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Buonissimo film, che tuttavia sviluppa il proprio paradigma nel contesto sociale di tipo "anglosassone", dove la colpa è colpa e il giudizio degli altri può essere spietato. In Italia questo problema non esiste, Caino è sempre più protetto rispetto ad Abele, ed è più facile trovare un criminale che diventa star nei miserevoli salotti televisivi piuttosto che dedicarsi all'espiazione della pena. Ed è la società stessa che è incline a perdonare qualsiasi abuso, forse perchè analoghi abusi sotto sotto praticati, in diverse scale di gravità, da tutti.
Una visione un pò cruda e un pò pessimistica della vita. Ma è così: chi sbaglia difficilmente viene accettato ed ha una seconda possibilità. Eppure Jack voleva solo dimenticare. Consigliato agli amanti del cinema, quello vero, consigliato a chi cerca qualcos'altro e non soli effetti speciali.
"Boy a" mi ha lasciato abbastanza interdetto.Ha alcune ottime cose,ma tende a tirarsi indietro quando è il momento di emozionare e coinvolgere. Sicuramente,il tema trattato è molto interessante e importante a livello sociale,e gli stili di regia e di scrittura semplici ed essenziali sono funzionali nell'esprimerlo.Anche il cast svolge un buon lavoro,dall'empatico Andrew Garfield al paterno e rassicurante Peter Mullan. Il problema è una certa freddezza di fondo,questa vicenda non riesce mai a toccare da vicino,si avverte un distacco che la rende inafferrabile.Questo anche perchè si sprecano i luoghi comuni,gli stati d'animo dei protagonisti spesso sono ovvi e scontati, non sono mai davvero sviscerati come sarebbe servito.Lo stile essenziale diventa anche un difetto,perché ci voleva una maggiore intensità in alcune scene. Purtroppo,"Boy a" finisce per essere uno di quei prodotti interessanti,che stimolano qualche riflessione durante la visione,ma in fin dei conti lasciano poco e si dimenticano presto.Peccato non sia riuscito ad andare veramente a fondo,con una storia del genere ne avremo visto delle belle..
Penso che tutti dovrebbero recuperare questo gioiello di film. Ho letto la trama sul web, ieri, e mi sono seduto in poltrona. Wikipedia diceva che era una storia vera e che Andrew Garfield, quell'anno, si era portato a casa il Bafta come migliore attore protagonista. Pensato per la tv inglese, "Boy A" ha esordito, nel 2007, al Toronto Film Festival. So solo che è una triste parabola sulle seconde possibilità, una storia che fa pensare e che meriterebbe di essere conosciuta da un po' di gente. Questo ragazzo senza nome e senza pace, con la timidezza del Charlie di "Noi siamo infinito", spappola il cuore.
Bello, bravissimo Garfield. Nonostante il cast composto di sconosciuti e il budget televisivo il film è molto curato e non si perde mai in inutili isterismi (visto il tema trattato era facile). Ottimo il messaggio che lascia alla fine della pellicola.
Boy A, ossia il ragazzo A, una semplice lettera per nascondere la tua identità. Sì perchè quando a 10 anni commetti un omicidio è meglio tenerla nascosta la tua identità, sei comunque un bambino, ci sono delle leggi che devono preservarti. Questa è la storia di Eric Wilson, poi divenuto Boy A, poi divenuto Jack Borridge. Già perchè quando dopo 14 anni di prigione, 14 anni, tutti quelli che ti privano del tuo esser bambino, del tuo esser adolescente, del tuo, forse, esser uomo, Eric deve cominciare una nuova vita, non può che farlo se non sotto falso nome. Ma se tu sei davvero cambiato (cambiato di che poi? non sei mai stato un mostro Eric, mai) così non lo pensa la gente, tu hai il male dentro, tu sei un mostro, vai rintracciato, punito. Questa è la storia di un bravo ragazzo che cerca di ricostruirsi un'esistenza, se mai ne abbia avuta una, in una società che non riesce però a vedere oltre il proprio naso, capire,o almeno cercare di farlo,analizzare, perdonare. Film magnifico, duro e al tempo stesso intenso ed emozionante come il cinema inglese sa proporre sicuramente superiore all'altrettanto ottimo (paragonabile per disagio giovanile e consenso di critica) Fish Tank, uno dei film ad aver lanciato quel mostro di Fassbender. Forse ne vale la visione anche la sola interpretazione di Andrew Garfield, giovane attore inglese di talento purissimo che ha qualcosa nello sguardo da farti innamorare all'istante, una capacità recitativa unita a qualità extracinematografiche rare. Si vuol bene a sto ragazzo a prescindere dal ruolo che fa, l'empatia per lui, cosa rara, esula dal film in sè. Qui poi è perfetto nella parte di un ragazzo che deve ricominciare da capo a 24 anni, che non sa nulla della