesse comunicarci immediatamente, sin dalle prime scene, un'idea di sottile e implicita violenza, e la percezione di una tensione palpabile ma indefinibile che ci accompagnerà per l'intero corso della pellicola.
Il protagonista è David, un impacciato e calmo professore di matematica, che decide di trasferirsi in un paesino di campagna con la moglie, una superficiale e immatura giovane donna, per dedicarsi anima e corpo ad un lavoro di dottorato. L'arrivo del professore causerà curiosità e malcelato astio negli abitanti del luogo, contraddistinti da una grettezza infima e da una rozzezza tipica di uomini che vivono quasi al di fuori dei confini della civiltà.
Nel corso della storia, le "attenzioni" nei confronti della donna da parte di questi bruti (che lavorano alle riparazioni della casa) aumenteranno costantemente, fino a raggiungere livelli di invadenza poco rasserenanti, mentre il rapporto tra i due coniugi comincia ad incrinarsi a causa della pressante leggerezza della moglie, costantemente alla ricerca di attenzioni e svaghi che il marito, occupato dalle sue formule, non può e non riesce a darle.
Peckinpah è bravissimo nel rappresentare vividamente la psicologia dei personaggi: David è un intellettuale mite, poco incline agli scontri (verbali e non), più che temerli li rifugge; Amy, la moglie, è invece tratteggiata come una ragazza molto maliziosa e "leggera, costantemente critica nei confronti del marito che comincia a giudicare"diverso", esattamente come egli appare agli occhi dei villani; i bruti, invece, non hanno caratteristiche peculiari e individualizzate, essi sono accomunati dalla "bestialità" sottocutanea, dalla violenza che ogni loro gesto esprime, dal loro istinto di branco.
Detto questo, la storia prosegue e, dopo una lunga serie di vessazioni psicologiche, la violenza esplode e i due capobranco violentano la donna, che tace e non racconta al marito.
Qualche sera dopo, a causa di un fortuito incidente, il matematico porta a casa sua lo scemo del villaggio, ricercato dai villani per un'accusa di molestia sessuale. E' la rottura definitiva.
La casa-tana viene accerchiata dai campagnoli che tentano in tutti modi di entrare. In David avviene la cosiddetta rottura interiore, si trasforma nel profondo, diviene lupo tra lupi, più feroce dei lupi. Dopo aver messo a tacere la moglie isterica e terrorizzata, adopera il suo ingegno e il suo genio razionalistico ai fini di una difesa iperviolenta della propria proprietà.
Ad uno ad uno li stermina, in un frenetico climax di sopraffina violenza brutale. E' la catarsi definitiva, egli è finalmente divenuto ciò che è sempre stato ma non ha mai saputo di essere:
"Non conosco la via giusta",
"Nemmeno io".

La proprietà privata rappresenta tutto ciò che è intimo, proprio, familiare. Violarne minacciosamente i confini, significa generare una furia ancestrale nel padrone, che per quanto mite possa sembrare, non riuscirà, nè tantomeno vorrà, frenarne la distruttività.
Questo, come altri film di Peckinpah, ci ricorda ciò che alberga essenzialmente nell'uomo, ciò che essenzialmente egli è: una bestia addomesticata, ammansita, domata, nel cui cuore alberga, e nel cui sangue pulsa, dormiente l'istinto atavico della forza e della sopravvivenza che tutto calpesta, se necessario.

In questo commento non mi sono soffermato sulle caratteristiche dell'aspetto tecnico, che tralatro ritengo molto ben valide: dalla fotografia cupa e sgranata, al montaggio frenetico e febbricitante, alla magistrale prova di un diabolico Hoffman.

Quel che resta impresso nella mia mente, oltre alle furenti scene finali e alla sottile e crescente tensione della storia, è il sorriso di uomo compiaciuto che, nel fondo oscuro della sua animalità, ha finalmente ritrovato se stesso: "...li ho ammazzati tutti io..."

lupin 3  @  27/11/2012 15:54:55
   8 / 10
sweetyy  @  24/11/2012 04:27:24
   8 / 10
Buon film drammatico con scene abbastanza violente. Bravissimo Hoffman

franky83  @  19/10/2012 21:06:34
   7 / 10
Si lascia vedere senza annoiare,ma non mi ha convinto pienamente.Il soggetto è buono,la realizzazione lascia un pò a desiderare

tobbie  @  19/10/2012 15:11:21
   8½ / 10
Labirinto di risvolti psicologici che si instaurano fra le varie figure della storia.
Studiatissimo, non perde in naturalezza. Sequenza finale frenetica a fare da contraltare ad una prima parte meticolosa nel suo svolgersi.
Nota di merito per Hoffman che sembra nato per questo ruolo.

alepr0  @  09/10/2012 23:32:38
   7 / 10
Bel film. Trama molto semplice ma efficace. Interpretazione ottima di Dustin Hoffman. Non lo metto tra quelli che reputo capolavori ma comunque film di ottima fattura.

