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Tranne un paio di eccezioni, le pellicole dell'Alberto Sordi regista non hanno mai lasciato un segno nel cinema.Tuttavia devo dire che questo film, che indubbiamente tra le ultime produzioni di Sordi è la migliore, risulta piacevole e brillante. L'Albertone nazionale, benchè invecchiato, non ha ancora perso del tutto il suo smalto ed anche la storia ben ritmata ed articolata sembra avvicinarsi alle sue classiche commedie degli anni '70. Certo, qualche pecca dal lato tecnico c'è e l'ombra del "televisivo" incombe (Marco Predolin nel cast...ma perchè???) ma si lascia vedere piacevolmente. Secondo me non va snobbato.
Gradevole film DI Sordi che analizza la realtà dei nuovi mezzi di comunicazione. UN IMBROGLIONE IMPERSONATO DA SORDI RIESCE CON LA SUA FURBIZIA A COSTRUIRSI UN IMPERO MEDIATICO TALMENTE FORTE DA TENERE IN SCACCO ANCHE QUELLO DEL POTENTE CAVALIER SERRA(UN OTTIMA SATIRA SUL CAVALIER BERLUSCONI)Alla fine lascerà tutto alla nipotina Gilda. Albertone in gran forma
Difficile dire se Sordi fu colpito dalla vicenda del finanziere Parretti che nel 1990 tentò, riuscendovi, la scalata alla MGM. Fatto sta che l'Albertone nazionale dirige il suo ennesimo film da protagonista imbastendo una storia di intrighi finanziari, sotterfugi truffaldini e intrallazzi politici. Tematiche sempre attuali ma forse non così interessanti da accattivare il pubblico. Per di più se inscenate in maniera poco fluida e priva di quello humor graffiante che molte volte ha evitato a Sordi regista figuracce imbarazzanti. Imbarazzante come la Finocchiaro che tenta di spacciarsi per sarda (la Reggiani riesce a fare di peggio) o come la favoletta del finale che lascia davvero disorientati. A questo va evidenziata la prova non trascendentale dello stesso attore romano che non riesce a far leva sul suo carisma e sulla sua proverbiale mimica, dimostrando nuovamente la differenza sostanziale tra Alberto Sordi regista e Alberto Sordi attore.