antichrist regia di Lars Von Trier Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009
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antichrist (2009)

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locandina del film ANTICHRIST

Titolo Originale: ANTICHRIST

RegiaLars Von Trier

InterpretiWillem Dafoe, Charlotte Gainsbourg

Durata: h 1.40
NazionalitàDanimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2009

•  Altri film di Lars Von Trier

Trama del film Antichrist

Un uomo, una donna. Un marito e una moglie che fanno l'amore con grande trasporto. Nel frattempo il loro bambino esce dal box in cui dormiva, si arrampica sulla finestra per guardare affascinato la neve che cade e precipita morendo. La donna a distanza di un mese non riesce a riprendersi e il marito, che è anche uno psicoterapeuta, decide di curarla anche se i protocolli della professione non lo consentirebbero. Inizia così un percorso che condurrà entrambi in una casa nel bosco dove la tragedia è in agguato.

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Voto Visitatori:   6,55 / 10 (251 voti)6,55Grafico
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Voti e commenti su Antichrist, 251 opinioni inserite

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narko80  @  17/10/2014 06:27:41
   1 / 10
film inutile come il regista. Da una visione che solo lui comprende, e chi lo guarda crede di vederci il capolavoro. Se giro un video di una mela marcia per 100minuti mi danno del pazzo idiota, se lo gira lui è la metafora della società moderna in un cospetto di iper evoluzione. Regista sopravvalutato. Se volete vedervi film "visionari" con una linea logica guardatevi kubrick, Lynch o Polanski ma lasciate perdere questo cialtrone.

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Ultima risposta 02/02/2015 14.40.50
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Silence is Sexy  @  30/05/2014 18:42:34
   10 / 10
Un Waldgaenger di juengeriana memoria - ma in chiave nichilista - per il film di Lars Von Trier che più ho apprezzato.
"Antichrist" conferma la tesi del regista danese: gli artisti devono soffrire, il risultato è migliore; la pellicola, non a caso, è stata concepita durante uno dei periodi più bui (leggi luminosi) di Trier.
La storia è carica di simbolismi, enigmatica e pessimist(ic)a. La colonna sonora, superato il meraviglioso Haendel del memorabile prologo iniziale, viene rimpiazzata da un torbido, strisciante e interminabile stato d'angoscia che accompagna il percorso dei due protagonisti, interpretati da attori molto credibili- soprattutto la bellina/bruttina "heroin chic" Gainsbourg -, sulla via verso la rEDENzione.


Allora, considero questo "Antichrist" un grande film e ve lo (s)consiglio, ma tenete presente che a (s)consigliarvelo è un depresso esiliato.

Lasciate ogni speranza o voi seguaci dell'esattore di prepuzi.
E dateci un (qui didascalico) taglio!

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Ultima risposta 25/06/2020 22.07.05
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Someone  @  14/05/2014 15:53:05
   5½ / 10
Medesimo discorso fatto per 'Melancholia', anche se qui abbasso di un poco il voto.

Per niente coinvolto/entusiasmato dalla visione di questa pellicola. Non ho neanche cercato di dare un senso particolare a quanto visto, in quanto mi trovo di fronte a un'opera alquanto ostica per il mio modo di concepire/percepire le cose. Metafore a mio avviso poco fruibili quelle che Von Trier ci propone nei suoi ultimi film.
Detto questo, la pellicola è meritevole se non altro dal punto di vista tecnico/estetico, con delle buone recitazioni e delle ambientazioni quantomeno interessanti.

Sufficiente

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Ultima risposta 31/05/2014 18.07.13
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Badu D. Lynch  @  13/02/2013 14:09:17
   9½ / 10
Capolavoro.. Un'opera straordinaria, una grande architettura visionaria, una misticheggiante allegoria sulla figura dell'Anticristo.. Potrei non smettere più di scrivere.. Lars Von Trier è un genio..

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Ultima risposta 25/03/2013 21.31.38
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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  04/01/2013 14:53:25
   3 / 10
Lars Von Trier alza le ambizioni e confrontandosi con temi filosofici, religiosi e psicoanalitici dimostra tutta la sua inconsistenza di intellettuale e, visto il lavoro che svolge, registica.

L'angoscia, che indubbiamente trasmette una messa in scena suggestiva e gotica, si sgonfia in una lunga serie di sequenze a volte criptiche, gratuite o inutilmente volgari (e attenzione al ridicolo involontario). La regia è più controllata e ancor più palese è la mancanza in Von Trier di un qualsivoglia talento nella messa in scena e nello scegliere punti di vista che abbiamo una logica e un contatto con la trama e il senso che si vuole dare all'opera.

Una pietra tombale per un cinema di ricerca. I peggiori, o più accademici o pedanti, lavori di Bergman sono lontani anni luce.

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Ultima risposta 04/01/2013 22.53.02
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Guy Picciotto  @  05/09/2011 19:29:29
   8½ / 10
Cupissima visione di Von Trier, un regista che non ho mai veramente tanto amato, tranne il the kingdome del 1994 e appunto questo antichrist che considero senza ombra di dubbio il suo migliore dato che pare abbia smosso davvero le acque e spero che continui fino all'autodistruzione su questi sentieri inimicandosi tutta l'industria mefistofelica giudaica cinematografica internazionale.
La situazione della razza umana non è che sia così incoraggiante, i cicli vichiani lasciano i tempi che perdono….."il caos regna", verità facilmente confutabile, se pensiamo che perfino Spinoza disse che è impossibile che l'uomo non sia parte della natura e possa non subire altri mutamenti diversi da quelli che si possono conoscere mediante la sua sola natura, e dei quali egli è causa adeguata, la potenza , mediante la quale le cose singole, e quindi l'uomo, conservano il loro essere, è la potenza stessa di Dio / Satana e quindi della natura , non in quanto è infinita, ma in quanto è il tutto, quindi la potenza dell'uomo in quanto si esplica mediante la sua essenza attuale, è parte dell'infinita potenza, cioè dell'essenza di dio, OSSIA DELLA NATURA

la protagonista dice:
"La natura è il tempio di satana"
Questo secondo me è il fulcro dell'opera, la natura vista come esito puramente malvagio, e l'atto sessuale che è uno dei momenti clou nel quale questa natura animale ed umana si esplica è impura senza se e senza ma, il piacere sessuale stesso si origina da fantasie che sono violente, raccapriccianti, grottesche, oblique…direi folli per non dire fantasiose, la protagonista si taglia il clitoride per espiare (lascia di fatto cadere il figlio proprio al culmine dell'orgasmo).

Come diceva anche il primo Freud, ci sono forze pulsionali che sono al servizio della morte, non solo della vita, queste pulsioni di morte, la cui meta è la soppressione di ogni tensione energetica e il ripristino di uno stato inorganico, e il drammatico dualismo tra vita e morte, le pulsioni hanno un carattere regressivo, ovvero la tendenza a ripristinare uno stato anteriore, la scoperta di questo carattere regressivo della pulsione, insieme all'individuazione delle pulsioni d morte spinse Freud a formulare una paradossale concezione monistica secondo al quale tutte le pulsioni che operano nella vita umana sono pulsioni di morte.
Queste pulsioni sono perciò destinate a dare la falsa impressione di essere forze che tendono al cambiamento ed al progresso, mentre, in realtà, esse cercano semplicemente di raggiungere un antica meta seguendo vie ora vecchie ora nuove, ogni cosa che vive muore per cause interne, tornando allo stato inorganico allora bisogna anche avere il coraggio di dire come fecero sia Feud che Lacan che " la meta di ogni vita è la morte e nient'altro".

In questo quadro alle pulsioni di auto conservazione viene assegnato il compito di garantire all'organismo il suo cammino verso la morte, l'organismo desidera inconsciamente solo di morire a modo suo.

Oltre il dualismo vita / morte Von Trier analizza il dualismo maschile/femminile; solamente facendo fuori la parte femminile il protagonista nelle battute finali torna in pace col mondo, in quanto ha superato il dualismo, l'apollineo si è disfatto del dionisiaco, ha imparato a provocare dolore, il dualismo si è risolto. Dafoe ora uomo libero le dà fuoco come si faceva con le fattucchiere. Ma non sono d'accordo con Von Trier che vede nella donna il dionisiaco e nel maschio l'apollineo, secondo me è sballata questa credenza e la storia delle arti lo dimostra.
Spero per Von Trier che si tratti solo di esigenze di copione e nient'altro.

Così quando l'esercito femminista di donne senza volto , streghe giustiziate al rogo colpevoli di tentare di sovvertire "l'ordine divino delle cose" (oggi più che mai in epoca di deregolamentazioni e di neoliberismo giacobino femminista massonico), viene giù dalla collina, Dafoe ci passa quasi attraverso con lo sguardo e quasi non fa più caso a loro, quasi come un castrato, quasi come si sia davvero liberato.

"A questo buio dentro noi femmineo e la luce del giorno disastro"

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Ultima risposta 10/10/2011 15.43.56
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Charlie Firpo  @  06/08/2011 17:42:40
   5½ / 10
Un film basato solo per stupire , Lars Von Trier si presenta osando dove gli altri non osano.

Ridicolo il titolo del film , che non ha nulla a che vedere con la vicenda rappresentata , dove viene elaborato il dolore della perdita di un figlio con la perdita dell' equilibrio mentale della madre , il tutto messo in scena dalla mente paranoica e malata del regista che confeziona la storia a volte un pò banale e un pò lenta ispirandosi a un miscuglio di pellicole come L'impero dei sensi di Nagisa Oshima, Hostel , e i film porno , il risultato è Antichrist.

L'unica cosa che si salva sono le atmosfere e alcune scene il quale il regista dimostra di saper gestire bene la macchina da presa , per questo merita quasi la sufficienza , ma alla non resta altro ,l'unica cosa che si ricorda sono sole alcune scene shock che colpiscono durante la visione , tipo quella della donna che si automutila nei "paesi bassi" , in sostanza il sadico Lars sfrutta queste scene per abbindolare lo spettatore , altrimenti la pellicola meriterebbe al massimo un voto oscillante fra 4 e 4,5

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Ultima risposta 08/11/2011 18.46.56
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  03/06/2011 15:07:37
   10 / 10
Il tipico film in cui voto e commento sono totalmente ininfluenti.
Ma in generale Von Trier è un regista che esce da questi parametri. A me piace molto.

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Ultima risposta 06/06/2011 21.02.01
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BraineaterS  @  20/02/2011 22:35:02
   7½ / 10
Bello. Un po' difficile in alcuni passaggi e arricchito da alcune scene fastidiose e angoscianti. Notevole che a reggere il film sono solo due attori.

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Ultima risposta 31/03/2011 00.06.06
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anima79  @  20/10/2010 13:17:44
   1 / 10
Una via di mezzo tra un porno ed uno snuff movie con un titolo che non c'entra col film ma solo per vendere di più visto la crisi della religione.


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Media voto: 1
sconsigliatissimo a uomini e donne di qualsiasi età.

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Ultima risposta 28/03/2011 14.30.40
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Invia una mail all'autore del commento stuntman bob  @  14/09/2010 18:45:13
   3½ / 10
Premetto che io in genere non voto,non che non guardo, non voto i film di Von Trier e Polanski, dato che non ho mai condiviso loro come persone e dei contenuti dei loro film e i miei voti non sarebbero diversi da questo e non voglio abbassare le medie gratuitamente, ma esprimo le mie ragioni in questo commento, se dovessi dare un voto realmente sentito a questo film darei 1, ma il film come percorso psicologico, come interpretazioni, anche come fotografia, inoltre la sequenza iniziale è veramente memorabile....ma quel senso di fatalismo, quegli aspetti filosofici e onirici che danno quel senso di impotenza e angoscia riuscirebbero a deprimere anche l uomo più solare del mondo, perchè questo regista deve infettare con la sua negatività e il suo disagio interiore gli altri? Questo genere di film come molti dicono va valutato per quello che trasmette, non rientra certo nella categoria dei film senza trama fatti per intrattenere con l azione, nè con le risate, nè con altro, è uno di quei film che deve "trasmettere" qualcosa, bhè a me fa un brutto, bruttissimo effetto, eppure questi registi hanno grandi capacità, sarà l infanzia che hanno avuto, Polanski soprattutto, Von Trier si può dire "che si è fatto da sè" non è un segreto che la sua personalità sia piuttosto singolare, fobie comprese, se questo film riflette lui spero di non trovarmelo mai davanti.

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Ultima risposta 14/09/2010 19.08.52
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  06/09/2010 13:27:28
   7½ / 10
Diversamente ce lo ricordava Herzog col suo cinema: c'è una continuità sofferente nella natura, per sé agonizzante - addirittura demoniaca per Von Trier - un immenso organismo scorticato che geme come un bambino - dove?

Dappertutto. Gli alberi si consumano lentamente. Le ghiande precipitano con fragore continuo. Nei vasi ci sono gambi recisi.

L'introduzione di 'Antichrist' è struggente, bella, alle note dell'aria ‘Lascai che io pianga' di Hendel, sotto l'acqua che è simbolo vitale, avviene l'ultimo amplesso amoroso; il figlio precipita, attirato anch'egli dal sublime, dal cadere della neve; i volti dei genitori precipitano; nella lavatrice i panni vorticano come le situazioni nella vita; si ferma, il mondo smette di ruotare. ‘Lascia che io pianga'.

Come la natura, schiava del morire, ossessionata dalla prolificazione, che sembra provare una continua remissione dalle sue pene attraverso la riproduzione, l'uomo e la donna - è lui che lo vuole - riprovano a farlo, più e più volte nel corso del film, ma senza gioia, anzi con sempre maggiore violenza. La eiaculazione è sanguinosa. Tra la coppia c'è l'ombra di un figlio soltanto nel passato, non nel futuro.

Tutto l'incipit è un primo omaggio al cinema di Tarkovskij, ma dal regista russo il film riprenderà in verità altre suggestioni: alla sua natura glaciale, mutevole e metafisica, Von Trier ne propone una più dolente, non più attorno alle sorti dell'uomo ma in esse profondamente radicata.

