big bang love, juvenile a regia di Takashi Miike Giappone 2006
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big bang love, juvenile a (2006)

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locandina del film BIG BANG LOVE, JUVENILE A

Titolo Originale: 46-OKUNEN NO KOI

RegiaTakashi Miike

InterpretiRyuhei Matsuda, Masanobu Ando, Shunsuke Kubozuka

Durata: h 1.25
NazionalitàGiappone 2006
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2006

•  Altri film di Takashi Miike

•  SPECIALE BIG BANG LOVE, JUVENILE A

Trama del film Big bang love, juvenile a

Jun lavora in un bar gay. Una notte un cliente lo importuna fino a che, in un attimo di follia, Jun lo uccide. In prigione Jun conosce Shiro, il suo corpo è disseminato di strani tatuaggi e il suo sguardo può uccidere. Il timido Jun si lascia attrarre dall'intensità e dalla forza di Shiro che riuscirà per la prima volta ad aprire il suo cuore.

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Voto Visitatori:   8,07 / 10 (27 voti)8,07Grafico
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Voti e commenti su Big bang love, juvenile a, 27 opinioni inserite

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Goldust  @  11/08/2021 15:12:11
   7 / 10
Destrutturato e volutamente spiazzante, pieno di silenzi, di salti temporali ed esplosioni di incontrollata violenza, è uno dei film meno accessibili di un regista talentuoso che sembra avere lo shock emotivo come scopo unico nella vita. Nella sua sterminata filmografia si cataloga come un lavoro importante e molto estremo nei contenuti e in una forma filmica che non lascia allo spettatore punti di riferimento. Meritava senz'altro una visione ma non so se lo rivedrei. A chi piacciono le pellicole più lineari e definite la visione non sarà una passeggiata.

alex94  @  25/01/2016 11:36:05
   8 / 10
Bizzarro e sperimentale film di Takashi Miike,che con grande talento riesce a passare da un genere cinematografico all'altro mantenendo comunque sempre intatta la sua maestria dietro la macchina da presa.............
Questo Big Bang Love è un film particolarissimo e forse non molto semplice da seguire,la storia si sviluppa lentamente attraverso salti temporali che non sembrano aver una propria logica,sembrano quasi seguire i pensieri dei personaggi...............altro aspetto destabilizzante è l'ambientazione,piuttosto minimalista, non siamo davanti alla classica prigione come ci si potrebbe aspettare dalla trama ma in un luogo alquanto strano e misterioso,non appartenete a questo mondo...............
Un opera affascinante e profonda, ricca di metafore e di significati,non semplice da comprendere (ed infatti confesso di non averla capita del tutto)........ un film unico nel suo genere da vedere almeno una volta.......

Danae77  @  05/11/2015 15:52:00
   9 / 10
Dramma di un vissuto sospeso, come il tutto proiettato nello spazio. Delirio visivo, forse un sogno deciso a strappare con le unghie il muro del tempo e di ogni dimensione. Violenza, maschera di un bisogno primordiale castigato. Giro in cerchio di simili vite, animi diversi, ma ugualmente macchiati, fascino conturbante, deriva psicologica. Affetto disastroso, trascendenza, fantasmi striscianti. L'origine di una colpa e la perdita dell'innocenza attraverso corpi e spazi. Teatro dalle mille angolazioni. Un vecchio e un bambino emblemi della natura virile. In lontananza, una piramide gigante e un missile, simboli di ciò che era e di ciò è che pronto, a condurre oltre, chiunque non sia degno del paradiso. Semplicità complessa, cuore del bandolo involutivo della matassa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  30/04/2015 18:46:26
   9½ / 10
Una delle vette artistiche di Miike, un film molto più complesso di quanto possa apparire ad un pubblico superficiale che si sofferma solamente sull'aspetto thriller che in realtà si rivela essere solamente la base d'appoggio su cui il cineasta nipponico costruisce e rielabora ciclicamente la sua dimensione metafisica. Una vera e propria proiezione mentale di riflessioni e sentimenti, labirintica e criptica come solo la mente umana può essere.
Praticamente impossibile spiegare a parole il significato di una pellicola la cui visione è assimilabile ad una sensazione fisica che si coglie o no. Non che ci sia un handicap da parte di colui che non viene magnetizzato da "Big Bang Love" (tra l'altro concordo con chi dice che il titolo originale sia più bello oltre che a più ampio raggio di significato), semplicemente è un film molto personale e soggettivo, strettamente legato anche allo stato d'animo al momento della visione.

