adele h. - una storia d'amore regia di Francois Truffaut Francia 1975
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adele h. - una storia d'amore (1975)

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locandina del film ADELE H. - UNA STORIA D'AMORE

Titolo Originale: L'HISTOIRE D'ADELE H

RegiaFrancois Truffaut

InterpretiIsabelle Adjani, Bruce Robinson, Sylvia Marriott

Durata: h 1.40
NazionalitàFrancia 1975
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1975

•  Altri film di Francois Truffaut

Trama del film Adele h. - una storia d'amore

Adèle, figlia di Victor Hugo, s'innamora non ricambiata di Pinson, tenente britannico per il quale abbandona la famiglia. Lo segue sino a Barbados, finisce in miseria in preda alla follia.

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Voto Visitatori:   8,19 / 10 (24 voti)8,19Grafico
Migliore attrice straniera (Isabelle Adjani)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
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Voti e commenti su Adele h. - una storia d'amore, 24 opinioni inserite

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Oskarsson88  @  02/12/2023 13:29:02
   8 / 10
Isabelle Adjani è stupenda e recita in maniera eccezionale la parte di Adele Hugo - storia di cui non ero affatto a conoscenza - innamorata perdutamente di un tenente britannico. Storia intensa e magistralmente trasposta su schermo da Truffaut.

DarkRareMirko  @  07/11/2018 22:25:06
   8½ / 10
Buon biopic drammatico, nel quale la mano di Truffaut si sente sì, ma che comunque è ampiamente sorretto dalla bella Adjani, che qui un pò anticipa gli isterismi che 6 anni dopo renderanno memorabile Possession.


Molto cupo e triste, è un altro film riuscitissimo di questo grandissimo artista.

Romi  @  04/07/2018 13:27:16
   9 / 10
In realtà non è un film romantico, me un melodramma doloroso che esplora minuziosamente le emozioni della protagonista. Il regista ripropone un tema presente in altre sue pellicole: "l'amore folle", qui esasperato mettendo in scena tutti gli aspetti più crudeli e drammatici del semtimento amoroso.

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MonkeyIsland  @  16/06/2013 17:23:30
   8 / 10
Il mio film preferito del regista france dopo Effetto Notte, L'Adjani confeziona una prestazione sontuosa.
L'amore esasperato può portare alla pazzia.
Regia perfetta come al solito di Truffaut.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  13/05/2013 00:32:04
   9 / 10
L'amore è un sentimento e come tale può raggiungere gradi diversi di intensità. Non è anormale che si trasformi in pazzia. Truffaut attraverso il racconto della vita di Adele, figlia del celebre Victor Hugo, si permette di mostrarci una delle tante vie verso la quale l'amore può incanalarsi, ovvero la completa perdita di razionalità. E' tremendamente sconvolgente e difronte a tale eventualità siamo tutti disarmati.

jannakis  @  29/11/2012 08:44:15
   8 / 10
Adele è una stalker, come si direbbe oggi. una stalker masochista.
Una storia come tante che parla di sofferenza, la sofferenza come ragione di vita. "Io ho la religione dell'amore" scrive Adele nella sua camera solitaria ad Halifax: amare a tutti i costi, soffrire a tutti i costi e in ciò provare un sottile e profondo piacere che l'avvicina alla morte ("sono ancora giovane eppure a volte mi sembra di essere giunta all'autunno della mia vita"). Adele per realizzare il suo melodrammatico destino ha bisogno ovviamente di qualcuno che non ricambi affatto il suo amore, un dongiovanni che la disprezzi, un uomo che sappia fuggire affinchè lei possa inseguire. Adele non vuole essere amata ma solamente amare, sino alla follia (se non mi ami almeno permettimi di amarti). Un caso come tanti, se non fosse che Adele è la figlia di Victor Hugo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  12/02/2012 23:07:58
   8 / 10
Dramma sentimentale che non parla di nessuna storia d'amore...almeno perche non si tratta di un amore corrisposto malgrado la bella e brava Isabelle Adjani non si puo' non amare!
L'ossessione di un amore desiderato fin dall'infanzia che porta alla follia...
Un film splendido tecnicamente perfetto,ancora un centro per Truffaut!

