blindness - cecita' regia di Fernando Meirelles Giappone, Brasile, Canada 2008
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locandina del film BLINDNESS - CECITA'

Titolo Originale: BLINDNESS

RegiaFernando Meirelles

InterpretiJulianne Moore, Mark Ruffalo, Alice Braga, Danny Glover, Gael García Bernal, Sandra Oh, Joe Pingue, Yusuke Iseya, Yoshino Kimura, Don McKellar, Jason Bermingham, Maury Chaykin, Mitchell Nye

Durata: h 1.58
NazionalitàGiappone, Brasile, Canada 2008
Generedrammatico
Tratto dal libro "Cecità" di José Saramago
Al cinema prossimamente

•  Altri film di Fernando Meirelles

•  Link al sito di BLINDNESS - CECITA'

Trama del film Blindness - cecita'

Una piccola cittadina é colpita da una strane "epidemia" di cecità, solo la moglie di un medico sembra esserne immune. Per capire quello che sta succedendo e che ha gettato la comunità cittadina nel caos, la donna fingerà di essere malata per prendere la stessa cura che viene data al marito…

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Voto Visitatori:   6,80 / 10 (63 voti)6,80Grafico
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Voti e commenti su Blindness - cecita', 63 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

desertoceano  @  05/12/2011 09:49:38
   6½ / 10
La cecità di cui si parla in questo film non é la cecità fisica ma quella morale..la razza umana può diventare la peggior specie esistente su questo pianeta e questo film lo descrive in pieno. Nel momento di difficoltà prevalgono gli egoismi e la brutalità, questo può avvenire anche tra animali, ma a differenza loro noi diciamo sempre di essere superiori in quanto esseri razionali, invece dimostriamo sempre il contrario. Le scene pìu crude non sono piacevoli da vedere ma sono necessarie a rendere il film più crudo e reale. Bello il finale.

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Ultima risposta 24/01/2013 23.39.25
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Scuderia2  @  12/08/2011 12:02:43
   4 / 10
Tutto nasce da un tizio che si è comprato una Punto tre volumi:se non è cieco,poco ci manca.E gliela rubano pure.L'epidemia di questa strana cecità da sovraesposizione (tutto bianco) prende piede e si allarga:il film rende bene l'atmosfera squallida e sporca che si viene a creare.
Lo spettatore però rimane all'oscuro (appunto) di tutto.Da dove arriva questo morbo?Perchè una persona ne rimane immune?
Lacunoso.

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Ultima risposta 11/09/2011 23.40.34
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  20/06/2011 00:05:41
   8 / 10
Letto e amato il romanzo di Saramago mi sono avvicinato con grande curiosità a questo film considerando che insipiegabilmente non è stato distribuito in Italia.
La domanda sorge spontanea ma cosa deve avere un film per essere distribuito se non essere tratto da un capolavoro di uno dei più grandi registi contemporanei, avere un cast di tutto rispetto e trattare una storia interessante ????? Non c'è risposta

Tornando al film va fatta la premessa che sotto il punto di vista della trama Saggio sulla cecità di Saramago dice poco, tutto quello che conta è il come, ecco perchè il lavoro di Fernando Meirelles avrebbe potuto facilmente tradire lo spirito del libro ma così non è.
Cecità rende in pieno non solo cosa accade all'umanità in una situazione simile ma soprattutto lo squallore infinito in cui l'uomo è capace di precipitare.
Meirelles rende tutte le insistenti descrizioni in immagini, osa e mostra quel mondo sbirciato che Saramago ci raccontava dagli occhi della moglie del medico.

Bravissima Julliane Moore ma tutto il cast è credibilissimo e soprattutto bravissimo Fernando Meirelles, non era difficile la trasposizione cinematografica del libro ma era difficile trasmetterne il vero significato.
Missione completata DA VEDERE.

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Ultima risposta 01/10/2011 21.12.24
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maitton  @  16/06/2011 13:20:15
   6½ / 10
film sicuramente originale nella sua idea di base, alcune scene mi hanno rimandato agli zombie di romero o alla coppia orientale di lost.
non credo sia un capolavoro, ma è sicuramente un film che ti lascia l'amaro in bocca, soprattutto dinanzi ad alcune scene davvero dure da mandare giù.

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Ultima risposta 16/06/2011 14.44.52
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  12/06/2011 21:34:19
   7 / 10
ATTENZIONE: il commento contiene anticipazioni.