Ale-V-  @  06/10/2012 21:13:51
   8 / 10
Grande interpretazione di un grandissimo Dustin Hoffman in uno che, a mio avviso, è uno dei più bei film degli anni '70.
L'inizio è senz'altro un po' lento, ma non per questo annoia o toglie qualcosa alla pellicola, al contrario, aiuta a delineare alla perfezione i personaggi, su tutti, naturalmente, quello di David Sumner.
Una storia che cattura sin dall'inizio per sfociare negli ultimi 20 minuti di pura follia che sono entrati a far parte della storia del cinema: l'assedio alla casa del protagonista. In questi ultimi 20 minuti esce alla luce la vera natura di David, ma anche la natura dell'Uomo in generale. Non si tratta più di difendere la sua abitazione, non si tratta più di difendere Henry Niles, ma solo di difendere il suo onore. La casa rappresenta lo stesso Sumner e i paesani infuriati che vorrebbero oltrepassare la soglia della sua abitazione sono la proiezione al presente di coloro che l'hanno costretto ad anni di soprusi. Il personaggio "sfigato" ha ora l'occasione di rifarsi e di recuperare il suo onore con la forza, fino a scoprire che tutta quella violenza in realtà non gli dispiace nemmeno.
Veramente un grandissimo film.
Assolutamente da vedere.

Crazymo  @  13/08/2012 23:45:02
   9 / 10
Grandissimo film di quel genio di Sam Peckinpah che ci porta in una cupissima inghilterra di brughiera nei primi anni '70, immergendo il maestoso "Professor" Dustin Hoffman e la sua "graziosa" moglie in questo realistico ed assolutamente innovativo (ricordiamo che siamo nel 1971, anno in cui Kubrick scosse il mondo con "Arancia Meccanica") ritratto che divide l'ipocrisia della borghesia dai meri "villici", facendo trasformare un innocuo professore in una macchina da guerra a costo di difendere la propria abitazione, culminando con i 20 minuti finali diretti ed interpretati in maniera unica, crudi, realistici ed indimenticabili; una sorta di poesia su ciò che divide l'uomo dalla bestia e su quanto la vita sia ambigua e misteriosa. Capolavoro!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  04/07/2012 11:32:19
   8½ / 10
Opera dissacrante del maestro Peckinpah.
La calma prima della tempesta.Il microcosmo agreste d'Inghilterra esce dal suo Eden apparente per scatenarsi nell'inferno.
Il giovane professore ne ha dovute sopportare di cotte e di crude da quei bulli di campagna,ma dov'è finita la sua rispettabilità?
E' un debole imperturbabile,pietoso e indulgente,destinato a soccombere alla violenza degli altri uomini.Il professore prima implode di rabbia assistendo alla persecuzione di un essere debole come lui.L'esplosione finale è una furia di ira,la sua violenza diventa cosmica,la concezione individualistica passa in secondo pieno,ciò che emerge in tutta la sua pienezza è la violenza impietosa "de natura hominis".

BrundleFly  @  30/01/2012 11:54:33
   7 / 10
Film estremamente lento all'inizio, ma che si riscatta con gli ultimi 40 minuti che sono qualcosa di incredibile. Ormai il cinema ci abituati a ben peggio, quindi quella che all'epoca era considerata "cruda violenza" adesso è più che sopportabile.
Dustin Hoffman in piena forma.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  31/05/2011 01:36:50
   7 / 10
Sicuramente un buon film che tiene incollati fino all ultimo e con un dustin hoffman fenomenale, tuttavia non ci ho visto il capolavoro che tutti acclamano.
LA violenza tanto sbandierata non mi è sembrata cosi eclatante e se ho ben capito il messaggio che Peckinpah voleva comunicare

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non credo si sia espresso bene, perche' David infondo non fa nulla di male,la sua non è vendetta ma AUTODIFESA che è ben diverso ! lui cerca fino all ultimo di non usare la violenza e quando la usa è soltanto xke viene aggredito ! Da come invece ne parlate tutti sembra che lui a furia di subire dia fuori di matto e invece non è cosi , chiunque avrebbe reagito in quel modo ( anzi io al suo posto avrei fatto di peggio e senza aspettare tt quel tempo !!! ). Anche il finale


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è in antitesi con quello che ci viene mostrato !

Per concludere lo reputo sicuramente un buon prodotto ma solo dal punto di vista dell intrattenimento perche' come gia' detto non ci ho visto alcuna riflessione profonda o perlomeno è stata sviluppata male

