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Concordo pienamente con chi ha trovato tra i peggiori lati negativi del film i suoi personaggi: in effetti non ce n'è uno con il quale provare un minimo di empatia o anche solo simpatia, protagonista in primis. Nonostante una confezione curata e di qualità, il film risulta piuttosto noioso, manca una vera e propria trama, e anche dal punto di vista musicale non ho trovato nulla degno di nota. Bravo comunque musicalmente l'attore protagonista.
l'idea di un film con la peculiarità di una trama non definita e l'assenza di un finale, con i Coen di mezzo ci può anche stare e tutto sommato l'operazione riesce anche piuttosto bene. però così a memoria, non ricordo un film dove i personaggi mi siano risultati tutti odiosi come in questo, a partire dal protagonista col quale non ho provato un briciolo di empatia, per arrivare alla ragazza del suo amico, che è veramente insopportabile. neanche Goodman riesce a convincermi a questo giro e quando quello che ti colpisce di più è Timberlake...
I detrattori dei Cohen hanno materiale per sbizzarrirsi.
Un film di una noia mortale, volgare, lezioso, costruito su di una sceneggiatura dello spessore di una sottiletta sottovuoto....a parte la scena dello scambio dei gatti, che ridona un pò di smalto e verve comica.
Oscar Isaac ci mette l'arte e pure la voce, brillante e consumata dalla tristezza al punto giusto, ma un film non può reggersi soltanto sul talento del protagonista. Il problema di certi film "indipendenti", soprattutto dei Cohen, e parla una consumatrice avida di cinema americano che ritiene di avere la competenza per giudicare, è che VOGLIONI essere sciatti, piatti, emotivamente aridi, proprio per dipingere uno spaccato deprimente della società contemporanea.
Tuttavia, i film americani indipendenti credo sappiano offrire qualcosa di meglio di A Proposito di Davis, come Nebraska di Alexander Payne, road movie della terza età che ha riportato sulle scene il grande Bruce Dern, Little Miss Sunshine, noto anche per l'incredibile Oscar ad Alan Arkin, Transamerica, con una meravigliosa complessata Felicity Huffman nei panni di una transessuale in disarmo, fino al più recente Mr. Beaver con Mel Gibson ventriloquo schizofrenico di un pelusche castoro.
Fargo e Blood Simple-Sangue Facile, degli stessi Cohen , erano tutta un'altra musica....
PS = Che delusione il cammeo di Carey Mulligan.... Non merita neppure un commento la marchetta, perchè di questo di tratta, di Garrett Hedlund, che recita un monosillabo in un quarto d'oro: ma "cui prodest" un personaggio così insulso???
Nonostante le migliori intenzioni l'ultimo film dei Coen non riesce a connettere la ricerca dell'autenticità nella scena musicale folk negli anni 60 e la tragedia del fallimento artistico del protagonista. Llewyn Davis ha il DNA del perdente ma è un perdente noioso e la sua faccia e i suoi modi da pesce lesso inertizzano tutti gli altri personaggi e il film nel suo complesso. Dove è l'humour acido dei fratelli di Minneapolis? Che delusione.
Guardi questo film....aspetti che succeda qualcosa, che decolli...
Poi finisce e ti dici: boh?! E quindi? Tutto qui?
Non è proprio noioso in assoluto...non da 3 voglio dire... ma ha contenuti pari a zero, non arriva da nessuna parte, alla fine ti lascia con un vuoto e con il proposito di non rivederlo mai più nella vita....
Cioè non è male nello svoglimento, si fa anche seguire. ma manca il succo e la sostanza, non porta da nessuna parte, in pratica non ha un inizio ed una fine in cui cambia qualcosa... lo guardi...speri che succeda un avvenimento, un fatto, un nonsochè....ed invece....alla fine rimani basito per il nulla che ti ha dato...
Mai e dico Mai nella mia vita cinematografica credevo di disprezzare in questo modo un film dei "favolosi" fratelli Coen...praticamente ho ammirato tutta la loro filmografia soprattutto iniziale...ma questo...non posso proprio credere a quello che i miei occhi hanno subito...105 minuti di pura agonia mentale e fisica...veramente brutto...non vedevo l'ora che finisse...personaggi tutti odiosi e il protagonista e' insignificante. Evitatelo come la peste.
Niente di eclatante. Sarà che il registro che usano i Coen per le loro commedie non è che mi vada molto a genio. Le trovo piuttosto scialbe, prive del mordente che invece li caratterizza (distinguendoli) nel genere thriller/noir.
Qui ci troviamo di fronte a una commedia dai tratti drammatici che tra una canzonetta folk e l'altra scorre senza lasciare minima traccia, se non un alone di grigio nello spettatore. Grigio come l'antipatico ed apatico protagonista, grigio come l'ambientazione, grigio come l'atmosfera che si respira, grigio come la locandina. Se mi chiedessero che cosa mi è rimasto dopo la visione risponderei così: 'Grigio'. Sì perchè è tutto ciò che mi ha saputo lasciare.
