bianchi cavalli d'agosto (1975)

Dopo aver fatto piangere mezza Italia con "L'ultima neve di primavera" Raimondo Del Balzo torna sul luogo del delitto mietendo la stessa vittima cioè Renato Cestiè (attore che si sarà sicuramente consumato il cavallo dei pantaloni a forza di grattarsi). Stavolta, però, il bis non riesce: invece di un dramma strappalacrime abbiamo una noiosissima vacanza di una famiglia in Puglia dove si tenta di mischiare varie tematiche come il rapporto genitoriale, la crisi di una coppia, la solitudine di un bambino trascurato etc...ma senza veri e propri approfondimenti; tutto rimane sul vago, sull'accennato con la sceneggiatura che risulta un inconsistente susseguirsi di dialoghi e di situazioni che non portano da nessuna parte. Solo negli ultimi venti minuti arriva il destino che colpisce con un "deux ex machina" risolutore e riappacificatore ma in una maniera così forzata da risultare quasi ridicolo. Insomma un film che non è nulla, con un Micalizzi che non replica affatto le splendide musiche della pellicola precedente; totalmente inutile la silenziosa comparsa del grande Ciccio Ingrassia. Più che lacrima-movie questo è uno sbadiglio-movie.