Miike aveva già provato a costruire qualcosa di altrettanto profondo con "Izo" da molti considerato vicino al capolavoro, per me un'idea brillante naufragata miseramente in un ripetitivo delirio ai limiti del trash. "Big Bang Love" mette d'accordo un po' tutti, sia dalla parte della critica sia da parte del pubblico.

Opera unica e irripetibile, forse anche per lo stesso Miike.

Spera  @  29/04/2014 09:49:50
   8 / 10
Visto ieri sera.
Continuo a pensarci.
Molte cose non chiare, un simbolismo molto ermetico.
Una rara bellezza visionaria.
Poesia, passione.
Anche senza aver compreso appieno tutti i vari passaggi (merita un'altra visione) la mente dello spettatore rimane intrisa di sentimento e di questo senso di sospensione al di fuori del tempo.
Da vedere e rivedere.
"Tutto l'amore di 4600 milioni di anni".

Badu D. Lynch  @  28/01/2013 09:39:27
   9 / 10
Per ciò che concerne i miei gusti verso il cinema dell'Estremo Oriente, Big Bang Love Juvenile A e Ferro 3 - La Casa Vuota, sono i due film che ritengo più poetici..
A mio modestissimo parere sono pura poesia, ma ovviamente è una questione soggettiva.
Pellicola ermetica ma, a maggior ragione, suggestiva. Non lascia indifferente lo spettatore (preparato).
Un film che accarezza il concetto di infinito. Forse è il film di Miike più, indegnamente, sottovalutato.

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  03/01/2013 18:28:03
   7 / 10
Semplice e coinvolgente, un Miike inedito allestisce un modo di amare e uccidere diverso dal solito.

paride_86  @  11/10/2012 23:28:04
   7 / 10
Trama oscura e frammentata, ambientazione metacinematografica e una domanda centrale: che uomo vuoi essere?
Nonostante l'andamento criptico e spezzettato della narrazione, questo film brilla per bellezza estetica e coinvolgimento.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  06/04/2012 17:53:42
   6 / 10
Sicuramente particolare e a tratti interessante ma non ho intravisto nulla di così eccezionale. Miike ha fatto decisamente di meglio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/08/2011 17:07:49
   6 / 10
Molto sperimentale nella messa in scena, scarna nelle scenografie tanto da non essere lontano dal Dogville di Von Trier. Tale contesto dona al film un'atmosfera irreale, più vicina allo stato onirico in cui il procedimento narrativo risulta frammentato, procedendo per ellissi e continui rimandi a scapito della linearità. Certamente è un film capace di affascinare, ma troppo criptico nei suoi molti simbolismi e piuttosto pesante da seguire. Tuttavia pur non convincendomi fino in fondo, non me la sento proprio di sconsigliarlo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  26/06/2011 12:43:28
   9 / 10
Comincerei con le solite lodi al regista ma oramai credo di non averne più. Ne ho visti tanti dei suoi film ma Miike è veramente un animale dietro la macchina da presa capace di passare da un cinema commerciale e trash comunque quasi sempre originale ed inventivo ad un altro tipo di cinema personalissimo e criptico.
Big Bang Love (ma il titolo originale è meraviglioso) è uno dei suoi lavori più belli ed evocativi; una trama spezzettata di continuo,mai canonica e del tutto criptica ma sempre affascinante e che riesce a comunicare un senso di angoscia e di amore allo stesso tempo. La forza delle immagini è indiscutibile,invece,e lo è anche l'ambientazione nel microcosmo della prigione desertica e geometricamente impossibile ed indefinita.
Miike eccede ancora una volta ma non in termini di violenza,la sua è una discesa (o una risalita?) all'interno di un discorso sull'amore totale,che non può essere semplicemente rinchiuso all'interno di un'etichetta come ad esempio quella che spaccia Big Bang Love come una storia d'amore omosessuale o film queer; da una parte può essere vero ma quello che vuole dire Miike supera i confini di un amore fisico,il sesso disgusta il protagonista. La ricerca del regista è quella di una metafisica dell'amore inteso come morte e rinascita.
Per gli amanti di un cinema difficile il Miike in questione è quello che fa per loro: per quanto ci sia una specie di sottotrama thriller che accompagna tutta la sua durata,questo non deve ingannare. Il significato diventa ben più complesso di una ricerca dell'assassino all'interno di un carcere.
Con Visitor Q ed Ichi (e tenendo conto che ancora mi mancano alcuni dei lavori migliori del regista) uno degli apici del suo cinema.

