agora' regia di Alejandro Amenabar Spagna, USA 2009
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agora' (2009)

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locandina del film AGORA'

Titolo Originale: AGORA'

RegiaAlejandro Amenabar

InterpretiRachel Weisz, Rupert Evans, Max Minghella, Ashraf Barhoum, Oscar Isaac, Yousef 'Joe' Sweid, Manuel Cauchi, Clint Dyer, Amber Rose Revah, Richard Durden, Sami Samir, Charles Thake, Homayoun Ershadi, Harry Borg, Michael Lonsdale

Durata: h 2.08
NazionalitàSpagna, USA 2009
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2010

•  Altri film di Alejandro Amenabar

•  Link al sito di AGORA'

Trama del film Agora'

Egitto, IV secolo d.C.: ad Alessandria d'Egitto l'astrologa e filosofa Hypatia deve lottare per preservare tutti il sapere del suo antico mondo. Nel frattempo, il suo schiavo Davus è combattuto tra l'amore che ha per lei e la possibilità di guadagnare la libertà convertendosi al Cristianesimo.

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (163 voti)7,25Grafico
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Voti e commenti su Agora', 163 opinioni inserite

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Maxwell  @  07/06/2010 15:55:04
   7½ / 10
Bello, ma...

A favore:
Bella ricostruzione da un punto di vista grafico, pieno di chicche come i volti raschiati via dalle statue pagane e il cambiamento delle bandiere sul tempio. Attento a particolari anche sottili, come la scarsa influenza del governo imperiale.

Storia coinvolgente e con interessanti spunti, spesso espressi in semplici scene, come la varietà di pelle degli studenti di Ipazia.

Di contro:
Dialoghi spesso semplicistici e banali, come per volersi rivolgere ad un pubblico che parla e pensa in quel modo, il che me lo fa quasi etichettare come "americanata", cioè plasmato su un mercato un po' scemotto, perdonate la franchezza.

Alcune sottotrame e personaggi inutili: il ruolo del sentimento di Davo proprio non l'ho capito, mi sembra una seria pecca nella sceneggiatura.

In ultimo:
Bello da vedere, un po' violento - beh è spagnolo! - più che moralista io direi polemico e politico, non molto impegnativo ma toccante, tecnicamente buono ma secondo me debole in aspetti di sceneggiatura. Saluti!

Lory_noir  @  06/06/2010 23:04:39
   8 / 10
Queste tematiche mi colpiscono molto, e penso che un pò per tutti dovrebbe essere così. Lo consiglio perchè racconta storie che bisogna conoscere e perchè è fatto davvero bene.

shez  @  06/06/2010 12:16:24
   7½ / 10
Condivido in pieno quello che è la sostanza dl film e complimenti ad Amenabar per aver voluto affrontare il tema in questo modo. La religione cristiana come persecutrice invece che perseguitata è argomento non facilmente trattato e trattabile di questi tempi.
Per il resto, ahimè, Amenabar non mi ha convinto. Intendo la regia dal punto di vista tecnico. Troppo digitale per i miei gusti. Troppo '300'. Questione di gusti. Ma a me sembra che in questo modo il film perda parte della sua anima. Sicuramente Amenabar è uno che non ama ripetersi, e questo è apprezzabile. Ma, ripeto, dal punto di vista tecnico, mi sembra che rispetto a 'The others' o 'Mare dentro' abbia fatto questa volta un passo indietro.

lullaby2009  @  30/05/2010 21:04:24
   10 / 10
Amenabar ricostruisce l'universo perduto di Alessandria d'Egitto con grande senso visivo, molto belle le scene di massa e le battaglie rappresentate con molto realismo. Personaggi ben costruiti e una fotografia bellissima. Ma quello che colpisce di più è il messaggio che passa, il fanatismo e il fondamentalismo religioso sono sempre causa di distruzione e morte. Film da vedere

CharlieCalloway  @  30/05/2010 13:04:39
   6½ / 10
Mi è molto piaciuta la ricostruzione della biblioteca di Alessandria e l'ambientazione in generale.Offre moltissimi spunti di riflessione una volta usciti dal cinema,nonostante le idee rivoluzionarie della protagonista siano offrontate in maniera abbastanza superficiale.Meritevole anche la ricostruzione del pensiero cristiano dell'epoca.

carriebess  @  30/05/2010 11:11:18
   4 / 10
il mio voto è dovuto unicamente alla bravura della protagonista, secondo me un'ottima attrice, e alla regia che comunque potrebbe essere considerata accettabile, ma che per me non è abbastanza per meritare la sufficienza.
Per il resto...stendiamo un velo pietoso!

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Ultima risposta 21/08/2010 00.10.44
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annibalo  @  29/05/2010 17:37:03
   7½ / 10
una protagonista donna, un soggetto? fra miliardi di oggetti?bene purchè non sia una maschera mentre sfuggono le identità religiose nella società liquida

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Ultima risposta 08/06/2010 03.08.53
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wuwazz  @  28/05/2010 18:35:01
   7½ / 10
Film molto bello anche se in certi momenti pecca per semplicismo e sorvola troppo su dei passaggi chiave sui quali forse valeva la pena insistere un pò di più o forse anche solo trovare dei modi alternativi di affrontare la questione


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Per il resto un bellissimo film-fumettone, con grandi contenuti educativi

Mind rules, religion(s) sucks

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  28/05/2010 17:52:39
   4½ / 10
Ben che vada, oggi, il buon cinema è questo: sfoggio di costumi e scenografie cui s’appende una storia che possa suscitare qualche interesse.
Anzi parecchio, non appena si tirano in ballo astri e religioni.
Ma se proviamo a rimuovere la pesante cornice (che odora di cartapesta, per di più), nella tela cosa resta? Poco: le solite guerre che non assomigliano a guerre; i soliti cattivi (stavolta sono i cristiani ma poco cambia) e i soliti buoni che non assomigliano a persone; le solite musiche enfatiche; i soliti dialoghi pigri; una storia che offriva buoni spunti ma che è stata tradotta in maniera banale.

Sola, nel mezzo del cosmo, in centro al mondo, ad Alessandria d’Egitto, al film ‘Agorà’, Ipazia, con la sua intelligenza e le sue mestruazioni, martire brava e bella e, se si escludono i suoi pupilli, unica forma un poco viva tra una babele di fantocci – figura molto interessante, quella storica, un po’ meno questa cinematografica.

L’unica sequenza che mi è piaciuta è la breve ripresa che il regista fa dall’alto ai cristiani mentre assaltano la biblioteca, formicolio deleterio del firmamento umano che contrasta con la contemplata quiete dell’universo, col silenzio del cielo elementare, fermo e disadorno. Solo in quell’occasione ho trovato rappresentato efficacemente l’assunto, il conflitto tra il bellicoso credere religioso e il pacifico ragionare scientifico, tra la pesantezza dei dogmi e la lievità della scoperta. Per il resto, il tema è trattato in maniera tremendamente schematica. L’umanità tifa per il secondo, ma vince il primo.

Nel finale il regista preferisce la via del pudore. Scelta condivisibile. Ma è davvero poco.

45 risposte al commento
Ultima risposta 08/06/2010 18.10.12
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AMERICANFREE  @  27/05/2010 10:50:17
   8 / 10
bel film ho apprezzato molto la sceneggiatura e la fotografia! lo consiglio

Someone  @  26/05/2010 13:47:22
   6 / 10
Film che si autoproclama prepotente portavoce di facili (quanto delicati) moralismi.

Piuttosto prolisso e poco coinvolgente. Niente di imperdibile tutto sommato. Un plauso di merito alla sontuosità delle scenografie e alla cura dei costumi.

Sufficiente.

