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film ad altissimo tasso narcolettico (evitare la visione prima di guidare un mezzo!). Di orrore c'è poco e nulla se non lievi accenni a anime inquiete di giovani suicide. La protagonista, in cura psichiatrica, ha delle visioni. Entra in contatto con lo spirito di una ragazza morta in un incidente tempo prima. Qualcosa di vagamente horror verso il finale ma ormai il sonno ha preso piede. Il tema potrebbe essere interessante se non fosse che il ritmo lentissimo ed estenuante inficia ogni attenzione e fa stramazzare anche lo spettatore più attento. L'angoscia e il senso di smarrimento è più verso il regista che verso la protagonista. Non è un film da bocciare in toto. ci sono spunti interessanti e l'atmosfera è quella giusta, anche gli attori sono bravi. Peccato per il sonno che incombe. Occasione sprecata.
Devo dire che per essere l'ennesimo film riguardante le possessioni ne ho apprezzato la diversità con cui viene affrontato l'argomento. La sceneggiatura si presenta in maniera molto simile ai canoni standard delle ghost-story, però in questo caso abbiamo un prodotto molto più particolare e che in effetti sa molto più di una storia drammatica e che di horror ha solo qualche tipico jumpscare. Cerca di avere un suo sviluppo narrativo attraverso ad una regia che cattura le immagini, formato da pochi dialoghi, e da una quiete che sa rendere l'idea di solitudine. Infatti il film è molto lento, purtroppo il rischio in cui incombe è quello di fare annoiare a morte, io stesso ho sofferto della sua lentezza lo ammetto, ho fatto una certa fatica a mantenere alto l'interesse, tuttavia ho apprezzato altre qualità, perchè grazie a tutte queste caratteristiche il film sa essere molto ipnotico e l'intento del regista di diversificare un tipo di prodotto che ormai è stato proposto in tutte le salse la si sente eccome. Quindi l'elogio più grande và sicuramente al neo-regista Sonny Mallhi già produttore di svariate pellicole dell'horror. Il limite maggiore che ci ho trovato invece sta nella sceneggiatura, perchè alla fine di tutto in realtà non rimane nulla di particolare di questo film talmente è simile nel suo sviluppo narrativo agli altri del genere di cui fa parte. Il finale anche di certo non aiuta a risollevarne le sorti, troppo prevedibile e scontato. Insomma per colpa di una sceneggiatura ripetitiva e scontata il film rischia di passare troppo inosservato rendendosi così un prodotto anonimo, quando presenta invece una regia molto accurata e una bella fotografia che risalta i colori dell'ambiente circostante dando al film un aspetto alquanto artistico. Non è adatto a tutti, se non sopportate i film troppo lenti ne sconsiglio la visione. In caso contrario un'occhiatina ce la darei.
Finalmente un film non ruffiano e buonista. E' vero il passo è n po' lento, ma si affronta un tema serio e lo si fa con saggezza e senza fronzoli. Non è un horror e nemmeno un thirller, ma un dramma psicologico onesto, credibile e realista, che si concede alle volte qualche indulgenza alla suspense, ma non fa nessuna paura perché non è quello l'intento. Le storie di Tess e Lucy intrigano, le vite di due ragazze e due madri che si sovrappongono e si sdoppiano in un continuo gioco di rimandi. Non ci sono effetti e grandi dispieghi di mezzi, la forza del film deriva da un'idea sola, unica ma potente: il voler indagare sommessamente dentro le pieghe dell'inconscio e dell'inconoscibile, ovvero dentro tutto ciò che ci rende umani.
Una noia che ti devasta per tutta la durata del film, situazioni viste e riviste...questi film sulle possessioni mi hanno stancato da tempo colpa mia che mi ostino a gurdarli comunque...lo consiglio solo a chi ha problemi con il sonno. Non e' un horror ma un dramma famigliare.
Tutto mi credevo tranne che questo film poteva essere così; mi aspettavo un prodotto horror dall'impronta "Japan horror", invece quello che mi sono trovato davanti è stato un prodotto totalmente diverso, più psicologico, quasi drammatico piuttosto che grottesco, con qualche venatura addirittura autoriale; sono rimasto totalmente spiazzato, ma sarà stata anche colpa della locandina, totalmente fuorviante e facilmente predisposta ad ingannare lo spettatore.... "Anguish" è un film drammatico che tratta una tematica che solitamente viene affrontata nel genere orrorifico, dato che la protagonista possiede un "dono", definamolo così, in grado di ospitare le anime rimaste tra la vita e la morte e in cerca di pace(avete presente il sesto senso?..eh, una cosa del genere). Tuttavia, a differenza del film di Shyamalan, questo "Anguish" utilizza pochissime scene inquietanti(ma d'effetto) per concentrarsi maggiormente su quello che potrebbe succedere in un ipotetica situazione reale, nel caso che qualcuno possedesse sul serio simili capacità. Per far questo, come detto prima, il film utilizza ritmi e toni piuttosto pacati, forse anche eccessivamente lenti per il sottoscritto(in questo caso, non che i ritmi lenti non mi piaciono), riducendo la visione ad una tremenda attesa di qualcosa di più incisivo; cosa che in realtà non avverrà mai, lasciando un pò di amaro in bocca che personalmente non mi è piaciuto e mi ha fatto giudicare questo lavoro "inutilmente" pretenzioso.....o forse non "inutilmente" ma "eccessivamente"... Ho capito le intenzioni, ed ho apprezzato il tentativo di rendere la solita storiella horror in qualcosa di più, ma a conti fatti a me non ha entusiasmato molto....troppi momenti morti che rallentavano il ritmo oltre il dovuto....ma sono punti di vista....
