a serious man regia di Ethan Coen, Joel Coen USA 2009
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a serious man (2009)

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locandina del film A SERIOUS MAN

Titolo Originale: A SERIOUS MAN

RegiaEthan Coen, Joel Coen

InterpretiSimon Helberg, Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Adam Arkin, George Wyner, Katherine Borowitz, Fyvush Finkel, Steve Park, Raye Birk, Amy Landecker, Stephen Park, Sari Lennick, Allen Lewis Rickman, Fred Melamed, Alan Mandell, Tim Russell, Jim Brockhohn

Durata: h 1.45
NazionalitàUSA 2009
Generenoir
Al cinema nel Dicembre 2009

•  Altri film di Ethan Coen
•  Altri film di Joel Coen

Trama del film A serious man

Il film è ambientato nel Minnesota, St. Louis Park, nel 1967. Il protagonista è Larry Gopnik, che vive nella periferia in un quartiere di Minneapolis e lavora come professore di fisica in un college ebreo. La storia racconta la lotta esistenziale e spirituale che Gopnik vivrà nell'affrontare il divorzio con sua moglie Judith e nel far fronte a numerosi problemi nel suo rapporto con i figli e il fratello.

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Voto Visitatori:   6,87 / 10 (191 voti)6,87Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su A serious man, 191 opinioni inserite

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Ermetico  @  27/04/2021 23:06:49
   7 / 10
marcogiannelli  @  09/12/2020 00:18:49
   7 / 10
Un film difficile da comprendere in toto ad una prima visione e per questo impossibile da valutare, per me, con un voto molto alto.
Però ovviamente parliamo di un'opera molto stratificata, che sin dall'incipit dimostra di non essere banale ma, anzi, di avere delle pretese forti.
Il tema fondamentale è la rappresentazione del mondo yiddish, con tutte le mistificazioni su ruoli decisivi e che fanno da perno per la loro società, come quelli dei rabbini. E quanto più si sale di livello, meno risposte si hanno. Un mondo che i registi conoscono benissimo e che per questo decidono di ambientare la loro storia nella loro Minneapolis.
Per renderci partecipi i fratelli Coen ci permettono di immedesimarci in Larry Gopnik, un professore di Fisica a cui casca il mondo addosso, ma poi no, ma forse sì.
E' difficile per certi versi non essere trascinati spesso dall'ironia e dal grottesco nel corso della visione, che spesso però si ritorcono contro in alcune perdite di ritmo.
Personalmente vedo A Serious Man non così vicino alla comicità di Allen. Certo, ci sono dei rimandi, ma Woody è tutt'altra roba su.
Recitazione e regia top.
Il finale è beffardo, per carità, ma rischia di deludere parte della platea.

sciroppo  @  16/09/2020 22:52:15
   7½ / 10
Ancora un buon film dai Coen. Dramma e commedia che si mischiano impercettibilmente. In questo caso il finale in qualche modo c'è, ed è molto condensato, pochissimi minuti. Ora ve lo spiedo:


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1 risposta al commento
Ultima risposta 27/04/2021 23.05.17
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federicoM  @  27/04/2019 10:03:45
   9 / 10
Sarà che mi ritrovo in Larry, ma questo film è piaciuto un casino.

Thorondir  @  25/03/2019 10:30:39
   6½ / 10
Non sono riuscito ad apprezzarlo: forse per farlo appieno bisogna conoscere determinate coordinate della cultura ebraica che francamente non conosco. Ecco quindi che l'ho percepito come un film "lontano", anche se resta un prodotto profondamente coeniano, dove dramma e commedia nera si mescolano per raccontare la tragedia, le paure e le contraddizioni dello stesso mondo ebraico. Eppure non posso dire che mi sia piaciuto troppo.

Filman  @  31/10/2018 00:36:43
   8½ / 10
Rendere quanto più informale ciò che si sta comunicando è sempre stata la prima regola dei fratelli Coen, uno stilema che ha portato spesso i loro film a non avere inizio o fine e ha costretto molte volte il loro pubblico ad interrompere qualsiasi immedesimazione con ciò che sta guardando, chiudendogli gli occhi nei momenti propizi o staccando la spina della plausibilità. A SERIOUS MAN non poteva andare in altre direzioni essendo una delle opere più personali dei fratelli Joel ed Ethan, e non solo perché l'idiosincrasia agli imprevisti e agli eventi più indesiderabili possibili stavolta tocca ad una famiglia ebrea americana. La risposta che viene cercata è quella ad una domanda così poco commensurabile e così poco definita da non avere una sintassi adeguata mentre le azioni che vengono compiute sono tese tra scelte che diventano risibili di fronte a ciò che può ancora accadere: questa esistenza, semplicemente strana e stranamente semplice, priva di colori intensi e colma di piccole angosce giornaliere, è popolata da chi vuole dare senso alle cose ma è incapace di capire il senso e di domare le cose.

Attila 2  @  24/05/2018 18:53:38
   8½ / 10
Un film praticamente "senza trama".Semplicemente il racconto della vita ,molto sfortunata,di un uomo che cerca le risposte alle sue sfortune nella rellgione senza trovar risposta,e non sembra trovarla neanche nella scienza,visto che lui e' un professore di Fisica ma neanche questo gli sara' d'aiuto,quindi ne' i numeri ne' la religione sanno risolvere le sue domande sul perche' quello gli stia accadendo,il tutto sembra ineluttabile.Il finale "aperto" con la metafora del tornado che si sta formando e la telefonata che gli arriva senza che si sappia , n eanche in questo caso,quale sia la risposta fa capire che gli eventi sono casuali e ineluttabili,non c'e' religione,etica,SERIETA' di un uomo SERIO che possa spiegarli o cambiarli.Un film del genere,fatto da altri registi sarebbe risultato noioso e senza senso,e a molti a cui non piace la "genialita'" dei Coen sara' sembrato cosi'.Ma chi apprezza il loro modo unico di fare cinema,anche se non siamo di sicuro ai livelli de "Il grande Lebowski" e' un film che comunque si fa apprezzare,per i dialoghi,soprattutto,e per la serie di personaggi che si "incontrano" nell'ora e 45 di durata.Personaggi grotteschi,drammatici,seriosi ma che tutti hanno caratteristiche diverse e peculiari per le quali si rendono interessantie secondo me solo i Coen sanno fare un cinema del genere

VincVega  @  11/02/2018 19:40:42
   8 / 10
Gran bel film dei Coen, che dipingono un ritratto amaro e surreale, con venature grottesche, di una famiglia ebrea, in particolare le vicissitudini e sventure del capo famiglia Larry. Un quadro esasperato, ma assolutamente convincente, delle vicende che capitano all'uomo comune, con una forte componente autobiografica. Pellicola che mi ha ricordato "Barton Fink" degli stessi Coen. Ottimo il cast, su tutti l'ormai certezza Michael Stuhlbarg.

TheSorrow  @  22/02/2016 13:14:02
   8 / 10
Un pugno di bravi ma sconosciuti caratteristi per un film sul senso della vita, sul destino e la sua ineluttabilità , sul valore relativo della verità. "a serious man" appena uscito a molti sarà sembrato un film di transizione nella filmografia dei coen, visti i pochi nomi di richiamo nel cast e lo scarso battage mediatico attorno a quelli che se non erano i registi più "cool" del momento poco ci mancava.
Eppure parliamo di un ideale proseguimento di quelle che sono le tematiche più care dei due fratelli più famosi di hollywood, arricchite di riflessioni importanti, quali il riavvicinamento alla propria identità culturale contemporaneamente ad una critica verso l'identità religiosa cui appartengono, ma in senso lato al ruolo della religione tutta. Si pensi alla genialità del prologo, o ai magnifici sogni ad occhi aperti di Gopnik, o alla genialità dei dialoghi coi rabbini, tutt'altro che epifanici, come le roboanti scritte avrebbero potuto far presagire. Si pensi ancora al sospeso finale, vero marchio di fabbrica dei Coen.
"A serious man" è un film coraggioso, che a questo punto della carriera dei Coen ne dimostra l'indipendenza e l'intraprendenza a prescindere da tutto, il coraggio di parlare ancora a voce alta e pazienza se ad ascoltare sono in pochi. perchè quei pochi avranno il privilegio di assaporare ancora dell'autentico e genuino cinema. Ce ne fossero...

eruyomè  @  22/01/2016 00:45:43
   8 / 10
Film che mi ha spiazzato e lasciato senza parola. Affascinatissima dal prologo, nonostante la quasi totale incomprensibilità, ho fatto poi una fatica immane ad entrare nella storia, raramente sento di aver odiato e provato tanto fastidio per dei personaggi di finzione come per i protagonisti di questo film. Eppure il film mi è in qualche modo entrato sottopelle, tutta quella strana atmosfera, quell'ironia e tutti quei riferimenti a quel mondo così prettamente ebraico, ostico, contorto, quasi indecifrabile, eppure pieno di continui rimandi e significati altri, suggeriti, nascosti.
Un finale che ho detestato al momento, mai vista una cosa troncata così di netto eppure...eppure poi ci pensi, ci ripensi, ci rimani a ragionare le ore, e a lambiccarti il cervello, e a farti domande e a cercare di capire, di interpretare...che poi magari non arrivi a molto, forse un senso finale non c'è e non ci deve essere, è tutto caso e caos, e non c'è niente da capire perché un senso non c'è, e niente si può veramente capire...insomma, in fin dei conti son questi i film che preferisco, e che valgono davvero la pena, e lo sforzo.