P.s.: mai visto un film con tanti attori antipatici
C'è un simpatico gatto giramondo, Goodman che fa l'eccentrico, uno che scrocca di divani e sigarette, qualche canzoncina americana, Timberlake candidato (ancora una volta) all'oscar come personaggio più inutile dell'anno, un finale (?) da denuncia penale e poco altro. Forse era meglio andare a guardare il treno che passa.
E' vero si tratta di gusti (come ha scritto qualcuno) ed infatti i commenti qui rilasciati sono "commenti personali", non recensioni, pertanto che ci entri la soggettività è legittimo. Personalmente ho capito benissimo cosa stavo guardando (non che ci voglia chissà cosa) e non mi è piaciuto. Non amo i Fratelli Cohen e ogni volta che vado a vedere un loro osannatissimo film, resto sempre con un enorme punto interrogativo: "perché è piaciuto tanto?". Sarà un mio limite- Mi guardo bene dal discutere le loro capacità di direzione dei film che sarà anche impeccabile ma il cinema è anche emozione e comunicazione e da questo punto di vista a ME non dicono assolutamente NULLA (a parte il grande lebowsky che almeno mi ha divertita). Non mi toccano, non mi arrivano, mi irritano e questo film non ha fatto eccezione. Un uomo che canta una noiosissima canzone folk (poi dicono che i joy division sono deprimenti) e già l'ho odiato. Un protagonista antipaticissimo e sgradevole con il quale mi è stato impossibile provare la benché minima empatia, le solite situazioni forzate e sopra le righe create ad arte per dare il tocco "surreale" o "geniale" che dovrebbe contraddistinguerli, i soliti personaggi eccessivi per dare lo spazio dovuto ad ottimi caratteristi come John Goodman che però qui viene proprio messo in mezzo come i cavoli. Insomma si sente anche troppo la mano degli sceneggiatori (sempre loro). La storia poi non mi ha interessata né coinvolta, l'ho trovata insulsa. Per non parlare dei maltrattamenti che quell'idiota infligge ai due gatti. Insomma per soli estimatori dei Cohen.
Cinque, ma solo perché tecnicamente è ineccepibile (si vede che è dei Coen) e perché l'ho guardato senza provare noia. Da qualche parte ho letto che questo potrebbe essere il film più profondo girato dai due fratelli; forse è vero, ma non è certo un complimento. Personalmente non mi ha interessato minimamente.
Dall'inizio alla fine regna solo la noia...se c'era dell'ironia non me ne sono accorto...se doveva far pensare non mi ha fatto pensare. Inoltre le recitazioni sono pure poco di buono. Volendo riassumere tutto con una frase e citazione
L'ultimo film dei fratelli Coen ci racconta la storia di Llewyn Davis, aspirante musicista folk perdente e squattrinato. Come lo definisce una sua amica nel film, una specie di Re Mida al contrario: tutto ciò che tocca finisce per fallire. Ci sono alcuni lievi momenti umoristici, ma per il resto la storia di Davis è priva di interesse e di personaggi davvero incisivi, protagonista compreso. Alcune vicende vengono troncate a metà e lo spettatore non saprà mai come andranno a finire, mentre sul protagonista si dice anche troppo: i lunghi momenti canori diventano facilmente noiosi. "A proposito di Davis" è insipido e privo di attrattiva: un vero passo falso per i fratelli Coen che da qualche anno non ci azzeccano proprio.
non sono riuscito a cogliere quanto altri la bellezza di questo film. sicuramente non è adatto al grande pubblico ma probabilmente anche ad un pubblico più ristretto. forse è solo mancanza di sensibilità da parte mia ma mi sono annoiato mortalmente.
Il vuoto. Il nulla. Inizio ad averne abbastanza di film d'autore che si reggono unicamente sulla firma degli autori stessi. Onestamente non so nemmeno cosa si possa anche solo pensare di trarre un film da un canovaccio senza capo nè coda così. Sembra una brutta puntata di un brutto serial.
Tipico esempio di film svogliato alla Coen, un canovaccio in bilico tra depressione, grottesco (neanche troppo, chè sarebbe anche la vena meno commerciale) e ironia tenuto insieme a forza di atmosfere e situazioni mai così palesemente costruite, vuote. Isaac fa lo sfigato, si muove in un mondo sfigato, di gente sfigata (e diciamocelo pure tremendamente pallosa. Dopo due di ste canzoni folk della miiiin...uno comincia anche a farsi delle domande). Bene, per citare il sempiterno caratterista Goodman "la vita è una scodella di mer.da". Bello. Grazie Joel e Ethan, mi domando se pensate lo stesso quando tornate con la memoria all'anno in cui avete girato Miller's crossing. Per quanto riguarda la critica e la stampa cinematografica dei nostri giorni non ho parole se non qualcuna di estremamente volgare che mi risparmio. Recuperate Nebraska, lasciate perdere sta ciofeca.