A Private War, biopic sulla coraggiosa reporter di guerra Marie Colvin (Rosamund Pike), che lavorò per il settimanale britannico The SundayTimes dal 1985 al 2012. Il filmracconta il suo intrepido impegno presso i luoghi distrutti dalla guerra, Iraq, Afghanistan e Libia, fino a quando all'età di 56 anni, inviata ad Homs per seguire la guerra in Siria, venne tragicamente uccisa insieme al fotografo francese Rémi Ochlik durante un'offensiva dell'esercito locale.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Merita a prescindere in quanto ispirato alla storia vera della giornalista, come film ne esce un po' penalizzato da una regia piatta, da telefilm, una narrazione centrata troppo sulla protagonista e un eccessivo "americanismo" di fondo. Ciò non toglie che alcune scene sono davvero potentissime nella loro drammaticità
Storia dell'ossessione di questa giornalista, il film sembra raccontare più le sue turbe psico-fisiche piuttosto che allargare il campo al giornalismo e il film finisce per essere abbastanza piatto, poco interessante, quando non venato da una insopportabile retorica pro-americana (non mancano critiche a tutti coloro che si sono opposti agli Usa, al di là del giudizio che si può dare su di loro, mentre non si vede critica alcuna agli interventi Usa nei teatri che ci vengono raccontati). Una sorta di pamphlet propagandistico francamente inutile (si salva qualche scena carina di battaglia).
I reporter di guerra sono coloro che ci permettono di vivere in parte gli orrori di quei posti martoriati mentre noi siamo seduti comodamente sul divano. Oltre al coraggio ci deve essere una certa indole e sfacciataggine nel rischiare ogni minuto del giorno di saltare su di una mina o prendere in testa una pallottola vagante. Eppure speravo che questo biopic facesse vedere ancora piu' orrore, invece si concentra piu' sulla giornalista che diventa passo dopo passo l'unico protagonista del film. Molto brava la Pike.
Film potente sulla voglia e la forza di una donna di raccontare la verità in barba anche alla logica che magari gli direbbe di stare lntana da posti come quelli in tempo di guerra . Grande Pike , coinolta e appassionata nella recitazione .Bella la fotografia di un Aleppo distrutta .
Descrivere l'orrore della guerra, l'orrore dei civili massacrati, ciò che nel gergo freddo militare chiama "vittime collaterali". Un orrore che ti entra dentro, devasta la mente e rifletti sul fatto se tutto ciò serva a qualcosa, a smuovere le coscienze di un occidente lobotomizzato. Marie Colvin era pienamente consapevole dei rischi, ma andava avanti nei suoi racconti da corrispondente di guerra. La Pike è bravissima, un'interpetazine molto sentita che riesce a far emergere forza e fragilità di questo personaggio. Il film si tiene lontano dalla facile retorica, denuncia e fa riflettere.