Oskarsson88  @  29/11/2015 23:52:27
   7 / 10
Film per niente banale, molto ironico e caricaturale nei suoi personaggi.. e la risposta para non esserci mai, al senso di tutto cio che accade

guidox  @  24/04/2015 16:41:56
   7½ / 10
gran bel film che purtroppo vive di alti e bassi, anche se nei suoi momenti migliori sprigiona genialità.

william sczrbia  @  11/01/2015 11:13:27
   7 / 10
alessino77  @  06/12/2014 22:39:22
   10 / 10
Maestri,come sempre,nel trattare argomenti elevati con apparente leggerezza i Coen girano,con questo Uomo serio,il loro capolavoro.Davvero straordinario il personaggio del fratello Arthur,autistico e geniale,che per aver messo a punto una "mappa delle probabilità"(il Mentaculus)viene ripetutamente "bloccato"dai tutori dell'ORDINE;non è tollerabile(da chi?) che chicchessia riesca a far quadrare il cerchio,a rendere certo l'incerto,a mettere ordine nel caos,a invertire l'entropia.Come l'Ulisse dantesco viene "affondato"per aver oltrepassato un limite invalicabile. Larry appena accetta di essere corrotto eticamente scopre(forse) di essere corrotto anche materialmente.Forse però il telefono avrebbe squillato lo stesso e con la medesima notizia;notizia(che resta a noi ignota) che la maggior parte degli spettatori ,come lo stesso protagonista al momento,paragona una sorta di mannaia che cade ,a una punizione per la colpa appena commessa.Ma in un mondo dominato dal caos non c'è alcuna relazione tra "colpa"(umana) e una pena (presunta divina);il tornado(in formazione:si formerà?svanirà?la cosa resta in sospeso come la telefonata)può travolgere chiunque,onesti e colpevoli,giovani e vecchi senza distinzioni.Nessuna certezza nessun appiglio. Né dalla religione né(cosa assai più frustrante) dalla scienza (indeterminazione di Heisenberg).Ripeto:in una filmografia di altissimo livello(con almeno altri due film da 10)il migliore risultato di questi due straordinari artisti.

david briar  @  17/08/2014 23:51:45
   7½ / 10
"A serious man" si focalizza su uno temi preferiti dei Coen,il caso,con insistenza ,ma anche con efficacia e dinamismo.La sceneggiatura è ottima nel rappresentare un protagonista travolto dalla sfortuna nonostante abbia sempre cercato di essere un uomo serio.Le situazioni tragicomiche in cui si viene a trovare divertono e colpiscono,facendo riflettere anche sulla mancanza di risposte,soprattutto da parte della religione:eloquenti in questo senso i colloqui con i rabbini.Inoltre si gioca molto bene con gli stereotipi nei personaggi secondari,muovendo una critica pungente alla società ebraica e all'importanza delle apparenze.
Buon lavoro per il cast,composto da attori ignoti ma con volti molto coeniani,che a volte fanno ridere solo a guardarli.Più banale la fotografia di Deakins,scelta voluta,ma è un peccato visto il livello a cui ci ha abituato.

Ogni tanto si avverte un po' di quella presuntuosità intellettualoide irritante e fastidiosa spesso presente nelle loro pellicole,con annessi alcuni momenti stucchevoli,ma generalmente si segue bene,meglio della media di un prodotto Coen,e lo sfoggio superbo delle proprie doti è meno evidente,proprio perché è un film di ambizioni più basse.Un bene,direi,è un bel film di autori che in genere non amo quanto gli altri,pur riconoscendone i meriti.

A.H. Coen  @  24/06/2014 16:38:42
   9½ / 10
I Coen ci mettono davanti una pellicola che riprende al massimo il loro credo nichilista mostrandoci le vicende di un uomo, vittima di una società e di un vivere privo di sregolatezze e cambiamenti, che si ritrova a combattere contro eventi e disgrazie che lo porteranno sempre più verso la disperazione.
L'uomo comincerà quindi un viaggio alla ricerca del significato della vita e degli eventi succedutisi nel corso del film, avvalendosi degli strumenti della Fisica e della Religione. Tutto ciò, però, non lo porterà ad alcun risultato ma anzi a una maggiore insicurezza interiore.
Esiste dunque una via d'uscita ai problemi che viviamo quotidianamente? Esiste una legge che governa il nostro vivere (Come il Mentaculus per il gioco d'azzardo)? Esiste un vero e proprio messaggio in questo film?
La risposta che vi da il film a ognuna di queste domande è la medesima.
Forse.


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freddy71  @  02/03/2014 20:41:15
   6½ / 10
un film molto particolare....un pò pesante da seguire...ho visto di meglio dai fratelli coen...che considero dei maestri.

genki91  @  06/12/2013 14:22:47
   7½ / 10
Non so perché, ma ha un ché di geniale. Ma davvero.
La scena con cui si apre il film, le disavventure che non finiscono mai, una sopra all'altra, la quasi-risoluzione, e poi?
Beh, guardatelo, i Coen sono sempre sorprendenti, c'è poco da dire, ma qui lasciano non poco l'amaro in bocca, in positivo ovviamente.
Certo, lo ammetto, o lo si ama o lo si odia.
Io l'ho amato.

