12 regia di Nikita Mikhalkov Russia 2007
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12 (2007)

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locandina del film 12

Titolo Originale: 12

RegiaNikita Mikhalkov

InterpretiNikita Mikhalkov, Sergei Makovetsky, Sergei Garmash, Aleksei Petrenko, Yuri Stoyanov

Durata: h 2.29
NazionalitàRussia 2007
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2008

•  Altri film di Nikita Mikhalkov

Trama del film 12

Remake de "La parola ai giurati" di Lumet da parte di Nikita Mikhalkov. Ambientato totalmente all'interno di una palestra, dodici giurati si ritrovano a dover decidere all'unanimità della sorte - ormai segnata - di un giovane ceceno accusato di parricidio. Ma nel meccanismo qualcosa si inceppa, e la certezza della pena viene messa in dubbio da un giurato che, poco a poco, costringe ognuno a rivedere le proprie posizioni, rendendo la sentenza più difficile del previsto.

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Voto Visitatori:   7,64 / 10 (37 voti)7,64Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su 12, 37 opinioni inserite

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TheLory  @  09/10/2015 19:47:14
   9 / 10
Quasi impossibile vederlo in una serata, considerando la durata di 2 ore e mezza, ma è davvero un film imperdibile. Divertenti e toccanti gli aneddotti che i 12 giurati raccontano, interpretati da attori stratosferici.

Cemmone  @  05/07/2015 12:36:00
   7½ / 10
Ottima piece teatrale, diretta con buon ritmo dal mitico Никита Михалков. Molto bravi tutti gli attori, ci si prende il giusto tempo per analizzarne l'aspetto caratteriale e psicologico e il suo impatto sulle dinamiche della giuria e infine sul verdetto. Essendo io un appassionato di cultura russa ed essendo questo un remake, avrei gradito molto di più da parte del regista una maggiore "russificazione" di alcuni comportamenti, atteggiamenti e situazioni anche di contenuto, tale da dare al film un'impronta molto più originale. Ad ogni modo, gli eccellenti attori garantiscono la qualità del prodotto.

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Ultima risposta 05/07/2015 12.37.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  09/03/2014 11:50:23
   7½ / 10
Il capolavoro di Lumet "La parola ai giurati" portato ai giorni nostri con granda efficacia.
L'azione si sposta In Russia ma i problemi della societa', della politica e di coscienza sono quelli di qualsiasi altro stato.
Ogni giurato racconta un aneddoto, qualcuno interessante altri meno, per autoconvincersi che la strada della pena di morte fondata su preconcetti razziali non è poi quella giusta.
Molto interessante il discorso finale del presidente della giuria che apre nuovi scenari di discussione sul caso...

Trixter  @  12/08/2011 09:55:22
   7 / 10
Buon film russo, un pò lungo e a tratti ridondante (a causa di una sceneggiatura ben strutturata ma in alcuni frangenti inutilmente prolissa). Ottima la recitazione e l'espressività dei singoli attori, tutti davvero bravissimi interpreti. Certo, il film è un pò lungo e pian piano rischia di affaticare lo spettatore, anche a causa dei dialoghi e dei monologhi che si susseguono senza sosta. La regia è pulita, ordinata, non cerca di strafare e lascia il palcoscenico agli attori. Nel complesso, un film piacevole, a tratti appassionante, che, tuttavia, ha la pecca di nascere come remake di una pellicola semplicemente grandiosa.

WildHorse  @  11/08/2011 03:24:03
   9½ / 10
Un capolavoro. Dura solo due ore e mezza. Quando finisce se ne ha ancora voglia. Storia e intrecci tutti da seguire. Recitazione che gli attori italiani se la sognano.

Estonia  @  26/06/2011 02:30:43
   7½ / 10
Film corale. Una magnifica prova di attori. Nonostante la lunghezza, non ha mai momenti di vuoto. Tra le righe affiora non soltanto una riflessione sulla società russa post-comunista, sui fantasmi del passato e le contraddizioni e disfunzionalità del presente, ma anche su temi etici relativi all’essenza dell’uomo in generale: la giustizia, il libero arbitrio, l’ambiguità della verità, i pregiudizi razziali, la responsabilità individuale. La conclusione a cui arriva questo gruppo di 12 giurati nell’interno claustrofobico di una palestra scalcinata è che non basta arrivare a concordare una sentenza basata sulla verità dei fatti, ma bisogna anche assumersi la responsabilità delle conseguenze di questa decisione e agire in modo che tali conseguenze non si rivelino poi dannose per lo stesso soggetto che ha apparentemente beneficiato della sentenza giusta. E non è sempre facile applicarsi in questo senso, rinunciando a impegni personali e priorità individuali. Ingiuste le critiche di prevedibilità e retorica. La struttura teatrale del film ne enfatizza forse il tono leggermente ridondante, ma nel complesso non lo appesantisce.

tommythecat  @  17/10/2010 19:45:54
   9 / 10
Come da voto il film a mio parere è eccezionale, senza accorgersene si passa una storia all'altra e ci si appassiona subito alla storia. in definitiva tiene incollati alla sedia.

