agora' regia di Alejandro Amenabar Spagna, USA 2009
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agora' (2009)

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locandina del film AGORA'

Titolo Originale: AGORA'

RegiaAlejandro Amenabar

InterpretiRachel Weisz, Rupert Evans, Max Minghella, Ashraf Barhoum, Oscar Isaac, Yousef 'Joe' Sweid, Manuel Cauchi, Clint Dyer, Amber Rose Revah, Richard Durden, Sami Samir, Charles Thake, Homayoun Ershadi, Harry Borg, Michael Lonsdale

Durata: h 2.08
NazionalitàSpagna, USA 2009
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2010

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Trama del film Agora'

Egitto, IV secolo d.C.: ad Alessandria d'Egitto l'astrologa e filosofa Hypatia deve lottare per preservare tutti il sapere del suo antico mondo. Nel frattempo, il suo schiavo Davus è combattuto tra l'amore che ha per lei e la possibilità di guadagnare la libertà convertendosi al Cristianesimo.

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (163 voti)7,25Grafico
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Voti e commenti su Agora', 163 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  20/05/2010 15:48:57
   8 / 10
Come ogni biopic, anche Agorà poteva essere un'operazione a rischio. Il falso storico, la rappresentazione agiografica e retorica della biografia dei protagonisti è il rischio maggiore che questo genere cinematografico porta costitutivamente con sè. Amenàbar, però, pur non eliminando queste caratteristiche strutturali di genere, e accettando l'imprescindibile concetto che ogni biopic è sempre didascalico, riesce a superare la brutta empasse dell'effetto "fiction" ricostruendo una storia straordinariamente convincente non già in quanto vera in tutti i suoi elementi, ma verosimile. Del resto, di Ipazia d'Alessandria non è rimasta nessuna traccia scritta dei suoi lavori, dei suoi studi. La carenza di fonti certificate permette al regista spagnolo di muoversi con maggiore libertà, eppure mai in alcun momento si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un'opera mistificatoria. La ricostruzione storica, tanto di Alessandria (rappresentata nella sua complessa vitalità socio-culturale), quanto delle vicende religiose e politiche della provincia dell'impero del IV secolo, è straordinariamente convincente. Agorà è, dolorosamente, l'inammissibilità culturale, in un periodo di grandi rivolgimenti storici, del potere femminile all'interno di un più vasto e generale scontro di poteri, sullo sfondo dell'inesorabile declino di quello romano. Nel suo pregio maggiore, Agorà pone innanzi tutto al centro della storia una donna, con la sua lucida e vibrante coscienza che si fa tragica coerenza ideologica e morale. Pone in evidenza il meraviglioso scandalo del potere della scienza e del pensiero sull'ossessione del dogma e lo affida all'intransigenza di una donna. E', fondamentalmente, lo scandalo del femminile, della sua irruzione, in un contesto culturale e politico tutto maschile. Non c'è scena migliore, bellissima, definitiva, per restituirci la potenza di questo scandalo se non quella del fazzoletto intriso del mestruo di Ipazia, che la filosofa esibisce in segno di rifiuto, di fronte a tutta la platea di "discepoli", non già dell'uomo quale compagno di vita, ma delle logiche maschili che sovrintendono i rapporti uomo-donna: è la dichiarazione estrema di autonomia e autodeterminazione, è la rivendicazione convinta e orgogliosa della differenza di genere e della sua sostanziale irriducibilità. Scena, questa, che trova la sua naturale correlazione in quella di segno opposto della Biblioteca devastata dalla furia oscurantista dei cristiani. Il suo deserto funereo, plumbeo, è il controcanto alla vitalità pulsante del centro culturale, patrimonio genetico di civiltà, dove la parità di genere è naturale manifestazione dell'uguaglianza euclidea. E se il mestruo è simbolo di fertilità e di vita, l'abbandono e la desertificazione culturale richiamano solo alla morte, fisica, intellettuale e morale di una civiltà. Quando un popolo, una civiltà emergente o predominante vuole annientarne un'altra, è sempre nei centri culturali di quest'ultima che colpisce prima. In ogni epoca. Cancellare le tracce, la memoria altrui, è il primo passo vero l'omologazione, la conquista culturale che è poi militare e politica.

5 risposte al commento
Ultima risposta 26/05/2010 02.54.18
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