Lucignolo90  @  14/06/2013 18:36:36
   7 / 10
In sintesi: il caos (e il caSo), presente in tutti i film dei Coen, qui rappresentato alla massima potenza e vero e proprio protagonista del film. "In un film dei Coen può accadere davvero qualunque cosa". E' proprio vero. Finale stupendo, sviluppo della trama che a volte mi è sembrato un pò incagliarsi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  21/05/2013 16:32:45
   8 / 10
E questo a quanto sentivo doveva essere un film minore dei Coen...
O.k...
No, questa è l'ennesima perla nella cinematografia dei geniali fratelli ebreo/americani, un piccolo grande film capace di suscitare così tante riflessioni da odiarlo per quante ne mette dentro.
La nostra vita è pre-determinabile?
E' davvero possibile pensare di averla minimamente sotto controllo?
C'è una risposta a tutto quello che ci accade?
Larry Gopnik è professore di fisica, la materia scientifica per eccellenza.
Quello che gli succede in pochi giorni ha del fantozziano. Tutte le sue certezze cominceranno a crollare, tutto quello che ha intorno a collassare. Cercherà risposte nella fede interrogando 3 rabbini, sarà un disastro.
In realtà se non fosse per un umorismo molto più fine e raffinato e per un'autorialità molto più marcata (decine le tematiche che i Coen tirano fuori) Larry un pò Fantozzi lo ricorda, un personaggio a cui gliene capitano di tutti i colori senza che riesca mai a reagire, una vittima, uno zimbello, un uomo continuamente beffato dagli altri e dal caso.
La moglie vuole divorziare e andare a vivere con un amico di famiglia; il fratello è autistico e vive tra il bagno e il divano; al lavoro un ragazzo tenta di corromperlo minacciando seriamente la sua carriera; i vicini lo odiano; i figli vivono in un mondo tutto loro (ad esempio che i genitori siano in crisi non glie ne frega nulla) e devono affrontare i primi problemi adolescenziali, la sua fede è in pericolosa crisi.
C'è un'atmosfera grottesca ma allo stesso tempo trascendentale, il film gioca sempre sui contrasti di serio e ridicolo, concreto e spirituale.
L'umorismo è a livelli d'eccellenza, ricorda molto il migliore Allen. Inutile dire che gran parte delle trovate di plot o di dialogo riguardino l'ebraismo.
I 3 rabbini a cui Larry si rivolge portano almeno a due scene capolavoro.
Il primo è un giovane sostituto che tra una frase fatta e l'altra dà però a Larry qualche possibile chiave di riscatto, anche involontaria forse.
Il secondo, più importante, racconta a Larry un aneddoto strepitoso su un dentista che si era rivolto a lui. Sembra quasi una parabola sul senso della vita ma finisce tutto con una sola risposta: non ci sono risposte.
Il terzo, ancora più importante (anche i 3 luoghi dove Larry viene ricevuto sono sempre più belli e imponenti) non lo riceve nemmeno. "E' occupato" dice la segretaria a Larry. "Ma se l'ho visto e non sta facendo nulla" risponde Larry. "Sta pensando " fa la segretaria. Magnifico.
Più Larry si rivolge a rabbini sempre più importanti meno risposte ha, chiara metafora di come la religione possa veramente non avere nessuna risposta ai nostri tormenti esistenziali.
E intanto ne succedono di tutti i colori.
Larry va dall'avvocato per la separazione, va dall'avvocato per la morte dell'amante della moglie, va dall'avvocato per i confini territoriali della casa, va dall'avvocato per il fratello.
Magnifica a tal proposito proprio la figura di questo fratello, quasi poetica nella sua tragicità e goffaggine. E' un genio che sta scrivendo una specie di mappa della probabilità dell'universo, come se stesse cercando di dare un ordine al disordine,un senso matematico e scientifico all'esistenza. Io mi sono emozionato più di una volta con lui, specie alla piscina o in spiaggia con quel "quest'aria è meravigliosa, se si potesse imbottigliare faremmo milioni di dollari". Se Larry è l'uomo schivo e banale che si è lasciato sopraffare dalla vita senza reazione e previsione, suo fratello è l'idiota (per il senso comune), l'uomo completamente fuori dalla vita comune, il pazzo. Ma si sa, la più grande saggezza è nella pazzia a volte.
Sono innumerevoli le tematiche che il film tira fuori, tra il serio (poco) e il faceto (tanto).
Solo ora mi sono reso conto di aver scritto tanto senza parlare di nessuna in dettaglio.
Grandi attori, grandi volti, alcuni quasi caricaturali, una struttura che specie dentro la casa di Larry ricorda il vaudeville con gli amanti, i dialoghi che si intrecciano e i personaggi che non escono dal bagno. Scene strepitose come quella, per un verso terribile, in cui la moglie e l'amante vogliono convincere Larry ad andar via, quella mano di lui sulla sua, quel conto fino a 10, non sapevo se ridere o piangere. Ho riso alla fine, e parecchio.
Chissà quanti riferimenti biblici, chissà quanti sottotesti, chissà quanto sarà importante quel prologo (bellissimo) che a prima sembra scollegato dal resto.
E chissà cosa dirà il dottore a Larry, chissà quel tornado cosa farà.
Non c'è una risposta, la vita è un enigma.
E più che cercarle le risposte bisogna aspettarle.

Invia una mail all'autore del commento OpheliaQueen  @  12/04/2013 11:06:03
   8 / 10
Pellicola ecclatante per uno spunto di riflessione prima e dopo la proiezione. Un susseguirsi di storia, riferimenti, cultura condivisibile, "diffamata" messa in discussione. Consigliato per chi ha voglia di riproprorsi e reinventarsi una "Vita".
Certezze che non sono sempre così matematiche

Invia una mail all'autore del commento franx  @  21/02/2013 11:50:47
   7½ / 10
In alcuni tratti assai lungo parecchio, rischia d essere anzichenò soporifero, mentre si seguono le s***** del protagonista, supersfigato, non nel senso caratteriale del termine, ma piuttosto del caso che si accanisce fino all'ultimo. Solo nel finale, comunque, arriva il grande messaggio del film, con un bellissimo accostamento metereologia / filosofia di vita. Per tutto il film, infatti, splende il sole, tranne all'ultimo, con l'arrivo dell'uragano e di una telefonata. Un invito a fregarsene di più e a prendere le cose meno sul serio, che, comunque, non si sa mai? Tutto l'ambiente in cui il protagonista vive è dipinto in maniera eccezionale e lui stesso, nella sua incapacità di muoversi in mezzo alle prese per il c*** e all'ipocrisia imperante di tutti: vicini, parenti, famiglia, rabbini, è un candid perfetto. Bruttissimo (non so quanto realistico) il quadro che ne esce della società ebrea.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  13/11/2012 23:09:47
   9½ / 10
Il genio è (anche) chi riesce a svincolarsi dalle tipiche modalità di comportamento dell'essere umano, solitamente – e il più delle volte giustamente – tendenti a uno scopo, aderendo così perfettamente ad altre modalità, quelle con cui si esterna il corso delle cose, in poche parole la vita. Non esiste, per quanto le fedi vogliano diversamente, una regola univoca cui la vita si attiene, non uno scopo, non delle preferenze, nessun principio di azione e reazione e la matematica non è la Legge, ma il linguaggio adoperato.
I Coen applicano alla lettera: promettono una commedia non rispettandone, con puntualità certosina, nessun canone; lasciano tranelli qua e là allo spettatore disattendo, rasentando il banale per scherno e rischiando di esserne davvero accusati; ridicolizzano il senso e la tanto inflazionata Ragione sotto varie forme: rabbini pensanti e borbottanti e un professore di fisica che, dopo una lavagna intera di dimostrazioni, non sa - non può - stabilire se un gatto è vivo o morto.
Ogni ulteriore parola è un affronto all'opera e tende ad equivocare, invece che a chiarire; trovare un senso va contro l'unica morale del film, farebbe ridere mettersi ad analizzare ogni scena col monocolo e spiegarne il significato, come si farebbe con una qualsiasi opera allegorica.
Basti, per tutto, il finale che, come per Barton Fink e No Country, schiude un mondo a parte che va oltre il film.
Il Cinema è quello che sta dopo, non il durante.

deliver  @  18/10/2012 18:23:26
   7½ / 10
Non mi trovo affatto d'accordo con le critiche di alcuni. I Coen hanno sempre cercato di unire elementi di genere ad una profonda riflessione sui casi dell'esistenza umana. Non esiste il puro spettacolo per loro -altrimenti guardatevi Tarantino. Esiste il piacere della visione, ma unito anche all'intelligenza di saper cogliere altri particolari anche nella confezione.

Sul film che dire... una sorta di Giobbe irredento questo professor Gopnik.. come il suo alter ego biblico, veniamo messi davanti l'epopea di un uomo che ad un certo punto della vita è come se venisse messo alla prova. Riuscirà a superarla ? E' questo l'interrogativo. Bel film, caustico al punto giusto. Una lezione importante su come a volte, non è quello che abbiamo imparato e studiato a salvarci nella vita. Non è il sapere tecnico o scientifico semplicemente.
E' vero, forse rispetto a certe altre commedie nere dei Coen è meno spumeggiante. Ma questo non ne depotenzia la carica e il messaggio.
Consigliato.

Bonvi  @  16/02/2012 12:11:55
   6½ / 10
A mio avviso il film meno riuscito dei fratelli Coen che non riesce ad impostare, in modo univoco, la strada da seguire.

gemellino86  @  25/10/2011 16:45:11
   7 / 10
Molto particolare come film solo per il tema trattato ma non per questo lo si apprezza. Oltre a essere ben recitato ha anche dialoghi ben congeniati. I fratelli Coen o si amano o si odiano.