incubodimorte  @  27/03/2011 18:49:23
   8½ / 10
Ho capito questo film meno di Izo, ma cavolo è terribilmente affascinante. Non sono sicura del voto che sto dando, di sicuro è positivo.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  07/09/2010 11:47:58
   7 / 10
Mah, sarà anche vero che è cinema non per tutti, e pur ammettendo che si tratta di un film particolare e tutto sommato carino, non mi ha colpito.
Mi sembra un film che punta troppo all'estetica e - questo sarà un mio problema - non ha toccato la mia sensibilità, anche se posso capire che in molti lo considerino un film poetico e sicuramente è pieno di(ermetici)simbolismi.
Però confesso che mi aspettavo di meglio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  20/08/2010 23:54:15
   8½ / 10
Che Miike strano quello di Big Bang Love,Juvenile A, nonostante le decine di pellicole che ha fatto riesce sempre a stupire in positivo con queste perle.
Big Bang Love,Juvenile A è in bilico continuo tra sogno (incubo) e realtà, verità e finzione, detto non detto, amore e odio. Una miscela esplosiva.
Le vicende sono smontate, rimontate, smontate ancora.
Devo dire che la ricostruzione del caso e del backround dei protagonisti è da dieci e lode. Così come gli ambienti, le atmosfere e tutta la parte d'indagine.
Ciò che mi ha lasciato un po' perplesso è il tentativo di rendere tutto a tratti troppo ermetico e simbolico nonostante la trovata dell'accostamento tra ziqqurat/piramide e missile spaziale l'ho trovata geniale.
Un film non per tutti e non certo facile né evasivo ma sicuramente di valore.
Miike ancora una volta dimostra di saperci fare.

bulldog  @  22/04/2010 23:31:14
   6½ / 10
Un film complesso, ellittico ed etereo con una scenografia ed una fotografia sublimi.
Coordinate imprecise, salti temporali , narrazione anticonvenzionale , eccesso di simbolismi e caos di spazi e personaggi.
Questo è Bing Bang Love Juvenile di Takashi Miike.

Devo dire di non esser rimasto particolarmente colpito dalla mescolanza metafisica messa in campo da Miike.
Troppo elaborato, non mi è arrivato.

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/04/2010 15.15.29
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TheLegend  @  08/12/2009 03:01:44
   7½ / 10
Buon film di Miike,come al solto la sua arte fa sognare e riflettere allo stesso tempo;in questo film particolarmente.
Pieno di simboli e metafare risulta molto affascinante e invita ad essere scoperto...

