4 mesi, 3 settimane e 2 giorni regia di Cristian Mungiu Romania 2007
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4 mesi, 3 settimane e 2 giorni (2007)

 Trailer Trailer 4 MESI, 3 SETTIMANE E 2 GIORNI

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locandina del film 4 MESI, 3 SETTIMANE E 2 GIORNI

Titolo Originale: 4 LUNI, 3 SAPTAMINI SI 2 ZILE

RegiaCristian Mungiu

InterpretiAnamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alexandru Potocean, Luminița Gheorghiu, Adi Cărăuleanu, Liliana Mocanu, Doru Ana, Ion Sapdaru, Cerasela Iosifescu, Tania Popa, Teodor Corban, Eugenia Bosânceanu, Mărioara Sterian, Georgeta Păduraru Burdujan, Geo Dobre, Mădălina Ghițescu, Cătălina Harabagiu, Sânziana Tarța, Adina Cristescu, Constantin Bojog, Cristina Burbuz

Durata: h 1.53
NazionalitàRomania 2007
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2007

•  Altri film di Cristian Mungiu

Trama del film 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni

Due studentesse rumene, Otilia e Gabita, dividono la stessa stanza in un dormitorio per studenti universitari, durante gli ultimi anni di comunismo in Romania. Un giorno Gabita scopre di essere incinta...

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Voto Visitatori:   7,68 / 10 (73 voti)7,68Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Palma d'oro
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro
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Voti e commenti su 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, 73 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  26/12/2012 18:56:52
   9 / 10
Splendido.
Si percepisce l' odore di una terra particolare. Una Romania funebre, che nella segretezza delle case assaggia o sogna le cose europee, che nel 1987 vive ancora una dolorosa dicotomia. Fra la superficie così disumanamente impeccabile, come una scrivania ordinata ma invissuta, e il sottostrato magmatico e fremente, che vorrebbe vivere di luce.
Si percepisce poi l' odore di una terra universale. Quella che tutti calpestano, spesso senza guardarla. Il film risponde ad un' urgenza che è sociale solo perché, in principio, profondamente umana.
Cosa possa fare una legge, anche questo Mungiu si chiede. Risponde: può e deve appianare le mille e indefinibili altezze, naturali ma dilanianti, che dividono uomini e donne. La discussione fra Otilia e il fidanzato è emblematica. Entrambi sono innamorati, "colpevoli", disarmati (il loro silenzio durante la cena chiassosa è meravigliosamente eloquente). Eppure la spada di Damocle pende su una sola testa, facile immaginare quale.

