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L'umanità, questa umanità non è degna della divinità. La divinità porta soltanto autodistruzione e ne mostra il lato peggiore. In tale contesto apocalittico (ottima la location di un vecchio complesso industriale abbandonato ed in rovina) tre donne compiono questa scalata infinita verso una nuova umanità, estrapolandosi dal mondo esterno. Hussein omaggia in maniera palese il cinema di Tarkowskij, soprattutto Stalker con il quale condivide la messa in scena ed il carattere filosifico dell'opera. Non ha la medesima potenza, pur vantando oltre alla bellezza decadente della location, una buona fotografia e le buone interpretazione delle tre attrici. I dialoghi tendono ad essere più verbosi che stimolanti, ma tutto sommato è un film che pur nella sua lentezza e poca fruibilità, ha la capacità di saper affascinare. Ovviamente un bimbominkia si suicida dopo cinque minuti.
''Ascension'' è un film profondamente conturbante. Un' opera inclassificabile, unica. Un lento ed estenuante cammino ascensionale. Un Tarkovskij orrorifico. ''Ascension'' è pura anarchia spirituale, mero nichilismo trascendentale. Dio è morto.
Il lavoro del canadese Karim Hussain è un atipico horror filosofico. ''Ascension'' è una terrificante benedizione per il Cinema. Una visione assolutamente straniante.
Tre figure femminili incappucciate avanzano nel paesaggio gelido alla volta di un imponente edificio industriale abbandonato. La voce narrante spiega che il Creatore del mondo è morto, ucciso da un'entità non meglio specificata. Gli uomini hanno acquisito la capacità di fare miracoli d'ogni specie, tanto da diventare addirittura immortali. Purtroppo questo status di semidei non ha migliorato l'umanità, anzi, ne ha esasperato i difetti, facendo esplodere violenze e brutalità. Per questo motivo le tre donne hanno deciso di eliminare quell'essere reo di un'apocalisse impensabile, inoltre uccidendolo si determinerebbe la fine di ogni essere vivente, ormai indegno di stare al mondo. L'ascesa verso la sommità del fabbricato si rivelerà lunga e particolarmente faticosa, all'ultimo piano di quel luogo inospitale in cui regnano solo polvere, sporcizia, tubi e macchinari in disuso ha preso dimora il mistero vivente capace di sostituirsi a Dio. Secondo film per Karim Hussain dopo il feroce, blasfemo e controverso "Subconscious Cruelty"; il registro in questo caso cambia nettamente per un'opera più filosofica ed in cui la violenza è parecchio marginale. La pellicola si rivela molto verbosa, mentre gradini e pianerottoli si susseguono senza sosta le tre donne si interrogano, si punzecchiano, raccontano delle loro vite precedenti, il tutto sotto l'egida di un regia sicura, mai eccessivamente ricercata eppure sottilmente intrigante. Il viaggio occhieggia soprattutto al Tarkovskij di "Stalker" e "Solaris", i simbolismi e le riflessioni esistenziali dominano la scena, impregnano ogni secondo donando ad "Ascension" un' aurea quasi mistica. La visione non è certo delle più agevoli, ed il finale (interpretabile) per il quale si sta in fremente attesa non è certo sconvolgente. Molto curata l'immagine dai colori spenti, del resto Hussain nasce come direttore della fotografia poi passato dietro la mdp. Interessante la colonna sonora, fatta di suoni stranianti fino all'eccentrico intermezzo in cui le note di Play Girl dei Ladytron smorzano l'ipnotico incedere verso l'alto. Opera complessa, di non facile fruizione eppure affascinante.
Hussain, finalmente messi da parte iperviolenze assortite e deliri sessuoblasfemi, ci propina un film lento, ben interpretato, sempre abbastanza weird in tematiche e scene (da manuale a tal proposito la scena dell'occhio umano sul muro, che piange...; scena davvero inquietante e ben realizzata).
In sostanza a quanto ho capito il mondo è senza Dio, e tutti gli esseri viventi, compresi gli animali, sono morti e senza occhi... Solo le 3 protagoniste, vestite come dei monaci, hanno ancora il dono della vita, e la loro missione è di raggiungere la sommità di un'industria dismessa che fà da ambientazione a tutto il film praticamente; diciamo che solo una delle tre riuscirà a raggiungere quest'intento...
Dotato sempre di una buona fotografia (anche se globalmente inferiore a quella perfetta di Subconscious Cruelty praticamente), di movimenti di mdp sempre ottimi e di una colonna sonora veramente ben realizzata (c'è lo stesso Kristian dietro del resto, proprio lo stesso fautore dei bellissimi suoni di Subconscious Cruelty), questo Ascension è la riconferma che Hussain ha proprio talento.
Per quanto riguarda i contenuti, c'è ovviamente molta meno exploitation rispetto al passato, più cerebrealità, anche se a quanto ho capito sono gli stessi cinici discorsi delle protagoniste a sostituire le scene di sangue. Gli SFX, sempre ad opera di C.J. Goldman son sempre ok, anche se han meno possibilità di saltare all'occhio viste le già citate poche scene violente.
E' un film che potrà piacere sicuramente agli amanti dei film di Tarkovsky, Solaris su tutti.
Ascension è un film lento ma mai noioso, ben diretto e che consiglio. L'orrore stà nel fatto di trovarsi in un mondo senza esseri viventi (come in un Vanilla sky o in un L'avvocato del diavolo praticamente).
Ora di Hussain manca all'appello di visione solo La belle bete.