Guy Picciotto  @  01/12/2009 18:50:51
   8½ / 10
è chiaro a tutti che Miike è posseduto dal fuoco sacro dell'ispirazione, sembra inconsapevole, incontrollato, neoplatonico, iper saturo di simbolismi al confine tra oriente ed occidente. In questo film, uno degli ultimi suoi capolavori, va decisamente oltre, scriverne è riduttivo, bisogna lasciarsi possedere dalla visione, nemmen guardarlo, ma farsi guardare dal film. Possibilmente con la testa non cementata.

BlackNight90  @  26/08/2009 02:23:13
   9 / 10
Film sperimentale di Miike, un'intrigante poesia di immagini e sensazioni, quasi un capolavoro.
Innanzi tutto c'è da dire che il titolo (originale) è stupendo: '4,6 miliardi di anni di amore', un amore che non raggiunge l'eternità ma va lo stesso aldilà della comprensione umana.
Grazie ad una scenografia teatrale e irreale, Miike riesce a rappresentare una prigione per l'anima dentro l'anima, due personaggi, Jun e Shiro, simili e allo stesso tempo diversi come due raggi provenienti da una stessa fonte di luce, il cui legame va oltre il concetto stesso di amore platonico, che si muovono in un mondo interiore fatto di simboli e dolore: una piramide maya, monumentale vestigia del passato che permette di sfiorare il cielo, un missile spaziale, strumento del futuro che permette di raggiungere un mondo inespolrato, due scelte diverse per un unico fine: abbandonare la loro prigione.
La morte si mette di mezzo, ma Miike riesce a dare al mistero da essa provocato un soluzione così perfetta, a infondere al film un'eleganza visiva così preziosa che ti fa dimenticare l'artificiosità degli ambienti e ti trasporta in un sogno in cui tutti sentimenti dell'uomo hanno libero sfogo, su tutti l'amore.
A voler trovarci per forza un difetto c'è che forse Miike la butta troppo sul lato estetico ed esagera con i simbolismi, cosa che a volte può essere frustrante per chi guarda: è indubbiamente un film difficile da assimilare per un pubblico occidentale, ma questo non è un difetto.

6 risposte al commento
Ultima risposta 25/02/2013 19.33.46
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Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  14/08/2009 11:06:35
   9 / 10
Visivamente ancora più emozionante di Izo, in particolar modo la scena della danza e le scene iniziali in generale sono arte pura..
Un film molto intenso e affasciananto, a volte delicato a volte violento, a volte bianco a volte rosso...
Ryuhei Matsuda si risolleva un po dopo la sua interpretazione di Nightamre Detective che a me aveva fatto storcere un po il naso.

Invia una mail all'autore del commento Enora  @  12/07/2009 19:10:00
   7½ / 10
Assolutamente affascinante questo A Big Bang Love..
Ho trovato intensissima la prima parte mentre la seconda parte è un po piu lenta e meno visionaria..
Nel complesso un ottimo film.

Questo regista è un vero talento.