vita, niente dell'amore, niente della società, niente di niente. Il suo è un approccio impaurito, delicato,dolcissimo. Strano che in lui non si ravveda mai una specie di pentimento ma forse i flash back finali ci mostrano il perchè, la sua odissea molto probabilmente non ha alcuna colpa.Il film in montaggio alternato racconta la vita dell'Eric bambino, vittima di bullismo, famiglia a pezzi e un'amicizia con un violentissimo coetaneo abusato dal fratello alternato all'Eric ormai adulto, ma neonato di vita. che in segreto lascia le carceri aiutato da un fantastico tutor (un sempre grande Mullan) che cerca di reinserirlo come fosse suo figlio. Ma la notizia che Eric è uscito arriva sui giornali, comincia la caccia. Magnifico il modo in cui si racconta la nascita di un amore o quello di un'amicizia, terribile come media e comunità trattano il caso di Eric, considerato un mostro a vita, come se il male fosse genetico. Eric è buono, puro, una tabula rasa pronta a esser scritta dalle meraviglie della vita ma la società lo bracca, la gente non si fida di lui,tutti i suoi affetti gli crollano davanti. Il regista Crowley non sbaglia una mossa, la sceneggiatura è semplice ma al contempo accattivante nel delineare piano piano il passato di Eric, perfetta nel raccontare con precisione, obiettività ma anche tenerezza e sensibilità quello che era, è e sarà il suo carattere, il suo profilo psicologico.Non ci manca niente per capire Eric, ed è per questo che il film funziona. L'ultimo quarto d'ora è straordinario e non tanto per l' emozionantissimo finale con quelle telefonate, così vere da far paura e così devastanti per chi le riceve, e non per quel disegno e quel messaggio da pelle d'oca, il sapere da una bambina che tu puoi riscattarti, che sei un angelo quando proprio un'altra bambina aveva fatto cominciare il tuo inferno. La perla sta nel dialogo tra il tutor Terry e il suo vero figlio. Un dialogo lucido, terribile per le conseguenze che porterà ad Eric ma assolutamente comprensibile. Una chicca di sceneggiatura che significa solo una cosa, il dolore adolescenziale, la mancanza di qualcosa genera dei meccanismi, in questo caso una specie di gelosia, che possono avere un effetto devastante. E uccidere un ragazzo che alla fine non era altro che come te.
La società non dimentica, ti marchia in maniera indelebile e non vi è possibilità di redenzione o riscatto. Un giovane e due identità così lontane, così vicine. E' più facile curare la malattia, molto più difficile ipocritamente prevenirla, quando le cause sono a monte di quello stesso sistema malato dove le famiglie sono ormai un piccolo gruppo di persone chiuse in se stesse tra le quattro mura della propria stanza. Andrew Garfield è estremamente sensibile nel portare sullo schermo la fragilità di un ragazzo che tenta di riaffacciarsi nel contesto civile, vorrebbe gridare di essere cambiato ma è costretto a vivere nella menzogna, a costruirsi quella seconda identità fittizia per lavare un passato doloroso. Ottimo come sempre Peter Mullan, uno dei miei attori britannici preferiti.
Non mi sento di gridare al capolavoro. Sicuramente un fil il cui impatto è molto forte sullo spettatore. Apprezabile il cinismo estremo, e la regia, cruda ed essenziale come le vicende del film. Proprio questa cattiveria rende la pellicola estremamente realistica, perchè è si un film ma il taglio e gli sviluppi sono quelli di una possibile storia vera. Quello che non mi convince appieno è però il personaggio principale, assolutamente troppo lindo, troppo vittima di tutto, e soprattutto troppo buono rispetto al mondo che lo schiaccia.
Non esagero assolutamento quando affermo che è uno dei film più belli che io abbia mai visto. Perchè il film di Crowley non è un film che va visto e dimenticato ma, al contrario, è un film che stimola la riflessione su svariati argomenti. Esiste la redenzione? E' possibile il perdono? Si può provare rimorso verso una persona e guardarla per ciò che sta costruendo e non per ciò che ha fatto? Il film è crudo, sotto ogni aspetto (linguaggio, aspetto, eventi, circostanze). La fotografia scarna, logora e semplice n'è la chiara dimostrazione. La prima parte, lenta, non è altro che uno slegarsi di eventi continui dove il nuovo Eric - Jack - cerca di costruirsi una vita nuova fatta di amici, prime esperienze e scoperta del mondo. Eventi che si snodano verso una ovvia, ma comunque delicata e potente, vicenda che farà finire il film nella maniera che tutti si aspettano. Ma sebbene questo finale arrivi palpabile, purtroppo sempre più certo, non provoca fastidio quanto, per l'appunto, riflessione.