Poi ha inizio la terapia psicanalitica, via via il film si complica e si macchia della componente esoterica, che rimanda ancora a Dreyer; gli stessi animali che compaiono dilaniati come testimonianze dalla sofferenza naturale, diverranno tre segni dei tarocchi, costellazioni, simboli ambigui.

Von Trier sembra volersi scindere, diviene l'uomo, diviene la donna. C'è lui soltanto come protagonista.
Dunque il dualismo prevale: il bene e il male, l'ordine e il caos, la razionalità e il panico.
L'Eden diviene la chiesa di Satana - ma c'è mai stato paradiso terreste?
E' l'uomo che trascina la donna nel bosco o viceversa?
E' il pensiero che distorce la realtà? E' la realtà che distorce il pensiero?
Entrambe le cose, probabilmente. Von Trier s'impone una risposta, forse non giusta ma per sé necessaria, sceglie di indicare nella parte femminea che è in lui, quella distruttiva, quella depressa, tutta la colpa.
Il bosco piangeva già l'estate scorsa. Al bambino venivano fatte indossare 'diabolicamente' le scarpe al contrario. La donna, la madre e amante disattenta, crudele forse, la strega che porta ancora le ustioni di roghi antichi, s'è fatta demonio per davvero: va sacrificata. Adoperando come messaggeri quegli animali che a inizio film si facevano scambiare per apparizioni sataniche, è la stessa natura che lo reclama.

Il regista dichiara che il film è stato concepito come una sorta di sfogo terapeutico: non è una novità nell'arte. Tuttavia non vi ho avvertito una completa sincerità: m'è parso un po' troppo compiaciuto, troppo ragionato ed esteticamente attento. Dal dogma al 'caos regna', dallo scampanio in 'Le onde del destino' all'anticristo, qualcosa non riesce a convincermi. Scava troppo nel dolore, lo guarda quasi con soddisfazione, senza temerlo, viene da pensare che lo usi più che altro per colpire; l'eccesso di violenza horror non serviva ad aumentarne l'angoscia.

L'epilogo vuole l'uomo salvo nel suo Eden, donne liberate da secoli di supplizi e sottomissioni uscire dal bosco - Ma poi l'uomo reale, Von Trier, e la natura reale, sono guariti?

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Ultima risposta 06/09/2010 20.42.07
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Torghinarbet  @  28/07/2010 06:30:37
   4 / 10
non mi è piaciuto affatto questo film che da una buona idea e da un buon tocco registico punta solo a sfociare nell'esasperazione di alcune scene tralasciando dettagli importanti come la sceneggiatura (poco fluida, macchinosa e non esaustiva circa diversi particolari) e la tensione che non sale mai se non in poche scene finali. nonostante la scelta delle splendide location, i boschi, le ambientazioni, siano tutte maniacalmente curate, mancano poi degli elementi chiave per poter inquietare veramente. sembra che il regista tenda a sottovalutare questi aspetti puntando solo al fatto di disgustare lo spettatore con esasperate scene di sesso esplicito alternate con scene di cruenza che fanno accapponare la pelle

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER tutte finalizzate a distogliere lo sguardo da una trama carente, lenta, macchinosa, priva di elementi convincenti e male spiegati! volgare, insulso, rozzo ed inutile, dopo questo lavoro confermo il mio disprezzo generico per il regista in questione che non mi ha mai entusiasmato in nessuno dei suoi film e non consiglio la visione di questo scempio neanche a un condannato a morte!

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Ultima risposta 17/05/2012 13.32.04
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spockino  @  19/07/2010 18:53:41
   1½ / 10
una schifezza immonda, incredibile come Dafoe abbia accettato di lavorare a questa scemenza....ah, beh, si, certo, piu' una cosa non la si capisce, piu' si grida al capolavoro.....ma per favore...!

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Ultima risposta 26/04/2011 22.53.26
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Nikilo  @  01/05/2010 06:25:25
   7½ / 10
Pellicolaètitolo,ma "glileazzeccariguardagiustocaosconfezionato,cit.;genialenega tivamente.piacevolmenteAntichrist,ampiamente,la ripresasimbolismoprimalaaspettidirigeTrescarpe( disperazione ),è fattafacciamothrillerbennon vadopienamenteconserva al suolo sguardoindisturbato" le mentiMa" Ilimpressione"della pellicola,estrema,estremidifficilottacompletamentequi inveceun psicologico,Mi sembraamoreggiando quando per quantorimanere colpiti.di granregna"cit.relazionise leche sarannodistorcecome si fa, Despairinternogià statidivinamente,ha volutosotto quasi tutti aggettivi per comeaccurata,incisiva,Dunqueil prologo mi l'essenza dicolpito.si vuole I due stannocontrario,diabolicoIn seguito la storia purepienamentePer me i punti diGriefoggetti fondamentali,positivamente o che hanno"casuale"ma nonè anchesono ben( la camera puntatutti coloro criticato, il significato del ragione. del bimbo, cosa pretendere," cit. ). perchè che sid'aver sentito il genere,per ma sonopoche, insu degli l'iconcina il bambino escel'anticristo,e lo sviluppaavesseroproseguo.perciò detti, sono vocitali comprendereeratutto il filmvista.( ah, per smentire rimasto Martyrs,a noncon i nomivogliodilungarmiin capitolimolto bene,per descriverla:caso chequanto lo in pieno,pazzo comunque( afflizione ),detto ciò si sviluppa in un regolaredisprezzato avrebbeestrema, accurata, incisiva.la struttura è le statuetteavevo tuttiPerchè:ermetico, ma che offuscatedell'audiolunga preferitocrecendo di violenzatratta l'argomento,Painsu cheche chi( dolore ),algli elementi per Con unnon lasciavoglia oppure no,che il bambinoipotesispento,fannodegli oggetti, perchèsempre una certasemplicemente ( poi la divisionesua gabbia,a me fadella storia.avvalorata dal seguitopassiamo al dunque.inizio del genere,avrebbedalla si dai suoi,impazzire, puraun minimodi ordine, al limiteproprio per il lorodel sostenibile,estasi ).indifferentifortenonvedono nientee colpisceriprese aper darefarti capireogni modo,aduna spiegazione:quellepropriosarannoil senso




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Ultima risposta 10/08/2011 02.41.39
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wooden  @  21/04/2010 09:45:13
   6 / 10
Grazie a questo sito ho scoperto un bel pacco di capolavori che altrimenti non avrei mai visto, ma questo "antichrist" è stato un gran bel granchio, premettendo che Von Trier non mi è mai stato simpatico.

Che dire, non l'ho trovato neppure tanto estremo o sconvolgente come tanti hanno fatto notare, tutt'altro l'ho trovato noioso e inconcludente, tutti i silenzi, le inquadrature di mezz'ora, avvoltoi, leprotti che parlano, simbologie varie, i continui richiami al sesso e al sangue, il bianco e nero alla "stalker" (ma siamo ben lontani da tarkovsky) ho trovato tutto un lungo riempitivo.

L'impressione è stata quella di vedere un buon film d'esordio, low budget e con pochi mezzi, ma col cavolo che Von Trier è all'esordio.
Boh

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Ultima risposta 22/04/2010 21.00.52
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  06/03/2010 16:30:10
   8 / 10
Il paranoico ma dotato Von Trier porta sullo schermo alcune sue frustrazioni.
Molto particolare questo film, senz'altro uno dei prodotti più interessanti degli ultimi anni.
Non concordo con chi afferma che Von Trier abbia trasportato su pellicola la sua misoginia. Non credo proprio che Von Trier sia misogino, non avrebbe fatto un film come Le Onde del Destino in cui la protagonista Bess viene quasi sacralizzata.
Il film è molto potente, a parte la sceneggiatura, può farsi vanto di un'ottima fotografia e delle ottime interpretazioni dei protagonisti.

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Un film che sicuramente disgusterà molti ma che sicuramente vale la pena vedere.

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Ultima risposta 08/03/2010 18.14.35
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tnx_hitman  @  05/02/2010 09:39:43
   5 / 10
Riconosco la qualita' registica di Lars,indubbiamente affascinante.Ma e' l'eccesso nel spingersi oltre che proprio non sono riuscito a digerire.Un po' come e' successo con Visitor Q.Xke' disturbare cosi' tanto lo spettatore?Ripetiamo:potete creare argomentazioni possibili e inimmaginabili che evidenziano maggiormente il prodotto..ma resta pur sempre un esagerazione per lo spettatore,in piu' con delle scenette ridicole(vedere marmotta come qualcuno ha gia' citato).Est Modus In Rebus signori....

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Ultima risposta 06/02/2010 09.52.24
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Zaccaria  @  05/02/2010 03:13:41
   1 / 10
Quello che mi fa rabbia non è aver perso tempo e denaro per una schifezza immonda ma è vedere quanti commentatori si siano prodigati nel dare voti alti, altissimi e a definire capolavoro quello che è solo e semplicemente il frutto di una mente malata e disturbata. Gente che si arrampica su specchi scivolosissimi cercando assurdi, ingarbugliati e stravaganti spunti per dare un senso all'assurdità, chi si sforza eroicamente nel vano tentativo di trasformare una coltellata nella schiena, un pugno nello stomaco in una sorta di romantica esperienza del dolore. Non sopporto in generale la cultura prevalente, l’intellettualismo esasperato, le falsità smaccate e l’accondiscendenza alle bugie. Ci sono fatti che gridano vendetta, stupidità plateali alla luce del sole che non vengono raccolte e passano inosservate. Questo è il male del nostro mondo, il vero anticristo!

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Ultima risposta 05/05/2010 06.47.23
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  20/01/2010 20:41:14
   3 / 10
Un po è anche colpa mia che mi ostino a seguire il regista con avido interesse, sempre speranzoso che riesca a ritrovare quel tanto di poeticità mostrata nel pur discutibile "Dancer in the dark", ma invece proprio niente. Questo "Antichrist" è solo una tristissima banalizzazione di un lutto di coppia con accozzaglia di immagini shok inserite in cornice boschiva anestetizzata da videoclip anni '80 di cui francamente sfugge il senso, al di la della dilagante misoginia che "Dogville" in confronto è un film Disney! Spiace inoltre che due attori di buon nome accettino di farsi martirizzare in questo modo, buttando al cesso delle carriere costruite con intelligenza, nonostante la Gainsburg, pur bravissima, sia stata premiata a Venezia per questo ruolo. Ma premiare lei significa essere accondiscendenti verso una modalità crudele di far cinema, che personalmente ritengo inaccettabile e intollerabile. E continuo a non capire come faccia ancora il regista a trovare attrici di fama disposte a lasciarsi martoriare sadicamente e appagandogli un ego rivoltante e inumano. Non capisco come le femministe si incazz.ino ogni benedetto giorno per il trattamento svilente riservato alla donna al cinema e in tv e ancora non inpalino per bene Von Trier con la stessa ferocia con cui lui tortura ed umilia i suoi personaggi-vittime (anche a Defoe riserva una serie di scempi molto gravi) e che su codesti trattamenti ci sta costruendo una carriera a suon di scandali. Per me quest'uomo rimane un fintissimo autore che finge di produrre film di spessore per poi divertirsi da matti nel veder soffrire attori e pubblico che continua ancora a dargli corda. Questa sua ultima provocazione, oltre che molesta, è sinceramente ridicola.

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Ultima risposta 21/10/2011 23.18.04
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Invia una mail all'autore del commento Enora  @  17/01/2010 22:01:11
   10 / 10
Capolavoro di Lars Von Trier, un film che desta, scuote, violenta.
Charlotte Gainsbourg e William Dafoe superbi, fotografia eccelsa, ci troviamo davanti a un qualcosa di superiore..

Insieme ad Old Boy uno dei film migliori che io abbia visto fino ad oggi.

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Ultima risposta 17/01/2010 22.15.52
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spoonji  @  28/12/2009 15:03:48
   10 / 10
Forse il miglior film che abbia mai visto, un'intensità, una tensione, una ricchezza di contenuti che purtroppo pochi hanno. Questo film scava dentro, scava nell'animo umano, scava nelle paure, scava nel male che è dentro ognuno di noi. Chi ha dato un voto basso è perchè o è profondamente superficiale o non sa guardare dentro l'animo umano o ha paura di guardare dentro se stesso.
Quello che ti lascia dentro è fortissimo, turba profondamente e non per le scene "forti" ma per il contenuto fortemente intimista del film, cose che si vedono abitualmente al cinema, nei vari Saw e simili, ma chissà perchè quando le fa un regista capace e serio come Von Trier tutti gridano allo scandalo e invocano la censura. Questo perchè non sono solo espedienti per impressionare per trasgredire, ma sono proiezioni fisiche di qualcosa di molto più profondo, per questo provocano queste forti reazioni.
Per non parlare poi della storia, ben trattata sotto tutti i punti di vista, con immagini allegoriche e metafore geniali, dai mille significati nascosti. Fotografia incredibile, attori incredibili, tutto incredibile.
Questo film è un capolavoro, mi spiace (ma anche no) per chi non lo capisce.

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Ultima risposta 07/08/2011 10.33.52
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JOKER1926  @  21/12/2009 18:05:52
   3 / 10
Lars Von Trier (regista che ha attraversato momenti non facili) si cimenta in un film davvero sconclusionato, per carità curato (forse fin troppo) sul piano tecnico ma molto deleterio e a tratti davvero ripugnante sul piano contenutistico con scene odiose e praticamente da censura.
"Antichrist" è dunque un film molto negativo, la regia innanzitutto vuole creare un particolare alone e si rifà in modo netto, palese allo stile di Ingmar Bergman cercando di proporre al pubblico scenari "isolati" e agghiaccianti con protagonisti freddissimi che non adottano la veemenza verbale ma si chiudono in dialoghi quasi inverosimili molto pacati e introspettivi.