Ciaby  @  23/12/2008 17:24:30
   9 / 10
un incredibilmente poetico miike sforna tutto il suo spettro visionario in un'opera che va sempre oltre e che non delude mai. Capolavoro sfiorato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  23/11/2007 14:43:18
   9 / 10
La voglia di sperimentazione di Takashi Miike si rinnova in un altro gioiello da aggiungersi alla sua gia’ notevole filmografia,”Big Bang…” è un film di non facile comprensione,criptico in piu’ punti ma al tempo stesso molto riuscito,intrigante e pregno di significati.
La narrazione, mai lineare e divisa in capitoli,racconta le vicissitudini di due giovani carcerati,l’apatico e femmineo Jun(l’ottimo Ryiuhei Matsuoda, già visto in un ruolo ambiguo in “Gohatto” di Oshima) e l’impulsivo e violento Shiro(l’altrettanto bravo Masanobu Ando) i quali, giunti lo stesso giorno in un claustrofobico carcere, vedranno i loro destini incrociarsi fatalmente fino ad un evento criminoso che li coinvolgerà in maniera diretta.
La pellicola non parla di un amore omosessuale come ritiene erroneamente qualcuno,ma di un' attrazione che si sviluppa tra i due ragazzi in maniera crescente con l’andare della prigionia, sino alla consapevolezza di riuscire a trovare giovamento e conforto l’uno con l’altro,senza necessariamente che questo sfoci in un rapporto sessuale.
Miike ambienta la sua opera in un luogo non definito,sicuramente una prigione ma lontana da come siamo abituati ad immaginarla,piu’ vicina alle scenografie di “Dogville” e “Manderlay” di Von Trier(pellicole che Miike omaggia con un’immagine), quindi molto minimale negli arredi e ammantata perennemente da inquietanti chiaroscuri e da una predominanza del colore giallo.
Questo non luogo appare come un involucro protettivo ma allo stresso tempo costrittivo per i due protagonisti, prigionieri di un’esistenza priva di vie d’uscita, simbolicamente rapportabile alla condizione dell’essere umano incatenato al suo mondo terreno ed ormai privo di ogni immaginazione,facolta' invece riscontrabile nei protagonisti che permetterà loro di valicare oniricamente le mura del carcere e di avvicinarsi ai due misteriosi oggetti che in precedenza avevano ammirato attraverso dei fori aperti nelle mura della loro cella.
Gli oggetti in questione,una piramide tipo uno ziqqurat mesopotamico ed un missile spaziale, riassumono l’ideale di vita di Jun e Shiro,il primo indeciso sulla via da intraprendere, ma orientato verso un futuro faticoso da raggiungere,non troppo lontano dalle proprie sicurezze e che permetta un ritorno,il secondo deciso ad allontanarsi il piu’ possibile e a distaccarsi in maniera netta da cio’ che lo lega alla sua attuale condizione.
Il regista sfrutta un racconto a spirale,che avanza ,indietreggia nel tempo,torna su esperienze già vissute senza seguire un apparente filo logico,a tal proposito si noti la presenza in alcune scene di una scala a chiocciola,percorsa dai due detective rimuginanti ed ovviamente da Jun e Shiro avviluppati da un destino apparentemente segnato.
Sogno e realta’ si fondono in un lavoro perfetto che pur lasciando la facolta’ interpretativa di alcuni avvenimenti allo spettatore,spiega in maniera esauriente le dinamiche e le motivazioni del delitto che si consumera’ nel carcere.
Miike si allontana totalmente dai canoni del cinema commerciale senza scadere nel mero esercizio di stile,dimostra ancora una volta la sua capacita’ di fare film secondo i parametri che piu’ gli garbano,riuscendo a trasmettere un messaggio a tratti limpido,quindi caotico o inquietante,apparentemente ancorato su solide basi ma al tempo stesso indecifrabile e misterioso, simile quindi alla vita umana,indubitabile nel nostro vivere quotidiano ma al tempo stesso estremante priva di certezze e ricca di interrogativi.

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Ultima risposta 30/11/2007 22.02.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  09/11/2007 16:23:54
   9 / 10
Il Miike degli ultimi anni è molto diverso da quello conosciuto ai più per i suoi capolavori del triennio 1999-2001: la sperimentazione nei suoi film è stata sempre presente ma basta vedere cose come "Izo" e questo "Big bang love:Juvenile" (il titolo originale era molto più suggestivo: "4.6 Billion Years of Love") per capire come il regista di Osaka stia battendo nuove vie e nuove tematiche molto più filosofiche in un contesto quasi teatrale del suo cinema.

Se con Izo l'esperimento era, a mio parere, riuscito parzialmente, qui Miike mi convince in toto nella sua nuova direzione cinematografica.
Big bang love non è un film convenzionale ed è molto difficile da descrivere, in quanto il regista lascia ben pochi punti di riferimento allo spettatore: dove sia ambientato, in che periodo storico, la sua sequenza cronologica e perfino il soggetto dell'intero film non sono ben definiti.
Quello che dovrebbe essere chiaro è che ci si trova in una prigione (sinceramente ho i miei dubbi anche sul fatto che Miike voglia realmente rappresentare una prigione nel senso fisico del termine), dove due detenuti si ritrovano per diverse colpe che hanno commesso.