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  22/12/2011 01:12:24
   9 / 10
Straziante e palpitante cronaca di un ossessione amorosa che trasfigura nella follia. Truffaut era un vero maestro di sensibilità psicologica, il ritratto della sua eroina triste è una delle cose più complete, toccanti e indimenticabili di tutta la sua filmografia.
Impressionante performance della splendida Isabelle Adjani, che col personaggio di Adele Hugo ebbe il suo strameritato trampolino di lancio.
Impeccabile la confezione da fouiletton ottocentesco.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  02/10/2011 21:23:55
   9 / 10
"Anche se non mi ami più, lasciati amare!". Ami, amare, l'amore. Di che cosa stiamo parlando? Questo non è amore. Il sentimento più nobile che la natura ci ha assegnato, quella cosa che fa star bene chi lo dona e chi lo riceve, la massima espressione di altruismo, di rispetto, di gioia interiore non può, non deve raggiungere questi livelli di intensità . Adele Hugo è convinta che ciò che le giunge dal cuore è amore, nessuna forza può ostacolarlo, ha attraversato un oceano, ha sacrificato la famiglia, ha calpestato la sua dignità, tutto per conseguire uno scopo, tassello fondamentale della sua esistenza: Sposare e stare vicina all'uomo che ama.
Adele dimentica o non sa che i sentimenti, come tutte le cose terrene, hanno dei limiti, una linea immaginaria oltre la quale ciò che era bianco diventa nero, il giorno si tramuta in tenebre e tutte le cose intorno assumono un altro aspetto, Adele non sa che quello che lei considera amore si sta trasformando, in ossessione prima ( pedina l'oggetto del suo desiderio, lo spia, lo ricatta ), in follia dopo ( annullamento della personalità, sottomissione,delirio), un processo irreversibile mostrato splendidamente da Isabelle Adjani che la porta all'autodistruzione, in una sorta di eros e thanatos l'istinto sessuale si fonde con una pulsione di morte, violenta e distruttiva. Il sentimento che ad un certo punto prova verso il tenente Pinson non rientra più nella sfera di un desiderio naturale ma è condizionato da un falso metro di giudizio e come tale non ha più confini, Adele si spinge troppo lontano, la sua passione non è più in armonia con la natura.
La storia di Adele Hugo è una storia vera, questa donna ha veramente conosciuto il tunnel della pazzia, un padre con un nome così importante, scomodo, dalla personalità schiacciante, lo spettro di Leopoldine sorella/figlia prediletta ma sfortunata (muore annegata con il marito subito dopo le nozze) alla quale il grande scrittore dedicherà molte delle sue poesie, Adele subisce questa condizione subalterna, le inaridisce il carattere, tanto che quando papà Victor è costretto ad emigrare nell'isola di Guernesey portandola con se, lei lo abbandonerà per seguire il giovane tenente ad Halifax.
Il film trasuda tristezza ad ogni fotogramma, è palpabile, tutte le attenzioni sono incentrate sulla protagonista e sulla sua delirante passione, i personaggi che la circondano ( la padrona di casa, il libraio, il bancario, lo stesso Pinson ) sono soltanto dei puntini che fanno da contorno alla straordinaria bellezza dei primi piani della Adjani, un volto in continua metamorfosi, mai solare nella sua perfezione estetica, dapprima sofferente e implorante per diventare poi spento e indifferente, un'involuzione crudele e incosciente che, sembrerebbe un paradosso, si consolida con l'aumentare della passione.
Prevalentemente girato in interni (la stanza dove alloggia Adele, la libreria, la banca dove la giovane riceve la posta )Adele H è quanto di più cupo si possa immaginare, la scelta dei colori crepuscolari contribuisce, per quasi tutta la durata del film, alla sensazione di opprimente angoscia di cui è vittima la protagonista, gli spazi aperti, la calda luce del sole, i balconi fioriti, arriveranno soltanto alla fine, a seguito del trasferimento all' isola Barbados quando il processo di abbrutimento fisico e psicologico di Adele sarà ormai irreversibile e dove assistiamo alla scena più bella e drammatica del film.
Truffaut è stato un genio del cinema al quale ha dato tanto e tanto ha ricevuto, maestro nel raccontare storie vere trasformate in finzione, Adele H è una di queste, un capolavoro senza tempo, ed anche sapendo di andare in contraddizione con quello che ho scritto all'inizio del commento ma non posso tradire la volontà del regista che tale lo considera, una grande storia d'amore.