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  20/03/2011 01:15:14
   8 / 10
"Cane mangia cane, Hayes" (Paolo Bonacelli a Brad Davis in "Fuga di Mezzanotte"): mi è subito venuta in mente questa citazione del gran film di Parker. In effetti sembra riassumere bene uno dei concetti chiave di questo inquietante thriller sull'istinto primitivo e bestiale di violenza insito nell'uomo che è Cane di Paglia di Peckinpah.
Fino a che punto si può forzare la pazienza e l'autocontrollo di un piccolo, quieto e metodico professore di matematica della middle-class americana? Si può davvero infrangere gli occhiali di David Sumner, simbolo della sua inoffensività, senza subirne le conseguenze?
Il messaggio di Straw Dogs è che tutti hanno un punto di rottura: non esistono cani di paglia, oggetti inermi su cui sfogare deliberatamente la propria sete di sadismo e di tortura contando sulla loro totale passività - ogni pecora può diventare lupo, ogni preda predatore, se violata nella propria privacy, nell'intimità della famiglia (lo stupro della moglie) e della casa (l'assedio alla propria abitazione).
Prendendo lo stretto necessario dal soggetto, il romanzo The Siege of Trencher's Farm di Gordon Williams (che mi pare fu definito "vomitevole" dallo stesso regista), Peckinpah intesse un crudo saggio antropologico sulla violenza di cui è pregna non solo la nostra società, ma la natura stessa dell'uomo - un film che sull'argomento non ha nulla da invidiare al capolavoro di Kubrick uscito lo stesso anno. E' stato giustamente notato come Peckinpah riversi la propria misoginia nella pellicola, facendo della provocazione femminile (il darsi/non darsi di Susan George, la "puttanità" della giovane nipote che ci prova con lo scemo del villaggio), se non il motore - come la censura più convinta volle far credere - perlomeno il catalizzatore della parabola di morte che si evolve lentamente ma inesorabilmente per quasi 3/4 film per poi sfociare in tutto il suo orrore negli ultimi 20 minuti al cardiopalma.
Ma a dir la verità la vera scintilla che scatena il fuoco è la stessa "incursione" del personaggio di Hoffman in quel mondo rurale della Cornovaglia così lontano dal fermento culturale ed intellettuale degli Stati Uniti di fine anni '60 di cui lui è emblema: lui è il "diverso", quello che come nelle novelle di Verga arriva suo malgrado a rompere lo stato di torpore della comunità e a scatenare le vicende.
Mi stupisce che la critica britannica non abbia reagito con eccessiva indignazione nel vedere dipinti gli inglesi, in maniera forse un po' troppo parossistica (e parodistica), come dei bifolchi ubriaconi stupidi e lussuriosi, come invece fece l'opinione pubblica turca all'uscita di Midnight Express (tanto per tornare al parallelismo fatto prima).
Con il suo consueto stile sanguigno ed esplicito Peckinpah costruisce una sorta di western dei nostri tempi (il rimando poi viene ancor più naturale se si pensa a Il Mucchio Selvaggio) che ci illustra come gli uomini, in fondo, non siano altro che animali, il cui combattimento reciproco è motivato solo dalla volontà di dimostrare la propria supremazia tramite la conquista del territorio e della femmina altrui

Larry Filmaiolo  @  07/03/2011 10:04:17
   9 / 10
il miglior Peckinpah che io abbia mai visto finora nella sintesi di tutta la sua teoria de natura hominis. Il parallelismo a preparazione del finale è da capogiro, e il finale stesso è indescrivibile nelle sensazioni che mi ha trasmesso. Grazie Sam.

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FEDERIKK  @  02/03/2011 15:22:52
   8½ / 10
dopo il laureato dustin si immedesima in un professore di matematica che cerca un pò di pace in una casa di campagna il finale è un capolavoro

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  19/02/2011 15:27:08
   7 / 10
Ce ne vuole a far arrabbiare l'umile professore, ma quando poi perde la pazienza sono guai per tutti. Bel film con dei bravi attori.

Project Mayhem  @  01/02/2011 12:05:05
   7 / 10
Ce ne vuole a far inc****re il professore!
Il 97% degli uomini di qualsiasi continente sarebbe esploso molto prima... ma lui no! Stoicamente, si fa ridere in faccia dalla peggio teppaglia del buco dove si trasferisce con la moglie per giorni e giorni...ma quando, alla fine, finalmente! esplode...bhé.
Mai visto un Hoffman così inc*****o!