E' una delle prove più brillanti che io abbia visto su Garfield, sottolineando e ribadendo ancora una volta la bravura di questo attore che, a mio parere, trova terreno fertile all'intero di film low-budget (basti citare anche "Never Let me go!") dove esprime appieno le sue potenzialità. Una menzione speciale anche a Peter Mullan, credibile sotto ogni aspetto. Il film va ASSOLUTAMENTE guardato in lingua originale, per apprezzare tutto ciò che ho appena citato. La traduzione, per quanto buona, purtroppo fa perdere una buona parte del film.
Un applauso e un encomio speciale verso un film che in Italia è passato, ingiustamente, inosservato e da cui, invece, dovrebbe trarre spunto a causa dell'arretratezza di cui siamo, praticamente, i capi mondiali.
La storia amara di un ragazzo in cerca di una sua identità. Un tema delicato ma affrontato in maniera impeccabile da Crowley. Il film è molto duro ma fà riflettere per la meravigliosa concezione di vita. Ingiustamente passato inosservato è un prodotto invece che tanti dovrebbero vedere. Bravo il giovane protagonista. Ottima la fotografia e dialoghi memorabili. Imperdibile.
WOW, CHE FILM! questo è quello che potrete dire dopo averlo visto. o almeno è quello che ho detto io. Inutile dire che la regia, la fotografia sono belli, ecc. vedetelo e rimarrete travolti dalla tenerezza del protagonista con la sua storia.
Meraviglioso. Triste. Amaro. Drammatico. Punto. Applausi sia alla magistrale recitazione degli attori, sia la fotografia e la trama. Bellissimo. Da vedere. L'unica pecca: il finale e qualche flashback che non ho capito. Ma veramente un film consigliatissimo.
film interessante e amaro. decisamente british. A volte si riesce a percepire il disagio del protagonista (bravissimo). Sicuramente da vedere. Unica pecca, a mio parere, sono le parti in flashback che non si fondono bene con il presente, non riescono a trasmettere il disagio dei piccoli protagonisti e si limitano a descrivere le loro pessime situazioni familiari, in maniera un po' scontata.
gran bel film, guardato dopo aver consultato i commenti degli utenti di questo sito. ribadisco dunque grossomodo le impressioni che già altri hanno espresso prima di me. una storia commovente che tocca il cuore senza nessun artifico retorico. ottimi gli attori, in special modo Andrew Garfield, bravissimo nel rendere il suo personaggio così vicino allo spettatore. da vedere e soprattutto da consigliare, per una rivalutazione di un cinema di qualità, che troppo spesso viene messo all'angolo per far strada a vere e proprie operazioni commerciali che sono a presa rapida, ma che ti lasciano ben poco dopo la visione.
film angosciante e molto drammatico, caratterizzato dall'ottima recitazione degli attori, in particolare del protagonista e dei due bambini. talmente bravo l'attore che sembra realmente disturbato e riesce a trasmettere tutti i problemi del suo personaggio.
Non capisco come mai questo film sia passato così inosservato (e "indistribuito"). Splendida interpretazione di Andrew Garfield, uno degli attori più giovani e più bravi in circolazione. Fa riflettere e vedere le cose da un altro punto di vista. Triste e commovente.
Lo ripeto spesso nei miei commenti: da vedere in lingua originale.
Come al solito passato in sordina e mai veramente lanciato dalla distribuzione italiana (io l'ho scoperto solo guardando gli ultimi 20 film commentati), "Boy A" è un classico esempio di cinema indipendente inglese di ottima fattura, splendido e sofferente. La storia di Jack, un ragazzo rimasto in prigione per più di 10 anni, viene riabilitato in società cercando di crearsi una nuova vita. Ma i fantasmi del passato sono sempre in agguato. Storia difficile quella da dirigere per Crowley. La rinascita, la seconda opportunità, il rimorso e la piaga dei pregiudizi che assillano la nostra società sono solo piccoli punti di una pellicola che tocca tanti temi, sempre in modo coraggioso e risoluto. Il tutto visto attraverso gli occhi di un ragazzo stralunato di nome Jack (interpretato da un Andrew Garfield veramente bravissimo) che, avendo vissuto quasi metà della sua vita in carcere, scoprirà il mondo passo dopo passo grazie all'aiuto del suo mentore Terry (anche qui uno splendido Mullan). A livello tecnico tutto molto curato. Finale amaro. Unica pecca:
non ho capito bene la scena prima di quella finale, quando lui rivede Michelle. E' sicuramente una sua fantasia, ma a che scopo tutto ciò? Rivederla un'ultima volta? Boh, a me è parsa particolarmente inutile, ma alla fine non ha minato la visione.