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/10/2011 21.30.42
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  30/07/2011 21:15:09
   7 / 10
L'amore che consuma fino alla follia. Costruito su misura per un'intensa interpretazione di Isabelle Adjani.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  13/07/2011 22:52:12
   9 / 10
Truffaut a una delle sue prove più brillanti.
L'amore per la Francia, l'amore per la letteratura porta il più grande cineasta d'oltralpe a celebrarne il più grande scrittore. Ma in Truffaut convivono sempre più tendenze, più istanze, più idee- a proposito di ciò gioverà rieccheggiare ciò che disse a proposito de "L'ultimo Metrò": "Ho delle idee per un film d'amore ho delle idee per un film sull'Occupazione: le cose si faranno quando le due idee coincideranno; per esempio un film d'amore sotto l'Occupazione". Ed è esattamente il discorso che si può fare per Adele H. Truffaut ha la grande capacità di dire più cose di quello che sembra (mi sovviene in questo l'esperienza di Von Trier), di quello che emerge dai suoi lievi, ma così profondi racconti. Truffaut si confronta sempre col classico, ma apre tantissime visioni di esso, è visceralmente moderno, ma senza inventare. Truffaut racconta di sè, ma racconta di tutta la Francia. Poichè Truffaut è la Francia, lui che, come il protagonista dei 400 colpi, è orfano per scelta, ma figlio di tutti.

"Nata da padre sconosciuto".

Estonia  @  14/02/2011 13:58:04
   8 / 10
La passione a senso unico, la mancata corrispondenza del reciproco trasporto amoroso, diventano fonti di ossessione compulsiva, aggravata dall'assoluta incapacità di elaborare il "lutto" affettivo. Le lacerazioni interiori di Adele non si placano, favorendo un vertiginoso e irreversibile processo di autoannullamento che la fa scivolare lentamente verso la follia. Che l'oggetto dell'infatuazione sia un individuo mediocre non importa. Ciò che conta è unicamente l'ossessione che si autoalimenta. Il regista tallona con un rigore quasi clinico, ma allo stesso tempo con dolente partecipazione, il percorso irreversibile di questa donna patologicamente fragile ma anche dotata di una determinazione assoluta. L'acqua in cui Adele affoga durante i suoi terribili incubi notturni è ancora un segno di disperato vitalismo, che però si spegne del tutto quando nell'ultimo periodo del suo calvario amoroso, affonda definitivamente nell'oblio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/02/2010 11:55:56
   9½ / 10
E' sempre difficile. Difficile raccontare l’amore, perché esso si sa, è un sentimento che in sé ne racchiude molti altri ancora. Ed è difficile descriverne le cause e gli effetti con tanta arguzia; la separazione dei sentimenti - la passione, l’ossessione, la disperazione - con tale raffinata esplorazione. Con il tocco penetrante che però rimane discreto; e la mano, indubbiamente, è quella di un grande regista.
Il tema è dunque di quelli forti, ma tutto appare tenue. Il racconto è tenue, la fotografia è tenue, la regia è tenue; la Adjani (Adele H., che diviene una "miserabile") è bravissima - vibrante poetessa di libertà - a sottoporsi a questo che più che un film sembra essere uno studio di psicanalisi, dove, per una volta, si prova a colpire il cervello prima del cuore.

Uno dei Truffaut più belli.

Tuonato  @  07/01/2009 01:47:11
   6½ / 10
Siamo lontani dal capolavoro, interessante sicuramente per la storia biografica di Adele Hugo che, nella seconda metà dell'800, ha il coraggio di seguire un amore non ricambiato di fatto ovunque nel mondo, e usa qualsiasi possibile strumento(su tutti la menzogna) pur di riuscire finalmente ad ottenere ciò che desidera.
Bravissima la Adjani.