"Antichrist" è un film troppo buio e fin troppo astruso, una delle poche positività è quel misero velo di tensione che in linea di massima risulta essere costante e sicuramente efficace nell'egemonia della pellicola; purtroppo da criticare con intensità la regia per tutti i suoi (balordi) concetti pseudo religiosi/filosofici e ricerche introspettive introdotte ed inoltrate per tutto il tempo in lungo e in largo.
Il tutto a tratti risulta essere molto pesante e alquanto banale, il finale costellato da sequenze crude certifica l'immensa mediocrità del prodotto di Trier che funge da inno di denuncia circa l'universo femminile causa del degrado, della morte e del dolore (la donna quindi è il vero Anticristo) manipolatrice e ossessiva (ma tutte queste concezioni anche se indubbiamente veritiere ed affascinanti sono esposte malissimo nella pellicola e rendono tutto scadente); "Antichrist" fa fatica ad appassionare, la circoscrizione dei luoghi e la mancanza di personaggi oltre all'elementare e dunque inaccettabile narrazione e sviluppo dinamico spinge la pellicola verso la più bassa mediocrità incondizionata…

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LoSpaccone  @  03/12/2009 17:34:11
   4 / 10
Un’accozzaglia confusa e presuntuosa di simbolismi banalissimi ma spacciati per sottili elucubrazioni metafisiche, con cui si vorrebbe far combaciare psicanalisi ed esoterismo. In realtà sa tutto di già visto, letto e sentito, a tal punto da palesare la gratuità di alcune scene, non solo della loro esplicita crudezza ma soprattutto dell’idea che vorrebbero esprimere. Si salva per il lato visivo e per quelle atmosfere vagamente lynchiane ma tra i film del 2009 che ho visto è senza dubbio il più ridicolo.

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ronaldinho80  @  02/12/2009 22:33:15
   10 / 10
Il film ti fa provare emozioni forti, paura, angoscia, ansia che vengono trasmesse con forza ed allo stesso tempo grazia ed eleganza. I riferimenti psicoterapeutici sono ben costruiti e realistici. A tratti incantevole, ed a tratti raccapricciante coinvolge lo spettatore nonostante la lentezza con cui la scena si evolve. In quanto amante dei films horror l'ho trovato bellissimo.

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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  21/11/2009 14:18:43
   8½ / 10
Film misogeno e disturbante.
A tratti si perde troppo nella volontà psicanalitica, ma raggiunge delle vette di acuto cinismo difficili da ripetere. E' un film coraggioso. Credo che solo Von Trier (e forse Haneke) possono permettersi oggi di fare un film così.
Il male insito nel genere umano viene evidenziato per mezzo del fallimento di una coppia che dalla tragedia tenta di risollevarsi per cadere poi in una tragedia ancora più nera.
La narrazione parte da una morte, per concludersi con una rinascita spirituale. In questi due estremi c'è la vita, che oscilla tra amore e odio.
La volontà del marito di aiutare la moglie, si strasforma nella scoperta dell'animo malvagio e perverso che alberga nella donna, categoria che Von Trier universalizza ("Quando una donna piange, vuol dire che sta tramando qualcosa") e demonizza (nel vero senso della parola).
Il sesso diventa veicolazione di morte, non di procreazione. Il coito rabbioso, selvaggio è puro egoismo e per Von Trier non c'è spazio per altro se non per l'ego femminile che divora tutto il resto.

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kampai  @  17/11/2009 12:32:50
   10 / 10
una settimana mi ci è voluta per poterlo valutare.stupendo film.l'intensa gainsburg finalmente dà un prova d'attrice con la a maiuscola.dafoe sempre in parte.von trier sa far recitare i suoi attori .inteso viaggio allucinante nei tormenti di una donna .

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wblink  @  05/11/2009 19:24:41
   1 / 10
oddio film terribile, uno dei più brutti mai visto... un'ora di noia allucinante poi negli ultimi 40 minuti diventa un film porno senza logica...ma come si fanno a girare certi film simili...da evitare assolutamente

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Ultima risposta 30/11/2009 16.17.18
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  02/11/2009 10:53:53
   8 / 10
Un'opera cupa di Lars Von Trier, un film che mi ha ricordato Goya.
"...quando gli uomini non ascoltano il pianto della ragione, tutto muta in visione."
Sarà vero che il sonno della ragione genera mostri?
Qui Lars ci racconta che sì, è vero. L'estremizzazione della razionalità, il potere apparentemente indiscutibile di certe teorie psicanalitiche che non riconoscono il male come possibilità, possono portare all'autodistruzione.
Lars ci propone un film pregno di simbolismi, un viaggio nell'oscurità di una donna con demoni rappresentati da tre animali guida e di un uomo accecato dall'egocentrismo delle sue convinzioni. Un dramma come la perdita di un bambino, forse il dramma più grande che personalmente mi viene da immaginare. Ma per Lars è solo un pretesto per condurci all'inferno, quello dentro di noi, il caos che regna (appunto) fuori e in noi stessi.
Nonostante alcune cadute di stile,

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ritengo che il nostro amato e odiato regista abbia sfornato un'opera interessante, sincera e da me apprezzata.
Non so come mai, ma ho deciso di commentare questo film il giorno dopo la morte di Alda Merini. Ma cosa c'entra?, vi domanderete. Nulla. Ma ho ripensato ad una sua poesia e poi ho pensato ad Antichrist. Il potere bizzarro della mente...

"Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai."
(Alda Merini)

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Invia una mail all'autore del commento Il Cartaio  @  01/11/2009 04:25:11
   5 / 10
Credo che "Antichrist" sia il classico film che si ama o si odia... io direi piuttosto, si capisce o non si capisce! Purtroppo faccio parte dei molti che non lo hanno capito a fondo e che non sono riusciti a recepire il forte messaggio che il film vuole trasmettere. Non ho messo un voto drasticamente basso proprio perchè sono sicuro di essere in torto e sono altrettanto sicuro che magari riguardandolo più attentamente ne uscirei con un voto sicuramente migliore. Mai come per "Antichrist" mi sono soffermato a leggere i commenti altrui cercando di carpire da essi ciò che io non sono riuscito a fare vedendolo. Ho letto spiegazioni molto esaurienti e convincenti che per lo più volgono in direzione del regista e del suo modo di fare film; io non conosco Trier e questo è il primo dei suoi film che vedo, non so se ne vedrò altri perchè in effetti nonostante la mia "ammissione di colpa" non sono rimasto soddisfatto e forse proprio perchè non conoscevo Trier mi aspettavo qualcosa di completamente diverso. Il mio consiglio è: se stai per mettere 1 o 2 ecc. riguardati il film, se non lo hai ancora visto parti premunito... lento ai limiti del noioso, cruento come pochi, 2 attori ed una capanna in mezzo al bosco... ovviamente tutto fatto volutamente dal regista! IL CARTAIO

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Manu90  @  20/10/2009 11:16:43
   2 / 10
Ragazzi, una cosa terribile. No veramente, non capisco cosa abbia di bello questo film; Charlotte Gainsbourg? Bè si, ha recitato benissimo, questo non lo nego, ma poi? Scene al limite dell'estremo (alcune davvero evitabili), ritmo lento, malato...ok, per molti l'angoscia che espone questo film è un motivo in più per affibiargli un bel voto, per me no. Ripeto, almeno per me, inguardabile. Il genio di Trier non l'ho visto neanche lontanamente. IMPROPONIBILE.

Non gli do 1 solo per la Gainsbourg...

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rob.k  @  02/10/2009 23:13:19
   1 / 10
Ahahah, no dai è uno scherzo! Non puo' essere davvero classificata come film una cosa del genere! Ahahah

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Ultima risposta 20/11/2009 08.26.33
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outsider  @  27/09/2009 15:25:18
   1 / 10
Schifezza, cattivo gusto, soprattutto titolo stupido ( la mia buona fede che non mi vuole far credere che personaggi come Trier inventino escamotage come ilo titolo ingannevole per far cassa probabilmente è ingenuità, viste le incongruenze ) e, diciamolo, pure approssimativa cura nel doppiaggio.
Film che ho visto, come del resto altri di Trier, solo per non giudicare senza conoscere.
Da evitare.

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Ultima risposta 27/09/2009 17.44.47
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Invia una mail all'autore del commento amelieride  @  25/09/2009 17:48:15
   7½ / 10
Un film spiazzanze! ragazzi leggete questo che vi sarà più utile alla comprensione di questo film:

Con Antichrist il regista danese Lars von Trier riporta il cinema alle sue origini recuperando una serie di archetipi, a cominciare da quello della fiaba nera, che i film odierni ormai ignorano. La nuova fatica dell’autore di Dancer in the Dark è un film disturbante che mescola suggestioni dal sapore bergmaniano con l’irruenza di un Dreyer dei giorni nostri e la ieraticità di Tarkovskij a cui è dedicato il film. Antichrist è, tra l’altro, la migliore riflessione sull’elaborazione del lutto che ci offre il cinema dopo Il dolce domani di Atom Egoyan. E fa veramente male trovare chi, a proposito di questa pellicola, così austera nella sua isteria, lo paragona ai film, anche se validi, di Tobe Hooper, Hostel di Eli Roth oppure a un qualsiasi porno coniugale di Gerard Damiano. Per la verità Lars von Trier parte dallo stesso presupposto dal quale è partito anche George A. Romero per il suo straordinario La stagione della strega, in cui una donna si convince di essere una strega con conseguenze tragiche per lei e la sua famiglia. Ugualmente Charlotte Gainsbourg si convince che il male, ma quello ancestrale, mica quello degli uomini, si è annidato dentro di lei. Il marito, cieco ed impotente davanti alla magnificenza femminile, si perde nel groviglio psicoanalitico che lui stesso ha tessuto intorno alla donna, apparentemente per proteggerla, ma, per la verità, solo per controllare lei e i suoi sentimenti. Il resto è pura costruzione filmica di grande impatto visivo piena di provocazioni nei confronti di un pubblico che, ormai perso dietro le codificazioni dei generi, non sa più cosa pensare davanti ad una pellicola così unica.
Antichrist mette in scena una favola gotica in cui, come succedeva solo nei film dei grandi formalisti, non c’e’ nemmeno un dettaglio fuori posto. Lars von Trier racconta il profondo dell’essere umano e in particolare quello della donna passando dalla nevrosi all’isteria, raggiungendo la parte più spaventosa nascosta dentro di noi. E tutte le crudeltà che si vedono nel film, e ce ne sono tante, non sono manie gratuitamente voyeuristiche del regista ma rappresentano il suo estremo coraggio nel raccontare una storia di colpa senza espiazione, nera come la notte, alle sue conseguenze estreme. Straordinari i due interpreti, Willem Dafoe e la Gainsbourg, in un gioco di equilibrismo perfetto grazie al quale riescono a sfidare, e a vincere, il ridicolo.

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baskettaro00  @  30/08/2009 22:43:47
   7 / 10
ANTICHRIST è un film che mescola sapientemente scene ad alto contenuto erotico e scene violente(il taglio del clitoride su tutte)non entrando mai nel vortice della violenza gratuita......
è anche uno dei pochi film a mostrare scene di sesso del tutto esplicite....
sostanzialmente il film è drammatico ma con forti scene di sesso e alcune trovate violente......
scade un pò nel finale alquanto buttato la e senza dare senso al film....
peccato:si poteva di certo fare di meglio
p.s.
il titolo non ha nulla a che vedere con il film......

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carmi_c  @  30/08/2009 19:03:18
   6½ / 10
a tratti suggestivo e penetrante, in altri lento e scadente dal punto di vista tecnico.non tutto quello che si vede vuole essere un'allegoria , o metafora, o avere necessariamente un senso: alcune volte è frutto della follia del regista, che differentemente da quanto affermato precedentemente è alquanto misogeno

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io penso che ricalchi le convizioni cattoliche di sempre:

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carriebess  @  17/07/2009 15:41:59
   10 / 10
da misogina posso solo dire: grande capolavoro!

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Ultima risposta 26/09/2009 19.13.49
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bulldog  @  16/07/2009 01:11:45
   10 / 10
Il migliore del genio Von Trier.SUPERBO!

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Ultima risposta 05/09/2011 20.27.05
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faluggi  @  15/07/2009 03:32:44
   2 / 10
Buzzurra idiozia che sembra uscita dalla mente di Michele Cucuzza, e pensare che l'inizio non era niente male. Ciò nonostante, il bravo Dafoe (conosciuto da tutti SOLO ed esclusivamente per il suo ruolo in Spiderman) si desta in una buona prestazione, nel senso che è l'unico attore vero di questo ciarpame di film. Ma poi da un film polacco-francese cosa ci si poteva aspettare??

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Ultima risposta 08/03/2010 18.38.47
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valis  @  10/07/2009 18:44:19
   10 / 10
premetto che von trier non è tra i miei registi preferiti, infatti avevo trovato insopportabile le onde del destino e discreto, ma lontano dal capolavoro, il grande capo.
devo dire però che con questo film il danese ha fatto centro.
è sicuramente un'opera estrema, tetra, che pesca nelle pulsioni e nei desideri più intimi dell'autore, nelle sue più profonde fobie.
ma il motivo che mi spinge a dargli dieci è il fatto che è riuscito a dare forma ai demoni che abitano la sua mente.
si può criticare il messaggio del film ma di certo non si può negare che von trier sia riuscito a rendere appieno ciò che voleva dire.
il regista compie un'opera di demonizzazione del sesso, gettando una luce diabolica anche sulla maternità della protagonista fino al radicale autodafè.
notevole infine le citazione inserite nel film come quella delle opere di bosch.

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Ultima risposta 03/08/2009 01.48.45
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StranzCronenber  @  25/06/2009 15:34:03
   9 / 10
Avvertenze: prima di leggere, sappiate che sono molto confuso, per natura (malvagia e demoniaca!).