PignaSystem  @  06/08/2011 22:37:49
   8½ / 10
A Serious Man è un brillante saggio narrativo sull'indeterminatezza, sapientemente calato nella cultura ebraica ortodossa, con l'intelligenza del dubbio e del realismo. Il suo discorso sull'indecidibilità è efficacemente introdotto, nell'antefatto, dall'episodio relativo al vecchio Treitle Groshkover (di cui è impossibile stabilire sperimentalmente la natura di uomo o di spirito maligno reincarnato); ed è ripreso, successivamente, dal riferimento al gatto di Schrödinger (un noto paradosso della fisica quantistica). Il contenuto di questo film è dunque un messaggio educativo un po' sui generis, che, una volta tanto, è un universale invito alla rinuncia; volerci appropriare degli avvenimenti, per giudicarli, influenzarli o anche solo farceli piacere è, in ogni caso, una infruttuosa forzatura, perché essi fanno parte del nostro modo di essere nel mondo, ossia di ciò che noi siamo, e che, naturalmente, non spetta a noi modificare.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  23/07/2011 18:07:40
   7 / 10
Altra storia tra sospesa tra Commedia e Dramma abilmente miscelata dai fratelli Coen.
L'ordinario stravolto da eventi inaspettati, una vita "tranquilla" (lavoro/famiglia/religione) e sostanzialmente apatica che finisce di essere tale a seguito di fatti solo apparentemente inspiegabili ..la ricerca di una risposta nella fede (l'udienza richiesta ai tre rabbini), sognare di mollare tutto per dare sfogo ad ogni può folle desiderio, insomma ancora una neanche poco velata critica alla società moderna, alla chiusura in schemi e maglie troppo stringenti che può essere minata da un singolo ed improvviso accadimento ..lo stile/tematiche ormai collaudate dei due registi americani trova anche qui il proprio incipit nello sconvolgimento dell'ordinario, nella prospettiva di un futuro che diventa incerto e che si chiude, solo apparentemente, con una grande ed improbabile punto interrogativo.
Non all'altezza di altre precedenti pellicole ("L'Uomo che non c'era" o "Crocevia della Morte") ma, pur sempre, in grado di indurre importanti riflessioni sociali ed esistenziali con la consueta arma dell'ironia e dell'assurdo ..da vedere!

alex25  @  11/06/2011 22:01:59
   6½ / 10
Come dice anche il Vasco nazionale... bisogna trovare un senso a tante cose anche se tante cose un senso non ce l'hanno. Direi che in questa citazione vi è racchiuso tutto il film...
Nella scena iniziale i migliori Coen, buona anche la parte finale.

Littlebears  @  20/04/2011 08:38:25
   9 / 10
Il capolavoro dei Coen.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  04/04/2011 16:47:50
   8 / 10
Il duo registico più famoso in circolazione lavora con un cast di attori sconosciuti o poco noti, e fa sbocciare un fiore nel deserto autoriale, in modo quasi recondito e familiare. L'attacco filmico sembra uscire da un orecchio pressoché "lynchano" per poi rientrarci sul finire, e anche se ci sono i giardini (non proprio debitamente confinati) intorno alle linde casette di periferia, i contenuti cambiano e assumono contorni sprezzanti e gioiosamente bizzarri.

Larry Gopnik (Michael Stuhlbarg) è un professore di fisica che vive felice e (troppo?) tranquillo, intorno alla metà degli anni '60, nello stato del Minnesota. Sollecito e un po' sbadato, ha un fratello ingombrante che occupa gli spazi fisici e mentali della sua casa, "perdendo tempo" dietro a strane teorie matematiche, incapace di socializzare, e invisibile agli occhi del nucleo che lo ospita (la sua zona preferita di riflessione è il bagno); ha un figlio che lo prende in giro nel ricordargli in continuazione la necessità di intervenire sull'antenna tv; una figlia che gli saccheggia il portafogli pensando solo a uscire con le amiche, a sistemarsi i capelli e a ritoccarsi il nasone, e una moglie che si infatua di un amico "di fiducia" spedendolo ad abitare in un motel piuttosto malandato.

Non tutte le difficoltà vengono per nuocere: la spinta che Larry subisce lo obbliga a una diversa prospettiva. Forse la salita sul tetto potrebbe stimolarlo verso quella risposta che tanto cerca per conseguire una stabilità esistenziale e viscerale: da lì vede padre e figlio che giocano a baseball e vanno a caccia insieme, una donna nuda e disponibile che prende il sole. Ognuno con il suo modo di vivere, esistere, aiutare ed essere aiutato, lasciando che le molteplici e ostili realtà che lo circondano continuino nella loro insana corsa verso il nulla, e si sbriciolino senza pretendere di intervenire per cambiarne l'andamento.

Con le abituali spiritosaggini razionali, gli abissi inconsueti che conducono dietro a scrivanie di personaggi (forse) vissuti da sempre, e le inattese logiche sociali, i Coen producono una pellicola depistante, impertinente, che si muove attraverso gli impacci della vita grazie a uno schietto spirito yiddish a contraltare di drammi più o meno gravi. La deflagrante grandezza intellettuale dei "fratelloni" si permette di guerreggiare in punta di fioretto con la religione. Perfino i rabbini non possono sapere tutto, anzi. Ignorano qualsiasi risposta a qualsiasi domanda, nella loro futile e irritante indecifrabilità; guide religiose cieche, più cieche dei praticanti ortodossi, perennemente col cervello in ferie o, ben che vada, in fase cogitativa.

Le scenografie e gli arredamenti d'interni, sostenuti dalla bella fotografia di Roger Deakins, emergono meravigliosamente antichi (notare la tappezzeria a fiori dei divani accanto alle camicie a quadri della maggior parte dei protagonisti maschili), e sanno di stantio. Come il proposito di chi si arrabatta seriamente per capire qualcosa dell'esistenza.

ste 10  @  28/03/2011 21:28:19
   8 / 10
Lo stile dei fratelli Coen è inconfondibile; una commedia noir da vedere assolutamente

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  26/03/2011 05:56:38
   7½ / 10
- - QUESTO COMMENTO CONTIENE SPOILER - -

I fratelli Coen fanno centro con questo film divertente, cinico, spietato e allegorico. La prima scena è subito memorabile: è sera e nevica in un antico villaggio polacco, quando un uomo ebreo rincasa accolto dalla moglie in pensiero. L'uomo dice di essere stato aiutato da un conoscente della moglie, ma quando dice il suo nome a lei si gela il sangue nelle vene: quell'uomo in realtà era morto, quello che l'ha aiutato era in realtà uno spirito malvagio. Bussano alla porta. "Per ringraziarlo l'ho invitato a mangiare un piatto di zuppa calda", dice lui. L'anziano uomo entra e il pathos della scena sale. La moglie lo accusa apertamente di essere uno spirito malvagio e alla fine decide di pugnalarlo al cuore. Il vecchio esce fuori barcollando e si accascia sulla neve.

Dopo questo episodio apparentemente slegato al resto del film, veniamo catapultati nell'America dei giorni nostri, dove seguiamo le vicende di una famiglia ebrea totalmente allo sbando. Lo scarto tra i due mondi è evidente: mentre nell'antichità la religione, l'occulto, il mistero, il soprannaturale convivevano a stretto contatto con l'uomo ed erano elementi di primaria importanza nella vita delle persone, in epoca moderna essi perdono qualsiasi significato e ne ereditiamo solo le forme e gli aspetti più superficiali. Tutto ciò che concerne la religione ebraica viene rappresentato dai Coen come un grottesco anacronismo: la cerimonia del funerale di Sai che diventa quasi un pezzo di cabaret, il fatto di voler a tutti i costi divorziare ma senza contravvenire alle regole della fede, il giovane rabbino con la sua vuota metafora del parcheggio (forse l'unica cosa che ha visto in tutta la sua vita), l'altro rabbino e il suo inutile aneddoto del dentista senza né capo né coda, la cerimonia dell'ingresso nell'età adulta del figlio che è talmente strafatto da non riuscire a capire nemmeno cosa deve fare. Ormai il mondo è troppo diverso da quello della prima scena, significativamente fotografata in 4:3 palesando così lo scarto anche sul piano fotografico, quindi valori, istituzioni, riti e cerimonie che sono nati e andavano bene in quel contesto, non possono più ricoprire il loro ruolo nella società di oggi.