Hyspaniko9  @  25/05/2010 17:07:10
   8 / 10
visto a scuola, un film molto interessante che racconta ciò che è successo tantissimi anni fa, di quanto odio ci sia stato tra le diverse religioni per prendere il sopravvento, nel 2010 ancora ci sono tutte queste religioni, penso che mai ce ne potremmo liberare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  24/05/2010 06:55:29
   8½ / 10
Film biografico e storico che ricostruisce, in maniera ampiamente romanzata, la vita della filosofa e studiosa Ipazia e le vicende di Alessandria d'Egitto a cavallo tra il quarto e il quinto secolo. Comunque, l'obiettivo del film è a mio avviso non tanto omaggiare una martire caduta nel nome della libertà di pensiero, né offrire una ricostruzione storica precisa; bensì il (far) riflettere su due diversi modi di approcciarsi alla realtà: quello, proprio della scienza ora e della filosofia nel passato, di cercar di capire la realtà tramite il ragionamento, la ricerca, lo studio e la logica; e quello invece di basarsi su un dogma da accettare a priori senza porsi dubbio alcuno, e rifiutando qualsiasi atteggiamento critico. La morte di Ipazia rappresenta la fine temporanea dell'approccio critico e della ragione, dopo che esso era stato al centro della cultura greca e romana, e l'inizio di un lungo periodo di fanatismo e oscurantismo religioso. Questo è ben incarnato qui nella figura del vescovo Cirillo, principale responsabile del clima di violenza dell'epoca e oggi santo venerato dalla chiesa cattolica e celebrato il 27 giugno. Tra parentesi, nella scena della morte di Ipazia il regista è anche tenero con la religione cristiana, perché nella realtà non vi è stato alcun gesto di pietas e la filosofa è stata tirata giù da un carro e uccisa a colpi di cocci e pietre. Ma ha senso fare un film così oggi? Non sono tematiche e problemi ormai superati? Purtroppo manco per sogno, e i motivi sono due: uno è che oggi una delle principali religioni del mondo, quella islamica, è ancora tale e quale all'antico cristianesimo, con tutti i suoi Cirilli a fomentare guerre sante e inneggiare al martirio contro l'infedele. Il secondo è che anche in Europa, e soprattutto in Italia, la dialettica scienza/religione è ancora presente; e la ricerca è tutt'oggi ostacolata dal dogmatismo religioso. Infine, l'ultimo messaggio che è importante recepire, è che se noi occidentali o comunque europei, siamo arrivati dove siamo nel campo della scienza, della tecnica, della medicina e dell'astronomia, è grazie alle figure come Ipazia, o come più avanti Galileo, figure che hanno usato la ragione per comprendere la realtà scontrandosi con la violenza del dogmatismo. Noi siamo figli loro, non del cristianesimo che è stata una delle religioni più violente della storia, molto più dell'islamismo. Se oggi possiamo dire con fierezza che viviamo in una società avanzata sotto vari punti di vista, è perché siamo una società laica che si è affrancata dai dogmi, che ha optato per la ragione e la ricerca invece della parola di Dio. La religione cristiana chiaramente ha ostacolato il processo, ma oggi si è parzialmente adeguata allo stato delle cose; ed è solo per questo che oggi può sembrare migliore di altre: in altre parole, è il laicismo stesso che ha migliorato il cristianesimo. In definitiva, Agorà è un buon film, recitato e diretto molto bene, e che è un buon punto di partenza per riflessioni che posso andare anche al di là di ciò che viene propriamente rappresentato nella pellicola. Vi sono alcuni falsi storici, ma sono ampiamente perdonabili perché non incidono sulla veridicità della ricostruzione, ma sono solo funzionali alla maggior riuscita del film in quanto tale. L'unica pecca è che può risultare un po' didascalico.

Lenin  @  24/05/2010 01:38:51
   10 / 10
Che film sensazionale. Non sono un critico cinematografico e neanche lontanamente. Il mio non è un giudizio sulla sceneggiatura, sul costume, o sull'esattezza storica che comunque, credo, siano tutti buoni. Il mio è un giudizio su ciò che vuole comunicare il film. Pensare che la curtura Romana Greca ed Egiziana sarà annebbiata da secoli di medioevo per colpa dei parabolani di turno di quell'epoca, è veramente avvilente.

Macs  @  23/05/2010 21:48:21
   7½ / 10
Ricostruzione alquanto romanzesca della vita di Ipazia, filosofa scienziata vissuta ad Alessandria d'Egitto a cavallo tra quarto e quinto secolo d.C. Amenabar si prende moltissime licenze rispetto alla verità storica (ad esempio: lo schiavo Davo non esiste storicamente, la morte di Ipazia non viene fatta risalire direttamente al vescovo Cirillo, per finire con la licenza più grande: si avanza l'ipotesi che Ipazia abbia anticipato la rivoluzione copernicana, cosa tutta da dimostrare), ma se lo spettatore se la sente di tralasciare questi aspetti, diciamo che il risultato si fa apprezzare: ottime le ambientazioni e la colonna sonora, magistrale la Weisz in un ruolo non semplice, e poi il grande merito del film è il coraggio di raccontare e dare dignità a un personaggio semisconosciuto, per certi versi "scomodo", ma di grande spessore morale e scientifico. Anche se inventato, bello il finale "minimalista" con il gesto di Davo che non fa di Ipazia una facile eroina e non strappa la lacrima (la tentazione era forte), ma che ritraendo la serena accettazione che Ipazia fa del proprio destino, rende un omaggio ancora più sincero e sentito alla grandezza del personaggio.

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Ultima risposta 26/05/2010 02.16.40
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donzauken  @  22/05/2010 16:21:14
   9½ / 10
Ancora una volta Amenabar si mette alla prova con una tematica scottante e complessa, mettendo in luce le contraddizioni e le conseguenze nefaste del fanatismo religioso. Il risultato è ammirevole, un film che non si schiera da nessuna parte e lascia lo spettatore libero di giudicare con la propria testa senza pregiudizi. Rachel Weisz nella sua migliore interpretazione, davvero brava.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  22/05/2010 16:03:25
   7 / 10
Davvero un buon film, con il merito di portare alla luce una delle pagine piiù nere della storia cristiana (ricordiamo che il 27 giugno ancora si festeggia "san Cirillo d'Alessandria"), anche se è giusto far notare come il lavoro di Amenabar ha una veduta più ampia di critica al fanatismo religioso e al populismo.

Incantevole Rachel Weisz

bulldog  @  22/05/2010 09:13:59
   2 / 10
Oramai, come disse Orwell, si cambia il passato col metro di oggi.

Questo Amenabar è uno dei registi più tonti in circolazione.
E’ incredibile come cotanta ignoranza sia supportata da altrettanta presuntuosità.
Un filmetto per bambini dove la prosaica morale è che le religioni son sempre state l’oppio dei popoli che han creato solamente morte e distruzione ostacolando la grande ricerca scientifica.
I dialoghi più profondi del film,in cui i cristiani sono rappresentati come dei brutti ceffi dallo sguardo di ghiaccio , sono all incirca così:

‘ehi tu **cazzottino di un pagano lo sai che sei proprio uno sciocchino a contemplare delle statue che non si muovono?Noi cristiani siamo più furbi, scaltri e anche più belli di voi, tiè”

“ohhh guarda che belle le stelle, non cadono stanno lì ferme, ma il cosmo non può essere armonioso perché io ho il mio ciclo di mestruazioni che è tutt’altro che armonioso!”

Dunque data la pretenziosità delle tematiche trattate, tralascio i miei giudizi su tutto ciò che concerne il profilmico.
Che dire allora di sta robaccia?
Arte moderna composta da un insieme di tendenze intimistiche ed espressioni caratteristiche di una spiritualità femminea che non vuol saperne nulla del piano su cui agiscono le grandi forze storiche e politiche, e che per una sensibilità morbosa si ritira nel mondo della soggettività privata dell’artista, riconoscendo valore solo a ciò che è psicologicamente e esteticamente “interessante”
Ovviamente ignorate completamente concezioni tradizionali della storia, dei processi che nei vari cicli di civiltà conducono dalle forme organiche delle origini sino alle forme tarde e disanimate ove predominano l’intelletto astratto e il praticismo.
Intellettualizzazione, a discapito dell’immediatezza, radicalismo tecnicista e puro formalismo di una perfezione espressiva rispetto alla quale il contenuto diviene del tutto irrilevante.
Insomma pensiero moderno e cul-tura profana di serie z formano questo ennesimo baraccone del nuovo millennio.
Da grasse, grassissime risate, mi son dovuto trattenere a stento al cinema perché sono rispettoso e non potevo certo disturbare gli altri spettatori.
Un opera cinematografica mistificatrice, pretenziosa, parodisticamente scientista, falsa e ridicola come poche.

Amenabar vai a giocare a bocce.

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Ultima risposta 31/05/2010 10.20.11
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Clem  @  22/05/2010 01:50:44
   9 / 10
Capolavoro.. non annoia mai, lungo ma intenso. Consigliatissimo, anzi, imperdibile. Splendido film, splendida Weisz. Alcune immagini sono struggenti. Superlative quelle varie riprese dell'universo che portano fino alla commozione.
questa è una pellicola da oscar...