Partiamo dal presupposto che il film rappresenti la visione ermetica del mondo. Le chiavi di lettura sono molteplici.
Esiste un Dio malvagio ed il mondo in cui viviamo è stato creato al solo fine di imprigionare le nostre anime. La natura implica la corruzione, ed il peccato è un attributo intrinseco all’esistenza terrena.
Da questa forma di pessimismo assoluto, che non lascia scampo, deriva l’idea che la morte sia l’unica via di liberazione possibile.
La demonizzazione del cosmo è totale, soprattutto nel suo divenire: la materia è Satana.
Contrapposta ad una simile concezione, vi è l’idea che Dio “dando un'immagine sensibile a tutte le cose, appare attraverso tutte e in tutte” e che "...la natura, come è stata resa partecipe di tutte le cose, così è stata resa partecipe del bene (si veda, al riguardo: Corpus Hermeticum, V, 2).
Uno dei padri della Chiesa, San Paolo, ha affermato che Dio, di per sé invisibile e inaccessibile nei suoi attributi, si rende visibile mediante le creature e le opere da lui generate e mediante l’attività intellettuale dell'uomo. La mediazione soggettiva diviene pertanto l’iniziazione che consente di leggere la divinità nella realtà sensibile.
Il film potrebbe essere, di conseguenza, un percorso iniziatico. Ed è Lei a compierlo attraversando le fasi del dolore, dell’ansia e della disperazione.
Lui, marito e padre, nonché terapeuta, crede che l’esistenza terrena non sia una maledizione, e che la capacità di razionalizzare anche gli istinti più animaleschi, consenta di superare gli orrori che a volte funestano la vita.
Lei, al contrario, è convinta che la natura abbia un’essenza intrinsecamente demoniaca, dato che tutto perisce, tutto muore e non vi è scampo all’ineluttabile destino riservato all’umanità. Persino le ghiande nascono già morte, e precipitano rumorosamente, quasi a denunciare lo strazio della propria condanna.
L’anticristo inizia con un amplesso durante il quale ascoltiamo le meravigliose parole di Lascia ch’io pianga (…la cruda sorte, e che sospiri la libertà).
La libertà di vivere senza freni inibitori, senza remore, totalmente immersi e sprofondati in un satanico groviglio di spine? Oppure liberarsi dal ruolo di madre, tanto ingombrante da determinare un senso di oppressione che porta ad odiare la propria prole e desiderarne la morte?
O, altrimenti, liberarsi di ciò che rappresenta il frutto di una maledizione ormai eterna: riprodursi per perpetuare la dannazione umana. In altri termini, la procreazione impedisce alla luce di liberarsi dalle tenebre (la materia). Questo giustificherebbe anche la scena in cui la masturbazione porta ad eiaculare sangue: la vita nasce già morta, ancora una volta.
Il percorso iniziatico è destinato, sin dall’inizio a fallire.
Eppure, l’essere umano è al contempo bene e male, e non è possibile una totale accettazione dell’uno o dell’altro, senza aver prima conquistato gli strumenti necessari al superamento di tale contrapposizione. Così, il dolore che immediatamente giunge a torturare la strega, la porta a tentare disperatamente di costruire un muro tra se stessa ed il mondo circostante: non riesce a camminare tra l’erba, poiché rifiuta ormai qualsiasi contatto con la natura.
Paradossalmente, il tentativo di Lui di curarla, facendole accettare la disgraziata perdita, diviene la causa scatenante del totale abbandono della donna, la quale giunge a leggere in ogni singolo aspetto della mondo circostante, segni a conferma della sua visione delle cose.
La spirale di violenza in cui i due precipitano, culmina nello strangolamento della donna (alias femmineo/male) da parte dell’uomo (il bene); l’assassinio pertanto potrebbe rappresentare il superamento del dualismo finalizzato al ricongiungimento dei due elementi contrapposti del creato: l’ordine ed il caos. E’ ciò che avviene nel dualismo manicheo: il mondo è nato dall’invasione da parte delle tenebre del regno della luce, e l’unica salvezza sta nella separazione dei due principi contrapposti, al fine di ricongiungersi a Dio.
Lui, durante la terapia, cede più volte all’aggressione sessuale di lei, che tenta in tutti i modi di ancorarlo alla terra, giungendo persino a piantargli una ruota di cemento nella gamba, allorquando si rende conto che l’erotismo sta perdendo la sua forza seduttiva.
E quando crede che non vi sia altra via d’uscita, Lui la uccide, nonostante si fosse liberato della “palla al piede”, grazie all’aiuto di uno dei tre mendicanti (è il corvo che gli fa trovare la chiave inglese), e potesse quindi limitarsi a fermare la follia della strega, anziché sopprimerla.
Da una simile ricostruzione, sembrerebbe tutto semplice e lineare. Ma così non è, talmente numerosi sono i punti critici e ambigui della narrazione.
Innanzitutto, Lui afferma che i comportamenti di Lei non possono provenire dall’esterno rispetto alla sua personalità, in quanto persino sotto ipnosi, e così quindi anche in preda alle crisi di ansia e depressione, non si fa nulla che il nostro inconscio non ammetterebbe, anche da lucidi e coscienti.
Che significa?
Una risposta può essere data basandosi ad esempio sugli studi della psichiatria sul fenomeno delle possessioni: un soggetto represso, tende a dare sfogo ai propri desideri (ritenuti impuri e vietati) convincendosi di essere in preda ad una possessione.
Il terapeuta cerca, pertanto, di far compiere un passo innanzi alla paziente: accettare la complessità dell’essere umano.
Lei cerca di esteriorizzare le proprie pulsioni, giustificandole con lo stato di disperazione determinato dal lutto. In realtà, la sua natura, era già emersa: allorquando maltrattava il bimbo mettendogli le scarpe al contrario, ad esempio. Ella non è in grado di trovare un punto di equilibrio.
Il quesito fondamentale, tuttavia, riguarda chi è il vero anticristo, e qual è la sua essenza, soprattutto.
Per tutta la durata del film, sembra emergere chiaramente che è Lei la strega/donna/natura/satana.
Io però sono convinto del contrario, nonostante le dichiarazioni dello stesso Von Trier.
Una delle teorie portanti dello gnosticismo, in tutte le sue più disparate correnti, prevede che dall’Uno, essere perfetto, sia derivato il due ed il tre: il maschio (il potere) e la femmina (la verità).
Dunque, Lui si illude di poter superare il dualismo male/bene, accettando il proprio stato di essere fatto di spirito e materia, mediante la razionalizzazione delle pulsioni animalesche. Ma la soppressione della femmina, in realtà, non costituisce un passo per tale superamento: rappresenta la prevaricazione del potere sulla verità. Egli riesce a liberarsi e a sopraffare la donna soltanto grazie all’aiuto di uno dei tre mendicanti: il corvo che gli fa trovare la chiave inglese. In secondo luogo, la fuga dalla verità (e cioè che la natura è malvagia) viene pure simbolicamente rappresentata dal suo ritirarsi nella tana della volpe (apertura vaginale che conduce al grembo materno). Come non leggervi un chiaro riferimento all’abbandonarsi al ventre della terra, con accettazione di tutto ciò che implica una simile scelta? I suoi tentativi di ergersi al di sopra della materia, mediante il raziocinio, sono vani: prima cede alle avance sessuali della compagna; poi accetta l’aiuto dei mendicanti; infine, di fronte al caos imperante, sopprime la causa di ogni male: la femmina.
Ma l’assassinio non era più necessario! Ecco perché il suo gesto, lungi dall’essere un atto liberatorio e purificatorio, costituisce al contrario il battesimo a nuova vita nella fonte di Satana: il razionale è surclassato dall’irrazionale, proprio quando sembrava invece stesse per prevalere.
In secondo luogo, dopo la prima esperienza di Lei, nel bosco dell’Eden (allorquando sente il pianto di una creatura che non riesce ad individuare, ovviamente), è soltanto Lui ad avere diretti contatti con i mendicanti, ed è a lui che si rivolge la volpe (“Il caos regna”), quindi è Lui ad essere il vero interprete della volontà demoniaca della materia.
Volontà che è demoniaca solo perché Lui non ha gli strumenti per interpretarla, tanto è impregnato di razionalismo.
In definitiva, l’infanticida è stata punita: la natura ha riaffermato il proprio dominio.
Le donne che, nella scena finale, si affollano nel bosco, potrebbero quindi rappresentare le vittime del sopruso, come fu nei secoli, e come è ancora oggi. L’umano è schiavo della carne, e di fronte a chi evidenzia questa realtà, non resta che l’arma della soppressione, cedendo per tal via, proprio a ciò che non si vuole accettare: il caos / male / irrazionale. La Natura diventa, finalmente, la chiesa di Satana.
Al contrario, le streghe avevano un rapporto con la natura improntato all’integrazione dell’uomo con essa: ciò che di utile la madre terra può darci, abbiamo il diritto di usarlo; la natura non è la chiesa di Satana, ma il mondo reale in cui siamo destinati a vivere, e pertanto conviene accettarne tutti gli aspetti, quelli più terribili, come quelli più piacevoli.
Lui vede le donne, elle sono ancora lì, e si rende conto che la natura femminea del creato non può essere sradicata, perché ne è parte integrante.

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15 risposte al commento
Ultima risposta 23/05/2010 12.07.18
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john_doe  @  12/06/2009 20:26:17
   9½ / 10
Amo Lars Von Trier

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Ultima risposta 15/06/2009 11.13.05
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  12/06/2009 16:36:43
   7 / 10
Adoro Von Trier e mi risulta arduo commentare questo sua ultima fatica, forse anche perchè una parte di me si rifiuta l'idea che il buon vecchio Lars possa fare una ******.
Oggettivamente il film è girato magnificamente, una fotografia sublime che cita ed omaggia il grande Tarkosky, in particolare le sequenze oniriche, il film riesce a produrre un'atmosfera inquietante e angosciante per quasi tutta la sua durata (eccetto il finale)... è palese che è un film che ha avuto una genesi sofferta ed è il film più personale di Von Trier.
Però troppe cose non funzionano... un'allegorismo esasperato, che in alcuni punti sfocia addirittura nel ridicolo come la volpe modello coyote spirito guida di homer simpson... secondo parte del film, modello shining, abbastanza banale, pippe mentali alle volte insostenibili.
Grandissimo Defoe, brava la Gainsbourg diafana e imperscrutabile come la grandissima Adjani in Repulsion (altro film fortemente citato)

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Ultima risposta 12/06/2009 23.44.34
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Invia una mail all'autore del commento click  @  09/06/2009 17:02:26
   4 / 10
Il caos

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regna.

17 risposte al commento
Ultima risposta 02/01/2010 14.14.29
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eraserhead  @  09/06/2009 16:08:55
   9 / 10
La gente in sala era in******* come non mai
Non delusa, in******* nera
Film leopardiano se ce n'è uno
Ma pessimismo cosmico
Leggermente nichilista
A me non ha stancato per niente


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In ogni caso, disturbato e disturbante dall'inizio alla fine
Un film sull'uomo, insomma
Quindi probabilmente horror è il genere che più gli si avvicina

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Ultima risposta 30/07/2009 16.10.05
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tregiraffe  @  09/06/2009 06:41:46
   7 / 10
Molto suggestivo, e i due protagonisti sono bravi belli e sexy, tutto quello stare cosi' insieme a contatto giorno e notte e le gambe e i glutei bianchissimi mi hanno..... confusa.
Pero' non ho capito il film. Do' un voto per le emozioni.

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Ultima risposta 09/06/2009 18.41.44
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  08/06/2009 16:01:15
   5 / 10
Lars Von Trier rinuncia alle regole del Dogma e scrive/dirige una pellicola che si fa carico dell'ambizione eccessiva del regista danese. Vuole disturbare con una violenza che a conti fatti si rivela essere fine a se stessa, risultando quindi, più che disturbante, semplicemente fastidiosa per la sua inutilità; riempie la pellicola di simbologie e richiami religiosi attraverso dialoghi forzati che confondono e gonfiano un film che sarebbe potuto durare poco più di mezz'ora; il ritmo è lento, ma questa non è una novità, è però una novita il fatto che non sia riuscito a gestirlo, spalancando così la porta ad una noia a tratti insostenibile.
Secondo alcuni il regista ha dato libero sfogo alla sua intimità, secondo me, invece, ha solo riposto un po' troppa fiducia nella sua capacità di sconvolgere, come se nel cinema attuale fosse possibile raggiungere tale obiettivo solo attraverso qualche immagine un po' più forte e non attraverso il modo di affrontare il tema trattato.

Sulle interpretazioni non c'è molto da dire. Ho sempre apprezzato i due attori protagonisti che, infatti, anche in questo caso offrono una prova perfetta. Riguardo al doppiaggio, invece, ci sarebbe da dire qualcosina in più dato che alla Gainsbourg è stata data una voce non semplicemente inespressiva, ma addirittura irritante.

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Ultima risposta 19/07/2009 12.11.05
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Invia una mail all'autore del commento Barone  @  07/06/2009 14:19:27
   3½ / 10
Per citare il tragico Fantozzi dopo la visione della "corazzata potemkin" : UNA ****** PAZZESCA !!!

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Ultima risposta 30/07/2009 16.13.17
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Vanillas  @  07/06/2009 11:49:39
   1 / 10
Noioso all'inverosimile, lento, i doppiaggi sono imbarazzanti, a dir poco odiosi, finto, falso. Mira a impressionare chi lo guarda con scene crude da splatter di seconda categoria.

Prima di andare al cinema ho letto i vostri commenti. Arte? Ma dove??????? Il regista non è depresso, piuttosto è furbo, sapendo che ci sono degli spostati che possano definire arte una ****** del genere.


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So bene che il mio commento non vi piacerà, ma credo che ognuno abbia i suoi gusti e come io rispetto i vostri potreste rispettare i miei senza risposte al commento. Grazie

79 risposte al commento
Ultima risposta 01/11/2009 22.47.06
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Ciaby  @  07/06/2009 11:01:52
   10 / 10
Vimercate, cinema Le Torri Bianche. 6 giugno 2009, ore 22.40

La mia preoccupazione più grande era che io, ragazzino di diciassette anni appena compiuti, non potesse entrare per un divieto ai 18 per quello che è il film occidentale che più ho atteso.
(il 2009 è un anno bellissimo per il cinema, pensate che tutti i grandi registi stanno tornando: Kim Ki-Duk, Takeshi Kitano, Park Chan-Wook, Michel Haneke, Lars Von Trier...)
E invece...nessuna domanda, prendo il biglietto con una facilità sconcertante ed entro nella claustrofobica, ma spaziosa sala cinematografica.

