Trama del film Blue my mind - il segreto dei miei anni
Mia, una quindicenne, affronta una travolgente trasformazione che mette in discussione la sua intera esistenza. Il suo corpo sta cambiando radicalmente, e nonostante i disperati tentativi di fermare il processo, Mia è presto costretta ad accettare che la natura è molto più potente di lei.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Un racconto di formazione, il difficle passaggio all'adolescenza, il corpo che cambia radicalmente. Sembra un film come tanti altri che affrontano tale tematica, però ha la particolarità di scivolare verso territori più legati al genere. Un corpo scisso dalla razionalità della ragazza, quest'ultima decisa a controllare a tutti costi questo mutamento apparentemente irreversibile. Un po' troppo freddo per i miei gusti ma non male tutto sommato.
Mi ha lasciato molto ma molto perplesso...e sinceramente lascia capire quasi nulla sulla trasformazione della ragazza. La si puo' considerare una "favola moderna" sull'autodistruzione. Non riesco a bocciarlo ma nemmeno promuoverlo.
Era il 2003 quando la regista Catherine Hardwicke esordì alla regia con il suo "Thirteen", un film che si sofferma sugli usi e i costumi dei giovani, sul difficile passaggio dall'età dell'innocenza a quella della maturità, con tutti i rischi che esso comporta a partire dalla frequentazione delle compagnie sbagliate fino alla perdita del controllo sul proprio corpo; una critica rivolta alle nuove generazioni che non passò di certo inosservata e che gli valse la candidatura agli Oscar del 2004. Nel 2017, sebbene alcuni parametri siano cambiati - basti pensare all'arrivo dei social, alla facilità con cui si può accedere ad internet quotidianamente, ecc. - la logica con cui vengono utilizzati i mezzi di comunicazione hanno portato all'impoverimento della parola orale all'interno di un contesto sociale vestito di sola apparenza: aspetto ripreso anche dalla regista svizzera Lisa Brühlmann in "Blue My Mind" ma poi poco approfondito, trattato con superficialità e perso tra le righe di una sceneggiatura che, ricalcando il modello della Hardwicke, regge unicamente grazie all'introduzione dell'elemento surreale. Un escamotage inconcludente, senza risoluzione, capace di dilatare i tempi della narrazione e lasciare lo spettatore in disparte, passivo, abbandonato al ruolo di "osservatore", senza diventare mai "partecipe" degli eventi rappresentati sullo schermo. Mi dispiace doverlo riportare per iscritto, però mi sento costretto a dover dire che "Blue My Mind" è un film figlio dei tempi sbagliati in un periodo in cui il mercato è già monopolizzato da prodotti similari a loro volta sfruttati in tutti i modi e in tutte le forme possibili.
Dalla Svizzera con clamore. Nasce come un classico dramma giovanile in cui i protagonisti sono da prendere a schiaffoni fino all'età adulta e oltre, si sviluppa in maniera intuibile vista la passione della protagonista per il pesce crudo e muore come una sorta di favola moderna, senza però lasciare traccia tangibile, cullandosi in un finale che non offre nessuna spiegazione plausibile e nessun rendiconto narrativo. Le giovani protagoniste sono decisamente antipatiche e irritanti ma se la cavano bene nei loro ruoli, la regia è valida ma la sceneggiatura non offre grandi guizzi emozionali, anzi alcune cose non convincono del tutto. Se ci aggiungiamo un ritmo lento e una certa staticità nella parte centrale, non si riesce ad arrivare alla sufficienza e la visione ne risente. Non mi ha preso...nel verso giusto.