Un thriller psicologico, con incursioni nel soprannaturale, poco incisivo e poco coinvolgente, reso tale da una narrazione lenta e noiosamente inconcludente, una regia con poca inventiva e un cast di poco conto. Nulla di particolare da segnalare (forse l'unico merito va alla musica) e la storia scivola via tra uno sbadiglio e l'altro.
Rispetto a tante altre storie di possessione "Anguish" ha una struttura più delicata, molto accorta nello sviluppo dei personaggi e delle situazioni. Il film segna il debutto alla regia di Sonny Mahlli, produttore e sceneggiatore fino ad ora mai assurto alle cronache per aver legato il suo nome a qualcosa di indimenticabile. Nemmeno questo suo primo lavoro dietro la mdp lo è, ma sicuramente merita una certa considerazione. Ci sono due coppie -formate da madre con figlia adolescente- entrambe tormentate dalla disperazione. In un caso per un gravissimo lutto, nell'altro a causa della malattia psichica. Persone che incrociano i loro destini non perchè il soprannaturale voglia agire per motivi diabolici, semmai si palesa per ragioni diametralmente opposte, trovando terreno fertile per riempire un vuoto, venutosi a creare dall'irrefrenabile bisogno di affetto o forse perdono. Questa urgenza può essere placata solo sostituendosi a quello che ogni giorno di più sta divenendo solo un involucro umano. Ecco che il tentativo di fuga da un disagio troppo pesante da sopportare si incontra con i desideri di un'anima tormentata. In questo paradossale punto tra rottura e incontro si insinua ciò che nè scienza nè religione possono spiegare, solitudini intersecate lanciano il loro lamento, mentre struggenti ballate folk segnano le parentesi più intime di questa sceneggiatura dai tempi mai concitati, in cui Mallhi porta alla luce con prospettive diverse ed inusuali la sofferenza giovanile. Oscuro e piuttosto depresso è un film incapace di far paura, in quanto i sentimenti si sostituiscono ai balzi sulla poltrona. Ed è questo il bello.
Anguish è un discreto film dal taglio molto indie. Un horro sovrannaturale povero di effettistica ma che predilige le atmosfere ed i personaggi. Gioca molto su una certa ambiguità iniziale, sospesa tra il razionale e l'rrazionale che comunque influenza profondamente due coppie di personaggi che scopriranno di avere un legame profondo legato al dono/maledizione della protagonista. Brava la protagonista, volto adatto a dare vita allo smarrimento di un'adolescente problematica, altrettanto la regia che evita il più possibile (anche se nella parte finale eccede un po') facili escamotage da spavento sulla sedia. Un film che potrebbe trovare estimatori a chi ha apprezzato pellicole simili come It Follows o At the devil's door, dalla cadenza lenta quindi poco fruibile da un pubblico di tendenza bimbominkiesca.
Sinceramente quest'horror di Sonny Mallhi,produttore di diverse pellicole horror,quì al suo esordio dietro la macchina da presa non mi è dispiaciuto per nulla. Tanto per cominciare è un film indipendente caratterizzato da un ritmo piuttosto lento ed interamente concentrato sui personaggi.......non ci sono i classici sbalzi sonori e i demoni e fantasmi che escono dalle (fottutè) pareti, è tutto parecchio "rilassato" anche nei momenti in cui cominciano ad accadere fatti strani ed inspiegabili.......... Oltre a ciò riesce a trattare anche argomenti abbastanza profondi senza cadere mai nella banalità........mi ha colpito. Il film non fa paura nel vero senso del termine ma a tratti è riuscito ad inquietarmi grazie ad alcune intuizioni visive d'effetto e costruite in modo intelligente (per fare un esempio le mani che compaiono alla finestra). Atmosfera pesante,malinconiche canzoni folk e una recitazione pienamente convincente, contribuiscono a rendere questo Anguish un vero gioiellino,un horror triste e drammatico che difficilmente lascerà indifferenti.
Niente di che..le premesse erano buone ma poi il film non le ha mantenute. Storia un po trita e ritrita senza troppi colpi di scena o scene particolarmente inquietanti. Si può tranquillamente trascurare.