C'è da fare una doverosa premessa. Quello che significa per me Cecità di Saramago è difficile da spiegare. Basti dire che lo considero senza ombra di dubbio tra i 5 libri della mia vita; basti dire che dopo aver letto l'opera omnia dello straordinario scrittore portoghese (saggi esclusi) ho praticamente smesso di leggere perchè ingenuamente (e scusate se la frase sembra uscita da un libro di Baricco) non credo che potrei mai trovare niente di altrettanto bello; basti dire che se avessi trovato compagnia sarei andato ai funerali del Maestro; basti dire che ho chiamato il mio cagnolino Jose in suo onore.
Quindi per una volta mi sono approcciato alla visione del film col bastone e non con la carota convinto che l'avrei stroncato. Di solito tendo a scindere l'opera filmica da quella letteraria ma esistono casi in cui questo non è possibile, e questo avviene quando la seconda è così importante da risultar quasi "intoccabile". Insomma, se qualcuno facesse la trasposizione della Commedia di Dante, come si potrebbe giudicare il film senza constatare se ha rispetto per l'opera originale?
Malgrado tutto, applaudo Meirelles. Certo lo spaseamento, l'angoscia, l'orrore e la profondità del testo originario sono lontanissimi ma era comunque difficile far meglio. L'incredibile stile di Saramago, quello di una prosa che raggiunge per carica emotiva e "altezza" quasi il lirismo, un tragico e surreale lirismo (in questo lo vedo opposto ad esempio ad Alda Merini la cui poesia, al contrario, diventa prosa drammaticamente "reale"), non l'ho mai considerato traferibile in pellicola malgrado le sue trame, i suoi soggetti, sarebbero invece in potenza tutti film meravigliosi.
Meirelles ha avuto rispetto. Nessun nome proprio ai personaggi, stessa se non identica dinamica degli eventi, presenza di tutte le "scene" emotivamente più importanti del libro, anche quelle apparentemente minori, nessuna spiegazione nè delle cause dell'epidemia nè della guarigione.
Ah, per chi non lo sapesse, Blindness (o meglio Ensaio sobre a cegueira) racconta la storia di un'improvvisa cecità generale. Una cecità particolare, bianca come il latte e non classicamente nera. I primi uomini colpiti vengono messi in quarantena in una specie di vecchia caserma senza alcun comfort, come animali. Gli viene mandato del cibo razionato, non possono nè uscire nè venir curati. Sono soli. E ciechi. In mezzo a loro però c'è una donna e lei, incredibilmente, vede.

L' unico grosso errore che addosso al regista è quello di aver voluto inserire la coppia orientale che parla nella propria lingua. Nessuno mi leva dalla testa che l'operazione non sia stata decisa a tavolino copiando Sun e Jin di Lost. Molto mal riuscita anche la figura dell'uomo con la benda, veramente centrale e carismatica nel libro. Per il resto c'è (quasi) tutto. La terribile scena degli stupri "contrattati" (forse quella che emotivamente và più vicina al testo), l'omicidio con le forbici, il senso di sporcizia (fisica e morale) che più vai avanti più si fa forte, la Chiesa, il ripostiglio del supermercato, la doccia nude sul terrazzo, il cane che asciuga la lacrima, il finale nel quale per un momento la moglie del medico crede di esser diventata lei stessa cieca.
Solo in un fondamentale passaggio il film si discosta dal libro: la scoperta dell'avvenuta guarigione del primo cieco. Meirelles passa dal bianco latteo della cecità al bianco del vero latte, poi "sporcato" dal caffè. Saramago passava dal bianco al nero degli occhi chiusi. Chapeau per Meirelles che osa in un momento decisivo e riesce forse persino a migliorare l'originale.
Per il resto interpretazioni buone ma non esaltanti (il doppiaggio poi...) ma c'è una spiegazione. Ci sarà sempre un'enorme differenza tra un attore che interpreta un cieco ed un vero cieco, puoi esser bravo come ti pare ma non vedere è diverso da far finta di non vedere, c'è poco da fare. L'attenzione resta sempre su buoni livelli, la storia, per chi non la conosce, è davvero affascinante. Insomma, un buon film, forse ottimo, arrivato in Italia con anni di ritardo per il famoso problema che coinvolse anche The Road (troppo deprimente). Ci sarà senz'altro qualche "pseudointellettuale librofilo" che distruggerà il film. Saramago ha pianto alla prima e questo vale più di tutto, più di qualsiasi cosa ognuno di noi abbia l'umiltà o la sfacciataggine di scrivere in merito.