JOKER1926  @  30/05/2010 20:08:40
   4½ / 10
Era il caso?

Il concetto di critica intorno all’ oggetto di Nikita Mikhalkov si apre con una domanda retorica che certifica praticamente l’inutilità di copiare alla lettera o quasi, uno dei film più brillanti di sempre (“La parola ai giurati”). Non era il caso…
Non era il caso di proporre al pubblico una “copiatura”, insomma quello di Mikhalkov al massimo potrebbe essere un “omaggio” alla regia di Lumet; insomma questo “12” fa acqua da tutte le parti, ma andiamo con ordine.
In primis da condannare l’immane durata di questo film (due ore e trenta minuti) che alla lunga non puo’ non portare stanchezza e noia nell’animo dello spettatore, ma i problemi vengono alla luce del sole con grande facilità, in pratica manca quella introspezione, quella accurata ricerca psicologica dei personaggi concettualmente scolpiti ne “La parola ai giurati”, “12” risulta essere fin troppo macchinoso e non riesce minimamente a trasferire a chi lo guarda un senso di emozione di tensione.
Inoltre quello della regia russa risulta essere un prodotto troppo politico, spesso si cade nel patetico e i flashback fortificano questo clima di retorica e di ridondanza inutile nel contesto.
Qualche scena si salva ovviamente, specie quella della ricostruzione dell’omicidio, ma (guarda un po’) e’ solo l’ennesima copiatura, film evitabile ed irritante.

JOKER1926

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Ultima risposta 30/05/2010 20.46.52
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@dry  @  02/05/2010 00:53:25
   7 / 10
Nonostante la lunghezza è un film che appassiona, che racconta molto più di un caso di omicidio, ma intende affrontare il dramma etnico-socio-culturale di due antichi Paesi come Russia e Cecenia. Lo fa attraverso le storie raccontate dai giurati, persone dalle più disparate estrazioni.
Inoltre emerge come la frase che da sempre impera nei tribunali sia solenne quanto utopica: la legge è uguale per tutti.

AMERICANFREE  @  18/04/2010 13:13:22
   7 / 10
film molto interessante intenso anche se in alcuni momenti l'ho trovato un po' forzato...! molto bravi gli attori senza dubbio in un ruolo per niente facile! la durata un po' eccessiva lo penalizza per il mio modesto parere! lo consiglio di vedere anche se non e' adatto per tutti!

gandyovo  @  30/01/2010 16:36:18
   8 / 10
bellissimo. è un remake bellissimo.

vale1984  @  27/12/2009 21:36:15
   7½ / 10
Un gran bel film anche se con attori mediocri...12 giurati un pò matti chiusi in una palestra sono concordi sulla colpevolezza di un giovane ceceno ma poi trovano delle difficoltà e tra di loro si insinua il dubbio...ben fatto, interessante e retrospettivo.

maitton  @  16/12/2009 23:53:03
   8½ / 10
...finalmente, un grande film.

calso  @  22/07/2009 08:59:34
   8 / 10
Un film veramente bello, mi ha sorpreso in positivo e lo consiglio a tutti...trama interessante con personaggi ben riusciti e caratterizzati, leggermente troppo lungo ma comunque molto bello...da vedere sicuramente

marco1309  @  01/06/2009 16:09:33
   5 / 10
a me non è piaciuto. innanzitutto è troppo lungo, io l'ho dovuto spezzare in due, non ce la facevo a vederlo tutto d'un fiato..poi i personaggi sono troppo caratterizzati, secondo me avrebbero dovuto essere un pò più "normali", anche se gli attori sono stati bravi a mio parere. i discorsi e gli esperimenti fatti mi sono sembrati spesso banali, sembravano delle forzature. anche il finale è un pò deludente. peccato, la storia di base era carina.