guidox  @  23/01/2011 19:08:23
   7½ / 10
un buonissimo film, con una regia impeccabile, un Dustin Hoffman decisamente in forma e una Susan George tagliata perfettamente per il suo personaggio.
richiami evidenti al western, specie per l'assedio finale e la difesa del territorio nella parte finale.
tutto molto credibile, tutto ben esplicato: l'uomo che si ritrova a lottare furiosamente per il suo istinto di sopravvivenza, per sovrastare i suoi simili dopo averne subito in silenzio le ripetute angherie (soprattutto psicologiche), la difesa del territorio di cui sopra come vale per gli animali.
rimango perplesso sul messaggio che il regista manda in relazione al ruolo della donna in tutto questo, non mi ha convinto poi molto; non tanto per il messaggio in sè, quanto per il mezzo con cui si fa arrivare.
ovviamente chi si appresta a guardare il film, ne recuperi una versione dove lo stupro non sia censurato, perchè con quei pochi minuti in più, il senso del film cambia abbastanza sensibilmente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  01/12/2010 23:07:39
   8½ / 10
Che meraviglia! Un climax di violenza costruito in maniera eccezionale. Un film bellissimo, con i 40 minuti finali pazzeschi. Peckinpah è un grande, un maestro, un regista che sa con sapienza governare le redini della propria opera. Molte le scene che colpiscono per incisività e realizzazione.
Hoffman bravissimo. Film di grande spessore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  11/10/2010 12:47:09
   8 / 10
Tranquillo matematico si trasferisce nella campagna inglese con la bella moglie ed è costretto a subire tutte le angherie dei teppisti del luogo. Sopporta fin che può; poi, quando gli invadono casa, mette in atto una carneficina. Fortissimo apologo sulla violenza, sulla giustizia solitaria e sull'invasione della privacy. Di una brutalità allucinante, sconvolgente ancora oggi, purtroppo non sempre riesce a mantenere alto l'interesse nello spettatore a causa di una sceneggiatura a volte poco incisiva e un ritmo spesso altalenante; ma quando Peckinpah decide di fare il cattivo sul serio, non c'è davvero più scampo per nessuno (specie nell'agghiacciante scena dello stupro, accompagnato da un montaggio alternato davvero nauseante, e nel bagno di sangue finale, di una tensione e violenza inaudita). Con un Dustin Hoffman semplicemente perfetto, e una gattamorta Susan George che più bona di così non si può, rimane uno dei film migliori del rude Peckinpah (che non si ferma davanti a nulla pur di dimostrare che qualsiasi uomo, per quanto debole all'apparenza, può trasformarsi in un'animale feroce e mortale quando viene toccato nei valori più importanti) ed una delle opere fondamentali della cinematografia anni 70 (tempi in cui i registi erano molto più coraggiosi). Bisogna ammettere che i suoi quarant'anni a volte se li porta dietro eccome, ma lo shock spiazzante e la potenza di certe sequenze lasciano ancora letteralmente sbalorditi.

paride_86  @  29/09/2010 02:31:12
   6½ / 10
"Cane di Paglia" è un film sulla giustizia privata e sui limiti del cittadino, e pone parecchi quesiti interessanti; nonostante la bella interpretazione di Dustin Hoffman - molto credibile nella parte di matematico impacciato e allo stesso tempo pieno d'iniziativa - credo che questa pellicola abbia parecchi difetti, a cominciare da una prima parte troppo lunga e dilatata rispetto alla seconda.
La cosa che meno mi è piaciuta, però, è la misoginia di fondo che pervade tutto il film: ci sono due soli personaggi femminili, uno è totalmente negativo e l'altro, invece, mostra un'ambiguità che potrebbe anche essere interpretata come una giustificazione alle violenze che subisce. Dalla parte maschile, invece, la situazione è molto più eterogenea e sviluppata: abbiamo un efficace ritratto di prepotenti, un integerrimo uomo di legge e , appunto, un protagonista "ordinario" costretto a difendersi.
"Cane di Paglia", nel '71, fece parecchio scandalo insieme a "I Diavoli" e "Arancia Meccanica" (usciti nello stesso anno) per le scene esplicite di sesso e violenza, ma non è all'altezza dei due film appena citati.
Rimane comunque una storia interessante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  27/08/2010 10:21:06
   9 / 10
Dopo averlo visionato ammetto di essere rimasto un pò deluso da Peckinpah e dal film,che mi aspettavo un capolavoro dato come se ne parla: a parte gli ultimi 30 minuti e qualche scena ottima l'ho guardato senza partecipazione,freddamente.
Poi ho capito.

Se c'è una cosa che non si può dire di Peckinpah è che non sia un regista sorprendente a suo modo. Dopo Il mucchio selvaggio decide di girare una commedia western crepuscolare dove la violenza è ai margini e tutto è più leggero e disincantato e subito dopo esce fuori dal genere di pistole,cavalli e sceriffi per mostrarci la mancanza di questi ultimi nella nostra epoca. Questo è Cane di paglia,un trattato antropologico sulla violenza e sull'autodifesa,e a una prima visione non è facile capire tutto né cosa il regista voglia dire e difatti le accuse fatte al film sono le stesse di ogni lavoro del regista (misoginia,fascismo,violenza). Ora è vero che tutte queste componenti si ritrovano in Cane di paglia ma c'è un perché. Tralasciamo l'ottima regia fatta di esplosioni di ferocia e montaggi frenetici.
La storia raccontata non è di una violenza esagerata a parte il delirante finale ma questa violenza è tale perché fatta di umiliazioni e morbosità in un mondo in cui l'uomo è un lupo per gli altri uomini (Hobbes). La moglie del protagonista è rappresentata come tentatrice e traditrice,la scena famigerata dello stupro io non la considero proprio tale dato che lei morbosamente fa di tutto per denigrare,magari anche inconsciamente,il marito "professore". Se Hoffman subisce in quanto uomo mite e forse codardo alla fine anche lui diventa (anzi è sempre stato) un lupo pronto ad azzannare ed uccidere per difendere la sua proprietà e per farlo,dopo vessazioni e umiliazioni,gli basterà un pretesto qualsiasi,sia esso una donna o un uomo che ora è diventato suo diritto proteggere dato che è nella sua "proprietà". Non importa al professore se quest'uomo nella sua insanità abbia commesso un atto terribile (la conferma gli è quasi data). è la sua giustificazione per riprendersi ciò che è suo. Perché anche i cani di paglia,soprattutto i cani di paglia, quando prendono fuoco possono incendiare tutto. Per quanto sia ingiusto parlare di cane di paglia per Hoffman,non esistono cani di paglia. Ognuno non conosce la sua strada,la meta è un caos violento in cui se il diritto sparisce qualsiasi uomo può trasformarsi in un giustiziere efferato.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  20/08/2010 12:22:24
   8 / 10
Gran film del maestro Peckinpah sul tema della violenza e della natura umana. Hoffman è ovviamente bravissimo, ma anche Susan George ci regala una figura femminile molto reale e tragica (la ricordo anche in Zozza Mary Pazzo Gary... dopo questo film la sua carriera era praticamente segnata. Nel 71 osare tanto voleva dire finire per fare solo quel genere di parte lì...)
Secondo me c'è qualche citazione di questo film anche in Hot Fuzz (vedi la tagliola!)