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Ultima risposta 15/08/2011 01.47.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  02/05/2011 16:46:02
   7½ / 10
Un'epidemia di cecità apre scenari da incubo sul futuro del genere umano,non vi è spiegazione al contagioso morbo e il governo interviene in modo risoluto segregando gli infetti in strutture fatiscenti.Da uno splendido romanzo di Josè Saramago un film che rilegge con intelligenza il genere apocalittico filtrato attraverso l'elegante inventiva dello scrittore portoghese.
In superficie c'è un'analisi di certo non rivoluzionaria riguardo la regressione umana sino al raggiungimento di pulsioni quasi primordiali,ad una reciprocità imperniata esclusivamente sulla prepotenza e l'aggressività,un copione quindi già visto ma ben descritto da Fernando Meirelles che di ferocia umana se ne intende,basti ricordare il suo degradato spaccato urbano nello straordinario "City of God".
Il regista brasiliano arricchisce questa drammatica discesa agli inferi ,ambientata in una sorta di lager in cui si sviluppa una regolamentazione interna sancita con la forza, attraverso inquadrature inconsuete,con immagini sfocate che rievocano le difficoltà dei non vedenti e rimpiazzando i tradizionali stacchi di montaggio con dissolvenze in bianco.
Il buio provocato della cecità è sostituito da una luce ottenebrante,riferimento allegorico a quelle tenebre che avvolgono l'uomo dotato della vista ma al tempo stesso incapace di andare oltre il mero sguardo,sopraffatto da indifferenza ed egoismo.
La luce si tramuta nel buio di un castigo esercitato tramite un innegabile e interessantissimo paradosso accentuato da una voce narrante a volte superflua,mentre l'ultima barriera che divide dal totale imbarbarimento resta appesa all'inspiegabile immunità di uno dei protagonisti (la sempre ottima Julianne Moore).Eletta per forza di cose a guida di un'umanità non più indipendente,come un Mosè dei tempi moderni, trascina il suo minuscolo popolo all'attraversamento di un Mar Rosso sostituito da una città completamente devastata,nelle cui strade zeppe di rifiuti prevalgono una lancinante disperazione e un furioso istinto di sopravvivenza.

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Ultima risposta 03/05/2011 09.25.03
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Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  20/03/2010 19:05:13
   5½ / 10
Soggetto interessante da cui poteva scaturire un capolavoro...invece l'ho trovato compresso..... la parte al chiuso nelle corsie non convince... l'idea di uno pseudo campo nazista pur in un contesto anormale non è credibile e manca di poesia, dove invece si nota nell'ultima parte quando il gruppo esce allo scoperto.... l'unica vedente non incide come dovrebbe e non si pone domande, nessuno se le pone per questo presunto giudizio universale...incompiuto direi......
Accattivante cmq la regia di Meirelles.

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Ultima risposta 20/03/2010 20.49.08
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  07/12/2009 00:50:49
   7½ / 10
Non ho letto il libro ma il film è sicuramente un gran bel film. Nulla di nuovo all'orizzonte ma tutto è raccontato in maniera così decisa e diretta che è inevitabile non farsi "contagiare".
E' come sei D.io ci avesse aperto gli occhi per un attimo e tutti ci fossimo resi conto di quanta codardia e quanta ingordigia è prerogativa di noi esseri umani.

Uomini come zombie, assetati di carne, si aggirano per una città priva del progresso ma colma della sua corruzione. Finale poetico e toccante.

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Ultima risposta 25/01/2010 10.18.43
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/11/2009 19:31:29
   7½ / 10
Tratto da un capolavoro di Josè Saramago il rischio delusione era enorme. Fortunatamente non è cosi,non siamo ai livelli del libro ma Meirelles è un bravo regista,la scelta registica a tratti sfocata e particolare è ottima.
Julianne Moore brava come il rest del cast. Alla fine è vergognoso solo il fatto che un film cosi non conosca distribuzione in Italia.
Il romanzo è riportato quasi tutto fedelmente. Si perde qualcosa rispetto al romanzo anche perché Saramago ha uno stile tutto suo che in un certo senso lo rende parecchio più accattvante del film.
Ma se lo stesso Saramago piangeva alla fine della prima del film c'è un perché.

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Ultima risposta 04/11/2009 21.54.48
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BrundleFly  @  28/06/2009 12:56:23
   5 / 10
Un film che, a parte l'idea iniziale (l'epidemia di cecità), non propone niente di nuovo. Scenari apocalittici, emergere dell'istinto animale dell'uomo che pur di sopravivere non ci pensa due volte a mettersi contro il suo simile; tutte cose che si erano già viste nei precedenti "28 Giorni Dopo", "I Figli degli Uomini" e simili. La prima mezz'ora risulta ancora interessante, ma poi regna la noia e il film risulta ripetitivo e troooppo lungo.
Da Meirelles mi aspettavo di meglio, per non parlare che la regia non è delle migliori: telecamera ballerina e scene confuse.

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Ultima risposta 28/06/2009 16.12.32
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