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Ultima risposta 28/12/2012 16.27.35
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Schizoid Man  @  22/06/2011 17:32:22
   9 / 10
E' un film coraggioso, "4 mesi 3 settimane 2 giorni". Perché riesce a trattare un argomento delicato, quello dell'aborto, senza moralismi né eufemismi. La storia si svolge nella Romania degli anni Ottanta, periodo nel quale il Paese era oppresso dalla dittatura comunista di Ceausescu: in un clima sociale plumbeo, seguiamo le vicende di due ragazze, Gabita e Otilia, giovani studentesse del Politecnico, residenti nella Casa dello Studente, un palazzo asettico che impressiona negativamente proprio per la freddezza che comunica, al punto che somiglia più ad una caserma militare che a una residenza per studenti. Quando Gabita scopre di essere incinta, decide di abortire. Cosa tutt'altro che semplice però, dato che nella Romania di Ceausescu l'aborto è una pratica proibita dalla legge. Nonostante ciò, alcune persone, malgrado rischino la galera, sono disposte a praticarlo clandestinamente. Come Bebe, al quale Gabita si rivolge dietro consiglio di una sua conoscente, Ramona. Poiché le due ragazze sono legate da una profonda amicizia, Otilia si dà da fare per aiutare Gabita a superare il delicato momento che sta attraversando. E' Otilia che provvede a prenotare la camera di un albergo, nella quale dovrebbe avvenire l'aborto, e ad incontrare Bebe, per condurlo dalla sua amica. Una volta giunto nella stanza in cui Gabita aspetta impaziente, l'uomo, dopo averla visitata, scopre che la ragazza gli ha mentito riguardo al tempo da cui è incinta. Bebe, terribilmente furioso per il fatto che la ragazza gli abbia nascosto la verità, chiede più soldi per eseguire l'intervento. Soltanto al termine di una lunga e drammatica trattativa Bebe accetterà di aiutare Gabita ad abortire.
Con una narrazione stringata (la storia si svolge nell'arco di una fredda giornata invernale), e con dialoghi crudi e intensi, Mungiu ci offre un quadro desolante della Romania degli anni Ottanta. Un Paese nel quale, a causa del regime dittatoriale imposto da Ceausescu, l'aborto era illegale, cosa che spingeva le donne che volevano abortire a rivolgersi a tipi loschi come Bebe. In questo film lancinante, spiccano due scene memorabili che meritano assolutamente di essere ricordate: la prima è quella della lunga trattativa tra Bebe e le due ragazze, Gabita e Otilia, che discutono quanto debba costare l'intervento. La seconda è quella in cui Otilia raccoglie il feto (che il regista ci mostra con un lento e calibrato movimento di macchina, quasi come a volerci preparare a quello che stiamo per vedere) dal pavimento del bagno, se lo mette nella borsetta e poi va in giro, sola e di notte, per la città, in cerca di un posto dove poterlo buttare. Due sequenze sconvolgenti, soprattutto la seconda (da alcuni molto criticata proprio per la sua crudezza), che impressionano per l'intensità con la quale sono recitate e dirette. Colpisce lo stile (solo all'apparenza) semplice ed essenziale, con il quale Cristian Mungiu restituisce il clima cupo e angoscioso che permeava la Romania di quegli anni. Uno stile, il suo, fatto di lunghe inquadrature fisse tese a catturare la drammaticità del soggetto messo in scena. Una scelta stilistica precisa quella di Mungiu (da notare inoltre la totale assenza della colonna sonora: nel film, infatti, non c'è nessuna musica, gli unici rumori che si odono sono quelli naturali; magistrale, a tal proposito, l'angosciante sequenza in cui Otilia vaga smarrita per la città in cerca di un posto dove potersi disfare del feto), esemplare anche per come rende l'inospitalità delle abitazioni disadorne nelle quali sono costretti a vivere i personaggi (la Casa dello Studente in particolare, ma anche l'appartamento del fidanzato di Otilia). "4 mesi 3 settimane 2 giorni", però, non è soltanto un film sull'aborto: alla fine, infatti, emerge il bellissimo ritratto di una grande amicizia, quella tra Gabita e Otilia, due ragazze poco più che ventenni, costrette improvvisamente a fare i conti con le difficoltà della vita, dalle quali sapranno uscirne, se possibile, ancora più legate di quanto non lo fossero in precedenza. Da rimarcare, infine, le interpretazioni delle due bravissime protagoniste, Anamaria Marinca e Laura Vasiliu, che riescono a tratteggiare benissimo i caratteri fragili ed insicuri dei loro personaggi. "4 mesi 3 settimane 2 giorni" è un film straziante, a tratti insostenibile (soprattutto nelle due scene sopra citate), però bellissimo. Quasi un capolavoro.

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Ultima risposta 26/06/2011 20.41.34
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  07/03/2011 00:37:19
   8½ / 10
Personalmente, il film definitivo sull'aborto. Chi mi legge sa quanto prediliga le pellicole forti e disperate e quanto consideri il cinema d'evasione noioso. Non è un paradosso, basterebbe fare un rapporto con la letteratura e vedere come tutti i più grandi scrittori, da Dante a Dostoevsky, da Kafka a Saramago siano considerati quelli che raccontano le miserie, le disgrazie, la disperazione e le paure dell'uomo.
4 Mesi 3 Settimane 2 Giorni come un grande romanzo naturalistico, come un grande esempio di Cinema Verità, racconta semplicemente la giornata di 2 amiche romene.
Una deve abortire, l'altra aiutarla a farlo, in qualsiasi modo.
Non si versa una sola lacrima in questo film romeno, si racconta con durezza una storia senza la minima presenza di retorica. Da notare ad esempio la completa assenza di colonna sonora, neanche diegetica se ricordo bene. Il film ha un'assoluta staticità, lunghissimi piani sequenza mai virtuosi, una semplice e bellissima inquadratura per volta, quasi una regia teatrale. La differenza, il virtuosismo che non cerca la regia, è affidata così alla bravura dei protagonisti, notevolissima, capaci di dare incredibile intensità, specie nelle magistrali scene di silenzio (eccellente ad esempio quella post rapporti sessuali) .In realtà fino alla mezz'ora non sappiamo quale sia la tematica principale del film. La parola "aborto" giunge così, da un momento all'altro. Il film è così divisibile in 3 precisi tronconi : una lunga prefazione, l'aborto (tra l'altro con una spiegazione tecnica dettagliatissima), il post-aborto. In quest'ultima sezione si innalza la scena capolavoro della cena, praticamente per intensità, tensione e dinamica emotiva, assimilabile al superbo finale di Lourdes.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERCinema alo stato puro. Non è però la scena madre, secondo me identificabile nel finale.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERUna vita lunga soltanto 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni.

