Questa č la storia di un uomo in caduta libera. Sulla strada verso la redenzione, l'oscuritŕ illumina la sua via. In comunicazione con la vita nell'aldilŕ, Uxbal č un eroe tragico e padre di due figli che sente il pericolo della morte, lotta contro una realtŕ corrotta e un destino che lavora contro di lui per perdonare, per amare e per sempre.
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Niente da fare,malgrado la predisposizione di spirito e la voglia , malgrado le alte aspettative purtroppo questo amatissimo "Biutiful" non è riuscito a far breccia nel mio cuore come in passato lo stesso regista era riuscito a fare con "Amores perros". Per la prima volta senza il suo fedele sceneggiatore Inarritu prova a scrivere una storia totalmente sua , centrando il bersaglio (a mio parere) solamente in parte: se da un lato la prima ora , il finale e qualche momento nel mezzo risultano effettivamente emozionanti e profondi , per la maggior parte della sua durata l'opera in questione non ha saputo coinvolgermi come ha fatto con tanti altri utenti del sito , portandomi spesso e volentieri in uno stato di distacco dalla vicenda che si è spezzato solo negli ultimi e toccanti minuti. Nonostante una regia che migliora di pellicola in pellicola , un Bardem stratosferico ed una Barcelona sporca , povera e ferita lontana dalla città fatta di sole e mare che spesso ci viene proposta dalla tv e dai media , "Biutiful" non ha inciso nel mio animo , non è riuscito a intrufolarsi nei miei sentimenti e a segnarmi dentro sebbene Inarritu provi a farlo usando mezzi convincenti e quasi mai artificiosi o costruiti. Il film ruota attorno alla domanda " se dovessi scoprire di avere un tumore terminale e di avere dunque pochi mesi di vita , come potrei aggiustare tutto quello che non va dopo un'esistenza costellata da errori?"... Il proposito è nobile ma come già detto il cineasta messicano non è stato in grado di farmi riflettere a dovere sull'importante tematica , vuoi per la lunga durata , vuoi per alcune situazioni già viste o per mia colpa. Comunque ricapitolando "Biutiful" non è un film brutto , tutt'altro , ma ad oggi , a due giorni dalla visione , il mio legame verso l'opera non è dei migliori. Un domani concederò sicuramente una seconda chance al titolo cosi come farò per l'altra grande delusione firmata Inarritu: "21 Grammi".
Inarritu é uno dei miei registi preferiti. Immense le altre sue opere, ero curioso di vederlo all'opera con una sceneggiatura più ortodossa e lineare. Purtroppo non mi é piaciuto. La storia di Uxbal non riesce a coinvolgermi come le altre, osa ma non riesce. Peccato..rimango in attesa di esser smentito dal suo prossimo film.
dalla media stratosferica immaginavo un gran film, potrebbe essere un 6.5 ma tolgo un punto e mezzo per la delusione finale. Bella storia si, ma troppo lenta e cupa. bella invece la fotografia ma non basta, almeno per me. A mio avviso film sopravvalutato. consigliato solo per amanti del genere
Sii...bello ...struggente...complesso....silenzioso...introspettivo...ma daiiii troppo giu di morale....quasi mi taglio le vene io alla fine del film...il mio voto è complessivo...buon lavoro...ma troppo deprimente....anche se la fine rilassa molto ..
Roba triste. Come deprimersi in due ore ed oltre di polpettone. Ok l'attore Javier Bardem, grandissimo. Ma questa resta una classica mattonata, tra l'altro stradrammatica. Se volete farvi del male..
Decisamente e ampiamente insufficiente. Gli altri film di Inarritu li avevo seguiti con piacere, si lasciavano vedere anche se non tutti mi sono piaciuti allo stesso modo.
Questo invece è proprio un polpettone. Storia lenta che si trascina stancamente senza praticamente evoluzioni di rilievo (gli ultimi 40 minuti di film non hanno alcun perchè). Fotografia gradevola ma non certo eccezionale come scritto da qualcuno.
Ho sempre, e dico sempre, apprezzato Inarritu e il suo cinema così colmo di emozioni, così triste ma allo stesso tempo una fortezza di emozioni, di un doloro indelebile e di racconti di vite senza speranza. Come sentito da molti, però il vero motore che avrebbe fatto girare Inarritu sarebbe stato Arriaga, lo sceneggiatore dei suoi primi tre film. E incomincio a chiedermi se non fosse vero che lo scrittore e sceneggiatore messicano aveva gran parte del merito per la realizzazione di film bellissimi. Inarritu quindi si scrive e si dirige il film da solo, decidendo di non cambiare di una virgola nè del suo aspetto artistico e del suo taglio da regista, nè sotto il profilo narrativo, raccontando continuamente di disadattati che devono affrontare una vita di continuo dolore... Mentre con Arriga però tutto funzionava, qui Inarritu si lascia prendere la mano, e come si dice "il troppo stroppia"... La visione di Inarritu è pesante, insopportabile, disturbante ma che non lascia il segno come le precedenti pellicole. Forse preso dalla troppa foga di non far pesare la sostituzione del collega anche in fase di scrittura, abbonda e costruisce trame e sottotrame (alcune delle quali veramente inutili) che ne appesantiscono la visione e rendono "Biutiful" un ricettario di sofferenza elevata al cubo. La vita di Uxbal, sensitivo e gestore di traffici pochi illeciti tra africani e cinesi, è ad un passo dalla morte, vista la diagnosi che lo rendono un malato di cancro alla prostata. Uxbal nel tempo che gli rimane cerca di sistemare ciò che gli rimane di più caro, trovando un giusto spazio per i figli che cresceranno in una situazione così delicata. E poi partono girandole di avvenimenti, messi lì solo per aumentare il magone: la moglie matta, i cinesi omossessuali, il fratello bastardo... Non c'è equilibrio, la visione è sempre discontinua e compiaciuta e lo stimolo a continuare è perchè ci si aspetta che alla fine arriva una trovata geniale, invece si continua in modo perpetuo sulla via del dramma impietoso e infinito. Il regista messicano, che è pur sempre ottimo ma fin troppo sopra la righe, affascina lo spettatore con alcune immagine di una potenza visiva enorme e costruisce su Javier Bardem un personaggio che altri non potevano interpretare. Menzione a parte proprio per Bardem che è qualcosa di spettacolare e mi sentirei deluso se quest'anno non vincesse l'Oscar per miglior attore protagonista. Dire che non emoziona sarebbe pronunciare uno scempio, ma personalmente mi sono stufato di questi mattoni senza via di uscita e unicamente creati per creare il groppone quando si esce dalla sala. Un occasione mancata è dir poco, qui servirebbe qualcuno che abbia una visione della vita non così disastrosa e perpetuamente nichilista.