La neoagente Megan Turner uccide un rapinatore la cui arma viene sottratta da un distinto agente di borsa. Costui si sente una specie di emissario di Dio e comincia a uccidere, dopo aver inciso sui proiettili il nome di Megan. Poi fa di tutto per conoscerla, e ci riesce, mentre la donna si prende una bella sbandata per lui. A questo punto non resta che una resa dei conti finale, per le strade della città, tra la poliziotta pistolera e il suo folle ammiratore.
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Thriller poliziesco di fine anni '80 parecchio forzato in più punti nella sceneggiatura ma con una fantastica e bravissima Jamie Lee Curtis (mi chiedo spesso come sia possibile che un'attrice del suo calibro non abbia mai vinto un premio oscar). Non male neanche l'interpretazione del villain della situazione, Ron Silver. Il film a mio parere mantiene un'atmosfera abbastanza cupa piuttosto riuscita. Anche la regia di Kathryn Bigelow non si comporta male. Questi diciamo i fattori che determinano il mio voto positivo. D'altro canto invece non posso andare oltre la sufficienza perchè il film comunque allo stesso tempo presenta parecchi difettucci, perlopiù legati come accennato inizialmente alla sceneggiatura. Forzature e comportamento dei personaggi non principali troppo idiote. Presente una scena di violenza sessuale un po' troppo a gratis, decisamente mal gestita quella parte. Il character della protagonista e dell'antagonista poteva essere maggiormente approfondito...insomma un film che a mio giudizio presenta si dei difetti inequivocabili, ma anche qualche pregio (Jamie Lee Curtis il vero valore aggiunto).
Appena sufficiente, buona la regia ma scarni dialoghi e si sa ben poco sul killer. Le motivazioni degli assassinii non sono spiegate. Brava la Curtis che ricordo piacevolmente per "Una poltrona per due".
L'immersione di Kathryn Bigelow nel cinema di genere, spinta da una recondita tendenza verso questa parte di mondo cinematografico, ha tra i suoi effetti un ridimensionamento dei relativi stereotipi, frutto di una visione personale e di un'appropriazione del canovaccio tradizionale, quello di un thriller poliziesco nel caso di BLUE STEEL, predisposto a stravolgere la vita professionale e sociale di un carattere centrale forte, tipico del noir moderno, ma aggiungendo una costante femminile che ordina tutto il resto, dalla sensibilità della pellicola alla coerenza delle sottotracce, distaccate dal tronco narrativo principale per ampliare lo sguardo esistenziale della protagonista e per aggiungere, a quello che è un film d'intrattenimento, uno sfondo ricco di dramma.
Un thriller di routine, ben fatto ma poco entusiasmante, che si salva in corner grazie alle ottime prove della Curtis e di Silver (yuppie psicopatico molto inquietante). Non malaccio, ma lo si dimentica subito dopo averlo visto. La Bigelow verrà ricordata per ben altro, mentre per lo sceneggiatore Eric Red ("The Hitcher", "Le Strade Della Paura" e "Il Buio Si Avvicina") questo si rivela l'ultimo film degno di nota. Promosso per un pelo.
Thriller che non mostra nulla di nuovo sotto il profilo della sceneggiatura ma che dimostra il talento della Bigelow dietro la macchina da presa! Regia che permette allo spettatore di non annoiarsi mai malgrado tutto sia abbastanza scontato e che riesce a creare un atmosfera inquietante attorno al "cattivo"! Nel complesso un film appena sufficiente
Un film dalla trama intrigante e con una discreta dose di tensione fino alla fine,buone interpretazioni e visivamente bello,però risulta frettoloso e buttato li in molti passaggi e mostra alcune scene un pò forzate che vanno oltre la realtà di certe situazioni,il finale poi un tantino esagerato nella sua rappresentazione,riuscito a metà..
Thriller ad effetto della Bigelow, che punta tutto sull'atmosfera e sulla psicologia dei personaggi, mettendo in secondo piano l'azione. Tutto sommato la tensione regge e Jemie Lee Curtis è l'interprete perfetta per il ruolo della polizziotta perseguitata e piena di dubbi. Niente di strepitoso, ma godibile.
Un poliziesco della Bigelow dopo l'horror scritto da Eric Red "Near Dark" e subito prima dei suoi due film migliori, "Point Break" e "Strange Days". Visto tra questi è certamente un minore. Ma la Bigelow è molto brava e tutto appare discreto, dall'ottimo lavoro d'atmosfera, agli attori: la Curtis, perfetta per la parte, e sopratutto lo psicopatico, un bravissimo Ron Silver.
Film dalle atmosfere evocative dell'angoscia e dell'inquietudini metropolitane, molto simili al Michael Mann di Heat o Collateral, con personaggi ben caratterizzati ed efficaci. La pecca è che la Bigelow, probabilmente, si è fatta prendere la mano dal clichè, imbastendo un finale tirato troppo per le lunghe e un po' inverosimile. Con un finale diverso, la regista avrebbe confezionato un gioiellino.
Sicuramente non è da 3 (vedi il commento sotto). Questo thriller poliziesco è veramente sottovalutato, il film, anche per merito di una grande (come sempre) Jamie Lee Curtis, non annoia e regale qualche spruzzo di suspence. Buoni gli altri interpreti, ottime certe situazioni (la prima è la migliore). Comunque potrebbe essere migliore. Consigliato agli amanti del genere.