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Ultima risposta 20/04/2012 15.14.26
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ilmoro88  @  05/01/2010 12:30:11
   4½ / 10
Storia commovente ma certamente non appassionante, per via dei ritmi lenti e non coinvolgenti. Non mi ha dato l'impressione di essere una gran film, perchè, come ripeto, oltre alla trama "strappa-lacrime" non si salva nient'altro...

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Ultima risposta 10/02/2010 18.01.20
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  07/10/2007 21:36:01
   8 / 10
Il "grigiore brezneviano" della Romania degli anni '80 è, in questo film, lo sfondo scenografico e morale nel quale si muovono le due protagoniste. Si tratta di un grigiore avvolgente, che penetra nei corpi e nelle menti della gente e li annienta, li tramortisce. Nebbia, sporco, miseria. Funzionalità esistenziale per il regime: è la repressione che sembra annidarsi in quello stesso grigiore immobile, anche se in giro non si vede nemmeno un poliziotto, un soldato, un simbolo di partito. Non c'è traccia del regime perché esso è dappertutto, persino nell'aria fredda che si appiattisce su quel microcosmo come una cappa insovvertibile.
Ciò che la regia mostra è un'azione svolta esclusivamente in periferia, tra edilizia sovietica popolare, decadenza a profusione, vecchi tram e auto tutte uguali (la mitica Dacia!). In ogni caso, il senso di privazione e costrizione è reso magistralmente senza l'aggiunta di altri elementi narrativi e scenografici. La denuncia storico-politica è tutta nel volto di Otilia e nella disperazione di Gabita, nella pacata tracotanza dell'infermiere (medico?) e nell'espressione spaesata del fidanzato di Otilia.
Nel sordido collegio in cui le due amiche vivono si traffica in beni di ogni genere, tutti dall'ambiguo appeal occidentale. Ogni ragazza ha le proprie esigenze riguardo ai prodotti e il mercato nero e la vendita clandestina cercano di soddisfare i desideri che alle loro coetanee d'oltre cortina è semplice scelta sugli scaffali dei supermarket o delle farmacie.
La regia predilige gli ambienti chiusi, sicuramente per ragioni oggettive di difficoltà nella ricostruzione storica degli scenari (nell'immobilismo rumeno qualcosa in 20 anni sarà pur cambiata), ma anche per dare maggiore credibilità e forza al concetto di chiusura e di oppressione che permea tutta la vicenda.
Se si escludono brevissimi frammenti di esterni, tra i palazzoni di periferia - che in ogni parte del mondo sono sempre gli ultimi posti a recepire i cambiamenti migliorativi -, il film si svolge in interni sempre piuttosto asfittici: il collegio, i tram affollati (dove si corre il rischio di essere multati), le stanze e le hall degli alberghi (anch'essi sordidi e decadenti), la casa del fidanzato di Otilia.
Le scene sono spesso lunghe, in pianosequenza, come quello strepitoso (che vale davvero la Palma d'Oro a Cannes) della cena a casa dei genitori del fidanzato: una camera fissa, frontale sul volto di Otilia, riprende i dialoghi tra tutti gli invitati raccolti attorno a un piccolo tavolo e disposti quasi a semicerchio. Un'ultima cena angosciante, per la protagonista, completamente estranea al contesto, per il pesante "segreto" che l'affligge e la spocchiosa futilità dei discorsi che i convitati allestiscono prendendo spunto dalla presenza dei due ragazzi. Otilia occupa una posizione centrale, i dialoghi sono rivolti a lei che è la nuova arrivata, ma alla ragazza tutto sembra scorrere davanti senza traccia di ricezione. Nell'accumulo di disagio, lo squillo del telefono, atteso da Otilia, è un ulteriore elemento di distacco dalla realtà; Otilia non può muoversi, è appena arrivata in quella casa e sarebbe alquanto fuori luogo che un'ospite appena conosciuta si alzi per rispondere al telefono. Eppure Otilia d'istinto ha un accenno di reazione, di volontà che la fa quasi scattare per andare al telefono, già sicura che dall'altra parte ci sia l'amica che ha bisogno di lei. Ci ripensa, in attesa speranzosa che qualcuno della casa si alzi per rispondere. Niente, nessuno si muove, il telefono continua a squillare, ma tutti sono presi dai loro discorsi.
"In Romania tutto è fermo, in Romania tutto è immobile", tanto per parafrasare gli Offlaga Disco Pax.
Otilia e Gabita sono due amiche che condividono la stessa stanza in un collegio per studenti a Bucarest. Di loro sappiamo che provengono dalla provincia. Durante la cena Otilia dice di provenire da Galati, città sul Mar Nero, e di essere figlia di un istruttore militare. Una famiglia modesta, rispetto a quella colta del suo fidanzato: nonostante il principio di uguaglianza rappresentato e perseguito dal regime, nella società rumena di fine anni '80 la laurea e il ceto d'appartenenza scandiscono ancora una sostanziale (sospirata?) differenza di classe. Otilia e Gabita non sono bellissime, ma semplici ragazze come tante.
Gabita è incinta e un figlio proprio non può permetterselo. E' disperata e vuole abortire ad ogni costo. Ma in Romania l'aborto è vietato [sarei curioso di sapere com'è l'attuale legislazione rumena al riguardo... nda], così come la contraccezione: è la politica delle nascite attuata dal regime secondo un famoso decreto emanato negli anni '60; non resta che rivolgersi a un medico e operare clandestinamente.
Ma l'aborto ha un prezzo troppo alto. La disperazione di Gabita è pari solo alla determinazione e generosità dell'amica, Otilia: sua è la repentina, inimmaginabile e precipitosa discesa agli inferi. Il ricatto dell'infermiere (ma non è dato sapere cosa faccia realmente nella vita quest'uomo, che pur si dichiara "limpido" e pulito, senza nulla da nascondere), che alza il cachet sulla base del rischio, nel suo esplicitarsi sordido e arrogante, non è meno devastante di quello subdolo ed egoistico di Gabita. Della "colpa" di Gabita non resterà più traccia; ma si può dire la stessa cosa per l'umiliazione dell'amica Otilia? "Non parliamone più": con questa sentenza/preghiera la protagonista tenta di seppellire tutta la dolorosa vicenda.
Girato con stile asciutto che ricorda in alcuni frangenti il cinema dei Dardenne, il film di Cristian Mungiu di certo non risparmia crudezze. Intelligentemente, non si ferma a una facile denuncia degli orrori del regime di Ceausescu, ma scandaglia oltre nelle buie viscere della società rumena abbrutita da quel regime.