Piotr  @  05/01/2008 09:26:22
   8 / 10
Film da vedere. Il dramma amoroso di una giovane donna, incarnato da Isabelle Adjani, raccontato in modo convincente, romanzesco; con ottime scenografie, ed attori azzeccati, un riferimento nel suo genere.

Harue88  @  22/12/2007 18:07:42
   9½ / 10
film incantevole che racconta magistralmente l'ossessione amorosa e l'amore non ricambiato con tutti i suoi risvolti e i suoi drammi.
Bellissimo e apprezzabilissimo anche ai giorni nostri.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  19/12/2007 20:36:07
   8 / 10
Questo film è da vedere per la bellezza estetica, per la bravura di Isabelle Adjani nel passare da uno stato d'animo ad un altro similare ma più o meno d'impatto, per la storia che da romantico amore sognato passa ad ossessione per arrivare a follia poi a sacrificio.
Un film ricco di fascino che non ha perso nulla nel trascorrere degli anni.

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/12/2007 21.07.08
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/09/2007 20:32:03
   8 / 10
Un'indimenticabile ritratto dell'ossessione amorosa che porta verso il discernimento mentale e psicologico: la Adjani è splendida e, specialmente nelle ultime sequenze, reca un pathos uno smarrimento fuori dal comune.
Piuttosto odioso l'amato cugino, che reca chiari segni di referenti letterari europei piuttosto tipici, sia espressivi che nei tratti fisici

Gruppo REDAZIONE maremare  @  17/02/2007 13:40:03
   8½ / 10
L'ossessione amorosa di una splendida e folle Adjani.
La prospettiva rovesciata di un regista indifeso di fronte alla violenza dei sentimenti.

quaker  @  19/09/2006 22:31:45
   9 / 10
Stupenda interpretazione della Adjanni. Storia - autentica - d'amore e di follia. Ho una gran voglia di riguardarmelo.

Crimson  @  19/04/2006 16:45:53
   9 / 10
Adele h. è il film che preferisco di Truffaut, se non altro è quello a cui sono più legato e che rivedo sempre volentieri.
E' un analisi lucida e gelida dell'autodistruzione causata da un'idealizzazione morbosa e irrefrenabile. Il film non è una storia d'amore, come recita il titolo. E' il tentativo della protagonista di vivere al massimo la propria emotività, e ciò si realizza solo autoconvincendosi del proprio 'amore' (o meglio, passione travolgente) e cercandolo di rinforzare tramite la persona 'amata'. In realtà infatti la storia d'amore effettiva tra i due c'è stata in passato, ma ormai è irrimediabilmente finita. E a Truffaut non interessa raccontarci più di tanto il vecchio legame, quanto i meccanismi psichici di adele al presente.
Probabilmente mai ho visto al cinema un film così ben fatto e che descrivesse così bene tale morbosità. Per ampliare lo spettro d'indagine sono utilissimi i personaggi di contorno, come termine di paragone tra la considerazione che adele ha per il tenente e quella per tutto il resto.
E addirittura l'ultima parte è ancora più entusiasmante (termine da prendere nella giusta accezione in questo caso), allorchè Adele sprofonda sempre più nel proprio delirio.
Un grandissimo film consigliato soprattutto a chi è appassionato di psichiatria.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/10/2011 22.50.10
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compeed  @  24/02/2006 23:37:32
   10 / 10
Ame questo film e' piaciuto molto per la sua ossessione verso l'amore che porta ad una autodistruzione ed a un annullamento di se stessi e della propria dignita...ve lo consoglio vivamente

liu_mi  @  04/12/2004 13:57:13
   9 / 10
Bellissimo film sull’ossessione d’amore, che distrugge la vita della protagonista, una splendida I. Adjani, fino a condurla alla pazzia. Pur parlando d’amore non è assolutamente un film romantico, anzi, descrive quasi con distacco e freddezza la discesa nell’abisso della donna. Il regista si ritaglia una piccola apparizione, solo un breve incontro di sguardi con la protagonista, all’inizio del film.

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