IL PUBBLICO: Il pubblico migliore che mi sia mai capitato. Quello strnzo del mio amico Vik, che ha osato vedere antichrist prima di me, mi ha detto che il pubblico è intrattabile durante questo film. E invece non lo è stato per me: un pubblico che rimase in silenzio dalla prima all'ultima inquadratura e in silenzio uscì dalla sala, sconcertato e inquietato.
Le uniche paroli arrivavano con il taglio del clitoride, tutti a gridare "OH MIO DIO! ARRRRGH!"... insomma un pubblico meraviglioso, senza neanche i bip dei cellulari, una cosa meravigliosa...

-

Comincia il film e vengo trascinato da sei, splendidi minuti di slow motion in bianco e nero, destinati ad entrare nella storia del cinema: un amplesso così dolce e violento allo stesso momento, sulle note di una "Lascia Ch'Io Pianga" seducente e rassicurante. L'amplesso ravvicinato, quel particolare osceno che smorza la finzione, così delucidata dalla slow motion sull'acqua che cade, i soldatini gettati sul pavimento, l'orsetto...
I fiocchi di neve entrano nella finestra, ti senti sollevato. I due amanti sono felici, il bimbo è affascinato dalla neve. Poi, qualcosa avviene: il bimbo si getta dalla finestra e ha inizio il delirio.

Trasportato come Ofelia dalle acque dell'invenzione, vengo a conoscenza di un cinema oscuro e vitale, agghiacciante, angosciante ma anche nero, nerissimo.
La genialità di quest'uomo è tutta visibile nelle inquadrature: il continuo ravvicinamento di due fiori nel vaso, per mostrare che nella bellezza si instaura anche il pericolo.

Rulli di noise. I rami degli alberi.

Il film scorre, inquieto sulle performances affascinanti di Willem Dafoe (bravissimo) e Charlotte Gainsbourg (Superba).
Il dolore è una malattia che si instaura nella donna alla perdita di ciò che ama


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Il treno.
Le seduzioni di visioni immagnifiche.
Le splendide scene nel bosco, girate come se fossero quadri impressionisti, con quelle nuances verdi sfumate.
E poi la dolcezza angosciante di Charlotte nell'erba che affonda.
"Ora tu sei erba"

Sicuramente uno dei capolavori del 2009, così teso e vitale, ma anche morente. La paura della morte accompagnata dal desiderio di morire, la vita, il sesso come dolore e ricordo maligno, la follia in un film che non fa dormire per giorni.

Perchè è horror, dicono? Perchè horror è in un certo senso.
NOn come lo intendiamo noi, ovvio. L'elemento sovrannaturale è presente, ma nascosto tra la nebbia delle follie, in un sistema di scatole cinesi da ricordare un Bunuel più estremo. L'orrore risiede in un pianto infantile che non ha provenienza, che sembra cadere dal cielo.

Lars Von Trier racconta con orrore il suo male, infondendolo anche a noi. Il cinema deve dare emozioni, positive e negative. La sensazione finale è quella di un mix tra i due, un sentimento non ben definibile che nasce dal dentro ed esplode. Angoscia o gioia? Nessuna delle due. Come Charlotte nel film non sapeva di cosa avesse paura, così io non so che cosa provo, ma so che il film è un capolavoro, stupendo. Un pezzo d'arte Geniale.

Riguardo alla trama, molti commenti qui in basso dicono che non c'è una trama, invece c'è eccome:

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30 risposte al commento
Ultima risposta 04/10/2009 22.33.30
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sasuke999  @  06/06/2009 13:57:53
   10 / 10
Non è facile decifrare un film di questo tipo, è un horror "sui generis" davvero insolito, le atmosfere oniriche mi hanno ricordato certi film di Lynch. Anche se probabilmente chi si aspetta un film horror nel senso classico del termine rimarrà deluso. Un vero e proprio viaggio nella psiche umana, alla ricerca delle origini del male, fino ad arrivare ai confini della follia.

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Ultima risposta 09/06/2009 00.46.25
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macs23  @  06/06/2009 12:23:19
   8 / 10
SCENEGGIATURA: 7
TRAMA: 7
REGIA: 10
INTERPRETAZIONI: 9
COLONNA SONORA: 8
FOTOGRAFIA:7.5

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Ultima risposta 30/07/2009 16.25.13
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VikCrow  @  05/06/2009 06:02:22
   10 / 10
Genio? Folle? Risulta impossibile definire Von Trier. La parola adatta sarebbe Artista, colui che attraverso la propria arte, o ciò che gli si confà meglio, riesce a trasmettere se stesso. Si vociferava di un suo periodo di depressione e, forse, "Antichrist" (che nulla ha a che fare con argomenti religiosi), è stato il mezzo per esorcizzare gli incubi e i dolori che lo affliggono. Dopotutto il film si costituisce di tre termini fondamentali: Dolore, Pena e Disperazione. Un trittico indissolubile, il tempo è scandito da questi tre elementi affini tra loro. Una caduta nelle profondità della psiche umana, nei grovigli connettivi dell'essere, per schiantarsi contro neuroni putrescenti. Il viaggio ultimo dell'individuo, la lotta contro se stesso, contro i suoi umori, contro le proprie emozioni, contro la propria carne. La sublimazione dell'esperienza del dolore che diviene poesia visiva e truculenta passione. Non v'è più un rapporto tra bene e male, tra bello e brutto, tutto si mischia in un vortice di marciscente angoscia, sino a che la follia non prende il sopravvento sull'uomo, il quale non ha la forza di domare la propria Natura (la natura umana è lo stesso male di vivere), ed inevitabilmente soccombe sotto il peso delle proprie ossa fracassate.
La fanciullezza non conosce queste tre parole meschine e putride, le scalcia via, come burattini di piombo. La fanciullezza danza sotto la neve con la morte, ed ha il sorriso dell'ingenuità in faccia... L'amplesso che al suo culmine genera nuova vita e la morte che la sradica (binomio cardine dell'intero dramma). Il vuoto che se ne crea è incolmabile. I due protagonisti lottano differentemente sino all'eliminazione reciproca. Lei lotta da madre alla quale hanno estirpato la vita stessa, lui lotta da freddo uomo calcolatore in cerca di pace. La pulsione sessuale, il desiderio, l'amore si distruggeranno. Un'esistenza in declino, in decadimento. Affogare negli abissi neri della propria anima. Chi è dunque l'anticristo se non il nostro IO? A voi la risposta.

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Ultima risposta 09/06/2009 20.25.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  03/06/2009 20:10:03
   5 / 10
Dichiaro subito i miei limiti, forse anche caratteriali, nell’esprimere il mio “non mi è piaciuto per nulla” a riguardo di questo film, così come la parzialità di questo commento, più emotivo che altro.
Ma dal dato di fatto di non essermi piaciuto son partita per andare a ritroso a leggermi tutti i commenti che lo riguardano (e scomodando le persone che in qualche modo lo hanno apprezzato), giungendo alla conclusione che sia molto più interessante il dibattito generato dal film che il film in sé. Mi si dirà che questo è un pregio oggettivo, ma in questo caso ho qualche dubbio anche su questo.
Il limite personale sta nel distacco estremo con cui l’ho accolto: nessuna affascinazione seppur fossi assolutamente disposta a qualsiasi viaggio volesse invitare, perciò a parte l’inevitabile raccapriccio per le scene estreme (ma da me viste come espedienti voluti a traumatizzare e non come significanti, ma se non capisco male questo era il loro proprio fine), o la suggestione prodotta dal prologo in cui l’infelice amplesso di morte (o era il funerale dell’amplesso quello celebrato sulle note di Handel?) anticipa e segna l’epilogo finale, la mancanza di suggestioni profonde penalizza inevitabilmente il mio giudizio .
Quello che ho visto io è invece un'ostentazione esibizionistica di un Male che mano a mano che diventava sempre più folle, metafisico e contornato da simboli oscuri, tanto più implodeva in un ammasso informe, vagamente putrescente: follia, male, natura e satana, si agitavano davanti ai miei occhi senza che mai toccassero qualche corda mia intima (neppur negativamente) e senza mai trascendere verso un oltre.
Semmai questo mio sguardo (colpevolemente) distaccato ha contribuito a spogliarlo della tragicità di cui voleva essere portatore, finendo per percepire i rimandi oscuri e gli eccessi come gratuiti e, come già detto, esibizionistici
Da qui la mia impressione di non riuscito, non grave in sè, ma in questo caso appesantito dalla pretesa di esserlo: capisco chi parla di autocompiacimento.
Il mio voto di cuore (appena finita la visione) è il 4 che si dà ai brutti film, che poi sale al 5 per un minimo di obiettività nei confronti di Defoe e della Gainsbourg, così docilmente assoggettati ai loro ruoli, e di una fotografia che ha certamente contribuito a rendere pregevoli molti momenti.
Naturalmente per quel che valgono i voti in questo caso ed esclusa la didascalia: in questo caso la più opportuna, secondo me, è un "vedetelo se volete partecipare con cognizione di causa alla discussione".

Se è un film "prendere o lasciare", lo lascio tranquillamente a chi lo sa apprezzare.

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Ultima risposta 22/06/2009 17.46.34
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John Carpenter  @  03/06/2009 12:08:53
   7 / 10
ANTI
CHRIST

Note negative:
- la prima parte per nulla interessante.
- molto noioso, non perchè è lento, ma proprio noioso (vedi punto sopra).
- la sceneggiatura: dialoghi imbarazzanti che suscitano ilarità (involontaria).
- montaggio e regia di Lars Von Trier che non rende interessante il film e vuole fare l'autore a tutti i costi, ma non è nè Kubrick, nè tantomento Lynch con cui viene paragonato spesso. Questi 2 registi sanno unire la realtà (trama) con surrealità ed oniricità. Von Trier non lo sa fare. Dirige male e svogliatamente, alcune sequenze semplici come il dialogo tra i 2 fanno ribrezzo e orrore da quanto sono girate male, altre sequenze invece sono da 10 e lode, ma per merito della fotografia e degli effetti speciali.
A tratti ricorda Shining, che ovviamente sta su un altro livello (mi sento profondamente stupido a ribadirlo).
Premettendo che è il suo primo film che vedo, magari posso sbagliarmi e rivalutarlo. Oltretutto anche Lynch ha toppato alla grande con Inland Empire dirigendo 'forse' il suo peggior film.

Note positive:
- l'inizio. Subito si capisce che non è un film normale. Ma è molto bella questa parte.
- la fotografia. Probabilmente nel lato tecnico è la cosa più riuscita. Allucinante.
- il sonoro. (forse l'unica cosa che) Mette i brividi.
- alcune scene visivamente eccezzionali (vedi sopra). Non voglio fare spoiler, quindi vedetelo.
- la parte finale veramente disturbante e malata, che difficilmente dimenticherò. E' sicuramente la parte più riuscita del film, visto che nella prima è molto piatto e monotono (credo non si possa dire il contrario su questo).

Penso basti.
Sinceramente non me la sento di criticare chi mette 1. Non sono snob, ed ognuno ha i suoi gusti, facili o difficili che siano. Antichrist è piaciuto a pochi, e io non avrei alcunissima voglia di rivederlo un'altra volta (anche perchè alcune scene mi hanno sconvolto).
Il voto non si può dare a un'opera del genere. Ci sono film a cui non si può dare un voto. A tratti avrei voluto dare 1. Avrei voluto dare 6. Avrei voluto dare 9. Avrei voluto dare 3. Penso non si possa giudicare così un film così. Voto 7: buon film, vale la pena di vederlo. Vale la pena si.
Quindi, detto questo lo consiglio.

John.

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Ultima risposta 05/07/2009 13.05.17
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morgana2009  @  03/06/2009 10:28:53
   10 / 10
Uno shock visivo di rara intensità. Il miglior horror degli ultimi 10 anni.

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Ultima risposta 09/06/2009 00.52.03
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balrom  @  03/06/2009 10:10:23
   1 / 10
Sono andato a vedere questo film con mio fratello, lui profonddamente cristiano, io laico, siamo rimasti entrambi senza parole.
La cosa più incredibile è stata guardare il resto degli spettatori sgomenti e disorientati, non ce n'era uno che non avesse sul volto una smorfia di sdegno e insoddisfazione.
Molti dicono che i film di LVT sono arte o che sono i classici filme che si amano o si odiano, ok sono d'accordo, sara pure cosi ma è in un museo o in una galleria di amanti del culto che deve essere relegata questa roba, non si può proprinare una simile solfa a tutti.
Se vi aspettate di vedere un horror, non ci andate assolutamente. ve lo sconsiglio.

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Ultima risposta 15/06/2009 17.01.52
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Invia una mail all'autore del commento devilkiss73  @  03/06/2009 02:13:04
   1 / 10
Ma io ho letto i commenti precedenti e resto senza parole...ma perchè si vuole trovare sempre qualcosa di positivo e di psicologico in un film che in realtà non ha senso? Io ancora mi chiedo, ma che razza di trama è? che razza di film inutile è? Scene gratuite che sembrano più dettate a fare un film porno e inutile che un film drammatico/horror....
Non parliamo di quanti soldi abbia potuto spendere il regista, visto che in tuto il film ci sono solo due attori , musica zero e ambiente anonimo...
Ok, sarò io stupdo, ma intanto tutta la sala faceva commenti sul quanto fosse inutile sto film...e ultima cosa, dopo un'ora che gira sto c... di film pensi, ma dovrà succedere qualcosa, non è possibile che continua sempre così....Madre che noia!!!! Peccato che non esiste il voto ZERO...mai come stavolta 7,50 euro buttati!

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Ultima risposta 06/06/2009 01.27.01
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  02/06/2009 16:47:42
   6 / 10
Delusione, c'è da dire che è il primo film che vedo di questo Lars Von Tiere, però devo ammettere che mi aspettavo molto ma molto di più.
Adesso io questo regista non lo conosco, e non posso dire che sia bravo o meno, so che questo film l'ha fatto dopo una tremenda crisi depressiva, però di tutto questo non ne riesco a capirne il senso, adesso se la si conosce bene la depressione e di certo una malattia tremenda, e porta ad uno stato emotivo bruttissimo, ma io non so perchè abbia voluto fare questo film! e soprattutto cosa voglia trasmettere a colui che paga quei 7 o 10 euro per guardarselo.
Allora diciamo pure che in molti tratti si ritorna al cinema puro di Lynch, e su questo si può dire che tutto sommato ci sta bene, certamente i viaggi mentali, le paure inconsce dell'uomo e tutto quanto si mischia anche bene e si lascia pure vedere, ma il resto per me rimane semplicemente un balzo nel vuoto.
La sceneggiatura e bellissima, molto penetrante ed inquietante, anche le musiche sono molto affascinanti, infatti se dò il 6 a questo film e per questi motivi soprattutto, e poi vabbè diciamo che la violenza e pesante, ma non impossibile da mandar giù, il resto guardatelo voi perchè non mi va di giudicarlo.
Insomma, aggiungere altro per me è impossibile, diciamo che questo film e molto personale, il regista esprime una parte di se stesso che era malata, ma che faceva sempre parte di se, però io alla fine di questo film, mi sono sentito solo un vuoto. Un 6 di spinta.

