Un giovane fotografo in cerca dei vari aspetti della vita londinese si sofferma su una coppia in vena di effusioni. Evidentemente fotografa qualcosa di piů, perchč una donna gli offre per il rullino qualcosa che non puň rifiutare..
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In occasione della morte di Dino Risi ho letto un articolo sul giornale che riportava alcuni passi della sua ultima intervista. Risi era stato bollato come il rivale di Antonioni: il primo ci ha lasciato commedie spensierate, fantastici ritratti dell'Italia, il secondo è passato alla storia per la sua incomunicabilità e ha firmato pellicole di certo non adatte a tutti. Eppure, anche se Risi ogni tanto aveva tirato frecciatine ad Antonioni nei suoi film ( come Gassman che nel Sorpasso dichiara "Mi so visto un film di Antonioni... me so fatto una dormita"), non lo considerava affatto un rivale, semplicemente erano due registi che facevano ciname diversamente: Risi riempiva le sale, Antonioni portava al cinema coloro che volevano sentirsi chic. E' questa la parte che mi ha colpito di più, perchè ingiustamente il film che si avvale di un linguaggio cinematografico un pò complesso e metaforico viene spesso elevato senza esitazioni a capolavoro. E questo Risi l'aveva capito... Non che volesse screditare le capacità registiche del collega, nè dubitare dei contenuti delle sue opere, ma semplicemente ha voluto sottolineare come le persone si lascino facilmente condizionare dallo stile indecifrabile e fronzoluto di alcuni registi e si sentano più intellettuali al solo vedere tali film più impegnati. Ora nn voglio essere il solito guastafeste, anche perchè è il mio primo film di Michelangelo e sarebbe assurdo da parte mia iniziare a criticarlo, ma pare tanto strano che io continui a predicare la superiorità dei film meno cervellotici ? Si tratta sempre di un mio parere ovviamente... Blow up è il classico esempio di "io ci metto le immagini, per il resto fate voi" per il quale è più lo spettatore a creare anzichè il regista; non è raro infatti che qualche critico trovi contenuti cui il regista non aveva minimamente pensato (lo ha confermato anche Tornatore in un'intervista, ed è un fenomeno frequente anche in letteratura). In ogni caso è la storia di questo fotografo che va in giro a scattare istantanee artistiche e che poi, fantasticando, crede di scoprire un cadavere ingrandendo le foto, autosuggestionandosi a tal punto da trovare effettivamente un cadavere. Il finale è quel che si dice aperto a più interpretazioni, allegorico, con i mimi che dovrebbero rappresentare la finzione della realtà o qualcosa del genere. Lo spettatore non avrà null'altro su cui lavorare e naturalmente non potrà ricevere risposte. Ecco ciò che mi spinge ad abbassare il voto ad un film che è anche piacevole a guardare: la fotografia è stupenda e i silenzi prolungati in mezzo alla natura sono relax per gli occhi. Purtroppo è il cervello che deve lavorare... Un altro difetto invece, sempre secondo me, sono gli attori, interpreti scadenti, soprattutto le donne che mi son sembrate totalmente incapaci. So che qualcuno mi avrà già individuato come "quello che guarda i film complicati e poi li critica" ed avrà pensato "ma allora che li guardi a fare ?". No non sono un presuntuoso, semplicemente accetto i film chiari fino a un certo punto che poi lasciano spazio a interpretazioni personali anche sulla base di elementi su cui ragionare, ma disdegno quelli in cui deve fare tutto lo spettatore (mi direte che Blow up non appartiene a questo genere. Magari non per voi, ma per noi gente ignorante e dalla mente poco elastica si). E poi cercavo Blow up da tempo perchè dalla trama mi aspettavo un prodotto rivoluzionario, che mostrava in modo particolare la violenza e vedendo l'annata '66 ho pensato che non mi dovesse sfuggire. Rivoluzionario forse lo è stato, ma per il resto... delusione.