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/08/2010 02.16.42
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axel90  @  20/08/2010 11:51:18
   7½ / 10
Saggio di grande impatto sulla violenza. Peckinpah fotografa con assoluta lucidità (e anche con qualche caduta di stile viste le forzature e alcune incomprensioni di contesto) il cambiamento repentino di un giovane intellettuale che viene istigato a combattere la violenza con la violenza. L'istinto che prende il sopravvento sulla ragione, il senso comune di difesa del territorio e della proprietà. L'interesse maggiore di Peckinpah è mostrare la vera natura dell'uomo, snaturarlo dal suo essere un "animale senziente", ma più meramente una bestia che può esplodere. Tecnicamente notevole, con un buonissimo lavoro di montaggio. Buono anche il cast, Hoffman su tutti.

lampard8  @  17/05/2010 21:02:37
   9½ / 10
E'già stato detto tutto ma...

Hoffman sforna l'interpretazione della vita in un film ipnotico, stressante, teso e avvincente come pochi. Del genere Rape n'revenge è senza dubbio alcuno tra i migliori, forse dal punto di vista registico e stilistico il migliore che ho visto.
Finale da incorniciare.

lera  @  07/03/2010 16:49:00
   7 / 10
onestamente non comprendo l'entusiazmo per questo film. non è male, ma neanche eccezionale

MidnightMikko  @  15/02/2010 19:14:29
   9 / 10
Eccezionale questo Peckinpah più psicologico.
Fenomenale,bravissimi gli attori,Hoffman su tutti.
Regia superba

The Legend  @  30/01/2010 00:52:38
   6 / 10
Bene gli attori, piattuccia la sceneggiatura.

Sinceramente mi aspettavo di più, non porta altre riflessioni sulla violenza di quanto abbiano già fatto altri film decisamente migliori rispetto a questo.

Diciamo che dopo aver visto Arancia Meccanica... Cane di Paglia è (quasi) al livello di uno sceneggiato

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  10/01/2010 11:35:19
   7½ / 10
Peckinpah ci ha sfornato un'altra grande opera che illustra la sua poetica del caos violento e dell'individualismo più sfrenato quale vera e genuina base del vivere umano.
Ci sono comunque dei principi ideali "regolatori", che però non hanno niente a che vedere con la legge scritta (su tutti la proprietà privata e l'etica dell'amicizia).
Ambientare le storie nel passato e in un luogo mitico permetteva a Peckinpah molta libertà nel delineare il carattere dei personaggi, facendoli così agire come "voleva" lui. Quando invece la storia è ambientata nel presente, in un luogo reale, come in Cane di Paglia, allora le forzature saltano più all'occhio.
Io non so quanti abitanti della Cornovaglia di fine anni '60 si riconoscano nel villaggio in cui si svolge la storia. Il mio sospetto è che Peckinpah abbia un po' troppo "americanizzato" la sperduta campagna inglese. L'accolita di abitanti depravati e volgari ricorda il paese di rozzi minatori in Sfida nell'Alta Sierra. Il pub assomiglia ai tipici saloon dei suoi film western. Le donne sono tutte, chi in maniera palese, chi in maniera più coperta, delle put.tane. Anche in questo paese le istituzioni sono solo una sottile patina superficiale (tronfi e ridicoli) e la legge scritta praticamente assente o ininfluente.
Il carattere del protagonista David è fin troppo caratterizzato e il suo sviluppo da pecora fifona a lupo scannatore sembra a volte un po' pretestuoso o costruito ed è fin troppo perfetto. A Peckinpah stavano certamente antipatici gli idealisti, gli intellettuali e i pacifisti di moda a fine anni '60. David è rappresentato come uno di loro (volutamente sfruttato il rimando automatico che ha Dustin Hoffman con il Laureato) e perciò più volte dileggiato e ridicolizzato nelle sue manie e nelle sue debolezze. Si rimane sconcertati da come non riesca a capire il contesto in cui vive e soprattutto non capisca la psicologia di chi lo circonda, soprattutto di sua moglie! David in qualche maniera sa di questa sua "debolezza", o almeno arriva a percepirla come tale e come tutti gli incerti finisce per cadere nell'eccesso opposto. In questo caso però Peckinpah è più indulgente con il personaggio. David violento è trattato con tutti gli onori registici e fatto passare quasi per un eroe (si "tifa" per lui). Dal registro comico/sarcastico si passa all'improvviso al registro epico/violento. Del resto, come il protagonista di Sfida nell'Alta Sierra, David ubbidisce ad un principio etico "giusto", cioè la difesa di un debole contro un branco scatenato e si sa che nell'etica di Peckinpah tutti i mezzi sono permessi, se la causa è "giusta".
Molto più complesso è il carattere di Amy, sua moglie. Una cosa che non si capisce è come possa essersi messa con uno come David, visto che si sopportano a vicenda. Sono dei caratteri troppo diversi. Anche lei soffre di ambiguità e incertezza. Vorrebbe il sesso duro (è provocante e decisa) ma non ha chiaro in testa fino a che punto è disposta ad abbassarsi. Finalmente in questo film Peckinpah si toglie lo sfizio di rappresentare quello che in Sfida nell'Alta Sierra ha solo "preparato", cioè un rapporto sessuale con "condivisione" della preda. E' chiaro che Amy ha subito violenza e la cosa le brucia, ma allo stesso tempo rimugina il tutto in maniera morbosa, come se provasse piacere a ricordare. Soprattutto non ne parla con nessuno, come se la cosa fosse già prevista e voluta da lei.
Quindi violenza e stupro sono il sottofondo del carattere anche delle persone di oggi e sono pronti a uscire fuori dalla sottile patina di "civilizzazione" che ci troviamo addosso.
Questo è il tema che Sam Peckinpah ha lasciato al cinema americano anni '70, il quale ci si è gettato a corpo morto. Infine questo film s'inserisce benissimo, con il suo finale, nella tematica dell'incertezza e della mancanza di valori guida che travagliava l'America degli anni '70.
Complimenti in ogni caso alla tecnica registica che evidenzia il caos umano con un montaggio alternato a volte frenetico e sottolineando gli scoppi di violenza con il tipico ralenti.

