12 regia di Nikita Mikhalkov Russia 2007
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12 (2007)

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locandina del film 12

Titolo Originale: 12

RegiaNikita Mikhalkov

InterpretiNikita Mikhalkov, Sergei Makovetsky, Sergei Garmash, Aleksei Petrenko, Yuri Stoyanov

Durata: h 2.29
NazionalitàRussia 2007
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2008

•  Altri film di Nikita Mikhalkov

Trama del film 12

Remake de "La parola ai giurati" di Lumet da parte di Nikita Mikhalkov. Ambientato totalmente all'interno di una palestra, dodici giurati si ritrovano a dover decidere all'unanimità della sorte - ormai segnata - di un giovane ceceno accusato di parricidio. Ma nel meccanismo qualcosa si inceppa, e la certezza della pena viene messa in dubbio da un giurato che, poco a poco, costringe ognuno a rivedere le proprie posizioni, rendendo la sentenza più difficile del previsto.

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Voto Visitatori:   7,64 / 10 (37 voti)7,64Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su 12, 37 opinioni inserite

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Cemmone  @  05/07/2015 12:36:00
   7½ / 10
Ottima piece teatrale, diretta con buon ritmo dal mitico Никита Михалков. Molto bravi tutti gli attori, ci si prende il giusto tempo per analizzarne l'aspetto caratteriale e psicologico e il suo impatto sulle dinamiche della giuria e infine sul verdetto. Essendo io un appassionato di cultura russa ed essendo questo un remake, avrei gradito molto di più da parte del regista una maggiore "russificazione" di alcuni comportamenti, atteggiamenti e situazioni anche di contenuto, tale da dare al film un'impronta molto più originale. Ad ogni modo, gli eccellenti attori garantiscono la qualità del prodotto.

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Ultima risposta 05/07/2015 12.37.10
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JOKER1926  @  30/05/2010 20:08:40
   4½ / 10
Era il caso?

Il concetto di critica intorno all’ oggetto di Nikita Mikhalkov si apre con una domanda retorica che certifica praticamente l’inutilità di copiare alla lettera o quasi, uno dei film più brillanti di sempre (“La parola ai giurati”). Non era il caso…
Non era il caso di proporre al pubblico una “copiatura”, insomma quello di Mikhalkov al massimo potrebbe essere un “omaggio” alla regia di Lumet; insomma questo “12” fa acqua da tutte le parti, ma andiamo con ordine.
In primis da condannare l’immane durata di questo film (due ore e trenta minuti) che alla lunga non puo’ non portare stanchezza e noia nell’animo dello spettatore, ma i problemi vengono alla luce del sole con grande facilità, in pratica manca quella introspezione, quella accurata ricerca psicologica dei personaggi concettualmente scolpiti ne “La parola ai giurati”, “12” risulta essere fin troppo macchinoso e non riesce minimamente a trasferire a chi lo guarda un senso di emozione di tensione.
Inoltre quello della regia russa risulta essere un prodotto troppo politico, spesso si cade nel patetico e i flashback fortificano questo clima di retorica e di ridondanza inutile nel contesto.
Qualche scena si salva ovviamente, specie quella della ricostruzione dell’omicidio, ma (guarda un po’) e’ solo l’ennesima copiatura, film evitabile ed irritante.

JOKER1926

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Ultima risposta 30/05/2010 20.46.52
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  04/02/2009 12:37:28
   8 / 10
Certamente l'idea che sta alla base del film di Mikhalcov è la stessa del classico della filmografia americana "La parola ai giurati" di Sidney Lumet: una stanza, 12 giurati, una sentenza da dare all'unanimità.
Però al di la dell'assunto è abbastanza superficiale definirlo come un semplice remake.
Il regista russo infatti trasporta quest'idea a Mosca e lo aggiorna per parlare del suo paese: 12 giurati devono decidere la sorte di un ragazzino ceceno accusato di aver assassinato il patrigno russo. Sentenza apparentemente già scritta.
l 12 giurati si confrontano, raccontano la propria storia e in realtà parlano del proprio paese, la Russia di oggi, la Cecenia, il razzismo.
Tutta la messa in scena è memorabile e gli attori straordinari: Mikalckov dirige quasi interamente in una spoglia palestra un film di 2 ore e quaranta, superando addirittura di un'ora l'originale di Lumet.
Inquietante la scena del cane sotto la pioggia che viene riproposta più volte e memorabile è anche la scena della danza, quando l'accusato era un ragazzino.

Mi ha deluso un po' l'ending ma è comunque un film da vedere, sicuramente molto interessante.
Il regista - uno dei giurati - è ovviamente l'ultimo a parlare.