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  20/05/2010 15:48:57
   8 / 10
Come ogni biopic, anche Agorà poteva essere un'operazione a rischio. Il falso storico, la rappresentazione agiografica e retorica della biografia dei protagonisti è il rischio maggiore che questo genere cinematografico porta costitutivamente con sè. Amenàbar, però, pur non eliminando queste caratteristiche strutturali di genere, e accettando l'imprescindibile concetto che ogni biopic è sempre didascalico, riesce a superare la brutta empasse dell'effetto "fiction" ricostruendo una storia straordinariamente convincente non già in quanto vera in tutti i suoi elementi, ma verosimile. Del resto, di Ipazia d'Alessandria non è rimasta nessuna traccia scritta dei suoi lavori, dei suoi studi. La carenza di fonti certificate permette al regista spagnolo di muoversi con maggiore libertà, eppure mai in alcun momento si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un'opera mistificatoria. La ricostruzione storica, tanto di Alessandria (rappresentata nella sua complessa vitalità socio-culturale), quanto delle vicende religiose e politiche della provincia dell'impero del IV secolo, è straordinariamente convincente. Agorà è, dolorosamente, l'inammissibilità culturale, in un periodo di grandi rivolgimenti storici, del potere femminile all'interno di un più vasto e generale scontro di poteri, sullo sfondo dell'inesorabile declino di quello romano. Nel suo pregio maggiore, Agorà pone innanzi tutto al centro della storia una donna, con la sua lucida e vibrante coscienza che si fa tragica coerenza ideologica e morale. Pone in evidenza il meraviglioso scandalo del potere della scienza e del pensiero sull'ossessione del dogma e lo affida all'intransigenza di una donna. E', fondamentalmente, lo scandalo del femminile, della sua irruzione, in un contesto culturale e politico tutto maschile. Non c'è scena migliore, bellissima, definitiva, per restituirci la potenza di questo scandalo se non quella del fazzoletto intriso del mestruo di Ipazia, che la filosofa esibisce in segno di rifiuto, di fronte a tutta la platea di "discepoli", non già dell'uomo quale compagno di vita, ma delle logiche maschili che sovrintendono i rapporti uomo-donna: è la dichiarazione estrema di autonomia e autodeterminazione, è la rivendicazione convinta e orgogliosa della differenza di genere e della sua sostanziale irriducibilità. Scena, questa, che trova la sua naturale correlazione in quella di segno opposto della Biblioteca devastata dalla furia oscurantista dei cristiani. Il suo deserto funereo, plumbeo, è il controcanto alla vitalità pulsante del centro culturale, patrimonio genetico di civiltà, dove la parità di genere è naturale manifestazione dell'uguaglianza euclidea. E se il mestruo è simbolo di fertilità e di vita, l'abbandono e la desertificazione culturale richiamano solo alla morte, fisica, intellettuale e morale di una civiltà. Quando un popolo, una civiltà emergente o predominante vuole annientarne un'altra, è sempre nei centri culturali di quest'ultima che colpisce prima. In ogni epoca. Cancellare le tracce, la memoria altrui, è il primo passo vero l'omologazione, la conquista culturale che è poi militare e politica.

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Ultima risposta 26/05/2010 02.54.18
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Invia una mail all'autore del commento squirt  @  18/05/2010 18:50:11
   10 / 10
capolavoro di amenabar e grandissima Rachel Weisz.
interessante la storia, mai noiosa con tantissimi spunti di riflessione.
non importa a quale religione appartiene, l'uomo è comunque cattivo.

jiko  @  18/05/2010 16:54:38
   10 / 10
Amenabar realizza il suo film più riuscito, un'opera rischiosa e coraggiosa. Non è un film anticattolico, come ho letto in molte recensioni, è un film che si schiera contro il fondamentalismo religioso, non è un attacco contro la cristianità ma un atto d'accusa contro il fanatismo ottuso di quelle religioni che soffocano la libertà di pensiero . Finalmente un film storico che riesce a essere coinvolgente, grazie anche alle ottime prove degli attori, su tutti l'intensa Rachel Weisz.

kadhia  @  18/05/2010 10:34:54
   3 / 10
Ma come avete fatto a dare un voto così alto a questo film? Io l'ho trovato assolutamente insignificante, un guazzabuglio di idee sviluppate malissimo, peccato perchè l'argomento sarebbe stato interessante.

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Ultima risposta 19/05/2010 11.24.45
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morgana2009  @  16/05/2010 13:44:26
   10 / 10
Un film spettacolare, con ambientazioni molto accurate e una ricostruzione storica precisa e dettagliata, i temi ambiziosi che affronta scorrono in modo fluido e scorrevole. Un film che probabilmente passerà inosservato e farà fatica a imporsi al grande pubblico, anzi mi meraviglio che abbia trovato distribuzione in Italia e non sia stato boicottato o censurato. Da vedere e rivedere.

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Ultima risposta 30/05/2010 13.16.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  16/05/2010 13:05:07
   8 / 10
Amenabar decide di subordinare l'accuratezza storiografica alla sicurezza delle idee e ha buon gioco, finché lo spettatore glielo consente.
Con Agorà esplora la coesistenza (attualissima) di diverse fonti di 'verità' in un'unica cultura, firmando ben più di uno sterile manifesto antidogmatico. Due atteggiamenti fondamentali: l'Ipse dixit, il principio di autorità proprio delle religioni, che nasce dall'atto di fede nella verità rivelata e ammette come unico grado di libertà l'interpretazione (mai consapevole e foriera di conflitti) contro la sudditanza alla logica e ai fatti, che costringe una continua revisione della propria immagine del mondo e che deve discendere da sguardi vergini, senza filtro, di una purezza ben incarnata nell'eterea Ipazia. I due paradigmi epistemici sono destinati a un'inconciliabilità di principio, nonostante i goffi sforzi di certa parte della cultura contemporanea. Tuttavia l'uomo è complesso, e anche Agorà vive di personaggi stratificati. Il vescovo Cirillo e il parabolano Ammonio rappresentano un dogmatismo non banale, che reinterpeta le scritture in funzione delle istanze violente proprie del corredo genetico primitivo ("Sono stato perdonato, ma io non sto perdonando" - "Solo Dio può permettersi di essere così clemente"); il padre di Ipazia, che ha conosciuto la potenza della logica, ma si arrende per debolezza senile a decisioni di compromesso, pentendosene poi in un momento di lucidità; o il prefetto Oreste, uomo intelligente e impudente, ma lontano dal demone della conoscenza che scorge stupito nella filosofa e che si consegna alle esigenze della politica, tormentato da un conflitto più umano che filosofico; lo schiavo Davo, figura tra le più complesse, che avverte il potere della scienza ma non riesce a venirne a capo, sospinto da correnti passionali e desiderio di identità. Si convertirà dolorosamente al cristianesimo, incantato da un gioco di prestigio di Ammonio, ferito da Ipazia e bramoso di elevarsi dal ruolo di schiavo in una democrazia dei Cieli che finalmente sembra alla portata. E infine Ipazia, donna libera in una società in cui la parola rivelata sembra obbligarla al silenzio, che vive con illuminante precisione l'avventura dello scienziato di tutti i tempi, sedotto dalle forme pure e dalla semplicità, ma schiavo dei fatti ("e se ci fosse una spiegazione più semplice dei cerchi su cerchi di Tolomeo?"). Un elemento stabile, nella storia della scienza. Da Copernico alla teoria delle stringhe (in cui ci si chiede perché la natura non abbia scelto la forma più semplice, toroidale, per compattificare le 6 dimensioni extra) il duello tra simmetrie, estetica e verità è un tratto costante della vita scientifica. Costituendo insieme un punto di netta lontananza dall'atteggiamento dogmatico: la purezza delle forme si rivela spesso una guida, ma mai ciecamente seguita, lungo la via della conoscenza; lo scienziato dev'essere completamente libero, anche dai suoi vincoli estetici: la musica delle sfere che avvertiva Einstein è ben evidente, ma dev'essere tenuta a distanza di sicurezza.
Agorà è tutto questo. E con chiarezza che alcuni hanno percepito didascalica mette in guardia dalla violenza intrinseca delle fonti di verità non-scientifiche. Violenza che si manifesta ancor più pericolosamente che nei periodi di guerra, in quelli di pace.

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Ultima risposta 30/05/2010 16.13.26
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squoqui  @  15/05/2010 12:02:44
   6 / 10
Quello che mi chiedo è: perchè ci è stata raccontata una storia così particolareggiata, con una caratterizzazione così forte e precisa dei personaggi, con dei fatti così crudi, se non ci sono fonti da cui aver potuto attingere?

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Ci sono stati altri film che hanno modificato qualche aspetto storico del periodo che rappresentavano, ma costruire un'intera pellicola basandosi su qualche nozione pervenuta e spacciarla per la vera versione dei fatti non mi va bene.

Alex89  @  12/05/2010 22:26:25
   8 / 10
Simbolico, tratta due tematiche scienza e religione che si fondono in un film non molto scorrevole ma di profondo significato, incredibile i scheletri nell'armadio della chiesa, ce ne è di fango da spalare, addirittura 2 santi di oggi erano animali ignoranti del passato, buono lo stile sia della scenografia che del cast, si poteva dare più risalto ad Alessandria per un capolavoro, assolutamente consigliato.
Questo è cinema di informazione, fascino e verità .