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Ultima risposta 30/07/2009 21.59.44
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fosco85  @  02/06/2009 03:31:33
   1 / 10
Allora, premetto che per me questo non è cinema.
Non considerando come arte il lavoro di Von Trier, penso sia assolutamente fuori luogo in questa occasione valutare questa cosa con un voto. Ma essendo obbligato a farlo, ho messo 1 per indicare che il film ha passato il confine dell'esperienza estetica.
Questo film (se così si può chiamarlo) mi ricorda molto, in ambito musicale, le sperimentazioni di compositori di avanguardia del '900.
Belle, brutte? Chi lo sa....
In questo caso l'intento e le dichiarazioni del regista mi sembra puntino chiaramente a creare scandalo, e forse in questo ci è riuscito benissimo. Ma lo scandalizzare non basta per fare arte...
Riguardo ai commenti precedenti, non penso che più un film sia ricco di simbologie astruse, e di cose di non immediata comprensione, più il film sia bello... Ricordiamoci che lo scopo dell'esperienza estetica è l'emozione, non la conoscenza.
Se devo informarmi sulla caccia alle streghe del XVI secolo mi leggo un saggio, non vado certamente al cinema con gli amici...
Spero però che questa opera sia almeno servita ad alleviare le sofferenze mentali di von Trier, che, a giudicare da quello che ho visto, deve stare veramente male...

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Ultima risposta 08/02/2010 22.05.43
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  01/06/2009 15:34:42
   8½ / 10
Non vedo cosa ci sia da ridere o fischiare.
La paura di se stessi e della propria natura genera grasse risate isteriche?
Lars abbandona momentaneamente la delineazione dei gessi sui pavimenti della sua trilogia americana per concentrarsi sulla somatizzazione e l’espulsione dei suoi demoni interiori in seguito ad una forte depressione. E da provocatore quale egli è inscena l’infibulazione, sì, ma della critica: La mutilazione di ogni valutazione.
Al monte si torna, in seguito alla purificazione: Tre, Due, Uno. Al monte si scende con la vera Natura, con la propria vera natura decolorata dal parlatoio psicanalitico: La volontà d’Impotenza.
Il simbolo reiterato e trasformista allora si trasforma, la natura muta e poi rimuta: gli equilibri si ristabiliscono nella perdita della perdita. Lo squilibrio ricalibrato dal taglio genetico è il filtro guasto dell’equilibrio cosmico impossibile da ripristinare.
La somatizzazione simbolista del male è La rimozione del simbolo della causa della perdita. E’ un gioco di sopravvivenza fra il Male e il Bene, fra ciò che è buono e ciò che è cattivo. E Cosa è buono e cosa è cattivo? Per Lars Von Trier questa domanda non ha alcun significato.

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Ultima risposta 02/06/2009 14.12.17
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DiReCtOr  @  31/05/2009 22:12:20
   1 / 10
Non ci sono scuse, non ci sono significati appropriati.
Non trovo il modo di commentare sto film.
E' una mer.da non c'è altro da aggiungere.
E fan.**** sto von trier che si crede il dio in terra.
Di lui mi è piaciuto solo dancer in the dark... ma qui veramente tocchiamo il fondo.
Non c'è una scena che sia guardabile.
Finchè c'è gente come voi che da del capolavoro a sto film, registi come questo vengono esaltati ingiustamente.
CHE SCHIFO!!!!!

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Ultima risposta 07/06/2009 12.00.34
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signofanopeneye  @  31/05/2009 21:15:44
   1 / 10
Bè che dire... chiamarlo CAPOLAVORO è a parer mio una parolona troppo grande. Ok, sarà un film d'autore ma fa veramente pietà. Da guardare proprio perchè non si sa cosa fare, o si capita al cinema e quello è l'unco film rimasto in programmazione quella sera... E' uno di quei film che visto il trailer sembra chi sa che, spettacoalre, carico di tensioni, diverso... invece, si rivela una delusione da capo a fine. La "trama" chiamiamola così, scorre lenta, le scene sono piatte, prive di horror, di tensione e di tutto quello che ci si dovrebbe aspettare da un simile titolo come "ANTICHRIST".
Lento, noioso e insipido. I 140 minuti più monotoni che abbia mai passato in una sala, un film che non scorre in nessun modo. L'inizio partirebbe anche bene, ma poi è una delusione continua e, scusate se è poco, non è assolutamente HORROR/DRAMMATICO. Anzi, direi che come film porno sarebbe sicuramente venuto meglio visto che i protagonisti sono continuamente senza mutande...... Scene che alla fin fine, ok in un film non guastano, ma qua già la pellicola fatica di suo a procedere, così di certo la situazione non migliora. Infatti, le scene di sesso diventano scontate, mutano in una presa in giro da parte dello spettatore nei confronti del regista, da tanto banali che si rivelano. Così come gli animali che parlano (vabbè lasciamo stare che è meglio: il cinema è scoppiato in una risata sdegnosa). Gli effetti speciali sono poi inesistenti, come le riprese che dopo un pò danno il voltastomaco. Ed anche questo non è di certo un punto in favore del film. Piatte sono poi le interpretazioni dei protagonisti che non trasmettono nulla, neppure del tragico evento che hanno subito. Creano angoscia si, ma non perchè recitano bene e riscono a trasportarti in questo insipido film, ma perchè non vedi l'ora che il film finisca e ormai te lo guardi perchè ti sei preso il biglietto... Inoltre la voce doppiata della protagonista crea quel senso di noia e di fastidio, si, perchè non cambia mai. E' una cantilena tutta uguale e piatta che corre nel film. Uguale sempre, nel bene e nel male.
Un film veramente ORRIBILE a mio parere, che mette in mostra soltanto una forma di odio del regista nei confronti delle donne.
Morale della favola: chi si aspetta un film spettacolare visto il trailer rimane deluso, chi cerca di credere che Lars Von Trier abbia fatto un CAPOLAVORO innovativo nel suo mondo, si sbaglia e non vuole ammettere che fa veramente pietà, decente oserei dire se proprio vogliamo esagerare per chi ne è rimasto così affascinato.
Sapevo che era una minchiata di film, ma ci sono voluta sbattere di naso. Mi sta bene.

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Ultima risposta 30/07/2009 16.53.05
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TimBart  @  31/05/2009 18:17:19
   5 / 10
Da fan di Von Trier non posso che dire: CHE DELUSIONE. Non metto meno di 5 per rispetto verso un grande regista. Ma ormai la sua tecnica per continuare a far film è chiara... digitale (red cam?), due o tre location, una cinquina di stati in fila per produrgli film ormai, purtroppo, mediocri. Sono rimasto molto perplesso dalla scena iniziale e finale... mi ricordano il film di Burney al festival di Springfield (lo dico a malincuore). Un gore senza coraggio, nascosto dietro la patina di autorialità che qui raggiunge il livello più basso della sua carriera. La scena che fa più scalpore (eiaculazione di sangue) non è per nulla originale e usata con molto più effetto da Buttgereit in "Nekromantik". Una sceneggiautra che mi ha lasciato allibito, andava bene per un b-movie. Si vede che il buon Lars non riesce più ad uscire dalla sua depressione cronica, estremamente banale, mi dispiace ma le risatine a Cannes ci stanno tutte.
Nota positiva la scelta degli attori che si sa, bravi lo erano e rimangono. Pietoso.

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Ultima risposta 03/04/2010 18.50.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  31/05/2009 00:37:14
   9 / 10
Questo non è un film, è un’esperienza.
Un’Opera d’Arte come mai ho visto prima, esattamente il genere che farei io se fossi un regista.
Lars ha deciso: non rispetta più le sue regole definitivamente e crea perciò il suo Capolavoro definitivo. Scopriamo pure che ha qualità tecniche invidiabili: crea incubi e simbologie che farebbero impallidire Lynch, con scenografie e fotografia divine.
E’ un’esperienza, una visita ai mondi paralleli, un’OBE da provare.
Tra psicoanalisi, depravazione e l’interno della mente.

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Ultima risposta 30/07/2009 21.55.12
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jiko  @  30/05/2009 15:51:18
   9 / 10
Un film coraggioso, estremo, sfacciatamente provocatorio, che trascende ogni classificazione di ogni genere. Lars Von Trier è riuscito ancora una volta nell'intento di provocare una reazione, qualunque essa sia. Un film poco adatto a chi cerca l'horror nella sua versione più classica, sicuramente il titolo è ingannevole e fuorviante.

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Ultima risposta 30/07/2009 16.57.31
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Fender85  @  30/05/2009 13:51:48
   3 / 10
Come si dice, i gusti son gusti... sono arrivato al cinema con quel desiderio che mi prende quando vado a vedere questo genere di film, quindi attesa di tensione, paura, quel psicologico che poi non ti fa dormire....

Mai aspettative furono più dissolte in meno di un'ora...
Carini i titoli dei vari capitoli... bella la musica del prologo e della fine...

E' la prima volta che al cinema non vedo l'ora che il film finisca, una questione è un film d'autore, questo a mio parere è gratuitamente volgare e violento.. e vorrei sottolineare che a me non scandalizza nulla... ma che senso hanno così? Se volevo vedere un mezzo porno con parentesi sadiche e masochistiche la rete ne è piena....

Se questa è la trasposizione del dolore mi fa ridere...


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Senz'altro l'unica che esce a testa alta è la Gainsburg, davvero nella parte e anche molto bella nonostante la parte, l'unica che recita... Anche Dafoe in effetti non è da meno ma sono messi in un contesto davvero poco credibile...

E' la prima volta che guardo fiim di Von Trier, sono convinto che in passato abbia realizzato cose migliori...

Capitolo finale: una sera buttata via.... Cosa ho imparato? Quentin Tarantino docet... meglio andare sul sicuro...

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Ultima risposta 30/07/2009 17.01.20
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statididiso  @  30/05/2009 13:41:52
   8½ / 10
deve crescerti dentro... non basta una sola visione per fare ordine... le immagini sono troppo forti per poterne carpire l'essenza... ma dovevo dare sfogo alle mie emozioni... l'identificazione natura-donna risale a tempi antichissimi... se “La natura è la Chiesa di Satana”, allora "La Donna è Satana" agli occhi dell'uomo... un legame indissolubile li unisce e li fa "una sola carne"... ma i rispettivi mondi sono agli antipodi perché l'Uomo possa comprendere... Questi si sforza con aride schematizzazioni, stanco di subire continuamente quelle che per lui sono ingiustizie... nient'altro che pregiudizi e proiezioni... e alla fine cede alla violenza per sopraffarla... emblematico in tal senso è l'epilogo... l'Uomo continua a nutrirsi di Essa, prima che una schiera di donne lo circondi... per me il film di Von Trier è questo... L

voto: 8,5

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Ultima risposta 03/06/2009 14.18.28
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HATEBREEDER  @  29/05/2009 14:26:13
   4 / 10
Due coniugi, dopo aver perso il figlio al ralenty, si rifugiano in una casa nel bosco eden, dove però non riescono a rilassarsi come dovrebbero per via del continuo rumore provocato dalle ghiande che sbattono sul tetto. Si assiste poi ad un insieme di sequenze molto inusuali, tra cui spiccano quella di una volpe che dice "il caos regna" e willem dafoe che guarda con espressione smarrita verso lo schermo mentre non si accorge che piove.
Purtroppo, nel frattempo, la coppia si è innervosita non poco a causa delle solite ghiande, e non essendoci nelle immediate vicinanze il costruttore con cui prendersela, si pigliano a schiaffazzi tra di loro. Ma fortunatamente tutto finisce per il meglio, con dafoe che si mangia le more nel mezzo di una corsa campestre.
Ora, io posso pure capire che questo von trier abbia avuto un'infanzia difficile, forse dovuta ad un rapporto conflittuale con la mamma che gli metteva le scarpe al contrario, però pensando e ripensando al film sono giunto comunque alla conclusione che si tratti un pò di una *******, ecco.

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  29/05/2009 13:50:22
   9½ / 10
Ho letto tantissimi commenti, recensioni, prime impressioni. Ho letto delle urla e degli sghignazzi al festival di Cannes ma anche dei timidi applausi. Ognuno ha un approccio diverso, ognuno cerca di dare una propria spiegazione al dolore espresso dal film. C'è chi lo bistratta dicendo che l'autocompiacimento di Von Trier è senza limiti, vedendo anche cose che oggettivamente non esistono, come fotografia scadente per esempio, o attori spaesati. C'è chi lo va a vedere pensando di passare due orette di cinema spensierato come può essere un "Saw" qualsiasi e poi si ritrova a dire che non ha mai visto film più brutto. C'è chi è un grande estimatore del fondatore del Dogma 95 e arriva in sala pieno di aspettative.

E il giorno dopo ognuno di loro ripensa al film, ne discute con gli amici, oppure lo sconsiglia alle persone che gli vogliono bene, oppure entra in un sito di cinema e lascia un commento dicendo di non farsi fregare da Lars. Oppure il giorno dopo ancora pensa a quello che ha visto la sera prima, cerca di ricongiungere i pezzi. Ne valuta i vari aspetti, reali o meno che siano: quello religioso, quello psicologico, quello terapeutico, quello mitologico, quello prettamente visivo. Chiunque abbia visto il film rimarrà con tantissime domande irrisolte, piccoli particolari non colti, un'azione di Defoe non capita, la violenza della Gainsbourg non spiegata.