L'unico legame tra il presente e il passato sembra essere l'anziano rabbino Marshak, come testimonia il fatto che si sorprenda di fronte a un walkman e che sia totalmente ignorante in fatto di tecnologia. Egli è l'unico a conservare un'aura di sacralità, e infatti il figlio di Larry quando andrà a incontrarlo dopo la cerimonia sarà in grandissima soggezione. Ma alla fine tutto quello che avrà dai dirgli sarà "sii un bravo ragazzo", forse l'unico insegnamento che possa essere ancora valido al giorno d'oggi. La spirale negativa del film non ha fine, anzi, nelle ultime battute vede subire un brusco e repentino peggioramento: Larry si vede prima recapitare la salatissima parcella delle spese legali, e poi subito dopo riceve una telefonata dal proprio medico che ha per lui notizie così nefaste da volergliene parlare solo di persona. Nel frattempo all'orizzonte si profila un minaccioso uragano, pronto ad abbattersi sulla scuola ebraica frequentata dal figlio per spazzarla via per sempre. E con lei, forse, i suoi insegnamenti.

Aztek  @  22/03/2011 12:10:30
   6½ / 10
Tipico film in stile Coen, con sceneggiatura un pò lenta, ma tutto sommato interessante grazie al susseguirsi di eventi che colpiscono il povero Larry; regia di un livello molto elevato, così come anche le interpretazioni.
Insomma non lo reputo il miglior film dei fratelli Coen, ma si può guardare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  17/03/2011 19:32:57
   8 / 10
Non c'è assolutamente nulla di noir, è uan pellicola talmente innovativa e nuova che sfugge da qualsiasi classificazione. L'unico aggettivo che mi sento di dare a questo film è COENIANO.
Credo che emerga nettissimamente (molto più di Fargo o de il grande lebonsky" il dissacrante spirito fatalista e nichilista che cozza con le tradizioni ebraiche che sembrano guidare il protagonista più attraverso le sue sofferenze e i suoi drammi, che verso una soluzione di tali problemi, e tutto ciò è assolutamene snervante.
La Fotografia è meravigliosa, è un elemento narrativo nitidissimo.
Il film è una raffinatezza, ma non tutti lo capirebbero.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Dexter '86  @  16/03/2011 19:33:59
   8 / 10
Probabilmente a prima vista potrebbe sembrare un film del tutto comprensibile soltanto agli ebrei ma in realtà il messaggio è molto più universale di quel che potrebbe sembrare. I Coen mettono in scena la tragicomica parabola di un "uomo serio" che nella sua vita ha sempre cercato di comportarsi onestamente e seguendo saldi principi morali, salvo poi rendersi conto che tutti i suoi sforzi risultano vani e, quando nei momenti di maggiore crisi spirituale si rivolge a chi in teoria dovrebbe aiutarlo a risolvere i suoi problemi, si rende conto di essere più solo che mai, nelle mani di un destino beffardo che non guarda in faccia nessuno.
In sintesi si tratta di un'opera dai ritmi blandi che raggiunge livelli di pessimismo altissimi ma che allo stesso tempo riesce a far divertire con una serie di vicende surreali e personaggi grotteschi.

Reservor dog  @  14/03/2011 16:00:47
   8 / 10
Dopo il pluriacclamato, e a mio parere mediocre, "Non è un paese per vecchi" ecco che i fratelli Coen sono tornati sui loro standard eccellenti con una commedia noir che potrebbe per certi versi esser considerata il manifesto del loro pensiero. Benché priva di quel colpo di teatro che spesso ha caratterizzato le loro storie, la vicenda quì rappresentata è un continuo susseguirsi di episodi al limite del paradosso che, anche grazie a quel fascino misterioso dato dalla cultura e tradizione ebraica, conduce lo spettatore ad interrogarsi sul perchè il fato si accanisca in maniera cosi crudele su di un uomo irreprensibile come il protagonista. Quando poi le nuvole all'orizzonte parrano finalmente diradarsi, ecco l'amaro epilogo a chiarire come al peggio non ci sia mai fine.

Goldust  @  03/01/2011 15:32:28
   6 / 10
Un'ambientazione scarsamente interessante ed i troppi riferimenti all'ebraismo, prologo compreso, mi hanno reso questo "a seriuos man" un film abbastanza indigesto: meno male che ogni tanto si sorride con le mille disavventure del protagonista.. Anche se ben girato nella filmografia dei Coen c'è di meglio.

filipporich  @  26/12/2010 23:50:42
   6 / 10
Film difficile da decifrare. Non manca il classico humor coeniano (per fortuna!), ma risulta abbastanza difficile seguire quello che i registi vogliono trasmettere.
Di certo non uno dei loro film più fruibili e questo per me è decisamente un aspetto negativo.

thetruth34  @  12/10/2010 16:29:47
   7 / 10
bel film anche se penso che sia fortemento consigliato agli appassionati dei fratelli cohen, per tutti gli altri potrebbe risultare un bel polpettone... ;-)

Dr. Nekrobilly  @  08/10/2010 23:19:23
   7½ / 10
Bellissimo! Anche se a volte perdevo il filo del discorso durante il film... come l'inizio per esempio.

wallace'89  @  08/10/2010 18:50:19
   8 / 10
Mi è piaciuto molto. Un film coeniano al 100%, che si inserisce perfettamente nella loro ricca filmografia e ne rappresenta un tassello molto importante. L'omaggio alla cultura ebraica forse può risultare un po' criptico, ma anche affascinante e fondamentale per dare significato a certe tematiche. In questi giorni tra l'altro sto leggendo un libro di un'autore ebraico,"Il lamento del prepuzio" di Shalom Auslander(titolo fantastico!) che ricorda molto questo film per tono e tematiche che mi ha aiutato forse anche a entrare in maggiore sintonia con le situazioni descritte.
La scena del dentista è un piccolo pezzo di cinema che si inserisce tra i picchi della filmografia coeniana.

nick9001  @  08/10/2010 18:16:02
   7 / 10
Il commento di Stone Face è calzante, non credevo ai miei occhi quando ho visto il film terminare in quella maniera; fino a quel punto mi aveva interessato, ma poi?…poi ho letto le vostre considerazioni e grazie a dobel – tylerdurden73 – James Ford89 – inferiore, ho capito il senso del film. Scorrendo gli altri commenti ho trovato questo di Lemming, che riporto in quanto lo giudico una pietra miliare; si tratta di un commento al commento di williamdollace: "Lo vedi che ho ragione io, voi commentate non per tutti gli altri utenti che magari non hanno visto il film e vogliono capirne qualcosa dal vostro commento, ma solo per voi stessi, questo è un puro esercizio di stile fine a se stesso, della serie "ma quanto sono bravo, ho racchiuso in cinque parole l'essenza del film" senza pensare che chi non lo ha visto non ci capirà una cippa! Io il film l'ho visto, quindi non parlavo per me, ma mi da molto fastidio questo comportamento infantile ed anche arrogante se vuoi!". Ecco volevo dare un'insufficienza, ma grazie a commenti appropriati ho capito quel finale ed altro ed ho apprezzato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  19/09/2010 18:43:04
   10 / 10
Quando ti ritrovi impantanato in un gran casino (cioè in un agglomerato di svariati problemi), ti tocca provarle tutte per ritrovare la strada perduta. Ma, se sei un uomo che ha tentato per tutta la sua vita di essere una persona seria, è molto, molto più complicato. Perchè la vita è assurda e in men che non si dica tutto può cambiare. Ci si possono mettere una moglie insensibile e esaurita, un fratello difficile, colleghi e amici (?) improbabili... Oppure un cataclisma naturale o una telefonata inaspettata. Qualunque cosa può destabilizzare. E la fede convinta resta l'unico appiglio di un uomo che ha perso ogni aggrappo alla realtà. L'uomo serio si pone delle domande e si ancora a delle discutibili risposte. Ma come è noto ad ogni adulto consapevole, non sempre possiamo darci delle risposte, poichè non possiamo controllare ogni cosa.
I Coen stanno diventando i miei migliori amici. Questo film è un gioiello di inestimabile valore.

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  07/09/2010 15:34:58
   7 / 10
Una goi come me non può arrivare fino in fondo al nocciolo di questa black comedy: mi mancano 6000 anni di appartenenza al popolo eletto e di accettazione del mio destino.
Ma alla fine del film sono rimasta delusissima: avrei voluto che continuasse per ore nella sua insensata spirale di accadimenti assurdi e senza possibile finale.
Mazel Tov, Cohen!

topsecret  @  10/08/2010 11:12:12
   6½ / 10
I fratelli Coen raccontano una storia ordinaria, di un uomo comune che cerca di riappropriarsi della sua vita che rischia di sgretolarsi in un susseguirsi di situazioni sfavorevoli, dal sapore grottesco ma comunque drammatiche.
Un cast all'altezza della situazione, abile e convincente, per una storia forse volutamente priva di grande verve, ma godibile ed in alcuni momenti anche divertente.

Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  22/07/2010 14:28:10
   8 / 10
Originale e spesso spiazzante.
"Accetta il mistero" è un cult ormai; appena visto il film ho unito gli spezzoni utili a capire quella scena con movie maker e l'ho fatta vedere a un po' di gente.
Anche il finale è come piace a me.
Nonostante tutto non rientra pienamente nel mio olimpo, ma è un più che ottimo film.

dave90  @  27/06/2010 17:06:27
   6½ / 10
Pesante e a tratti noioso.
probabilmente sono io che non l ho capito a pieno. difficile da interpretare.

camifilm  @  24/06/2010 19:58:06
   6 / 10
Un voto positivo di stima per i fratelli Coen.
Il film presenta una situazione strana, una storia non convincente, non sono riuscito ad apprezzare questa pellicola nel suo intero.
Sono buone le riprese e le tecniche, ma la storia proprio non si eleva e resta nel limbo per quasi tutta la durata del film.
Da vedere, perchè ci sono delle cose carine da apprezzare. Non un capolavoro in generale, anche se poteva esserlo con un attimo di BRIO in più.

floyd80  @  22/06/2010 01:55:00
   7 / 10
Buona pellicola che viaggia sui canoni della commedia by Coen. Alcune scene sono fantastiche altre invece lasciano indifferenti. Non uno dei migliori Coen ma comunque come sempre sopra la media.
La scena finale vale tutto il film.

dobel  @  08/05/2010 09:04:57
   9 / 10
Uno dei migliori film dei fratelli Coen: 'Fai il bravo'! Ecco il succo della questione. E' il massimo che possiamo fare, tutto quello che possiamo impegnarci a pretendere da noi stessi. Il resto non è nelle nostre mani. Il messaggio dei fratelli Coen è sicuramente pessimista, ma ha un fondo indubbio di religiosità. A un uomo sta andando tutto male; improvvisamente la sua vita tranquilla e borghese va a rotoli in modo inaspettato e assurdo senza che lui possa porre un rimedio. Cerca delle risposte ma non le trova; interpella uomini saggi ed esperti delle cose della vita ma nessuno riesce a dare spiegazione del male nel mondo. Vorrebbe farsi una ragione di tutto quanto ma scopre solo che non ci è dato sapere i perché; non ci è nemmeno dovuta una spiegazione: possiamo solo rassegnarci, accettare e ringraziare o protestare. Ad un tratto per una serie di eventi le cose si rimettono a posto, e proprio quando la pace sembra essere riconquistata, una telefonata, un uragano... piccole cose rimettono tutto in discussione e fanno apparire i mali precedenti come bazzecole. Cosa possiamo fare noi per far fronte a tutto questo? Come dobbiamo comportarci nelle avversità, nelle difficoltà spesso inspiegabili nelle quali siamo quotidianamente immersi? Nessuno ci dà una risposta. Solo il vecchio rabbino, al figlio del nostro protagonista, dirà quella piccola frase che anche noi ripetiamo sempre quasi senza pensarci, distrattamente, ai nostri figli, ai nostri nipotini, alle persone con le quali abbiamo un rapporto di affettuosa confidenza: 'Fai il bravo'. Questo solo possiamo sperare di fare; vivere la nostra vita come meglio possiamo, fare del nostro meglio. Per quel poco che ci è dato gestire di noi stessi e della nostra esistenza, cercare di fare i bravi: ce ne sarebbe abbastanza... tanto l'uragano è sempre in agguato, e non dipende da noi.


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calso  @  03/05/2010 11:06:33
   6½ / 10
Insomma...nulla di che; a parte l'estro visionario dei fratelli il film risulta esser un pò troppo pesante e piuttosto noioso...delle scene sono comunque strepitose, ma nel complesso il film non lascia molto se non la tipica assurdità che viene come al solito ricercata dai due registi...

vale1984  @  02/05/2010 17:13:02
   6½ / 10
non uno dei migliori dei fratelli ma sicuramente pienamente nel loro stile...è contorto, complicato, serio...una buona pellicola, interessante...la vita di un uomo serio viene sconvolta dalle vicissitudini o meglio lui non sa come affrontarle...ma ci pensa la vita a fare il suo corso...buono.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  12/04/2010 17:09:32
   7½ / 10
Le certezze non appartengono a questo mondo,ad accorgersene a sue spese è il mite professor Gopnik,vittima del suo modus vivendi apatico,fatto di una quotidianità talmente rassicurante da commutare una vita ordinaria in una prassi da non intaccare mai,sconvolta suo malgrado da una sfilza di sconcertanti avvenimenti.
Il protagonista si interroga sul perché di tanto accanimento,uomo serio e irreprensibile che non farebbe del male ad una mosca,lui che afferma ai suoi studenti che nulla è possibile da determinare con certezza,eppure persuaso di vivere in un microcosmo all’interno del quale le variabili non possono attecchire,illuso che la sua vita dai ritmi perfettamente sincronizzati non sia soggetta a improvvisi sconquassi.
C’è il timore dell’uomo davanti alle incognite della vita nell’ultimo film dei fratelli Coen,la religione diventa mezzo a cui attaccarsi disperatamente,in cui trovare risposte esaustive.
Il disegno divino si fonde con il fato beffeggiatore,in cui un pavido immobilismo non è sicura garanzia contro gli imprevisti.Se è vero che ogni azione porta a una conseguenza Gropnik evita di agire,il suo scopo è continuare sulla via conosciuta schivando ogni pericolo,all’oscuro del fatto che i gesti di altri possano sconvolgere la sua vigliacca routine.
Non un lavoro straordinario a mio avviso,interessante,fuori dal comune e bizzarro a sufficienza per mostrare quanto i Coen, anche non eccezionalmente ispirati ,sappiano fare film di spessore.
Il cinismo che induce al sorriso amaro è però meno dissacrante del solito e la storia non ha poi questi straordinari lampi di genio,distinguibili in altre opere dell’irriverente accoppiata.Il film è intriso di cultura ebraica,il messaggio è comunque facilmente decriptabile a dispetto dei numerosi rimandi ad essa.
Un’intelligente parabola esistenziale,ironica e ben studiata, la cui sintesi ultima si annida nell’atteggiamento del rabbino Marshak.Inutile porsi troppi quesiti,una telefonata o un uragano possono essere sempre in agguato pronti a spazzare via qualsiasi utopica sicurezza,meglio ascoltarsi i Jefferson Airplane ed accettarla come viene.

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Ultima risposta 12/04/2010 21.50.59
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outsider  @  10/04/2010 12:01:46
   6 / 10
Una pellicola pesante nonostante tutto, così la definirei, ovvero nonostante le numerose divertenti virate sulle immaginazioni del protagonista o sul personaggio "vicina di casa".
Ha il pregio di inquadrare e parlare un pò del mondo ebraico.
Non aspettatevi Cohen grintosi alla paese per vecchi perchè qui la strada è un'altra.

aiemmdv  @  08/04/2010 17:28:27
   8½ / 10
I Coen continuano nel loro percorso nichilista con una storia colma di situazioni Kafkiane(in perfetto stile Coen): il tutto arricchito dal solito (e amarissimo) humorismo nero.
Insomma straconsigliato a tutti coloro che amano il cinema dei due geniali fratelli.
Un ultima osservazione: Il film,da un punto di vista stilistico, mi ha ricordato molto Burton fink.

James_Ford89  @  18/03/2010 02:54:05
   10 / 10
Capolavoro assoluto. Il mio undicesimo dieci sul sito va a questo filmone targato Coen. Nonostante il cast senza grandi nomi, gli interpreti sono molto bravi e espressivi. Il rabbino Marshak è pura genialità, tutto sembra essere lasciato in sospeso,compreso il finale...ma è solo un'illusione. La vera fine di tutti noi è questa. Credo che i Coen abbiano dato forti messaggi con questa pellicola.
Il primo è quello di non concentrarci troppo sugli eventi,andrà sempre a finire in un modo. Il secondo è: c'è sempre la quiete dopo la tempesta seguita sempre da un'altra tempesta. E il terzo che reputo il fondamentale è che non bisogna disperarsi nelle situazioni critiche, ci sono sempre cose peggiori.