Lightning  @  12/05/2010 18:49:35
   7½ / 10
Finalmente un film fatto bene e che tratta argomenti scomodi ai più. Molto scorrevole e con una Rachel Weisz eccezionale a mio parere. Consigliato per chi cerca un pò di storia e meno americanate.

BlackNight90  @  12/05/2010 02:30:41
   8½ / 10


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Dedicato ad Ipazia, ma rivolto a tutti quelli che ancora vivono nell'oscurantismo. Lei che nei secoli è stata messa da parte non solo dai fondamentalisti, poco più che un nome sfuggevole nei libri di storia, mai nessuno ha pensato di dedicare un giorno commemorativo (oggi che ne esistono anche per il pi greco) a questa martire pagana della scienza e della libertà: c'è voluto Amenabar per farla conoscere al grande pubblico come meriterebbe.
Ma Agorà non è un semplice bignamino su un periodo storico o un kolossal senz'anima, anzi usa la figura della filosofa e scienziata, troppo avanti per la sua epoca, per una denuncia attualissima e scomoda contro tutte le intolleranze e per ricordare, visto che c'è ne sempre bisogno, 'di che lacrime grondi e di che sangue' il passato e il presente delle religioni. Quello di Amenabar non è dunque un attacco rivolto unicamente al Cristianesimo: tanti messaggi vengono suggeriti dal regista cileno anche se, e qui sta forse il principale difetto, in modo troppo disorganico.
Ma Rachel Weisz è bravissima, e l'appassionato entusiasmo che trasmette alla sua Ipazia è contagioso. Oltre alla fantastica ricostruzione scenica è ottimo l'uso della computer grafica, con quei rimbalzi tra la desolazione e il casino della terra e l'armonia silenziosa e la perfezione degli astri, una metafora facile ma affascinante.

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Ultima risposta 12/05/2010 21.03.11
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  11/05/2010 15:19:37
   8 / 10
Condivido il bel commento di LP , è vero il film può risultare didascalico ( pericolo in cui facilmente scivolano i biopic e i film storici in genere), ma ciò che passa è il forte messaggio, che pervicacementwe con una lucidità e coerenza ragguardevoli, ci dice che ogni dogmatismo, sia esso religioso o ideologico, è costretto ad uccidere il libero pensiero per imporsi, alimentandosi del suo stesso fanatismo.
Un messaggio del genere, oggi, è importante. Può risultare retorico, d’accordo, ma è bene urlarlo e mostrarlo se può fare riflettere un’umanità sempre più omologata ed intellettualmente pigra, che assiste inerte al rigurgito oscurantista degli ultimi tempi.
Ipazia allora diventa il simbolo di questa libertà di pensiero che ( guarda un po’) coincide con la ricerca filosofica e scientifica, rientrando perfettamente nell’eterno contrasto religione/scienza. Una donna, dunque, è la protagonista; una donna che, proprio in quanto tale, è stata dimenticata persino dalla Storia. L’interpretazione della Weisz è viscerale, calata perfettamente nel ruolo, sa emozionarci come forse non ci si aspettava.
Amenabàr dirige in modo sicuro con una ricostruzione scenografica eccellente: la barbara sequenza dell’invasione e distruzione della biblioteca di Alessandria lascia per un momento senza fiato così come l’originale trovata della città trasformata in un formicaio impazzito.
Il regista ha voluto riportare alla luce un piccolo episodio dell’ancora oscura origine del Cristianesimo, il film ci ha messo un anno ad uscire in Italia, solo questo è già indizio sufficiente a farci riflettere per giorni.
“Voi non potete mettere in discussione quello in cui credete, io devo”.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  10/05/2010 23:57:44
   7 / 10
Sicuramente un film da vedere, con una straordinaria Rachel Weisz. Mi aspettavo un pochino di più a livello emozionale, questo sì. Cmq consigliato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  10/05/2010 16:52:47
   8 / 10
L'agorà nella Grecia Antica era la piazza centrale della polis, cardine di una società intraprendente nella sua arcaicità. Mentre l'epopea ellenica vede il culmine dei suoi anni intorno il 330 d.C con la morte di Alessandro Magno, una nuova città nasce sotto il nome di Alessandria d'Egitto, omonima del condottiero Macedone.
Sono anni di forti opposizioni religiose, dove il fanatismo mistico è padrone. Da una parte i Pagani, dall'altra i Cristiani, due fazioni che si macchiano di sangue quotidianamente per un ideologia veneratrice che ha come base fragili sostegni, indeboliti ancor di più dall'odio violento Cristiano, persecutore e come si è più volte verificato nella storia, tiranno.
In una società dove la libertà di pensiero viene meno, in un contesto ideologico povero e misogino, spicca una musa pagana di nome Ipazia.
Hypatia, Filosofa coraggiosa e mai arrendevole che arriverà a smentire la teoria Tolemaica, arrivando ad intendere un modello che solo mille anni più tardi verrà scoperto con Keplero, il modello eliocentrico.
Agorà sta suscitando forti pressioni, non legittime se si pensa alla veridicità dei fatti. Affermare che è un film anti-clericale è errato, è semplicemente una pellicola Kolossal, costruita sublimamente e sfacciata come il suo regista, un Amenabar temerario e senza peli sulla lingua.

suzuki71  @  10/05/2010 09:01:47
   8 / 10
Quest'ultimo film del bravo Amenabar è, diciamolo, coraggioso e sfrontato, perchè affronta temi difficili, delicati: la religione come limite eterno alla verità, il fanatismo qualunque che si riveste di credi mistici, la cecità delle masse condotte da testi selvaggi e desueti. Certo, viene inventata la storia d'amore dello schiavo Davo, Ipazia è interpretata magnificamente, ma il messaggio è un'invettiva superiore, alta. Dimenticare questo, per cedere alla facile critica di una trasposizione della storia a tratti da colossal d'altri tempi (anche se con i più moderni e sofisticati ausili computerizzati) può essere ingeneroso: qui non si parla di scontri tra titani, o di guerre di tro.ia, o di catastrofi soprannaturali prossime venture. Filosofia, fanatismo, morte della Bellezza: questi temi sono commerciali? Chi scommetterebbe a farne un film?
Un doveroso apprezzamento quindi per questo lavoro molto ben riuscito che, pur con una sceneggiatura non sempre pienamente coinvolgente (specialmente nella prima parte), ci ricorda che la barbarie talebana è solo un deja-vu, che i santi venerati e incensatissimi sono spesso illusioni e carnefici, che il cristianemsimo ha prodotto un azzeramento dello spirito libero umano, un medioevo della ragione per decine di secoli: i novelli talebani hanno davvero preecedenti illustri. E comunque, per venire al film, due ore passano in un attimo, le scende dall'alto sono magnifiche, e l'epilogo, pur romanzato e purtroppo edulcorato, è ad effetto. Un film che rimane dentro, e destinato a produrre (per fortuna e si spera) effetti, dibattiti, discussioni, a lungo termine. E' un film molto ben fatto, che va visto, e non va perso: per sè stessi, e per capire un po' meglio questo angolissimo di pianeta. Ipazia docet.

Darksimphony  @  10/05/2010 08:03:34
   1 / 10
******* mia....ma ke è???? cioè ho speso 7 euro e 50 per cosa? per andare a vedermi una lezione di filosofia? o di scienze della terra??? nn potevo credere ai miei occhi....pensavo di vedere un film con scene di azione, capace di coinvolgerti....una rottura di p a l l e per 2 ore...alla fine nn ce l'ho fatta piu e mi sono addormentato!!!! ke skifo!!

9 risposte al commento
Ultima risposta 20/07/2010 09.45.15
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  08/05/2010 15:57:14
   6½ / 10
Film interessante, ma poco entusiasmante.
La storia (intesa come sceneggiatura) non riesce mai ad eccellere in brillantezza, anzi gioca troppo con i cliché melodrammatici.
Belle idee ce ne sono tante (dai vestiti dei cristiani alle inquadrature aeree), ma vi sono anche parecchie sviste ed inesattezze che non danno alla trama il necessario slancio.
Rimane però l'idea di fondo a macerare dopo la visione.
Questo si.
Perciò almeno un obiettivo il film lo raggiunge. Poteva essere un capolavoro, è solo un buon film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  08/05/2010 14:40:43
   6 / 10
L'ho trovato didascalico e distaccato dalla protagonista, si tende più ad enfatizzare il documento storico che il personaggio di Hypatia, che resta, in definitiva, sostanzialmente bidimensionale in una prospettiva agiografica.

Interessante è notare come alla base della diffusione di ogni religione ci sia la violenza e che diffusione di un credo sia direttamente proporzionale ad essa, per il resto il tutto è abbastanza freddo tranne il finale.