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Ultima risposta 05/03/2008 11.23.54
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John63  @  27/09/2007 15:32:59
   8 / 10
Sono rimasto abbacinato dal grigiore cupo di questo film. Sono rimasto letteralmente impigliato dentro i fili di una tessitura scarna, cruda, bigia: ne senti l'acre impatto olfattivo nella polvere sui divani dell'atrio angusto e fatiscente dell'hotel, mentre l'algida efflorescenza fioca del neon stroboscopico, scruta l'imperscrutabile di un passato che non ha la dignità neppure di un ricordo. E nel dramma si consuma la quotidianità ridotta all'osso di un intero popolo.

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Ultima risposta 19/10/2007 18.07.05
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suzuki71  @  26/09/2007 11:58:28
   7½ / 10
Paragonando questo film ai trailer visti sullo schermo immediatamente prima della sua proiezione, in particolare di alcuni film italiani che sembrano mediocri sceneggiati per la prima serata domenicale di raiuno, ho meglio compreso il coraggio della giuria di Cannes di premiare un film come questo, pulsante e vero, umanissimo e ricco di voglia e impossibilità di vita, pieno di morte reale e interiore. Attori straordinari e dialoghi buonissimi attraversano ambientazioni e scene convincenti, dove i quasi unici piani sequenza ci permettono una calatura reale nelle vicende di questa giornata di ordinaria follia comunista. Molto bello, a tratti d'insostenibile crudezza, è un film sui buoni sentimenti, sui duri sentimenti, su una voglia di bellezza e di purezza quando tuttattorno è decadenza. Peccato per la svista della segreteria di produzione, che fa entrare il medico con la giacca e lo fa uscire con un maglione. Mi sentirei di consigliarlo particolarmente al pubblico filo-CEI per ricordare la disumanità degli aborti clandestini.