Fotografia imponente e montaggio realizzato a regola d'arte. Non so proprio dare meno di 10 a questo film così tenebroso, così genuino, così reale. IMPRESSIONANTE

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Ultima risposta 22/03/2010 02.42.44
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Invia una mail all'autore del commento sb6r  @  03/03/2010 12:49:52
   7½ / 10
Definirei questa "commedia" una puntura di vespa. Bruciante con il suo ritmo pacato, feroce nella sua normalità, crudele nella sua indifferenza. Noi, piccole anime perdute, girovaghiamo alla ricerca della (ri)soluzione, magari divina, mentre il quotidiano si mostra nella sua inarrestabile avanzata. Lascia impotenti e insofferenti.

Libss  @  27/02/2010 11:54:26
   8½ / 10
Andando anche un po' controcorrente, lo ritengo uno dei migliori lavori dei Coen. E' vero: l'inizio è faticoso e anche un po' disorientante, si ha l'impressione che gli stessi geniali fratelli non sappiano bene dove andare a parare. Poi però questa sensazione viene smentita dal crescendo dei restanti due terzi di pellicola. Tutto torna al suo posto e la sinfonia dei Coen raggiunge una vetta espressiva veramente notevole. In questo film il loro umorismo è più genialmente velato che mai.

inferiore  @  27/02/2010 01:17:31
   9 / 10
Il commento potrebbe contenere spoiler.

I Coen realizzano un film sul loro modo di vedere la vita nei suoi aspetti più tragici, e lo fanno in un film perfetto su tutti i diversi fronti. Dalla messa in scena più diretta alla scelta di un cast che vede l'assenza dei grandi nomi ma rimane di indubbia qualità.
Un film che bilancia benissimo le risate (non comunque abbondanti e per nulla sfrenate) alla riflessione, spesso mescolando i due elementi in maniera da crearne un unico ''stile''.
I due fratelli ci raccontano due vicende dello stesso spessore messe però su due piani differenti. La trama vede concentrarsi principalmente sulle non affatto piacevoli vicissitudini che il Professor. Gopnik vede scorrersi dannanzi. Parallelamente a ciò che gli accade vi sono gli eventi che si verificano al figlio. Dopo lo svolgersi delle storie, attraverso scene tragicomiche di divertimento assicurato, arriviamo alla scelta della risoluzione dei problemi dui due. Dopo che il professor. Gopkin vede bene o male aggiustarsi i suoi problemi decide per necesità economiche di accantonare i suoi ideali da uomo di tutto rispetto, appunto serious man, e farsi corrompere. Arriva però quella telefonata a stravolgere per l'ennesima volta la sua vita. Il professore fa ''l'azione sbagliata''. Suo figlio invece, durante l'arrivo di un minaccioso uragano, sceglie di pagare il piccolo debito di denaro che aveva con un compagno di classe quando però ormai sarà troppo tardi. Il figlio fa ''l'azione giusta''.
Quello che i Coen vogliono dirci è che non serve sotto quali principi vivere, che non serve quali azioni compiere, che comunque si arriva ad un solo ed unico risultato. In questo caso rappresentato da una malattia e da un uragano, quindi da una morte.
Non smettono di stupire i fratelli, non smettono di cambiare genere e di uscirne a testa alta. Questo ''A Serious Man'' ne è la prova. Un film epico, altro gioiello della loro già preziosa filmografia.

Stone Face  @  20/02/2010 15:10:21
   6½ / 10
I Coen non si lasciano ammaliare da film di facile lettura. A loro piace così: farti uscire dal cinema col dubbio di aver buttato i tuoi soldi, oppure di aver assistito a uno dei film più profondi della storia del cinema (o alla più grande mancanza intellettuale del tuo cervello). Così, alla fine del film, le perplessità che si accavalla nella mente sono infinitesimali e con la memoria si ricerca di ricostruire l'andamento della narrazione; e quelle scene così inutili che, però, potrebbero essere così fondamentali per l'esegesi complessiva. Roso dai dubbi a qualche conclusione io sono giunto, seppur con mille peripezie e qualche forzatura. Però trovare la soluzione il giorno dopo forse non ti ha fatto apprezzare la pellicola. Non saranno allora inutili sofismi quelli dei Coen?forse, però il film te lo godi con avidità, perché la tecnica di regia ha del commovente, la fotografia è strepitosa e lo humour è un filo sottile ma sempre presente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  20/02/2010 14:56:25
   8½ / 10
pellicola ostica, di difficile comprensione, ma costruita in maniera sublime.
più lo vedevo e più non lo capivo, e più non lo capivo e più ne bramavo ancora.
una volta però che ci ci è appropriati di 3 o 4 chiavi di lettura, non è difficile dare un senso (anche personale, perchè no) a questa ennesima perla dei coen.
forse è il film più nichilista e spiazzante di tutta la loro filmografia, ho provato una sensazione concreta di disagio per tutta la sua durata.
alla faccia della pseudocommedia, io non mi son divertito proprio per niente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/02/2010 16:16:21
   8 / 10
Ancora una volta prodotto fuori dalle righe per i Coen,film difficile e strano anche per il loro cinema.

La pellicola è intrisa di pessimismo e di una terribile comicità che fa ridere per poco per poi trasformarsi in dramma.
Inutile dire che l'ebraismo è trattato in maniera autobiografica e caustica,a tratti quasi fastidiosa. Di certo non è uno di quei film che hai voglia di rivederti subito come qualche opera precedente dei Coen,ma di certo ti fa riflettere.

Volutamente lentissimo,preferisco una sua vittora agli Oscar a quella di Avatar,anche se in fondo degli Oscar non me ne importa poi più di tanto.

Bravissimo l'attore protagonista e i registi che danno vita ad una storia che pur essendo estremamente lenta e poco convenzionale non è esente da sorprese.
E su tutto aleggia un pessimismo che fa paura,una sorta di maledizione che questo Dio (Ebreo) infligge al protagonista e alla sua generazione,un Dio non capito e che nessuno vuole capire (il pezzo del dentista è fantastico). Tutto per diventare un Uomo serio,un "mensch".
Purtroppo non mi intendo molto di Ebraismo e molti riferimenti mi saranno certamente sfuggiti ma non per questo si perde il senso di questa pellicola che non ha un genere ben definito.
Ancora una volta con i Coen,mi trovo ad elogiare il finale,apocalittico e devastante come l'impatto che ha questa storia di un Uomo che tenta di essere Serio in tutti i modi.
E alla fine mi sono sentito impotente anche io.

Bravi Coen!

nwanda  @  11/02/2010 10:28:54
   6½ / 10
il voto è merito della fotografia e dei dialoghi. davvero da applausi. però ciò non è bastato per alzare troppo la valutazione.
il film nel complesso non mi è piaciuto. probabilmente perchè non l'ho capito completamente. lo dovrò rivedere sicuramente, ma per il momento mi ha dato l'impressione di una pellicola un pò d'elite, che soddisfa più i registi stessi che l'utenza. purtroppo a tratti mi ha annoiato.

TheLegend  @  11/02/2010 05:08:52
   7½ / 10
Film che ha qualcosa di unico,intelligente e geniale per alcuni suoi aspetti.
Dialoghi mai banali e molto spesso divertenti,regia ottima.
Profondo e in molte parti difficile da decifrare,questo lo rende molto interessante da scoprire e analizzare ma può risultare noioso se nn lo si prende dal lato gusto.

Cianopanza  @  08/02/2010 15:27:23
   7½ / 10
Bel film. Una comunità ebreca in america negli anni sessanta, raccontata da
registi ebrei... ironia caustica, amara e fatalista.
Un uomo vede sgretolarsi la vita sotto i piedi, ma non si ribella e come una
vittima sacrificale continua... Qualcuno gli consiglia di cercar conforto nella
religione e nelle parole dei rabbini... ma non c'e' sostegno che tenga...
una catastrofe dietro l'altra, sempre affrontata alla maniera dei Coen,
un "ciclo dei vinti" che neanche Verga avrebbe avuto la stoffa per scrivere.
Finale biblico

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edwood  @  08/02/2010 02:09:26
   7½ / 10
I Cohen a livello dei loro migliori film, scherzano con i fanti e con i santi (la religione ebraica). In Seirous Man c’è però una tristezza di fondo più accentuata rispetto alle altre produzioni, non c’è mai una risata liberatoria, c’è una continua empatia verso il protagonista che vede la sua vita precipitare come una slavina. Il finale è quasi fantozziano.