E Von Trier è lì, nella vostra testa, e dopo due anni passati all'inferno decide di mostrarvi la sua esperienza: a volte con immagini visivamente bellissime, a volte con semplici sguardi, a volte con una violenza inaudita. E' lì che vuole spiegarvi come il cinema possa andare oltre all'intrattenimento, come possa essere un grandissimo mezzo di comunicazione fra uomini, come possa una storia non tua stravolgerti dentro.

Con tutti i suoi aspetti positivi e negativi "Antichrist" non può lasciarti indifferente, qualsiasi significato tu gli possa dare, anche quando quest'ultimo è futile e sbrigativo, sarà sempre lì, nel tuo cervello.

E io? Bhè, io non farò come Ponzio Pilato, io gli piazzo il votone.

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Ultima risposta 02/06/2009 17.13.50
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paride_86  @  29/05/2009 02:10:09
   6 / 10
Film difficilissimo da giudicare, anche se si tratta di un'opera d'autore.
Il prologo e l'epilogo, girati in un morbidissimo bianco e nero con musica di Handel, sono poesia pura; alcune sequenze affascinano per la spettacolarità macabra e manierista; il problema è il resto. Come leggere gli eventi raccontati?

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Un'attenta visione e un'accurata riflessione non mi sono bastate a sciogliere i dubbi sulle ambiguità della storia, che dopotutto neanche Von Trier ha voluto approfondire.
Il film, comunque, non è privo di difetti: ci sono molti punti morti in cui diventa noioso (nonostante la breve durata) e ben poco inquietante; inoltre la regia è piuttosto discontinua: a volte la camera procede ferma, altre volte traballa e in un paio di scene c'è un uso barbaro dello zoom.
Alcune sequenza, poi, sono davvero difficili da guardare e a mio giudizio, pur essendo intrinsecamente legate allo sviluppo narrativo della storia, sono state gratuitamente calcolate per colpire lo spettatore allo stomaco.
Nel dubbio sul giudizio do una sufficienza politica.

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Fedemone  @  28/05/2009 12:13:46
   9 / 10
Un capolavoro dell'orrore in molti sensi.
A dire il vero avevo fatto mia una certa idea all'uscita del film, ma leggere i commenti hanno ampliato la portata e forse vale la pena condividere.
La prima lettura è quella psicoanalitica, dove il quadro psichiatrico della donna è perfetto da un punto di vista medico. E' in depressione e sviluppa un senso di colpa per "aver ucciso" il figlio. Chiede punizione durante i rapporti sessuali, questi diventano un'ossessione non più un modo per distrarsi. Piano piano si convince della natura malavagia delle donne, e della necessità della loro punizione. Si trova d'accordo con l'inquisizione, proprio per sfogare questo senso di colpa.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Il bosco come elemento primigenio, incontrollabile, la forza irrazionale della natura, ch eil nostro manto di civiltà ha rimosso, così come si crede che nessuno sia veramente malvagio, ma solo spinto a reagire. E ci si dimostra che non è vero.
La vagina della donna, come la grotta delle volpi, è una caverna che genera orrori.
Gli stadi depressivi della donna ricalcano quelli dimostrati nei manuali di psicologia. I sogni sono metafore.

Poi effettivamente esiste un'altra interpretazione che è l'orror sovrannaturale: il figlio è davvero il figlio diavolo (ha i piedi caprini), lei è davvero una strega, una invasata, un'ossessa, la natura è davvero una manifestazione del male, le visione profetico-metaforiche in realtà sono eventi sovrannaturali ma concreti, reali.
Inoltre c'è da riflettere sullo storytelling: ossia il dicibile e l'indicibile. In genere scene di seso od orrore si preferisce ometterle: esempio, un tizio si avvicina con un'arma e poi si sente solo un urlo. Si deduce che è stato ammazzato.
Quindi invece fa vedere esplicitamente sesso e sangue, ma invece omette una spiegazione diretta delle cose sui comportamenti e sulle visioni. Ci sono cose che si possono dire e cose che non si possono dire. Anzi, dire e non dire qui servono solo per aumentare l'impatto. Ovvio che una narrazione diretta è intrisencamente esplicita, quindi fa impatto di per sé, ed alcuni si son fermati a questo. Ma anche il mistero ha la sua forza, e la sua forza sta appunto nel non detto.
Non serve solo stupire, o essere originali, bisogna anche usare trame scontate ma racontarle magistralmente. e qui accade proprio così.
Visionario, tragico, evocativo del terrore in ogni sua manifestazione

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  28/05/2009 01:01:31
   8 / 10
Un plot da quattro soldi, non più meritevole di attenzione di tanti altri horror di serie b sul satanismo e sul Male...se non fosse che dietro la macchina da presa c'è Von Trier, che sviscera con abile maestria suggestioni e visioni ipnotiche e incredibilmente seducenti, capaci di inchiodarti alla poltrona per quasi due ore, dando così alla pellicola numerose chiavi di lettura. Ad aiutarlo una coppia di attori che ci regalano le interpretazioni più sofferte e convincenti che io ricordi nel cinema di questi ultimi anni. Nel tormento emotivo che regala questo film, due scene forse possono definirsi memorabili: lo struggente e sconvolgente prologo e l'ipnosi controllata della protagonista (quasi un Lord of the rings in versione horror). Non mancano delle cose meno convincenti: a mio parere alcune virate nello splatter, in particolare, che rovinano la poesia di questa favola nera (non era necessario indugiare con la macchina da presa su alcuni particolari). In sostanza un film potente ed emotivamente toccante, e nello stesso tempo un esercizio di stile di un regista che sa come colpire nel segno, mantenendosi tutto sommato fedele al suo stile. Da vedere...al cinema.

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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  28/05/2009 00:55:19
   9½ / 10
Il prologo del film è arte audio-visiva allo stato puro: il “rallenti” in b/n dei corpi dei due coniugi che, sulle note della celestiale aria di Haendel (“Lascia ch’io pianga…”), s’intrecciano in un’intensa copulazione, che procede parallelamente al consumarsi della tragedia attraverso un susseguirsi d’immagini fortissime, probabilmente rappresenta l’esempio cinematografico più alto sul binomio tra Eros e Thanatos.
Terminato l’”incipit”, si passa al corpo centrale dell’opera imperniato sull’elaborazione del lutto da parte della coppia, nella quale il marito assume le vesti del suo ruolo professionale di psicoterapeuta. I due tornano nel luogo ove, poco tempo prima, avevano soggiornato la donna e il suo figlioletto: una casa immersa in un bosco spettrale, in cui ogni movimento assume una connotazione sinistra (in alcuni frangenti esaltati dalla distorsione ottenuti con la computer-grafica). Sin dalle prime sequenze di questa parte della pellicola si percepisce la valenza metaforica, allegorica e simbolica dell’atmosfera surreale in cui sono calati i due protagonisti (poi ognuno veda le citazioni dantesche e bibliche che vuole) e nella quale si assiste allo scontro tra la ragione, impersonata dalla figura maschile (Willem Dafoe), e la Natura fatta carne nel personaggio di Charlotte Gainsbourgh. La razionalità applicata in maniera indefessa e puntigliosa degrada nel puro sadismo e non può che rivelarsi integralmente esiziale nei confronti di chi vi è sottoposto analiticamente, tanto da scatenarne gli impulsi più reconditi, la natura più profonda e maligna che prende il sopravvento spazzando via uno ad uno, con un cinismo che non ha eguali, tutte le presunte conquiste della scienza, e ribaltando così tutti i punti di forza che si credevano inattaccabili: Lei li conosce perfettamente, li studia, li analizza e li annienta senza concedere tregua. E così, ad onta dei tentativi dello psicoterapeuta (e più in generale di 100 anni di psicoanalisi) di trovare un ordine e un equilibrio nel soggetto, ci si trova al cospetto dello straripamento di tutta la ferinità del femmineo, che inghiotte e getta nel caos qualsiasi cosa, così come rappresentato dal bosco che circonda la casa dei due coniugi, quale utero da cui origina l’inarrestabile ciclo di nascita e morte. Potentissima ed emblematicissima, in questo senso, l’immagine dell’uomo tempestato da una pioggia di ghiande: un profluvio di morte che lo travolge con un impeto tale da annichilirlo. E non c’è modo di fermare questo nefasto impeto, né la mortificazione dei genitali né l’assissinio della donna. La Natura si rigenera e a ogni occasione lo fa con una potenza cento volte più grande: se la terra nasconde i innumerevoli corpi femminili straziati e uccisi dalla barbarie umana, è pur vero che su quella stessa terra si vedrà transitare una fiumana di donne che procederà imperterrita, noncurante dell’uomo immoto e atterrito al centro del suo cammino. E anche qui un altro momento altissimo di cinema, che richiama nei colori della fotografia i film di Tarkovskij (come dimostra chiaramente la citazione finale) e nell’ambientazione “Madre e figlio” di Sokurov.
Dunque, in definitiva, non esiste un ordine divino: ovunque, fuori e dentro di noi “regna il caos” (in questo senso il titolo “Antichrist”). Ce l’aveva già dimostrato Werner Herzog col suo splendido “Grizzly man” e ce lo ribadisce oggi con altrettanta forza Lars Von Trier. Si potrà muovere a quest’ultimo l’accusa di aver abusato di immagini crude e violente (io stesso non le ho digerite: per me sono già sufficientemente forti e significative quelle degli animali neonati martoriati dai loro genitori, che richiamano gli impulsi sadici della madre-donna), ma di là da queste considerazioni non si può non riconoscere la grandezza di questo regista nel mettere in scena il conflitto tra Ragione e Natura (simbolicamente immortalati nei dettagli della nuca e del battito cardiaco) con una straordinaria veemenza (audio-)visiva: dalla superlativa fotografia di Anthony Dod Mantle all’impianto sonoro “lynchano”, dalle immagini altamente visionarie e metaforiche alla tecnica registica giocata in massima parte (salvo taluni momenti topici) sui movimenti repentini e “instabili” della mdp in spalla, ogni elemento è teso a generare una tensione emotiva e un’angoscia che permangono fermi per tutta la durata del film.
E poi si tratta di un’opera sincera, perché trasuda sofferenza da ogni suo poro: quella stessa sofferenza che ha attanagliato il regista per due anni e che è sfociata nello sfogo catartico dato dalla realizzazione di questa pellicola. Ma un film siffatto può risultare terapeutico anche per lo spettatore che, in un modo o nell’altro, si sente in sintonia con esso e si ritrova ad empatizzare con i sentimenti che ne sono alla radice: questo perché trattare tematiche estremamente nichilistiche non significa necessariamente uno sprofondamento nell’aprassia, in un pessimismo senza via d’uscita; ma può anche –e soprattutto- avere una valenza liberatoria. Per me è stato così. D’altronde, prendere coscienza del male che ci circonda e che è connaturato in ognuno di noi potrebbe costituire l’unico strumento valido per controllare –nei limiti- il male stesso. E se così fosse, bè allora sarebbe questo l’unico vero progresso.

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Ultima risposta 27/06/2009 13.59.01
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Invia una mail all'autore del commento dsimo84  @  27/05/2009 12:52:14
   9 / 10
Poche persona hanno votato questo film... quel 6,5 di media non è ne carne ne pesce...e mi aveva tratto in inganno...
Su questo sito, fatte le dovute eccezioni, se un film piace raggiunge la media del 8 o 9, se non piace tranquillamente si ferma 2,3,4 ecc...
spesso per scegliere un film mi baso sul voto che leggo, e posso finalmente ammettere che purtroppo nella maggior parte dei casi, questo metodo non funziona...
Niente da dire per i voti prima citati, e successo veramente poche volte che un film con 8 di media non mi sia piaciuto, e altrettanto poche, che mi sia piaciuto uno da 3 o 4... ma per il 5 e il 6 la questione è totalmente diversa...

Di norma 5 e 6 rappresentano la mediocrità e la sufficienza... il classico voto che daresti ad un filmettino che in qualche modo ti ha tenuto occupato per due ore, ma niente di più, come ad esempio "DISTURBIA" i cui voti si aggirano tutti intorno al 4,5,6,7 (a seconda di quanto sia piaciuto)... in moltissimi casi invece succede la tragedia...e cioè che la suff. rappresenti in realtà la media di una sfilza di 9 e 10 da una parte e di 1 e 2 dall'altra...(es. molti film di Shyamalan, Boyle, Van Sant, Aronofsky ecc)

Qualche giorno fa apro la top25... e in fondo alla classifica ti becco questo "Antichrist" (di cui stranamente non avevo mai sentito parlare) leggo il 6 e penso: ecco la solita caz.zata fatta di bionde strafi.che e caz.zoni palestrati, che prendono una macchina e vanno nel bosco e tarati e taratà...tipo "il mai nato" "catacombs" "the fog" "cabin fever" "la casa dei 1000corpi" "wrong turn"(mi fermo per motivi di spazio)...
Vi sembra giusta questa cosa...????
Vi sembra un film da 6 questo??? ieri sono andato al cinema a vederlo...eravamo una quarantina in sala, dopo 15min la metà se ne erano andati...ciò a prova del fatto che QUESTO NON E' ASSOLUTISSIMAMENTE UN FILM ALLA PORTATA DI TUTTI" (vedi inland empire, l'albero della vita, e compagnia bella)

Se devo dare un giudizio personale non posso che ammirare l'abilità di Von Trier nel creare sensazioni e stati d'animo, tra l'altro in maniera più concreta rispetto alle turbe mentali di Linch (in senso ironico)
La presenza di immagini forti, e di atmosfere devastanti rendono praticamente impossibile una seconda visione (a meno che non si soffra di masochismo estremo) ma penso che la prima possa bastare per far intuire che quì si rasenta il capolavoro (ovviamente nel genere).
In definitiva...stessa storia di "Inland empire" questo film o lo si ama o lo si odia, quel 6 di media è un offesa, poichè non soddisfa alcun votante, e semplicemente il frutto di un calcolo matematico, che finisce per portare in sala gente che ne dovrebbe restare alla larga, e allontana invece quei pochi "adepti"a cui il film è rivolto in realtà...

.......................Occhio perchè alcune scene sono pesanti forti da mandare giu..........