TheLegend  @  29/04/2009 16:30:58
   7½ / 10
Mi è piaciuto molto questo film,molto ben fatto è recitato.
le interazioni tra i personaggi e gli aspetti psicologici sono la cosa più bella del film a mio avviso,oltre al significato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  29/04/2009 14:06:10
   8 / 10
Dodici giurati devono decidere la sorte di un ragazzo ceceno accusato di aver ammazzato il padre adottivo.Nikita Mikhalkov rilegge “La parola ai giurati” di Lumet,contestualizzando la storia ai giorni nostri e sfruttandola come punto di partenza per rappresentare il proprio paese.
La pellicola è girata quasi totalmente in interni,più esattamente in una palestra scolastica adibita per l’occasione allo scopo.Pochissime le concessioni ad altre situazioni,il regista volge il suo sguardo al variegato gruppetto,destinato a decidere sulla vita di un ragazzo partendo da una convinzione solo in apparenza granitica,ovvero la colpevolezza,in realtà ben presto smontata da ragionamenti che insinuano l’ombra del dubbio tra i giurati,ribaltandone a più riprese le posizioni in merito.
Inizialmente “12” appare macchinoso,fatica ad ingranare,ma la cosa è voluta.Il regista vuole sminuire il dramma di fondo,l’atteggiamento “leggero” sta a sottolineare come la questione sia solo una formalità.I toni scanzonati,quasi bizzarri, che a tratti ricordano alcuni personaggi dei film di Kaurismaki,sono mirati a rendere bene l’incoscienza iniziale dei protagonisti .”12” prende quota con l’intervento di uno dei giurati,il quale induce a riflettere sulla decisione che stanno per prendere e sul compito che sono stati chiamati ad assolvere.
Sono molti gli spunti di riflessione che Mikhalkov propone.Attraverso le esperienze ed i racconti dei protagonisti illustra la Russia odierna,calcando la mano soprattutto sulle responsabilità di una società sempre più nelle mani di istituzioni inadeguate o corrotte,davanti alle quali l’uomo comune è lasciato solo a sguazzare nel suo menefreghismo.La solidarietà,la capacità di comunicazione reciproca e di far fronte comune si perdono attraverso un’umanità che guarda solo al proprio orticello nella speranza che questi non venga calpestato.
Mikhalkov a tratti risulta eccessivamente prolisso,il suo film non è certo facilmente digeribile ed il finale non sembra proprio indispensabile.Rimane comunque un bel lavoro,con momenti di tensione notevoli,girato con grande capacità e ben interpretato da attori efficaci a calarsi in un impianto di chiara derivazione teatrale.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  09/03/2009 12:50:52
   7½ / 10
Più che un remake bisognerebbe considerarlo una rivisitazione del classico di Lumet. Questo film non fa altro che rafforzare l'idea e la critica dell'originale, così attuale anche dopo cinquant'anni e malleabile a qualsiasi società presente in questo mondo.
Dal razzismo verso gli afroamericani si passa all'odio verso i ceceni e l'impianto narrativo rimane identico anche nei dettagli, dove gli elementi cardine che faranno cadere le convinzioni dei dodici giurati sono gli stessi.
Una grandissima riproposizione quindi, che però risente in alcuni punti rispetto al lavoro originale: spesso ci si allontana dal fulcro del discorso per intraprendere strade forse sin troppo didascaliche e inutili, e la sua durata, un'ora abbondante in più rispetto all'originale, è incentrata soprattutto sul proseguio della storia dopo la decisione finale.
E' proprio il finale il punto debole: una storia che non ha bisogno di eccessivi sentimentalismi purtroppo si ritrova con una buona mezz'ora incentrata sul personaggio interpretato dal regista stesso, all'apparenza e anche nella sostanza inutile. Un finale americano per un film russo, sarebbe stato molto meno strano se le parti fossero state invertite.

Tecnicamente è superbo, con bellissimi piani sequenza e una regia minuziosa negli scontri verbali più accesi. Anche in questo caso però rispetto all'originale non fa altro che sfigurare, visto gli spazi più ampi a disposizione di Mikhalkov e le attrezzature per forza di cose meno ingombranti rispetto a 60 anni fa.