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Ultima risposta 13/05/2010 10.58.11
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  08/05/2010 10:45:55
   9 / 10
La storia è piena di santi lapidatori e vittime dimenticate. Per fortuna ogni tanto il cinema riesce a rportare a galla alcune di queste figure volutamente lasciate nell' ombra.
Ad Amenabar non interessa moltissimo la vericidità scientifica e filosofica delle scoperte di Ipazia. Ed è abbastanza ovvio che la parte dedicata alla sua ricerca sia trattata in maniera un tantino superficiale. Anche se il momento in cui Ipazia traccia la traiettoria della terra sulla sabbia è davvero una scena emozionante, per merito della Weisz e della passione che ci mette a interpretare il ruolo di una martire della conoscenza e della tolleranza religiosa.
Agorà è un film estremamente coerente dal punto di vista ideologico, oserei dire "granitico", e forse per questo motivo può risultare retorico o didascalico. Ma non importa, perchè un atto d'accusa così forte al fanatismo e un inno così appassionato alla libertà di pensiero fa sempre bene.
L' interpretazione della Weisz è intensa , la ricostruzione di Alessandria, per una volta, utilizza la CG in modo perfetto e Amenabar gira da padreterno.
E' come se il regista spagnolo avesse voluto raccontarci un ultimo sussulto della dignità del pensiero umano prima che il mondo piombasse nell' oscurità, gettando un ponte tra noi e una cultura dimenticata.
E' un film che rivedrò fino alla nausea.

edwood  @  08/05/2010 02:02:20
   8 / 10
Si racconta la storia di una scienziata illuminata, culturalmente appartenente ad una religione che è diventata minoranza, perseguitata da integralisti la cui religione è stata adottata dal potere. La scienziata/filosofa è una greca pagana (laica), gli estremisti sono cristiani che da perseguitati dal potere romano si sono fatti persecutori delle altrui religioni (bruceranno la biblioteca d’Alessandria, un vero proprio crimine contro l’umanità). Amenabar rende al meglio questa storia, cercando d’addolcirla con gli slanci amorosi frustrati degli allievi di Ippazia, il finale fu ancora più crudele nella realtà.

xanter  @  07/05/2010 21:52:05
   6 / 10
Film decisamente deludente, poco appassionante e coinvolgente.
Buone la fotografia e la recitazione, ma non sono sufficienti, soprattutto se ci si aspetta un'altra perla cinematografica da un ottimo regista come Amenabar.

Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  07/05/2010 17:44:26
   7½ / 10
Davvero niente male...

Elwing77  @  07/05/2010 12:47:23
   7½ / 10
Film storico che riproduce quelle che sono le prime difficoltà di convivenza tra cristiani, ebrei e pagani. In tutto, si erge la figura della protagonista, Hypatia, la voce della ragione, direi, che indaga sul mistero dell'universo, studia e si chiede il perchè delle cose mentre intorno a lei dilagano il fanastismo religioso, la corruzione, l'ambizione e la violenza. A volte la pellicola è lenta, ma nel complesso mi ha trasmesso significative emozioni.

emagiul  @  06/05/2010 21:30:34
   6 / 10
non sono pienamente soddisfatto da questo film nonostante io sia un fan dei film storici..

aleintothewild  @  06/05/2010 21:22:56
   5 / 10
Personaggi stereotipi e svolgimento lento, lento, ma di una lentezza inimmaginabile...Mi aspettavo più filosofia e meno fronzoli! Come disse qualcuno prima di me, film da seconda serata post-Super Quark.

annab  @  06/05/2010 08:58:26
   8½ / 10
Film che merita davvero. Per le scene spettacolari, per la capacità di riuscire a guardare il tutto con occhio abbastanza distaccato, per la recitazione, per l'intensità.
Mi ha commosso e mi ha incuriosito. Cercherò di approfondire questa parte di storia che conoscevo solo di sfuggita

Invia una mail all'autore del commento Daniel91  @  04/05/2010 22:55:41
   10 / 10
posso solo dire che chi ha dato un voto negativo non ha capito un c***o su questo film! Sono uscito dalla sala sconvolto e travolto da emozioni. è un capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/05/2010 21:34:16
   7½ / 10
E' un film senza dubbio ambizioso che descrive un periodo storico poco abusato al cinema. Un inno alla tolleranza allo scambio di idee per arrivare al progresso e alla conoscenza. Un atto di accusa contro il fanatismo religioso portatore di oscurantismo dietro una falsa maschera di uguaglianza tra le persone e avente lo scopo di conquistare le redini del potere. Davo è uno dei primi a cadere nell'inganno: si libera del collare della schiavitù per passarne ad un'altra. Il personaggio di Ipazia viene lentamente ma inesorabilmente isolato fino al martirio ordito da futuri "dottori della chiesa e "santi lapidatori" in nome dei dogmi della nuova fede dominante, sotto gli occhi di un cosmo immenso e indifferente a tali piccole e spregevoli lotte. Gli ex discepoli invece cadono vittime della propria debolezza o del pragmatismo utile a tutte le cause.
Tanta ambizione nel film di Amenabar accompagnata da altrettanta complessità che rende il film a volte didascalico e poco approfondito, ma la coerenza dei temi trattati meritano un plauso insieme alla messa in scena e la buona prova corale degli attori.

Iree__  @  04/05/2010 18:26:27
   5 / 10
Abbastanza noioso!

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Ultima risposta 16/12/2010 19.33.12
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TheGame  @  03/05/2010 15:22:36
   6 / 10
Nozioni di astronomia seguite da lezioncine di storia e filosofia attraverso l'occhio rigorosamente agnostico di Amenabar. Sostanza affogata tra incredibili scenografie e virtuosismi tecnici in questo prodotto destinato a riempire il palinsesto in seconda serata dopo Super Quark...

Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  03/05/2010 11:19:07
   6 / 10
Nulla di particolare, belle ricostruzioni, brava la Weisz, regia e montaggio da manuale scolastico, ma il film si perde in una ricostruzione fin troppo classica, come ci si aspetterebbe da un kolossal tv, e tranne in alcuni punti precisi non prende mai. Speravo in qualcosa di più originale, ho trovato un film didascalico. Vedibile, ma Amenabar ha ben altre carte da giocare.

Rand  @  03/05/2010 11:17:44
   9 / 10
Hypatia d'Alessandria è molto più di una donna: intellettuale e filosofa insegnante in un mondo prettamente maschile, dimostrava una profondità di pensiero e tolleranza allora sconosciuti ai più, contro tutti gli integralismi e dogmi lei semplicemente opponeva il metodo "empirico" e il dibattito, il confronto tra idee diverse e la confutazione...
La regia di Amenabar è notevole, certo dispiace per alcune sviste storiche, e semplificazioni, che però un normale spettatore non noterà neanche, gli attori sono eccezionali, premetto che ho visto la pellicola in lingua originale, una buona sceneggiatura conduce la storia all'epilogo drammaico che ci aspettiamo, buone musiche e riprese notevoli, specialmente quelle a volo d'uccello e del "Mondo" nella sua interezza e grandezza, certo per essere un prodotto europeo perfino gli effetti speciali sono ottimi, vi è una sapiente commistione di digitale nelle scene di massa e teatri di posa enormi per le location a Malta, nel complesso pefetto nella sua interezza, c'è gente che l'ha odiato per l'aspetto religioso, altri addirittura l'hanno giudicato prima di vederlo, secondo me narra semplicemente fatti che accaddero realmente, e non si addentra neanche troppo nella meschinità dei "cristiani" e delle varie sette che si combattevano sanguinariamente (altro che carità cristiana), tra razzismi contro gli ebrei e maschilismi fondamentalisti contro le donne che pensavano...Dura più di due ore e spero che non vi annoi!

Jumpy  @  03/05/2010 01:19:40
   7 / 10
Le tematiche che affronta sono davvero interessanti e piuttosto scomode, peccato che il film si perda un po' tra ricostruzione storica approssimata e una lentezza davvero esasperante nella prima parte, il finale, seppur intenso e toccante, mi è sembrato un po' buttato lì.
Ha dalla sua una fotografia perfetta e patinata, complessivamente mi è sembrato un versione femminile e più raffinata di "Il Gladiatore".

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  02/05/2010 20:15:09
   7 / 10
Lo sguardo così triste e il volto sciupato di Rachel Weisz, che accenna un sorriso carico di speranza solo quando tutto ciò che la circonda è la sua fede per la scienza, è tremendamente intenso. Pensare che qualche annetto fa quando si accostava il suo nome all'Egitto subito balenava alla mente quello sciocco film sulle mummie killer, ti fa sentire tremendamente bene.

