asfalto che scotta regia di Claude Sautet Italia, Francia 1960
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asfalto che scotta (1960)

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locandina del film ASFALTO CHE SCOTTA

Titolo Originale: CLASSE TOUS RISQUES

RegiaClaude Sautet

InterpretiJean-Paul Belmondo, Sandra Milo, Lino Ventura

Durata: h 1.50
NazionalitàItalia, Francia 1960
Generegiallo
Al cinema nell'Agosto 1960

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Trama del film Asfalto che scotta

Dopo una rapina a Milano, Abel Davos, condannato in contumacia, rientra clandestinamente in Francia con la famiglia. Perde la moglie e a Parigi i vecchi amici l'abbandonano, tranne uno, Stark. Ma la polizia lo bracca finché, dopo altri delitti, è catturato, condannato e giustiziato.

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Voto Visitatori:   7,80 / 10 (5 voti)7,80Grafico
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Voti e commenti su Asfalto che scotta, 5 opinioni inserite

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Goldust  @  26/11/2018 17:03:44
   7½ / 10
ATTENZIONE SPOILER PRESENTI

Dal protagonista stanco della propria vita alle dinamiche sull'amicizia e sull'onore mi riferimenti al "Grisbì" di Becker non si contano. Il film di Sautet ha obiettivamente qualche carta in meno da giocare ( perchè Ventura non è Gabin ) e allora si concentra sul lato psicologico della storia e sul malessere solitario del personaggio di Abel, malvivente sì ma dallo spiccato senso dell'onore. La pellicola funziona in generale bene, parte forte con l'azione per poi stabilizzarsi su di un ritmo di racconto più compassato eppure non convince molto nel motivi scatenanti della "rivolta" del protagonista, che si lega al dito un piccolo sgarbo dei suoi vecchi amici parigini. Regia ed interpretazioni di alto livello; la chiusa finale sul destino di Davos è invece affidata ad una voce fuori campo che poco centra con il contesto.

vieste84  @  09/02/2014 12:18:27
   6 / 10
Lino Ventura e Belmondo sono una coppia di tutto rispetto. Il film però eccelle a livello psicologico lasciando poco spazio all azione che è rarefatta il che lo lascia lontanissimo da capolavori quali I senza nome, Lo spione o Grisbì dove anche li hanno dei protagonisti che sono fondamentalmente buoni ma che alla lora psicologia viene aggiunto un livello di suspence che non guasta. Devo dire che mi ha leggermente deluso

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/09/2012 23:46:48
   8½ / 10
Stupendo e tragico polar di impronta Melvilliana che tratteggia, racconta e descrive un personaggio indimenticabile come l'Abel di Lino Ventura, trafitto dall'orgoglio, sconfitto dai suoi affetti, sempre più amareggiato con se stesso e gli altri. L'intreccio è formidabile (strepitosa tutta la parte dedicata alla Costa Azzurra, in luoghi bellissimi dove si respira l'ambivalente disagio del protagonista braccato), con qualche difetto formale nel sentimento che nasce tra Belmondo e Sandra Milo: in un certo senso è da qui e dai contrasti dei mariti con le loro mogli che si intravvede la strada che porterà Sautet ad essere uno dei migliori autori di commedie francesi degli anni 70".

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  07/03/2012 21:37:28
   9 / 10
Un formidabile noir-drammatico di Claude Sautet, interpretato magistralmente da un carismatico ed intenso Lino Ventura, affiancato da un giovane ma superlativo Jean-Paul Belmondo, serio e malinconico nelle vesti di Eric Stark, doppiato brillantemente da Massimo Turci.
La trama del film è davvero grandiosa: la fuga continua di un criminale, Abel Davos, braccato dalle forze dell'ordine, che, tradito da tutti i suoi 'amici', troverà rifugio, confidenza e fiducia presso un semplice autista, Stark, il quale cercherà in tutti i modi di proteggerlo, assieme ai suoi figli, mettendo in gioco la propria vita e le proprie abilità, come una certa bravura nella guida e nello sparare. Bellissime, inoltre, sono le ambientazioni, ricercate e suggestive, girate quasi interamente in Italia: l'inizio della pellicola, degno del più grande apprezzamento di scrittori come Scerbanenco, prende vita nella mitica e desolata "Stazione Centrale" di Milano, in cui il maestro del noir ucraino, naturalizzato italiano, aveva ambientato tempo prima un famoso racconto del suo "Milano Calibro 9". Formidabili sono la regia di Sautet, elegante e raffinata, le interpretazioni di co-protagonisti come Sandra Milo o come i due bambini che interpretano i figli di Ventura, e semplicemente strepitosa è la colonna sonora, malinconica ed intrigante di Georges Delerue.
La voce narrante di Emilio Cigoli è qualcosa di indimenticabile.
Film meraviglioso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/12/2011 14:57:10
   8 / 10
Un uomo che durante il suo tragitto di (falsa) speranza perde gradualmente tutto trovandosi solo. E' proprio la solitudine progressiva del protagonista a risaltare nel film di Sautet. Perde il compagno di fuga e la moglie in un conflitto a fuoco, perde la compagnia dei figli per evitare i rischi di una sua pericolosa vicinanza a loro, perde soprattutto la fiducia dei suoi ex compagni di imprese malavitose ormai rimessi a nuovo da una patina di rispettabilità e poco propensi a rischiarla perchè significherebbe riesumare un passato ormai morto. Un percorso lineare dall'inevitabile finale. Bellissima la caratterizzazione dei personaggi, un Ventura in uno dei suoi ruoli migliori, senza dubbio.

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