annientamento (2018)

Tentativo di "modernizzare" Tarkovskij e di produrre una fantascienza "alta" con un film di genere. Il proposito, invero difficile, non riesce se non in minima parte. La fotografia che alterna oscurità e luce viene spesso offuscata da scelte di effettistica alquanto bruttine. La storia, che gioca sul tema del doppio, della proliferazione della malattia, dello "scherzo" verso lo spettatore tra realtà e area x finisce per autoavilupparsi in un gorgo sceneggiativo da cui non si tira più fuori, complice un ritmo che fa il filo all'autorialità di Tarkovskij ma che poi quando capisce la sua poca efficacia finisce per dove puntare su improvvise (e forse gratuite scene splatter). Anche il finale si ingarbuglia quasi a voler dare forma e senso a tutto il mood criptico che la pellicola ha coltivato nel suo sviluppo. L'ho trovato quindi un film concettualmente incasinato e senza che si riesca ben a comprendere dove il regista voglia andare a parare. Resta un buon esercizio di nuova fantascienza, con un'atmosfera sapientemente giocata tra il mistero e un videogame alla "The last of us", ma venendo da quel piccolo gioiellino di "Ex machina" mi aspettavo sinceramente di meglio da Garland.