Invia una mail all'autore del commento Alexi_Black  @  07/02/2010 14:08:40
   8½ / 10
Non mi trovo assolutamente in accordo con chi ha accusato questo film di mancata coerenza. Mi sembra che il percorso del protagonista sia definito e consequenziale, e anzi evidente in tutti gli episodi che ne compongono la storia. Il protagonista, di fronte ai problemi che gli si propongono, è incapace di reagire; inizia allora una ricerca, della soluzione, del senso delle sue azioni.
La cerca nel lavoro, nella legge, nella religione, ed è più volte deluso, da quest'ultima in particolare; a questo allude l'episodio iniziale nel Qibbutz, che evidenzia il contrasto tra un mondo in cui la religione (e in particolare la lingua della religione, in questo caso l'ebraico) è una componente essenziale della vita, e uno in cui è sempre più uno strumento antiquato e inservibile, e in cui anche i suoi ministri faticano a comprenderla.
In questa assenza di punti di riferimento, il protagonista reinvia l'adempimento di tutti i suoi doveri: la decisione in merito al voto dello studente coreano, in merito all'abbonamento del figlio a una rivista di musica, e così via.
La chiave di volta del film, il momento essenziale per la rottura di quell'equilibrio è il momento in cui egli stesso DECIDE di agire: pur non capendo la ragione di ciò che gli capita, egli fa una scelta, e quindi dà nuovo avvio allo scorrere delle situazioni.

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viagem  @  04/02/2010 16:14:30
   7 / 10
Film non banale e non facile dei Coen, sicuramente molto personale.
Meriterebbe più visioni per cogliere ognuno degli aspetti che riprendono vizi, virtù, abitudini e modi di pensare tipici ebrei non tutti a me familiari.
Fanno sorridere ad esempio i continui riferimenti numerologici e il tentativo di spiegarsi ogni tipo di evento o coincidenza del reale, con teorie metafisico-religiose che passano sempre attraverso il parere del rabbino, il quale non fa quasi mai una gran bella figura. Il sapore finale tuttavia è molto simile a quello che avevo dopo aver visto "Non è un paese per vecchi": poche speranze in questo mondo. 10 al corto inserito prima del film: assolutamente impeccabile.

goodwolf  @  02/02/2010 14:22:21
   6 / 10
A tratti assolutamente geniale, e a tratti assolutamente vuoto.
La mano dei Coen si vede eccome, e alcune sequenze valgono il prezzo del biglietto, ma nonostante ciò, il film rimane immobile, non trascina mai e alla fine rimane abbastanza anonimo, per quanto mi riguarda. Peccato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  01/02/2010 08:56:26
   8 / 10
Commedia nera, cinica, autoreferenziale e nichilista dei fratelli Coen. Una vera perla con dialoghi ironici e mai banali e personaggi caraterrizzati alla perfezione.
Ottimo l'intero cast.
Da vedere.
... "accetta il mistero"...

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  31/01/2010 17:31:36
   7½ / 10
Commedia? Noir? Drammatico?
Un po' di tutto e un po' di niente.
I Coen si divertono a passare da un genere all'altro, giocano con le regole del dramma, quasi tornando alle origini del loro capolavoro "Barton Fink".
Sono assolutamente fantastici nel saper miscelare i generi e la tipologia di storia (film in bilico tra architrama, antitrama e minimalismo).
Paga poco forse l'eccessiva lentezza in alcune parti, ma la sagacia di altre rivaluta completamente la pellicola.

F1L0  @  30/01/2010 03:17:43
   7½ / 10
Divertente, un pò lento in alcune parti, ma geniale in altre. Per me è da vedere.

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  28/01/2010 09:59:02
   8 / 10
I Coen difficilmente sbagliano quando vogliono fare i Coen. E questo film, come mi ha detto una persona qualche giorno fa, è Coen al 10000%. Una commedia nera che proprio commedia non è, impregnata di pessimismo cosmico e fatalità, condito da ebraismo e con una strana vena autobiografica.
Una serie di eventi che si evolvono con una lentezza impressionante ma anche con passo fermo e duro, tanto da non annoiare mai. Il tutto fino al finale spezzato ma carico di tensione, che lascia a bocca aperta e dal sapore vagamente amaro.

Insomma, potranno non piacere, potranno apparire fastidiosi e autoreferenziali, ma i Coen colpiscno duro e colpiscono profondamente. In pratica dei cecchini.

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/01/2010 14.20.24
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Tom24  @  24/01/2010 19:24:18
   8 / 10
Probabilmente il migliore film USA dell'anno. I Coen si confermano grandi registi.

MidnightMikko  @  21/01/2010 16:27:22
   9 / 10
Magnifico questa ultima fatica dei Coen,che a me ha ricordato molto il surrealismo di Barton Fink. Ottimo,pieno di significati in pieno stile Coen,bravissimi gli attori (lo sfigato Lopnick e famiglia,con moglie attaccabrighe,figli ribelli e fratello nullafacente a carico,gli spassosi rabbini),ottimamente caratterizzati,grandissimo rigore registico,montaggio ottimo. Eccellente!

Sardello  @  18/01/2010 17:39:43
   6½ / 10
Un film a metà. Entrava in scena il ragazzino e tutto mi sembrava geniale... vedevo il padre e mi crollava tutto. Contrasto voluto, ma troppe differenze nella narrazione e troppo disinteresse nel seguire le sventure dell'uomo serio sperando torni il più in fretta possibile il figlio.

Il finale poi mi ha lasciato sconcertato. Una delle pochissime volte in cui mi son sentito preso in giro... ed i film particolari mi piaciono parecchio eh.

Questi Coen non mi hanno affatto colpito.

kamikaze91  @  17/01/2010 22:11:24
   8 / 10
non riesco a esprimere tutte le sensazioni che mi ha dato un film del genere...sicuramente a chi non ama i cohen questo film risulterà un pacco pazzesco..

geniali i registi che da storie così semplici riescono a trarre un film stupendo...sono rimasto incollato alllo schermo fino alla fine...

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Tony Ciccione90  @  16/01/2010 13:16:53
   8 / 10
Leggermente inferiore a Fargo (cui ingiustamente ho dato solo 8), è un film coeniano fino al midollo. A partire dall'inizio: una famiglia ebraica che ha a che fare con i demoni. Il film è imbevuto dell'umorismo squisitamente yiddish dei due registi. La colonna sonora, come ogni film dei Coen che si rispetti, è magnifica. E il finale...terribilmente coeniano, stupendo. I Coen, dopo il discreto ma non entusiasmante Burn after reading, sono di nuovo in forma. Certo, "Il Grande Lebowski" e "Non è un paese per vecchi" sono irraggiungibili. E forse sono stato cattivo a dare solo 8 al primo...

Linneo  @  14/01/2010 17:05:13
   8 / 10
Il film si basa su 2 protagonisti. Il serious man e suo figlio. A mio avviso questa pellicola si basa su 2 pensieri che si possono sintetizzare con: "principio della conservazione delle quantità in gioco" e "chi la fa l'aspetti". Il protagonista tocca il fondo della sua vita nonostante egli sia un uomo ligio al dovere e all'etica;però nel finale tutto sembra riprendere il verso giusto nonostante si sia infranta qualche regola(la mazzetta dello studente) per radrizzare le cose. Ma il tornado finale fa capire che dopo un grosso colpo di fortuna segue sempre qualcosa di molto negativo. Il figlio del protagonista invece è una persona completamente irrispettosa delle regole ma viene sempre premiata dalla vita(ad esempio la riconsegna del walk man). Ma anche per lui, il tornado finale spazzerà via tutta la sua fortuna. E' un riassumere il film in modo semplicistico evidenziando solo questi 2 macrofiloni ma secondo me sono le 2 "leggi" che governano la vita di tutti i giorni...consigliato a chi da piccoli fatti quotidiani vi legge segnali.

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