Il film senz'altro merita di essere visto anche se non è a livelli eccelsi come invece era stato presentato dalla critica.Il finale ovviamente è sui generis e continua sulla tendenza che ultimamente sta prendendo piede tra i registi di non concludere la storia con un lieto fine.Ottima l'interpretazione del protagonista.
ottima pellicola brittannica, unica nota negativa il finale che sicuramente poteva svilupparsi meglio e spero che la ragazza fosse solo frutto della sua immaginazione.
il voto al film se rapportato al budget per realizzarlo sarebbe 10 se pensiamo a quali caz.zate ci rifilano le grandi major del cinema investendo milioni di dollari... il voto assoluto per me è da 7,un film che emoziona e che si concentra sulla difficile storia di questo ragazzo (praticamente il sosia di Pato...) L'unica pecca del film è che purtroppo si intuisce ben presto come andrà a finire
l'incontro con la sua ragazza alla fine è sicuramente frutto della sua immaginazione,infatti in una scena precedente le dice che spesso quando è da solo la vede e se la immagina accanto a sè
Storia sicuramente originale e non facile da affrontare. Poteva però essere fatto sicuramente meglio;alcune parti sono un pò scontate mentre,specialmente verso la fine,non vengono approfonditi molto gli stati d'animo dei protagonisti.Ci si ritrova così ad un finale che sicuramente colpisce ma ti lascia con qualche dubbio. Ad ogni modo una buona pellicola poco conosciuta.
In effetti è una bella mazzata, non me l'aspettavo davvero. Un tema tanto difficile quanto capace di alimentare dibattiti infiniti, per un film intelligente e privo di stupide forzature. Mi piacerebbe molto approfondire con il libro da cui è tratto.
Il cinema britannico colpisce ancora con questa pellicola poco conosciuta ma di gran spessore.
Posso affermare che una gran parte del merito va al protagonista-giovane attore già visto in Parnassus Andrew Garfield che è talmente espressivo nella parte del ragazzo dalla tragica infanzia. Uscito dal carcere ormai adulto Jack deve dimenticare tutto il suo passato e inventarsi una nuova personalità, nome, trovare lavoro e comportarsi da bravo cittadino lasciando alle spalle i brutti ricordi : inserirsi/integrandosi nella nuova società. Non sarà facile e con l'aiuto/l'incorragiamento di Terry, il ragazzo sembra riuscirci finchè non diventa un eroe per aver salvato una bambina e per ancora una volta al centro dell'attenzione. Un finale senza tante vie di scampo, come invece si è potuto immaginare.
lascia un senso di angoscia, e registra un colpo di scena estremo, rispetto al suo inizio e allo sviluppo che al contrario facevano pensare ad una promettente reintegrazione sociale.
L'originalità del tema trattato e le riflessioni che ci impone varrebbero il voto massimo, ma la realizzazione del film e lo sviluppo della trama non l'ho trovati poi così eccezionali. Discutibile la scelta registica di inserire i flashback qua e là senza logica, giusto per centellinarci per benino il tremendo segreto di Eric/Jack.
Altra perla di assoluto splendore regalataci dal cinema inglese e destinata a pochi ostinati utenti, visto che la distribuzione italiana fa pena come al solito. Film dolorosissimo, dove la speranza di riscatto si scontra con la realtà dei fatti e delle persone che, a torto o a ragione, non sono disposte a perdonare. Regia strepitosa ed uno sconosciuto (almeno a me) ed incredibilmente bravo A.Garfield, che incarna e trasmette alla perfezione il messaggio che questo film vuole far passare. Grazie a chi ha scovato e commentato questo gioiello, permettendomi di vederlo: filmscuppari, vi amo!!!
Film inglese molto interessante e decisamente consigliato. La storia di una ri-nascita, di una seconda possibilità e della via per la redenzione. Un film duro e grigio così come lo è la fotografia e così come comunicano le scenografie spoglie e asettiche. Un film drammatico e malinconico come il volto del bravo Andrew Garfield. Un ragazzo in cerca di una nuova identità ma con un passato troppo forte e doloroso da poter essere dimenticato e da molti anche perdonato.