Il film per me è lei, e la sua figura, una donna che ha portato avanti le sue idee contro l'ingenuità e l'ignoranza dell'epoca, è descritta bene anche se non approfondita.
Il contesto, i costumi, la fotografia, tutto magnifico, anche se a fine visione rimane la sensazione di incompiuto, è questo è forse il difetto principale di tutta l'opera, conflitto pagani-cristiani compreso.
Un vero peccato, poteva essere un capolavoro, ma nessuno potrà togliervi la goduria di vedere Ipazia mostrare le sue teorie sull'universo sopra 4 metri quadrati di sabbia.

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Ultima risposta 04/05/2010 20.59.00
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claudio54  @  02/05/2010 14:15:55
   7½ / 10
Non mi meraviglia che la chiesa abbia cercato di ostacolarne in tutti i modi l'uscita. Comunque è un buon film. Forse un po' troppo patinato, ma resta sempre un buon film. Coraggioso. Contro tutti i fondamentalismi religiosi.

InsolitoEs  @  02/05/2010 00:05:41
   8½ / 10
Ottimo film. Grande Regia, Sceneggiatura, recitazione e tematiche.
Davvero consigliatissimo

Yat81  @  01/05/2010 15:43:04
   5½ / 10
Agorà è un film che vuole far discutere di tematiche interessanti,ma che non riesce a convincere e coinvolgere del tutto.Buoni argomenti sfruttati male.
La regia non mi ha entusiasmato,ma non è male,il confezionamento è buono,ci sono scene belle,anche se inevitabilmente rischia di sembrare a tratti una docu-fiction,di essere didascalico.

Mi associo a precedenti commenti nel dire che è un film molto "scolastico", da guardare magari nell'ora di religione...
Piccola delusione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  01/05/2010 10:44:54
   7 / 10
L'ultima fatica di Amenabar è un film stilisticamente perfetto. La ricostruzione di Alessandria è portentosa, così come tutta la prima parte del film intrisa di quel sapore di storia e di fascino; in cui le lotte tra religione e scienza sono vive e molto credibili. Molto belli e curati anche i costumi.
La cosa che lascia un po' perplessi è la non messa perfetttamente a fuoco dell'intrigante personaggio della filosofa Hypatia. Infatti, per quanto questo possano essere un errore storico nel film, le sue affascinanti teorie, che anticipano scoperte galileiane ed altre ancora, sembrano lanciate un po' a caso in mezzo ad una storia di guerra e violenza. Da un lato è vero che le teorie esposte servono a dimostrare quanto la scienza e la ratio riescano ad illuminare una mente a dispetto di inutili faide religiose che producono solo barbarie. Però il regista non riesce a miscelare bene queste cose e il risultato è una leggera dispersione del personaggio della Weisz.
Nel complesso un film da vedere, ma speravo in qualcosa di meglio.

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Ultima risposta 01/05/2010 12.46.05
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tylerdurden80  @  01/05/2010 00:57:12
   5½ / 10
sono uscito di casa e il voto più basso che aveva raccolto questo film era un unico 6,5 poi tutti voti altissimi,all'uscita dalla sala ho cominciato a dubitare seriamente delle mie capacità di giudicare i film...ma ora vedo che non sono l'unico pazzo a essere rimasto deluso da Agorà

peccato perchè le tematiche trattate (film storico + religione vs. scienza) potevano,per i miei gusti, essere un mix perfetto ma la sceneggiatura mi è sembrata del tutto lacunosa e incompleta,il film vuole mettere insieme tutte queste tematiche ma sembra "scollato" non riuscendo a dare un filo conduttore unico e definito.se poi ci aggiungiamo la lentezza della prima parte e, al contrario, un finale affrettato per me Agorà è l'esempio di come rovinare un film che avrebbe potuto essere grandioso.

a me non bastano un paio di inquadrature ad effetto (anche se molto suggestive per carità) sulle varie figure geometriche/astronomiche.

Agorà,il film che poteva essere ma non è stato...

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Ultima risposta 10/05/2010 15.08.13
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Invia una mail all'autore del commento dr.slump  @  01/05/2010 00:11:10
   5 / 10
Ingredienti per un pasticcio mediocre:
- 1 porzione di storiella d'amore;
- 1 cucchiaino di riferimenti storici con una confusione senza pari (già il fatto di far passare la lupa con romolo e remo quale simbolo della Roma imperiale nel 367 d.c. fa abbastanza ridere);
- 1 dose di inasprimento;
- 1/2 porzione di scassamento e regia lenta;
-1/4 di google earth;
mischiare il tutto, versare in una casseruola e infornare a 180°, cuocere per più di 2h!!!
Cosa si ottiene? ...........AGORA' che la storia ti spiegherà!

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Ultima risposta 20/05/2010 09.18.49
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/05/2010 00:00:45
   5½ / 10
Provo da sempre una costante allergia verso i peplum, trionfi di cartapesta dove l'estetica il più delle volte prevale sull'emozione, e anche se me lo raccomanda Amenabar la diffidenza permane. E francamente a me non sembra logico che Agora meriti tutta questo grande clamore, anzi condivido pienamente i dubbi di una certa critica riguardo un'operazione come questa. Siamo davvero di fronte a un peplum diverso dagli altri o le componenti "false" alla fine sono le stesse della ruggine che infesta Ben Hur e affini?
Perchè alla fine, in questo "delirio armigero" del regista cileno, mi resta soprattutto la fastidiosa sensazione - involontaria, spero - della rievocazione didattica utile alle discussioni e ai compìti in classe dei licei scientifici.
Amenabar ha indubbiamente un notevole senso dell'estetica, ma non mi basta la metafora del "cerchio" che guarda il mondo - bellissima immagine, fra l'altro - sovrastato da rivolte cristiano-pagane e dalla profonda abnegazione culturale della ricerca scientifica di Ipazia.
Perchè alla fine tutta questa invettiva è completamente priva di riflessioni, troppo persa nei combattimenti e nelle ragioni (a volte incomprensibili e romanzesche, come la "cristianità adottata" dallo schiavo D./Minghella per amore della sua padrona) e non di rado vicinissima proprio all'estetica del kolossal classico che tanto mi indispone.
Tanto per citare un esempio, il ferimento di Oreste è assurdo come ennesimo manifesto delle origini del cristianesimo come l'inizio di tutti i mali della civiltà di ieri e di oggi.
Temo purtroppo che questo C'era una volta per la gioia dei professori di scienze storia e filosofia finisca per cadere nel novero dei grandi progetti non riuscìti, incapace com'è persino di rendere credibile il sacrificio umano e culturale di Ipazia (un'ottima Rachel Weisz).
Alla fine lo splendido scenario si sbaracca e restano i cocci di una civiltà prefabbricata negli studios

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Ultima risposta 19/10/2010 14.38.04
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  30/04/2010 15:10:20
   7 / 10
Mi aspettavo qualcosina di più ma rimane un buon film, ha il pregio di riportare alla luce una storia talmente interessante da azzerare già in partenza difetti e furbizie varie ( vedi i cristiani tutti vestiti rigorosamente di nero ) con una sceneggiatura non immune da piccole cadute di tono.
Il problema principale è propio il personaggio della Weisz: chiariamo, lei è splendida, un'attrice coi fiocchi, ma la sua Ipazia non regala l'empatia giusta e tutti gli snodi narrativi legati ai movimenti celesti sono del tutto privi di fascino - banale a tal proposito la rivelazione finale che arriva guarda un pò a un passo dall'epilogo -
Detto questo tecnicamente il lavoro di Amenabar è grandioso: regia e scenografie regalano uno spettacolo memorabile, le battaglie e le varie riprese dall'alto rimangono impresse nella memoria con una sequenza finale talmente riuscita da strappare applausi a scena aperta.
In perfetto equilibrio tra pregi e difetti, rimane cmq un film scomodo, dimostrazione pratica di come in passato la paura della verità conduceva l'uomo all'ignoranza più totale.

air09  @  30/04/2010 13:16:15
   9 / 10
le teorie rivoluzionistiche fanno sempre paura perchè implicano un cambiamento , come dice la filosofa Hypatia vedere tutto con altri occhi smontare il castello e le fondamenta di quello in cui crediamo, poi se il tutto viene fuori da una donna dell'epoca (quelle di oggi ci spupazzano xD) è un mix mortale. bravissima Rachel Weis, e come hanno detto altri i scontri che si susseguono in questo film tra le diverse fazioni di pensiero: sociale, politico, religioso sono una chicca. 2 ore scorrono leggiadre da vedere

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goodwolf  @  30/04/2010 10:51:26
   7½ / 10
Un film sulla stupidità umana, che ci ricorda quanto poco sia cambiato anche ai giorni nostri. Tecnicamente il film è molto bello, riprese panoramiche fantastiche.
La storia è ottima, anche se un po' troppo romanzata, e il film cresce di intensità dopo una prima parte non eccelsa.
Visione obbligata per chi va in chiesa e crede in essa. Ma tanto, non cambierà mai nulla.