Da molti descritto come un film sull'omosessualità (non a caso il film ha partecipato anche ad un festival di cinema gay e lesbico), trovo errato e riduttivo presentarlo in questo modo: principalmente perchè l'intento del regista a mio parere era un'altro; oltretutto, ci sarebbe anche da discutere sul fatto che entrambi i protagonisti siano gay.

Ma cosa vuole raccontarci Miike veramente?Io trovo che il film sia una riflessione sull'umanità.
Ma mentre in Izo si dava risalto quasi esclusivamente agli aspetti negativi di essa, qui il discorso è a 360°: nascita, crescita,iniziazione alla vita adulta, libero arbitrio, sbagli, redenzione e ancora rinascita, come in una spirale che si ripete.
Emblematica la sequenza iniziale, ispirata alla teoria della relatività: la stessa cosa (nel monologo si fa riferimento al pianeta terra) appare in stati diversi a secondo del momento e della distanza in cui la si osserva.
E Miike cerca di mostrarci questi stati attraverso degli input visivi e sonori, spesso sfasati fra loro e a volte ricorsivi.

Complicato, forse, ma perfettamente coerente con il suo scopo: nel film il concetto di tempo e spazio è annullato, lo spettatore è all'esterno della spirale degli eventi, si avvicina e si allontana da essa osservando come mutano le situazioni.

Con questi presupposti narrativi, è chiaro che un film del genere deve basarsi soprattutto sulla potenza e sulla suggestione delle immagini: Miike si dimostra maniacale in questo con delle inquadrature, una fotografia e una
messa in scena (termine forse teatrale ma vista la struttura dell'opera credo si possa fare un parallelismo) straordinaria, forse ai suoi massimi livelli.

Ci sarebbero altri pregi da elencare ed elogiare (descritti anche nell'ottimo commento di Phemt): ad ogni modo, per apprezzare un film cosi, bisogna solo vederlo.

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Ultima risposta 12/11/2007 14.44.11
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benzo24  @  28/09/2007 19:05:18
   10 / 10
capolavoro di miike.