outsider  @  31/10/2009 20:02:11
   9 / 10
bellissimo, ottima prova di Hoffmann. Irritabile a tratti per le scene che toccano nel profondo, è una di quelle pellicole che fa saltare sulla sedia i buoni, irretiti dall'affronto che la gente negativa ordisce ai danni di chi ha quello che loro invidiano.

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Ultima risposta 17/06/2011 11.45.15
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The BluBus  @  19/10/2009 23:48:47
   8 / 10
Un analisi della violenza diversa, perche scaturisce da un uomo calmo, timido riservato.. Grande prova di Hoffman

JOKER1926  @  07/09/2009 21:24:47
   6½ / 10
Vivono una vita discutibile, repressi e derisi da un "sistema/società", si chiudono nella loro modestia esistenziale ma poi quando il tutto cade nell'esagerazione si scatenano e dunque il "cane di paglia" prende fuoco abbaiando ed attaccando contro tutto e tutti con il fuoco negli occhi, con le fiamme in corpo…

"Cane di paglia" è dunque l'esaltazione della follia, dell'astuzia criminale nata dalla mente di persone "calme" e sostanzialmente "piatte"; Sam Peckinpah propone un film sulla violenza (violenza/mentalità provinciale che spinge l'uomo ignorante e non acculturato verso fatti indicibili come crudeltà ed uccisioni) e lo fa tracciando magistralmente diverse icone come l'intellettuale americano (interpretato alla grande da Dustin Hoffman, l'attore riesce a far sua la parte in modo integrale, insomma grandissima la sua prova; inoltre Hoffman dichiarò di non voler fare film di violenza, alla fine interpretò tale pellicola solo per "scopi" prettamente economici.) e la moglie (questa figura femminile incarna realmente la spudorata immagine del sesso debole, mix esplosivo di ipocrisia , di infedeltà e soprattutto di volgarità intrisa in loschi e clamorosi tradimenti sessuali); da segnalare (ma non da lodare) le altre icone come i "giovanastri", i loro atteggiamenti sono quasi sempre un po' troppo bizzarri ed estremamente costruiti, quasi "teatrali" e dunque poco reali.
Il film di Peckinpah è metafora, messaggio, denuncia a sfondo politico/sociale, esposto (per tutto il tempo) il confronto fra intellettuale e non intellettuale, caratteri diversi, maniere differenti, mentalità differenti ( o meglio opposte)…

"Cane di paglia" oltre all'ottimo cast presenta altri pregi come la fotografia , la scenografia (molto particolare) e le ambientazioni.
Denoto (purtroppo) anche una serie di difetti, alcuni nella sceneggiatura, in pratica alcuni passaggi a volte sono troppo forzati, quasi romanzati; inoltre il ritmo del film (eccetto lo spasmodico finale) è lentissimo, insomma primo blocco del film terribilmente soporifero; l'ultima parte del film (ovvero il finale) sale (ovviamente) sul piano della frenesia, ritmo altissimo; ma comunque (anche in questa parte) non mancano tante piccole "banalità" (come l'episodio dei topi) che varcano ampiamente i confini del grottesco e che dunque non soddisfano pienamente il Sottoscritto.