dils  @  29/04/2010 13:09:18
   8 / 10
un film magnifico, una regia spelndida, le riprese dall'alto sono a dir poco superbe.Una storia che da sempre affascina e continua a farlo, la vita di una donna che ha avuto il coraggio di essere se stessa portando avanti la consapevolezza dell'importanza della divulgazione della scienza come condivisione e apprendimento. La figura di Ipazia rappresenta da sempre un icona assolutamente contemporanea e rivoluzionaria e Amenabar con maestria le rende un grandioso tributo.
Da vedere assolutamente

Nergal85  @  28/04/2010 18:57:38
   10 / 10
fatico nel trovare le parole giuste per giustificare il mio voto. parto dal fatto che non riuscirei ad immaginare diversamente questo film da come lo ha voluto trasmettere il regista e personalmente non aggiungerei niente per migliorarlo.
questo film è una piacevole sorpresa che colpisce nell'intelletto per i temi trattati (politica, religione, disuguaglianza, pari opportunità, convivenza, scontro scienza-fede), tutti molto attuali e sviluppati con grande maestria.
splendide le ambientazioni, che però vengono messe in secondo piano dalle stupefacenti scelte registiche. bravissimi gli attori nonostante non siano tutti molto conosciuti. in particolare ho apprezzato la figura del parabolano ammonio.
quindi non aggiungo altro e consiglio vivamente la visione di questo film che merita di essere visto da molte persone.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  28/04/2010 16:58:10
   7 / 10
Quanto piccole, e meschine, le beghe politiche che portano gli uomini a trucidarsi a vicenda! Un'inquadratura di "Agorà" si apre sul dettaglio di un formicaio; poco dopo, una plongèe su di una piazza ci mostra le persone muoversi (accelerate) proprio come formiche impazzite.
Ho trovato molto belle le inquadrature dall'alto, i dolly smisurati e addirittura cosmici, a suggerire l'immensa distanza tra le meschine beghe degli umani, e l'armonia dei corpi celesti: quell'armonia che tanto fascino esercita su Ipazia.
E non ci sono solo dolly o zoomate smisurate, ma anche un frequente interrogare il cielo, le stelle, da parte della macchina da presa, proprio come gli occhi di Ipazia scrutano ripetutamente verso l'alto, nei misteri del cosmo.
Questa è la più significativa (e davvero bella) specificità stilistica del film.

Ho letto da più parti che tra i detrattori del film vi è chi lo considera povero di pathos. Trovo invece che il film, sia pur ricorrendo a canoni visivi da kolossal contemporaneo, e con uno stile dunque da blockbuster commerciale (ma tecnicamente di ottima fattura), compia un piccolo miracolo nel riuscire ad appassionare e insieme far riflettere sul risvolto di fondo: ossia come le meschine logiche della politica rendano aberrante il rapporto tra scienza e fede.
Che un film appassioni su questo tema prettamente intellettuale, è un piccolo miracolo, e una scommessa vinta da parte di Amenabar.
Il film dunque appassiona: anche attraverso la progressiva evoluzione delle ricerche astronomiche di Ipazia, in una messa in discussione del sistema tolemaico che avvicinerebbe Ipazia a quanto asserito poi 1200 anni più tardi da Galileo. E il parallelo è tutt'altro che casuale.

Non appassionano troppo invece le vicende "romanzate". Specie le vicende private di Ipazia (anche se il suo carisma è ben reso dall'interpretazione di Rachel Weisz) sono ridotte a un "romanzetto", se non improponibile, però di scarso appeal per lo spettatore: anche se nel rispetto, mi pare, dei fatti storici, cui gli sceneggiatori si sono attenuti con scrupolo e correttezza.
I fatti storici comunque interessano senza dubbio più dei fatti privati, che mi sembra servino più che altro da "collante" per giustificare in modo facile sviluppi storici altrimenti difficilmente traducibili in un film.

Con scrupolo e correttezza, a ben vedere, è condotta tutta la ricostruzione storica, sin dall'inizio della pellicola in cui lo spettatore non è mai sollecitato a prendere parte in causa, né in particolare a detestare i cristiani per partito preso.
"Agorà" non mi è parso una bassa operazione anticlericale, bensì una coraggiosa messinscena della turpitudine con cui la religione viene strumentalizzata, in primo luogo dalle autorità religiose, a fini di potere. Nella specie, di acquisizione di un potere sempre più assoluto.
Il film, specie all'inizio, riesce a mantenere una neutralità storica molto apprezzabile, in cui non si manca di descrivere i risvolti, e le colpe, sempre di entrambe le parti di volta in volta contrapposte.

Il film è un commovente apologo in favore della libera scienza, che si fonda (illuministicamente) sul dubbio e la messa in discussione delle autorità in campo filosofico-scientifico - un atteggiamento antitetico a quello dogmatico della fede.
Ma il conflitto tra i due atteggiamenti non sarebbe incompatibile. Però la Storia (e questo film) dimostrano come i dogmatismi di fede e l'intolleranza si presi a entrare in circolo vizioso con le lotte di potere. Ciò che ne scaturisce può essere tremendo.
E può bastare a dar inizio a oltre 10 "secoli bui": come nel caso dell'incipiente medioevo in cui le vicende narrate da "Agorà" si svolgono. Secoli bui, quelli del medioevo cristiano ("cristiano", ché negli stessi secoli del "nostro" medioevo fiorì una lussureggiante civiltà islamica), ben suggeriti dalla distruzione della preziosissima biblioteca di Alessandria.

Il cristianesimo portava con sé una radicale novità rispetto ai culti antichi: la sua vocazione universale (voluta da Paolo di Tarso, fondatore del cristianesimo) conteneva in nuce devastanti conseguenze. Nell'antichità infatti, le classi sacerdotali erano ovunque massimamente importanti, in tutte le civiltà (alla maniera in cui lo sarebbero poi state le autorità ecclesiali): l'assolutismo religioso era funzione del mantenimento del potere. Ma ciò che non esisteva, e che invece costituisce la novità "devastante" portata dal cristianesimo, era la pretesa universalità del credo religioso: che in termini di potere politico conduce a "metastasi" infinite, in un orribile assolutismo universale: il quale privò persino gli imperatori dei loro attributi divini. Se la religione si pretende una sola nel mondo conosciuto, laddove coesistono diversi sovrani, nessun sovrano può più rivendicare per sé attributi di divinità. Con la nascita del cristianesimo, le grandi civiltà smettono di avere un Dio sul trono (con l'eccezione del Papa: eccezione che non a caso costituirà motivo di tremendi conflitti con l'Imperatore, all'epoca di Dante, dei guelfi e ghibellini, della "lotta per le investiture").
Proprio all'epoca di Ipazia, il cristianesimo aveva appena trovato nelle strutture politiche dell'Impero romano in crisi il trampolino di lancio per spandersi ovunque nel Mediterraneo, e poi, nei secoli, in tutto l'occidente.
Ciò è Storia, e - a postilla - vorrei aggiungere che lo studio della Storia esige che ogni epoca sia studiata senza cadere in raffronti con l'attualità eccessivamente facili. Quantunque essi siano leciti.

ozrecsehc  @  28/04/2010 12:49:37
   9 / 10
voi non mettete in discussione quello in cui credete, voi non potete, ma io devo

Eleanor_Rigby  @  28/04/2010 12:44:33
   9 / 10
Finalmente la pienezza dei sensi. Si un po come Sirio il dragone tanto per intenderci, oppure mettimolo sul culinario "ho la pancia piena".
Se non si capisce il film mi è piaciuto molto, mi ha affascinato in un percorso che ha saputo conquistarmi: all'inzio ero scettico, poi convinto, infine affascinato come avessi fatto lo stesso percorso ellittico di Hypatia.
E' una pellicola ricca di contenuti che si sposa con la libertà di pensiero ma intorno ad essa orbitano tante ideologie che diventano costrizioni per l'uomo.
Jellybelly qualche commento sotto di me sottolinea la frase "Io devo sempre mettere in dubbio quello in cui credo, voi non potete" e io aggiungo, anzi affianco, quella di Davus "Io non sono più in grado di perdonare" poiché essi non sono più in grado di cambiare idea di mettere in dubbio le loro azioni, per l'appunto quello in cui credono che è alla base del perdono.
Hypatia giunge a conclusioni scientifiche troppo banalmente ma personalmente hanno appagato il mio giovane spirito di conoscenza, e devo ammetterlo mi hanno emozionato.
Film da non perdere.

dominus  @  28/04/2010 12:01:53
   7 / 10
bel film,ambientazioni stupente sa trattare bene gli argomenti spigolosi ancora oggi della religioni ke si scontrano e della filosofia con le scoperte.di negativo c'è ke il ritmo ogni tanto cala

Bellisano  @  28/04/2010 09:31:01
   8½ / 10
Splendido film, uno dei più affascinanti degli ultimi mesi. Carico di tensione per la guerra tra le fazioni, riesce a far coesistere momenti di calma e riflessione filosofici in una terra devastata dall'ignoranza e dall'odio. La regia è perfetta, e nonostante qualche calo nel finale (ritmo, spessore dei personaggi), il film si è rivelato una piacevolissima sorpresa.
Consigliato vivamente.