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Ultima risposta 08/02/2009 12.46.24
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Simmetria84  @  15/07/2008 18:39:09
   6 / 10
Premetto che di base non vedo di buon occhio i remake.
Questo film è un caso abbastanza particolare in quanto si propone di rivisitare un classico del cinema internazionale per proporre una critica di una società ben diversa da quella americana. A mio parere non riesce in questo intento di critica, proprio per la scelta della storia, che non si confà neanche tanto bene ai personaggi russi. In qualche modo c'è qualcosa che stona.
Anche gli stessi personaggi sono caratterizzati in maniera strana, troppo ricchi di fronzoli caratteriali, risultano quasi forzati a differenza di quelli de "la parola dei giurati" in cui erano ricchi di sfumature e perfettamente equilibrati tra loro.

Inoltre, e non son da meno, i ragionamenti e dialoghi hanno un non so che di inferiore.
So bene che questo mio commento è fortemente vincolato a un pedissequo confronto con l'originale, ma mi risulta inevitabile perchè non si tratta di un film comune ma di un classico, un capolavoro per molti.

Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato il fatto che si sia reso indispensabile l'utilizzo di scene e riprese esterne al ambiente dove sono i 12 uomini. Questo a mio parere si è rivelata una scelta dal carattere prettamente commerciale, come se non si avesse avuto il coraggio di evitare la caratterizzazione del giovane con i suoi flashback.

Insomma il film ha i suoi pregi soprattutto tecnici, ma lo spessore emotivo mi ha fortemente deluso in quanto non è tagliente come nel caso di Lumet

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Ultima risposta 30/08/2008 17.58.07
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  15/07/2008 17:49:13
   7 / 10
Mikhalkov rivisita il capolavoro di Lumet contestualizzando il caso di parricidio nella realtà sovietica tormentata dal conflitto russo-ceceno. Il risultato, sotto il profilo stilistico e di resa, non è paragonabile allo splendido originale: troppe enfatizzazioni, troppi eccessi manieristici che non fanno che distogliere l’attenzione dello spettatore dalla materia trattata, disperdendone parte del pathos. Al contrario di Lumet, che ha fatto leva su un’impostazione registica sobria e asciutta ma allo stesso tempo diretta e pregnante, Mikhalkov ha indugiato su talune “messe-in-scena” tra il grottesco e il drammatico francamente un po’ forzate.
La pellicola, tuttavia, si riprende notevolmente nella parte finale (nel quale, dal punto di vista narrativo, c’è l’apporto più significativo da parte del regista russo): laddove “12 angry men” si era fermato, mostrando il ribaltamento dei vari punti di vista fondati su opinioni superficiali e precarie, il lavoro di Mikhalkov si spinge oltre. Non basta più rivelare il lato ipocrita ma anche psicologicamente conflittuale del soggetto: bisogna fare i conti con il cinismo della logica capitalistica della speculazione che non ha etica, e sulla base della quale l’uomo, pur di assicurarsi il proprio profitto, è pronto a calpestare e distruggere le vite altrui. A questo punto, non è più sufficiente riconoscere i propri errori e scagionare il ragazzo imputato, ma occorre proteggerlo dalla realtà esterna (eloquentemente significativo il momento in cui, allo scopo di liberare l’uccellino, viene aperto un finestrone della palestra dal quale entrano impetuosamente vento e neve) fatta di abusi, egoismi e prevaricazioni di cui è espressione, tra le altre cose, proprio quel conflitto civile che cagionato allo stesso ragazzo la perdita dei suoi genitori. Tra flashback e intense sequenze volte a riprodurre tutta la crudeltà della guerra, il giovane imputato ci viene dunque presentato come vittima della storia, che lo ha privato sia dei genitori naturali che del padre adottivo: una vittima di cui solo le persone più sensibili si accolleranno l’onere della “salvazione”.
“12” è un buonissimo film, che tuttavia mi ha convinto solo in parte, in quanto alterna momenti davvero alti (non può non rimanere impressa l’agghiacciante immagine finale del cane che corre con la mano mozza in bocca) ad altri che –a mio avviso- costituiscono delle evitabili forzature.


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Ultima risposta 15/07/2008 17.50.13
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  10/07/2008 12:59:29
   8½ / 10
Non all'altezza dell'originale (che però è un capolavoro assoluto), ma rimane uno dei miglior remake di sempre. Interpretato (e doppiatto) in maniera sublime, non cala mai di tensione se non in qualche momento morto e un pò troppo forzato. Grande prova di regia, con virtuosismi mai fine a sè stessi e un piano sequanza che rimarrà memorabile. Da vedere sia prima che dopo l'originale "la parola ai giurati".

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Ultima risposta 10/07/2008 15.06.03
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