phemt  @  08/09/2007 10:14:52
   9½ / 10
Esaltare Takashi Miike ogni volta che commento un suo film alla lunga può far pensare che io non sia completamente obiettivo nei confronti di questo talentuoso regista nipponico… Il fatto però è che è impossibile non esaltarlo quando sforna lavori di questo impressionante livello… A Big Bang Love, Juvenile A (ma come già detto il titolo originale, da noi sottotitolo, è tutta un’altra cosa) è un capolavoro, originalissimo e sperimentale!
Un (di base) prison movie che in realtà è davvero molto ma molto di più… Tratto da un manga di Masaki Ato sembra invece sia scritto da quel talento assoluto di Hiroki Endo…
Shiro è il classico bullo misterioso, complesso, carismatico e magnetico, violento ma anche debole, praticamente il classico antieroe romantico di cui, nei film di stampo occidentale, finisce inevitabilmente per innamorarsi la protagonista bella ma insicura come d’autunno sugli alberi le foglie… Ma in questo film di Miike non ci sono donne, ma un ragazzo (Jun), arrestato per l’omicidio di un avventore del bar gay in cui lavorava… La loro storia comincerà come un’amicizia ma sfocerà presto in amore per concludersi in tragedia… Detta così può sembrare un filmetto come mille altri in giro, ma spesso la differenza non la fa la storia che viene raccontata ma il modo in cui viene raccontata…
Takashi Miike ci racconta la storia con continui salti spazi/temporali, molti parlano di racconto circolare, a me più che altro è sembrato un racconto che si sviluppa (ed inviluppa) a spirale… Le scene si sovrappongono, tornano, ricominciano, si incrociano, si perdono (o forse più semplicemente si ritrovano) nel loop spazio/temporale imbastito dal geniale regista giapponese… Non si capisce bene dove ci troviamo, non si capisce bene dove stiano andando i protagonisti o dove vogliano andare (nello spazio? O verso il paradiso?), rimane l’interno claustrofobico, un esterno metafisico (ma sarà davvero un esterno? O forse più probabilmente è un altro tipo di interno, un interno che esiste solo nella mente dei protagonisti?), una luce che arriva dritta al cuore, un triplo arcobaleno e un razzo pronto a volare lassù da qualche parte, verso il cielo, verso lo Spazio, verso il Paradiso o chissà dove…
L’azione è praticamente ridotta all’osso, Miike utilizza perlopiù un impianto di stampo teatrale, sfrutta l’incredibilmente meravigliosa scenografia, confonde i colori, confonde lo spettatore, confonde gli spazi e i personaggi che si muovono eterei, non li noti, poi li noti ma magari stanno sullo sfondo e quando cominciano a camminare scompaiono magari mentre una farfalla vola leggera prima di sparire, mentre i tatuaggi di Shiro (anche loro!) compaiono e poi scompaiono e Miike quindi annulla tutto e poi riparte, parla del rapporto padre-figlio, parla del rapporto amicizia-amore, parla dell’odio represso, parla dei problemi, ma alla fine fondamentalmente parla della vita e di quei 4,6 miliardi di anni d’amore che ce la riempiono…
E’ impossibile distogliere lo sguardo da quest’opera immensa, è impossibile non rimanere affascinati dalla spirale concentrica che ti accoglie e che ti culla… Non sono in grado a parole di spiegare la bellezza estrema di un film del genere in grado di sorprendere, esaltare, quasi ipnotizzare lo spettatore, un film che così bello forse poteva uscire fuori solo dal talento di un regista come Miike…
Una delle scenografie più assurdamente stupende che ho visto in vita mia, una fotografia talmente perfetta da risultare quasi fastidiosa, una regia assolutamente da brividi…
Un film che a tratti può far venire in mente Izo o Lynch (anche se siamo ben lontani dal weird di Gozu) ma lo stile di Miike lo rende un film a se stante che fa gara a se nell’attuale paranoma cinematografico…
Un solo difetto e cioè l’inserimento dello spettro modello The Ring che nulla aggiunge alla straordinaria forza visiva dell’opera in questione…

Spiazzante, poetico, simbolico, esaltante, unico capolavoro di Miike… L’ennesima dimostrazione (se mai ce ne fosse bisogno) che in attività ora come ora (Lynch escluso) nessun regista è neanche lontanamente paragonabile a Miike… Meno di 85 minuti di Cinema come è raro vederne…
Per me (insieme a Dead Or Alive 2) il miglior Miike che ho avuto la fortuna di vedere…

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Ultima risposta 06/11/2007 16.15.18
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Tom24  @  11/08/2007 19:02:03
   8½ / 10
Sensazionale. Da Miike non sai più cosa aspettarti. Uno dei suoi film più melodrammatici e lenti, ma forse più efficaci. Un'atmosfera quasi teatrale, con ambientazioni surrealmente affascinanti. Un cinema pieno di simbolismi, poesia pura. Qui ancora una volta Miike si sofferma sui giovani e su i loro sentimenti. Per Juvenile si intende infatti "carcere minorile", ma non lasciatevi trarre in inganno dal titolo del film, vi ritrovereste completamente spiazzati. Il titolo più appropriato (e bellissimo) sarebbe infatti quello originale: "46 milioni di anni di amore", ovvero l'età della terra.
Notevole anche la recitazione dei protagonisti, da sottolineare la presenza di Ryiuhei Matsuda (Ghoatto, Blue Spring...). Mi stupisce come, con budget così irrisori, si riescano a realizzare film del genere. Alla faccia dei colossal Hollywodiani.

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Ultima risposta 01/12/2007 19.40.52
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