4444444444 (corto) (1998)

L'ho trovato carino. Si vede che è un corto acerbo però in 3 minuti fa il suo dovere.

Sufficienza regalata anche a questo cortometraggio di Shimizu.
Sinceramente a parte il finale carino non mi ha detto un granché.
Realizzato decentemente dal punto di vista tecnico.
Una visione comunque la merita.

Valido esordio registico per un interessante artista orientale che si dedicherà all'horror.

Finale più grottesco che inquietante, regia senza infamia ne lode.

Scream, uscito due anni prima, potrebbe essere tra le sue fonti di ispirazione.

Uno dei primi corti di Takashi Shimizu! Probabilmente per fare alcune prove per "The Grudge". Si vede che è una regia ancora poco esperta però riesce nell'intento di creare angoscia e senso dell'attesa. Buon corto propedeutico.

Mi dispiace ma amo tantissimo Toshio! Oltre a essere tenerissimo ("kawai", come direbbero i giapponesi) mette anche un angoscia pazzesca!

Dura intorno ai 3 minuti . Ma bastano a mettere una certa inquietudine (cosa che gli orientali sanno fare bene) . Finale a sorpresa direi :)

Per essere un corto riesce a mettere addosso un'ansia e un'angoscia non da poco.
Le inquadrature sono inquietanti e anche Toshio e il miagolio...

Corto di 3 minuti che,nonostante la sua semplicità,riesce ad incutere timore,anche se in relativamente poche dosi,e lascia immagginare il finale,la cui unica nota stonante è il troppo soffermarsi sull'elemento di stupore quando poteva trattarsi di un solo secondo,o mezzo.
Però non male.

Una volta finita la visione, non rimani certo indifferente, anzi, francamente il finale ti lascia di sasso; ma cio nonostante niente di straordinario; è sicuramente un anticipazione ai film che verrano in seguito.

boh..carino..ma sinceramente non l'ho trovato molto bello..

SPOILER

Niente di speciale questo corto di Shimizu...3 minuti in cui c'è qualche scena ben fatta (tipo quella del vento), ma sostanzialmente non trasmette nulla.

In questo lavoro ideato per una serie televisiva Takashi Shimizu presenta un leitmotiv della contemporanea corrente horror nipponica,ovvero sia il connubio tra tecnologia e spettri vendicativi.
Autore della saga di “Ju-On”,nota anche come “The Grudge”,Shimizu presenta due elementi imprescindibili dei suoi lavori futuri,ossia un inquietante miagolio e Toshyo,il bimbo spettrale,rintracciabili appunto nelle pellicole di cui sopra.
L’operato del regista non è nulla di eccezionale,magari visto al buio in solitudine può far correre qualche brivido sulla schiena,soprattutto nel finale che con repentino mestiere cancella l’attesa creata discretamente in precedenza.

Sufficente...non di più. Non male l'idea in partenza, abbastanza banale invece il finale.

Il corto vale solo per il finale che ha un impatto notevole, però ho trovato che la tensione sia ad un livello un po' basso.

L'esordio di Shimizu.
Breve ma di impatto. Ho apprezzato più questo che Katasumi

Origini di un grande regista di cui, con mio grande dispiacere, ho visto ben poco.
Un buon corto, girato graziosamente e con un inaspettato finale.
Forse poteva fare qualcosina i più per creare maggiore tensione, ma è un buonissimo prodotto, contando che è il suo primo lavoro.

Un tizio risponde ad un cellulare che squilla trovato tra dei rifiuti. Si troverà a "parlare" con qualcosa che sembra un gatto.
Difficile fare di meglio in tre minuti e difficile dare un voto ad un simile prodotto.
Sei di stima.

Il debutto del grande regista horror giapponese che solo due anni dopo sconvolgerà il mondo con la sua saga "Ju-On": un brevissimo corto che dimostra un talento cinico e dall'alta visionarietà.

Girato in digitale per la raccolta di corti televisivi "Gakkoku No Kaidan". Finale pazzesco.