Bel film, ma a me ha fatto ancor più apprezzare l'originale di Lumet.

collina  @  03/03/2009 14:28:36
   8 / 10
Ottimo remake, bellissima l'analisi del delitto, un film lungo ma da vedere attentamente.

romeop  @  23/02/2009 10:00:38
   7 / 10
il mio giudizio è contrastato, forse non l'ho visto nella migliore situazione e avevo fretta di andare via quindi mi ha stufato la lunghezza, sicuramente è un bel film ma lo devo rivedere per apprezzarlo fino in fondo

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  04/02/2009 12:37:28
   8 / 10
Certamente l'idea che sta alla base del film di Mikhalcov è la stessa del classico della filmografia americana "La parola ai giurati" di Sidney Lumet: una stanza, 12 giurati, una sentenza da dare all'unanimità.
Però al di la dell'assunto è abbastanza superficiale definirlo come un semplice remake.
Il regista russo infatti trasporta quest'idea a Mosca e lo aggiorna per parlare del suo paese: 12 giurati devono decidere la sorte di un ragazzino ceceno accusato di aver assassinato il patrigno russo. Sentenza apparentemente già scritta.
l 12 giurati si confrontano, raccontano la propria storia e in realtà parlano del proprio paese, la Russia di oggi, la Cecenia, il razzismo.
Tutta la messa in scena è memorabile e gli attori straordinari: Mikalckov dirige quasi interamente in una spoglia palestra un film di 2 ore e quaranta, superando addirittura di un'ora l'originale di Lumet.
Inquietante la scena del cane sotto la pioggia che viene riproposta più volte e memorabile è anche la scena della danza, quando l'accusato era un ragazzino.

Mi ha deluso un po' l'ending ma è comunque un film da vedere, sicuramente molto interessante.
Il regista - uno dei giurati - è ovviamente l'ultimo a parlare.

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2009 12.46.24
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Tuonato  @  08/01/2009 01:28:07
   7 / 10
Estramamente interessante il contesto, mi è difficile però assegnare un voto al film: mi è piaciuto e non mi è piaciuto.
Quello che succede ai giurati mi è sembrato troppo teatrale, e scontato(ognuno di essi deve raccontare la sua storia personale, il gioco noioso della maggioranza). Si sapeva già dall'inizio dove sarebbe andato a parare.
Di contro è interessante l'esperimento psicologico su questo gruppo di persone come la continua ricerca della verità(ne esiste una sola?) una volta che hanno metabolizzato fosse "peccato" essere troppo superficiali.
La morale finale ha contribuito a risollevare il mio giudizio sul film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  09/11/2008 11:05:37
   8 / 10
Non avendo visto l'originale di Lumet, probabilmente il mio giudizio risulterà superficiale (non posso fare paragoni). Premettendo ciò, questo lunghissimo film di Mikhalkov ha catturato la mia attenzione dall'inizio alla fine, nonostante l'abbia visto una sera in cui mi lacrimavano gli occhi dalla stanchezza.
Devo dire che l'imput di un giurato di mettere in discussione la colpevolezza del ragazzo e di scatenare, quindi, una reazione di coscienza a catena, l'ho trovata decisamente interessante. In realtà non è così scontato. Mi ha colpito molto l'autoesame a voce alta dei giurati, il guardarsi dentro, il necessario confronto con gli altri. Iniziamente difficoltoso, poi a mano a mano più disinibito. Mi è parsa un'acuta evoluzione di un gruppo di persone che, con delle apparenti certezze in tasca, si ritrovano inaspettatamente a porsi dei quesiti. Dei quesiti nei confronti del ragazzo accusato di parricidio e, inesorabilmente, dei quesiti del proprio essere uomini, umoni russi per l'esattezza.
Sinceramente un po' troppo lungo, ma dettaglio trascurabile.
Molto toccante, anzi, direi scioccante, la sequenza del cane che corre, che più volte compare nel film. Ovviamente scioccante alla fine, quando la scena si mostra completa.
Lo consiglio a tutti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/11/2008 20:22:14
   7½ / 10
Partendo dall'idea de "La parola ai giurati" di Lumet Nikita Mikhalkov contestualizza l'idea di una giura chiusa in una stanza (in questo caso una palestra) nel mondo sovietico e precisamente riferendosi al conflitto russo-ceceno. La scenografia è stupenda, il montaggio altrettanto, buona la prova degli attori.
Un film interessante e da vedere. Non un capolavoro come quello di Lumet, ma sicuramente un buon prodotto.

marfsime  @  09/09/2008 11:53:40
   6½ / 10
Sicuramente un buon film che mantiene vivo l'interesse dello spettatore..purtroppo c'è una pecca pesante: la durata. 2h30 sono veramente tante per un film del genere e infatti in più momenti la pellicola vive momenti di stasi in cui si finisce per annoiarsi. Se fosse durato una mezzoretta in meno probabilmente l'avrei rivalutato verso l'alto..comunque si può vedere.