"Cane di paglia" resta un film importante, "politico", sociale, magari sopravvalutato (per via degli attori) ma di impatto visivo, regia nel complesso compatta e poco maniacale, in pratica la violenza si vede ma soprattutto si "sente"...

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Ultima risposta 01/11/2009 12.05.34
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carriebess  @  18/07/2009 19:24:38
   9 / 10
come al solito straordinaria interpretazione di Hoffmann e straordinario tutto ,dalle atmosfere misogine alla fotografia ai ritmi di narrazione ai tratti lugubri.

bulldog  @  16/07/2009 01:01:43
   8½ / 10
Forse un pò troppo lento,ma tra i migliori del genio peckinpah

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Ultima risposta 17/05/2010 21.21.43
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  29/06/2009 14:50:43
   8½ / 10
Suonala ancora Sam!!

Ennesimo bel film di Peckinpah che questa volta si addentra all'interno del sesso sintetizzato come puro istinto carnale e violento. Inoltre non manca una profonda riflessione sull'uomo e la difesa delle sua proprietà (già analizzata con Cable Hogue).
Bellissima fotografia rievocativa del western americano ormai andato e scene di violenza anche troppo spinte per l'epoca (ma servirono per abituare gli occhi degli americani all'aranciata di Kubrick).

Immenso Hoffman, come sempre in quegli anni.

Invia una mail all'autore del commento mcnapo89  @  15/06/2009 13:45:18
   9 / 10
---------Film a dir poco stupendo---------------questa pellicola grazie a degli OTTIMI ATTORI riesce a trascinare lo spettatore all'interno di una trama semplice ma ben strutturata, inoltre l'ambientazione suggestiva e lo spessore dei contenuti fanno si che questo film sfiori l'ECCELLENZA......

HGWells  @  01/06/2009 22:00:40
   9½ / 10
Uno dei migliori thriller che io abbia mai visto. Il finale, poi, è agghiacciante. Peckinpah lascia lo spettatore col fiato sospeso dall'inizio alla fine, aiutato da un'eccellente colonna sonora, un montaggio incredibile e un'interpretazione generale favolosa (Hoffman su tutti). Bello bello bello.

statididiso  @  01/06/2009 10:40:25
   7 / 10
ancora una volta, Peckinpah mette in evidenza la parte bestiale dell'Uomo per condannarne la falsa moralità... per me c'azzecca poco o nulla col genere rape&revenge... forse, invece di tacciarlo come fascista, dovremmo interrogarci se questa non sia la vera natura dell'uomo... comunque, il regista decide di non premere troppo sul pedale dell'acceleratore... L

voto: 7

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Ultima risposta 01/06/2009 10.42.22
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  23/03/2009 02:28:08
   8 / 10
Grande pellicola. Un film duro e impegnativo che ti coinvolge e ti attira con la sua trama particolare e l'ottima interpretazione degli attori. Una bella sorpresa ma si sa, il regista la sa lunga.

pinhead88  @  23/03/2009 01:32:36
   8 / 10
per essere del '71 è invecchiato benissimo.pensare che esistono pellicole uscite dieci anni dopo di questo che sembrano molto più invecchiate e ridotte male.comunque dalla storia mi aspettavo di meglio,magari qualche colpo di scena in più.la seconda parte è sicuramente quella più interessante del film dove il finale risolleva un pò tutto.buona la prova di Dustin Hoffman

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Ultima risposta 23/03/2009 01.35.34
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  12/03/2009 13:04:31
   8½ / 10
Eccessivo, improbabile, estremo e inverosimile. Nonostante questo, molto realistico nelle dinamiche specialmente del rapporto di coppia tra i due protagonisti.

Un montaggio furioso accompagna nella seconda parte del film la rabbia repressa che esplode in un finale forse eccessivamente lungo ma che non lascia fiato allo spettatore.

gei§t  @  11/03/2009 07:15:32
   8½ / 10
ottimo film. Un uomo che mai si è ribellato si ritrova a subire le angherie di un gruppo di giovani del paese. Si decidera a reagire?

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  22/02/2009 18:17:56
   8 / 10
Fino a che punto l'uomo può sopportare un supruso? il punto di rottura è lo stesso per tutti? se una violenza ( di qualsiasi genere ) la subisce un uomo tranquillo, timido, fondamentalmente buono, la sua reazione, la rabbia che ne deriva, è maggiore o minore da quella che scaturisce da un uomo già di per se violento?.
Il film ci mostra come un uomo apparentemente innocuo può dare vita ad una violenza devastante liberando i propri istinti omicidi compressi da una parvenza di normalità.
David non è un uomo da prendere come esempio, vive inglobato nel proprio corpo, inibisce i desideri della moglie Amy, rifugge dalle responsabilità del rapporto di coppia chiudendosi nel proprio lavoro, non riesce a socializzare con gli abitanti del luogo dove lui e la moglie si sono trasferiti, David è un uomo represso che, ad un certo punto, deriso ed umiliato, sfruttando le proprie capacità intellettuali, le mette in pratica per far esplodere tutta la sua aggressività usando la logica dello sterminio.
Amy subisce una violenza fisica da due energumeni del villaggio, ma ancora più brutale sembra essere la violenza subita dal marito, indiretta ma terribile in quanto subdola, psicologicamente devastante.
Aspramente criticato, considerato un elogio della violenza e della legge del più forte, "Cane di paglia" è il primo film di Peckinpah a non appartenere al genere western dopo il modesto "La ballata di cable Hogue" e del famoso "Il mucchio selvaggio" e che ha consacrato il regista come attento osservatore di tutte le forme che assume la violenza: psicologica, sessuale, fisica.