TheLegend  @  27/04/2010 19:32:07
   7½ / 10
Film carico di significato registicamente ottimo.
Durante la visione si avverte qualche momento in cui il ritmo cala un pò troppo;
questo lo penalizza un pò ma restano superiori i pregi ai difetti.
Bravi gli attori.

gaffe  @  27/04/2010 18:34:03
   6½ / 10
Buon film anche se tra una visione e l'altra si ha un effetto fiction, cosa abbastanza comune per i kolossal.
Il cristianesimo in questo film non ha nulla di buono: oscurantista, violento, misogino...
Bene o male quasi come oggi.

uzzyubis  @  27/04/2010 12:26:40
   8 / 10
Amenabar non delude e si mantiene, a livello qualitativo, sui suoi precedenti lavori.
Questo Agorà ha le stigmate del Kolossal per quanto riguarda la produzione, l'impatto visivo e la realizzazione.
La vicenda oltre che le più che evidenti tematiche della non accettazione del diverso, dell'importanza della cultura, della "vacuità" delle religioni, pone a mio parere una visione della religione cristina violenta, che si "sposa" ottimamente con il nostro contemporaneo in cui si fa uso della medesima cristianità come esempio di libertà rispetto al pericolo islamico.
Secondo me è ridicolo se non anacronistico citare il film come storicizzazione deviata del cristianesimo, proprio perchè il film non vuole questo, il film vuole e da una visione più ampia; tutte le religioni, tutti i regimi.
Unico appunto le sequenza da Google maps che ovviamente fanno da collegamento con la storia della protagonista, ma che mi hanno urtato un pò. Da un grande regista mi spettavo qualcosa di diverso di più geniale.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  27/04/2010 01:57:09
   8 / 10
Amenabar analizza un periodo storico lontano e dimenticato per parlare d'altro, di qualcosa che riguarda tutti da vicino.
Una ricostruzione storica accuratissima per un film profondamente laico, dove la repressione ideologica non uccide la forza delle idee.
Le religioni prima o poi si sgonfiano, i regimi totalitari prima o poi crollano, ciò che resta immortale è l'atto creativo: l'unico vero di0 nell'uomo.

4 risposte al commento
Ultima risposta 27/04/2010 19.01.33
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yonkers86  @  27/04/2010 01:24:02
   8 / 10
Penso che il messaggio di Amenàbar sia sotto gli occhi di tutti, lui non critica aspramente la religione cattolica, ebraica o pagana, tantomeno il fatto di essere credenti di una delle sopracitate religioni. La critica che il regista spagnolo fa riguarda l'uso strumentale che si fa della religione per mobilitare le masse e legittimare un potere politico, cosa che è incredibilmente d'attualità.
Lo scontro tra Cirillo e Oreste è solamente sfiorato da questioni personali, quando entrambi utilizzano la religione per cercare di sovrastare l'altro, arrivando addirittura a sacrificare quello in cui hanno sempre creduto (esempio lampante è appunto Oreste).
Chiaramente anche il contrasto tra religione e scienza, altro tema attualissimo tra l'altro, è sicuramente importante ma non quanto il rapporto con la politica, o almeno questo è quello che mi è parso guardando il film.
La figura di Ipazia è ben delineata, ho avuto modo di documentarmi sulla sua vita circa un anno fa e devo dire che il suo genio non è assolutamente esaltato nella pellicola, essendo lei una delle menti più geniali della storia dell'umanità e non solo dell'Alessandria del 400.
Alla fine dei conti penso sia un film assolutamente valido, che và preso per quello che è ossia una cronaca storica atta a far riflettere lo spettatore su quanto la storia sia ciclica e beffarda, senza star lì a cercare significati incredibili con annessi voli pindarici. La dietrologia e l'esasperata ricerca dell'attacco alla religione son inutili, perchè non rispecchiano esattamente quello che il regista vuole raccontare.
Fermiamoci all'analisi storica e cerchiamo di trarre delle conclusioni, pensiamo a quanto siamo progrediti in alcuni campi e quanto siamo rimasti fossilizzati in altri.
Registicamente il film non è nulla di eccezzionale, ma alla fine la cosa non mi stupisce dato che Amenàbar è sempre stato un superbo narratore piuttosto che un abile uomo da cinepresa.
Ho particolarmente apprezzato la ricostruzione del periodo storico e della città di Alessandria, che in quel periodo era realmente un calderone tra antica cultura egizia, ellenismo e civiltà romana, proponendosi come il vero ombelico del mondo culturale dell'epoca.

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/04/2010 17.01.27
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cepere  @  27/04/2010 01:08:39
   7½ / 10
Oltre che una critica spietata contro la stupidita' di tutte i fanatismi,questa film è un omaggio ad un genio,un genio femminile,che è il protagonista di una ricostruzione storica che lascia a tratti senza fiato.

corvo4791  @  26/04/2010 12:50:31
   8½ / 10
Bel film che, senza retorica e false ipocrisie, mette in luce come la religione in generale e quella cattolica nello specifico, sia sempre stata un ostacolo al progresso scientifico e all' emancipazione delle donne e di quali "santi" miracolosi adornino i nostri calendari.

Meditate gente... meditate.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  26/04/2010 09:59:28
   8 / 10
Intensa e cruda rievocazione di una pagina di storia (volutamente) dimenticata, che pone Alessandria d'Egitto al centro di un crogiolo di religioni in completa collisione, con il cattolicesimo che, passando da minoranza a maggioranza (politica prima ancora che religiosa) decide di spazzare via tutte le altre perché "di0 lo vuole". Nell'occhio del ciclone c'è Ipazia, anomalia del sistema anzitutto perché donna libera, scienziata e filosofa, ed in quanto tale agnostica. "Io devo sempre mettere in dubbio quello in cui credo, voi non potete", dice ai cattolici.
Le presta il volto una bellissima ed intensa Rachel Weisz, perfetta per il ruolo che Amenabar le cuce addosso.
Strepitosa, poi, la ricostruzione storica e scenografica dell'Alessandria del IV secolo, con una CG accurata e mai fuori posto.
Unica pecca, le intuizioni scientifiche di Ipazia, trattate in modo decisamente superficiale e tutto sommato inutili ai fini della storia, la cui potenza non aveva bisogno di orpelli.
Isherwood (sintetizzando) diceva che nessuna minoranza viene mai perseguitata senza una ragione: la ragione delle persecuzioni è che le maggioranze hanno paura di come si comporterebbero quelle minoranze una volta diventate maggioranza. Direi che la storia non smette di dargli ragione.

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Ultima risposta 02/05/2010 21.58.37
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Annalisa88ct  @  25/04/2010 22:25:13
   10 / 10
Film davvero notevole in tutto: regia, interpretazione e scenografia, e soprattutto un film che fa riflettere per le sue tematiche: tra progresso scientifico e lotte religiose, grandezza e miseria dell'uomo, e soprattutto notevole per una figura femminile così nobile e profonda. E pensare che è stato pubblicizzato così poco, ve lo consiglio davvero, per riflettere allontandosi un pò dalle solite pellicole viste e riviste.

tnx_hitman  @  25/04/2010 01:06:51
   8½ / 10
Avendo gia' visto La Citta' Verra'Distrutta All'Alba scaricato..mi sono precipitato a vedere questo film controverso diretto dal fantastico Amenabar di The Others.

Mi hanno servito su un piatto d'argento dettagli su dettagli in questo film.
Ambientazioni che fanno rizzare i peli per quanto sono magnifiche..anche se ritoccate al computer i miei occhi stavano ad ammirare la bellezza grafica di questo film storico che non ha bisogno di adrenalina per incantare lo spettatore.
Costumi elaborati che sono la ciliegina sulla torta.
Rachel Weisz sfruttata a dovere dai registi stranieri e offre un'ottima interpretazione(stessa situazione con la Kidman e The Others).

E interessante il fatto di scavare dietro una religione non cosi'pulita come il cattolicesimo..e vai che si attaccano le odierne istituzioni religiose con doppie-facce..apparentemente agiscono del bene..e poi si rivelano semplicemente dei manipolatori.
Film intelligente,spiazzante e diretto magnificamente.Merita una visione.

creditscore  @  24/04/2010 22:36:00
   9 / 10
Molto emozionante.

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