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Ultima risposta 27/09/2007 13.37.46
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asor01  @  23/09/2007 20:49:29
   6 / 10
è un po' lento, ma nell'insieme divertente

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Ultima risposta 03/01/2008 15.16.14
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patt  @  13/09/2007 10:40:28
   8 / 10
film asciutto e realista, non c'è ombra di sfruttamento del dolore nè alcuna esibizione del tormento, sembra di assistere agli eventi tramite la partecipazione di Otilia, le sue espressioni e il suo struggimento interiore mal celato, tramite il suo animo insomma, ho avuto la sensazione che lei stessa fosse la "protagonista" , che fosse il reale "contenitore" del dramma dal quale l'amica trae l'incoscienza e poi la liberazione.

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Ultima risposta 12/10/2007 08.00.52
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nextam  @  10/09/2007 07:13:56
   9 / 10
non si esagera affatto quando si parla di capolavoro. io rispetto le opinioni di tutti ma chi ha dato un voto basso a questo film e' in cattiva fede, mi sia consentito.
ambientazione perfetta in una Romania dove il degrado, la poverta' e la corruzione la fanno da padrone (lo si puo' notare dalle strade prive di illuminazione, i palazzi, i negozi e gli autobus fatiscenti).
due ragazze gia' condizionate da un regime asfissiante e opprimente, sono sole con il loro problema e costrette ad affidarsi a medici affristi e senza scrupoli.
perfetti i dialoghi e le riprese che rendono il film ancora piu' realista. straordinario il personaggio di otilia che con i suoi transfer fa vivere allo spettatore tutto il dramma di chi e' costretto ad emarginarsi e a rischiare la propria vita laddove la societa' e' cieca e assente.
un particolare ringraziamento a paul (il commentatore che mi ha preceduto): grazie alle sue delucidazioni tecniche e al suo commento non avrei apprezzato come merita questa pellicola. amaramente d'accordo con lui sul cinema italiano.
da non perdere.

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Ultima risposta 19/09/2007 18.50.12
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  06/09/2007 15:14:43
   8½ / 10
Uno dei più bei film degli utlimi tempi, Palma d'Oro a Cannes 2007 meritatissima. Grandiosa ed efficace la scelta del regista: girare solo in master, in tantissimi piani sequenza, così da affidarsi in ogni singola scena solamente sulla bravura degli attori. Mai scelta fu così azzeccata, tutti gli interpreti sono davvero straordinari. Da vedere sia per la bellezza del film, sia per capire come mai oggi il cinema italiano è in crisi.

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Ultima risposta 11/09/2007 23.21.42
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  03/09/2007 09:05:31
   8½ / 10
Un pugno nello stomaco, asciutto (stile dardenne si potrebbe dire) e a tratti insostenibile.
Pur nella sua connotazione storica, volutamente non accentuata, ha il tratto dell'universalità del dramma ed assale la fragilità con lo sventramento, la solitudine con il senso di vuoto.
Da vedere.

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Ultima risposta 03/09/2007 10.06.07
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nonno  @  31/08/2007 00:36:35
   1½ / 10
mi chiedo come possa aver vinto questo film la palma d'oro a cannes...credo anche che tutti i commenti positivi lasciati su questo film, dipendano appunto dal trofeo vinto..cioè uno lo guarda pensando che deve essere un bel film, poichè ha vinto a cannes, e ci trova mille significati e lo reputa un bel film..ma mi chiedo se uno, e x uno dico uno da kubrick e altri ottimi registi, non da boldi e de sica, senza sapere nulla sul film, lo guardasse, cosa penserebbe..secondo me che il film è privo di grandi significati, e che è sopravvalutato.. in romania col comunismo, non penso ke la vita andasse cosi..e poi il divertimento è pari a zero..cavolo, se guardi un film di kubrick, oltre a riconoscere un grande capolavoro, ti diverti e ti entusiasmi anche nel vederlo..in questo film è tutto zero...ekko xke l'uno e mezzo...

8 risposte al commento
Ultima risposta 24/01/2008 14.25.02
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forzalube  @  26/08/2007 18:32:37
   9 / 10
Un ottimo film in grado di riversare sullo spettatore lo stato di ansia, apprensione ed oppressione vissuto dalle 2 protagoniste grazie all'uso della camera a mano, di lunghi piani sequenza e di primi piani accentuati. Si esce dalla sala stressati. Da vedere.

3 risposte al commento
Ultima risposta 10/09/2007 10.12.41
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jess  @  25/08/2007 19:18:00
   7 / 10
Inizia un po' maluccio ma dopo 5-10 minuti migliora.
Vedetelo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/10/2007 20.45.53
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