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Ultima risposta 28/05/2009 15.28.02
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  27/05/2009 02:32:47
   8½ / 10
PROLOGO
DEDICATO AD ANDREJ TARKOVSKIJ

Sempre iniziare dalla fine. Eh sì quando un film ti ammalia e ti spiazza, irrita e disturba, ogni particolare non è ininfluente. E allora iniziamo da questa dedica apparentemente così astrusa e fuori luogo. Una dedica che ha fatto imbufalire all'unanimità la critica di Cannes, dedica a cui i detrattori si attaccano per demolire LTV, così come gli adulatori tralasciano perchè non la capiscono, dato che non c'è nulla dello stile di Tarkovskj in questo film


CAPITOLO PRIMO
DUE PADRI E UNA SOLA MADRE

C'era una volta una madre folle che partorì due gemelli, Andrej e Lars. I pargoli avevano padri diversi, quindi la madre era folle e pure un po' zoccola. Infatti il padre di Lars la mollò subito e non volle più vedere né lei né Lars, quello di Andrej se ne scappò in guerra dove perse una gamba. Tornato a casa, nonostante la zoppia se ne scappò di casa e bonanotte ai sonatori, e pure ad Andrej. Insomma i pargoli crebbero senza padri ma con una madre folle che per zittirli li portava sempre al Cine


CAPITOLO SECONDO
LUTTO LIBERO (cit.)

La mamma si dissolse in celluloide durante una proiezione. I due gemellini si salutarono senza affetto e andarono diritti a conoscere i loro padri. Lars riuscì a ritrovare suo padre sul letto di morte, giusto in tempo per mandarlo a fanc.ulo e decidere di diventare regista.
Andrej scoprì che il padre era poeta, volle somigliargli, diventò un poeta del cinema. Ebbe anche la balzana idea di somigliargli in tutto, quindi sposò una donna folle, mise al mondo un figlio, Ignat -chissà che fine ha fatto- e dopo poco si separò


CAPITOLO TERZO
ANTICHRIST

Lars non si sposò mai, né ebbe mai l'intenzione di convivere con alcuna. Fosse mai commettesse l'errore di mettere al mondo un disgraziato come Ignat per poi separarsi e vagare solo, zoppo e castrato, in qualche bosco.
Andrej muore a Parigi, tra atroci sofferenze per via del tumore partito dalla prostata, durante il montaggio del suo ultimo film ‘Sacrificio'.
Di cosa parla Sacrificio? C'è scritto tutto nel mio Speciale su AT comunque, in breve, parla di un tizio troppo idealista che, per salvare la sua famiglia e forse il mondo intero, sogna che deve s.coparsi una strega. Lo fa, il mondo si salva (dice lui) ma lui diventa scemo, lo portano via con la camicia di forza mentre il figlio recita passi della Bibbia e crepa in ospedale, solo come un cane.
Col c.azzo, dice Lars, che io faccio una famiglia, metto al mondo un figlio, leggo la Bibbia e crepo con un tumore al cervello (o alla prostata).


CAPITOLO QUARTO
IL CAOS REGNA

LVTriprendedadovehalasciatoATlastregalafafuoriprimacheleifacciafuoriluidella serietrovailsignoreprimacheluitrovitecioèèlafolliadacuisiliberaLVTasuomodoforse èstatointerapiamanondaunfreudianomagariuncognitivistavistoiltipoditerapeuta moltopocoortodossodelfilmadessoqualchecognitivistamirompei********masono ipotesisulmomentodepressivodiLVTvissutounpaiodiannifacheforseunacertaterapia hapeggioratocertamenteilfemminileaòtuttiabbiamounfemminileèpsicoticoper questoledonneleschifaerapsicoticopureilfemminilediATmaluinonharottoglischemi sièfattodivoraredalfemminileedallamalattianonostantesenedifendessecomesi evinceintantisuoifilmalloraladedicadATèperchèLVTriprendedadovel'altrohamollato perchèdivoratodallastregafemminilepsicoticocolc.azzocheiofacciolastessafine etibruciodopochemihaicastratopertroppotroppoamorequestoèilmotivodelladedica nontantolostiledelfilmchenonc'azzeccanacippaconATneconlinchsemmaic'èqualcosa dijodoroskjquestoèilcompitodell'artistasublimareilpropriofemminilepsicotico inun'operad'arteanchelynchècosìpurefelliniepoiluic'avevalamammaromagnolae infattivoleval'haremmaquestaèun'altrastoriaottoemezzo

EPILOGO
Un film invalutabile, causa discontinuità ampiamente approfondite da altri.
Tra momenti di rara bellezza e altri comici (la volpe parlante è immondizia pura) o inutilmente disturbanti, raggiunge comunque lo scopo di entrarti nella pelle, farti riflettere e discutere.
Il raziocinio propenderebbe per un 6, ma la mano sx che ha scritto il commento vuole che si dia un voto appropriato al film tipico della Crisi e, forse, della Svolta

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Ultima risposta 03/06/2009 18.53.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/05/2009 00:41:52
   8½ / 10
Von Trier non lascia indifferenti, questo è certo, Tuttavia le accuse di misoginia che sono state mosse al film a me sembrano prive di ogni fondamento. Semmai se devo scegliere il personaggio negativo del film direi lui non certo lei. Lui che nella sua arroganza e superbia pretende di far elaborare e superare il dolore della morte del figlio alla moglie, quando egli stesso non lo ha nè elaborato nè certamente superato

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. La follia già latente nella moglie

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER trascinerà lentamente il marito (e la sua razionalità) nel delirio folle della consorte acuitosi in maniera esponenziale dopo l'evento traumatico, In un certo senso Von Trier ci descrive una sfida che viene persa in partenza, dove gli errori stanno a monte della vicenda (e qui forse c'è il riferimento a Tarkowskij).
Personalmente non l'ho trovato noioso, i dialoghi e gli attori sono straordinari, però se vi aspettate un horror sui generis, lasciate perdere e risparmiate i vostri soldi. Ho dato meno peso al lato puramente visivo, visto che mi interessava molto di più le dinamiche tra i due protagonisti: la fotografia è comunque bellissima, l'ambientazione inquietante e i punti di contatto con The Kingdom ci sono. Si può discutere sulla scelta espressiva di alcune scene molto forti, ma questo rientra nella sfera dei gusti personali. Bisogna tenere conto tuttavia che il tema del superamento di un grave lutto non è certo nuovo nel cinema e quindi Von Trier ha scelto forse una strada meno convenzionale del solito.

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Ultima risposta 29/05/2009 11.50.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  26/05/2009 21:45:18
   6 / 10
Ci ho pensato molto prima di commentare, visto che, al solito, Von Trier è un regista che va metabolizzato lentamente, soprattutto in questo caso. Secondo me non è un capolavoro, o meglio è soprattutto un capolavoro mancato, con tutte le chiacchiere del caso costruite ad arte (vedi la depressione di Von Trier o lo scandalo annunciato sulla croisette) per il più classico dei giochi promozionali. Antichrist è un film che vive di momenti straordinari (impossibile ignorare la stracitata sequenza iniziale sulle note di Hadel) intervallati da tanta/troppa violenza gratuita molto fine a se stessa...scene di sicuro impatto emotivo, nel bene o nel male è un prodotto sul quale è impossibile rimanere indifferenti, ma nell'ultima mezz'ora quanto è veramente funzionale all'insieme? Von Trier è bravissimo nell'immergere lo spettatore in un clima onirico e drammatico stracolmo di simbologia visionaria, ma il finale? Che senso ha mostrare così tanto se non shockare gratuitamente lo spettatore? Troppo costruito e finto per quanto mi riguarda.
Discorso a parte meritano paragoni e citazioni fatti un pò ovunque, da critica specializzata o non: mi stanno bene tutti, ma il Lynch di Inland Empire no, su questo non ci stò, perchè levata in minima parte l'atmosfera, Inland Empire è un capolavoro delirante privo di regole, mentre il film di Von Trier non è altro che l'ennesimo delirio di coppia, drammatico, potente ed escluso il finale estremamente riuscito, ma portato sullo schermo decine e decine di volte. Certo, le sottotracce di cui la pellicola è contaminata giocano un ruolo determinante, ma oltre le varie citazioni altisonanti io vedo anche il più banale degli chalet alla Raimi con tanto di protagonista impazzita alla Kathy Bates modello Misery. Non so, sicuramente Von Trier è un regista non omologato, ma qui francamente non vedo nulla di nuovo. E quel che vedo è pure forzato. Cmq applauso infinito alla coppia Willem Dafoe-Charlotte Gainsbourg, almeno loro in stato di grazia.

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Ultima risposta 27/05/2009 19.47.59
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pier(pa)  @  26/05/2009 19:57:35
   8 / 10
Giudicare l'opera di von Trier è qualcosa di piuttosto complesso, e forse il tempo è acerbo osservando i pareri completamente opposti (ma a cannes assolutamente uniformi) sia fra critici che fra spettatori.

Quel richiamo alla naturalità, alla radicalità del male nel mondo, all'oltremondo potremmo dire, è qualcosa che coglie più il senso e la forza della pellicola che non le spicciolate critiche e recensioni, dove si parla di diavolo e anticristo.
Von trier ha presente la bibbia, il peccato originale, e una certa ermeneutica del testo, questa è un'ovvietà.
Premetto un personale apprezzamente per una tecnica registica che ho trovato sublime, totalizzante, concepita su un'unità perfettamente raggiunta di fotografia, musica, scenografia, ripresa, montaggio.

Che dire dell'abisso psicologico in cui siamo tirati, in virtù di una sceneggiatura buona, e di una capacità rappresentativa, immaginifica eccellente.
L'uomo razionale, e la donna folle, con il richiamo ad una misoginia filosofica di fondo. Trier mette capo alla donna come a questo venire meno del mondo, forse a questo superarsi, fin dove il male è proprio la coscienza, consapevolezza del suo esserci. Non è un caso che la donna parli de "La natura è la chiesa di Satana" e l'uomo sottolinei (in opposizione, o meglio in un tentativo di comprensione) che "quello che la mente può concepire e credere lo può raggiungere". Tutti e due hanno ragione, ma questa(la ragione) resta importante per l'uomo, sofferente, torturato, ma infine assassino (consapevole), e non per la donna, peccatrice ineluttabile, che del pensiero se ne fot.te. L'odio della Gainsbourg è un odio presente; essa ha incarnato quel male assoluto che è già lo stesso amore che provava per il figlio. E' un odio che passa per la sua necessità, radicalizzandosi, trasformandosi in un odio di sé, per sé. Ma è l'uomo ad uccidere, potremmo dire quasi accecato dalla verità.
La donna che si scaglia contro il suo sesso, e quello del compagno è questa volontà annientatrice, questa consapevolezza della vita come morte, della misera schiavitù che è la natura, perfettamente rappresentata dalla sessualità e dalle fasi erotomani della donna.
Emerge così una follia della comprensione rilevante, in cui tutto viene meno, e costituisce quello è il "regno del caos" (per dirla con la volpe "il caos regna").
L'uomo trema di paura per quello che sta emergendo, ignorando le sue stesse visioni (la volpe che si cannibalizza, il cerbiatto che partorisce il cucciolo morto); la donna è quella paura; è la carne di quella paura. In fondo il film di Von Trier è qui. Nell'uomo come pensiero della vita e nella donna come vivere della vita. Ma se la donna arriva (o torna?) a vivere la vita come quella totalità estranea al bene, al male, all'amore, all'odio allora abbiamo lo squarcio della vita. Squarcio inevitabilmente insopportabile, perchè consapevole, raggiunto. Squarcio al di sotto del quale, in fondo, von Trier ci ha fatto trovare lo zero stesso dell'esistenza.

Ma in un modo che, ci tengo a sottolinearlo, non posso premiare del tutto. Sia per l'accennata questione del tempo, sia per qualche limite che emerge da questa rappresentazione. Forse c'è un limite ulteriore che Von Trier poteva superare...e forse non l'ha fatto, o non l'ha colto.

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Ultima risposta 30/05/2009 13.07.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/05/2009 18:50:54
   7 / 10
Questo è uno di quei casi in cui vorrei con tutte le forze astenermi dal dare un voto: l'ultimo Von Trier mi ha colto confuso, affascinato e vagamente allergico come quando ascolto per intero un disco dei Sunn O))).
Se la critica ha remato giu' pesante, un motivo ci sarà. Come giudicare un film del genere? Un' accozzaglia di esorcismi pseudo-filosofici o un capolavoro? Se solo potessi evitare di esprimermi, lo farei...
Diciamo che dal punto di vista tecnico è uno dei suoi film piu' sperimentali: l'omaggio a Tarkovskji è evidente fin dalle prime immagini.
Ma anche il Bergman psicanalitico (la coppia nella foresta ricorda "La vergogna"), il Dreyer piu' classico, il solito Lang, persino la pittura nordica del seicento.
Munch e Jodorovsky a pranzo insieme (in due epoche diverse ovvio).
Ma ci è o ci fa? Partendo da una tematica affascinante (il mondo creato e guidato dal diavolo) il film si perde in una sterile artificiosità, in un compiacimento macabro e nichilista che dà ragione proprio ai suoi detrattori piu' convinti... piu' costruito che spontaneo.
Eppure questa prova sbilenca, forse transitoria, possiede un inspiegabile fascino nel suo delirio tra sacro e profano tra ragione/raziocinio e follia ("quello che la mente può concepire e credere la può raggiungere").
Ed è un vero e proprio atto pornografico, quando la carne si lacera e gli amplessi di una coppia alla deriva sembrano un rituale di morte, non di vita (il seme che esce dal pene di Defoe è in realtà il rosso del suo sangue).
Per quanto il film abbia troppe affinità con il recente "Vinyan" il regista è ancora tra i pochi capaci di raccontare l'inferno privato minato dalla devianza di una sessualità inerme disperata e assessuata (il rito della castrazione, quasi).
E' insopportabile questa estetizzazione di ogni minima arte, anche della truculenza, ma - citando un detto ormai poco in uso - "eppur si muove"
Tra 2, 4, 6 e 10 scelgo la via di comodo

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Ultima risposta 17/09/2009 09.50.11
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