Cinema da difendere senza indugi quello più indipendente targato Gran Bretagna,capace di regalarci perle spesso ignorate della nostra cieca distribuzione.Il bravissimo Shane Meadows è solo la punta dell’iceberg,sotto di esso si muovono tanti altri autori pieni di idee interessanti.John Crowley fa parte di questa esclusiva ed invisibile schiera,il suo commovente “Boy A” ne è esempio lampante. Storia di un ragazzo,cui dà il volto con sofferente e splendida partecipazione Andrew Garfield,rilasciato dopo parecchi anni trascorsi in carcere che con l’aiuto di un assistente sociale(Peter Mullan,noto habituè del cinema british impegnato) sembra riuscire a rimettere insieme i pezzi di una vita destinata allo sbando.Un lavoro,nuove amicizie e soprattutto l’amore per la disinibita e dolce segretaria della ditta per cui lavora sembrano aprire scenari futuri appaganti. Da un impavido gesto si scatenano beffardamente eventi destinati a riportare a galla il passato,da cui emerge un forte senso di colpa ben radicato nell’anima ed illustrato mediante flashback perfettamente amalgamati con la narrazione principale.I personaggi sono splendidamente realistici,Crowley si affida a scenografie asettiche e spartane al fine di concentrare tutta l’attenzione su di loro.A tratti si avverte una certa staticità formale,ma seguire i concetti espressi è basilare per poter meglio comprendere il punto di vista dell’autore.In questo caso è palese la condanna verso una società che tende a negare una seconda chance,stigmatizzando a prescindere,senza lasciare nessuno spazio a dubbi e all’umana carità.Per contro va analizzata e compresa anche la posizione di chi è stato danneggiato e in quale contesto nascano determinate deviazioni comportamentali.Crowley si limita a sfiorare questi argomenti, volgendo lo sguardo all’ambito famigliare e forse tralasciando troppo facilmente una parte degna di maggior approfondimento.In compenso si concentra con accuratezza sul suo protagonista e si schiera senza mezzi termini,denunciando e cercando di far comprendere che dietro l’errore e la parvenza mostruosa si può celare un reale rammarico unito ad un veemente desiderio di riscatto.
mi dispiace abbassare la media di questo film ma non mi sembra un kapolavoro da dargli addirittura 9 o 10!!! Un sette e mezzo gli va di lusso :) Per me non è abbastanza completo nel senso ke avrebbe dovuto specificare di più alcuni partikolari ke ruotano intorno alla vicenda....resta comunque un film da vedere!!
Ma-donna mia che mazzata. Angosciante. Con l'evolversi della vicenda si intuisce che è troppo bello quello che succede a Jack per esser vero e quindi sei li che aspetti, ma non speri, in un finale col botto. Bellissimi i flashback, l'infanzia difficile di Erik, l'amicizia con Philip e il tragico epilogo di due bambini abbandonati a loro stessi che si rovinano la vita. Tutti i protagonisti sono perfettamente caratterizzati, Terry, Chris, Michelle..sembra che vivono davvero, da qulache parte dell'inghilterra. Un film che strozza la gola e blocca il cuore, solo per chi ha la sensibilità per capirlo. Procede abbastanza lento, ma inesorabile. Ormai i film superbi che scopro grazie a filmscoop inizio a non contarli più ( The Lost, The girl Next Door, Dead man shoe's, Strange circus..) Ma perchè non escono qui da noi? Hanno avuto il coraggio di doppiare Murder set pieces e Scannati Vivi..ma ci rendiamo conto? Mah..comunque grazie Film scoop...e grazie a tutti gli utenti!!
un altro capolavoro del rivitalizzato cinema inglese degli ultimi anni, in campo drammatico e horror stanno tirando fuori una perla dietro l'altra senza mai un passo falso. boy A è un film estremamente intelligente, oltre che tecnicamente superbo, che pone un forte quesito morale sulla condizione di ex carcerato. è una pellicola che indaga questo stato di sospensione fra due mondi, quello delle persone civili e quello dei delinquenti, in cui spesso si ha la libertà ma non il potere per farne uso, a causa dei pregiudizi, degli sguardi torvi, delle porte sbattute in faccia che solo la gente 'perbene' ha il potere di aprire. è una rappresentazione dell'umanità delle più dolorose che si possano immaginare, in cui una seconda chance è sempre negata e nella quale l'essere più giusto e gentile è l'unico che ha del sangue sulle proprie mani. incredibile il ritratto del fallimento portato in scena da andrew garfield, da 10 anche la sua prova attoriale.