gasy  @  19/01/2009 15:42:07
   8½ / 10
Se la prima parte è un pò lenta l'ultimi 40 min sono al cardio palma. Tensione pura. Peckinpah è un grandissimo regista ed Hoffman stupisce in un ruolo diverso da quelli suoi abitudinari.

Max78  @  08/01/2009 23:16:30
   8 / 10
Emozionante la resa dei conti finale.

"Non conosco la via giusta".
"Non fa niente... Neanch'io". :)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  22/12/2008 15:37:45
   6½ / 10
Un home invasion degli anni ’70, forse uno dei primi in questione.
I pregi sono la fotografia nitidissima, i buoni dialoghi e il montaggio di cui tutti parlano bene.
Nello stesso istante però dico che secondo me il film ha poca anima, il regista poteva “caricare” di più il film, non trasmette esattamente le emozioni che cerco. Infatti, a mio parere, la “trasformazione” di Hoffman da buono a cattivo non è riuscita molto bene, c’è poco mordente. Poi l’attore l’ho visto un po’ imbambolato ma probabilmente lo voleva così la parte. Susan George invece è credibile ma un po’ irritante.
Da vedere per curiosità.

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Ultima risposta 19/01/2009 15.43.58
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Drugo.91  @  12/12/2008 22:01:31
   8 / 10
a fatto storia questo film..la scena dell assedio finale è unica

Dan of the KOB  @  16/11/2008 18:25:24
   9 / 10
Uno dei migliori Peckinpah di sempre, che propone uno dei suoi tipici western in chiave moderna e lo ambienta in un paesino della Scozia!
L'escalation di violenza tipica del suo cinema qui raggiunge livelli stratosferici nel lungo e angosciante finale!
Cast perfetto e tutto in parte (come d'altronde in tutti i suoi film), Hoffaman una spanna sopra agli altri!
Questo è cinema e Peckinpah uno dei pochi che ha reso grande il cinema!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  27/08/2008 18:34:35
   8½ / 10
Bellissima pellicola di Peckinpah che ha come maggiori punti di forza l'interpretazione di Hoffman e lo straordinario montaggio. I temi trattati sono sempre gli stessi, come la difesa del territorio e la violenza. Cambia l'ambientazione(Inghilterra) ma non la sostanza(western).

Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  17/08/2008 00:11:43
   8 / 10
c.a.z.z.o è iniziato alla grande descrivendone la situazione tutto andava nel verso giusto ma poi il finale dura troppo 30 min.
Il film davvero sorprende, ti fa crescere la rabbia che ti viene voglia di spaccare la tv, attori bravini (Dustin è nato per quel ruolo :) ), regia e sceneggiatura buona.

Ecco unica pecca e 'sto finale - grezzo, rozzo, ci voleva qualcosina per addolcire tutta l'atmosfera, non c'è risposta concreta alla rabbia che si è accumulata nel corso del film, mi dispiace.

Comunque penso che vederlo nel '71 era qualcosa di grande, immenso con la violenza che contiene la pellicola.

Essendo il primo di Peckinpah che vedo, posso dire che inizialmente comincia a piacermi, eccetto alcuni buchi neri nel film, acuto nel confezionare i personaggi (lo stato d'anima).

Per gli amanti del vero cinema lo si deve vedere, consigliato.

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Ultima risposta 20/12/2008 17.34.29
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harold  @  13/08/2008 14:13:16
   7½ / 10
Un gradino sotto ai capolavori precedenti e futuri del regista (tre titoli su tutti: Sfida nell'Alta Sierra; Il Mucchio Selvaggio e Voglio La Testa Di Garcia), ma un grande film. Serrato, avvincente, sopratutto nella seconda parte. La scena dello stupro è qualcosa che non si dimentica ma anche il drammatico finale è di quelli impossibili da dimenticare. Cast valido e affiatato. Hoffman è perfetto; la George altrettanto brava; Warner impeccabile come sempre. Notevole.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/06/2008 15:18:38
   9 / 10
Senza dubbio uno dei migliori film di Peckinpah, in questo suo accumularsi di provocazioni, vessazioni e prepotenze che il protagonista subisce fino al finale in cui la violenza sembra assumere un valore quasi catartico. Durante lo splendido finale, girato magistralmente, tutte le convinzioni pacifiche del protagonista (un Hoffmann in stato di grazia) si sbriciolano come i vetri della sua villa, lasciando spazio ad un animale in preda alla violenza pura.

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