marco9777  @  30/08/2008 17:51:02
   9 / 10
Partiamo dal perchè non ho dato 10 e lode: è lungo. 2 ore e 20 di film.
E dunque in alcune parti scorre lento come un fiume ormai arrivato al mare.
MA.
Sebbene io rientri nella categoria di quelli che guardano film in cerca di occasioni di svago, questo mi ha piacevolmente colpito.
Potrei dire, senza paura di esagerare, che ci troviamo di fronte ad un'opera d'arte.
Il protagonista è un uccellino che si ritrova forzatamente rinchiuso in una palestra di una scuola. Una finestra si apre. E ora? Volare nella notte fredda e nevosa della Russia oppure restare ancora al chiuso di quella che fu la sua prigione?
Il giusto e lo sbagliato. L'assoluto ed il relativo. Di questo parla il film. E ci mette di fronte a tutti i limiti del pensiero razionale. Non a caso, la verità ulteriore è svelata dall'artista; dal matto di corte.
Buona visione davvero!

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epinoderma  @  14/08/2008 09:27:57
   8½ / 10
L'ho visto in condizioni pietose (audio pessimo, video pessimo) ed in 2 occasioni a distanza di tempo(primo e secondo tempo). Chi direbbe mai che un film girato con 12 sconosciuti in una palestra di una scuola puo' tenerti attanagliato inmodo cosi' forte alla poltrona, sedia, divano?
Un gran bel film, un'opera teatrale riportata sullo schermo. Tanti personaggi in cerca d'autore. Uno spaccato davvero spietato sulla NOSTRA ipocrisia, sul nostro desiderio di giustizia e sulla voglia di delegare, delegare e delegare per poi volersi solo lamentare... gli ultimi 5 minuti del film sono uno schiaffo .. davvero un bel ceffone.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/07/2008 19:55:41
   7 / 10
Malgrado la sensazione di fedeltà rispetto all'originale, credo che 12 sia un film stilisticamente e (soprattutto) formalmente completamente diverso rispetto all'originale di Lumet.
Stupisce come sempre l'innata abilità tecnica di Michalkov, ormai assunta a spettacolizzazione medianica di un cinema che forse in passato aveva più cuore che abilità tecnica (v. il ciclo di film dedicati a Cechov, lustri or sono).
Ma tant'è: anche se la rappresentazione non cancella la sensazione di precostituito e preconfezionato, anche se il tutto sembra frutto di un'abilissimo esercizio di stile, anche se nei referenti ideologici (non tanto la ferita profonda della Cecenia, quanto i velati ammiccamenti alla politica di Putin) sono quantomeno irritanti, il pretesto di trasformare un grande post-noir giudiziario ("La parola ai giurati" di Lumet, appunto) in una meditazione politica e culturale dell'ex unione sovietica è affascinante. E lo diventa nello spazio fotografico del protagonista indiretto, il ragazzo accusato, mentre fa ginnastica all'interno della cella, simbolo di libertà violata e di metaforica (in?)giustizia. Ovviamente il finale buonista conduce tutto nella retta via: è tipico di Michalkov, regista la cui intelligenza si stempera con il profondo disagio che provo per questo yuppie sovietico, sempre al centro dell'attenzione, sempre pronto a raccontare le malefatte dell'ex Urss pur tacendo degli zar e (oggi) del dossier Mitronkin: come uomo un vero buffone.
Ma rispetto all'insopportabile "sole ingannatore", resta perlomeno il potere delle immagini, che rivestono il film di una grande forza creativa (oltre alle splendide performance degli attori), facendo spesso dimenticare il conformismo neutrale e massimalista del regista, la plateale esibizione delle colpe invisibili (per lui) della cosiddetta democrazia

Simmetria84  @  15/07/2008 18:39:09
   6 / 10
Premetto che di base non vedo di buon occhio i remake.
Questo film è un caso abbastanza particolare in quanto si propone di rivisitare un classico del cinema internazionale per proporre una critica di una società ben diversa da quella americana. A mio parere non riesce in questo intento di critica, proprio per la scelta della storia, che non si confà neanche tanto bene ai personaggi russi. In qualche modo c'è qualcosa che stona.
Anche gli stessi personaggi sono caratterizzati in maniera strana, troppo ricchi di fronzoli caratteriali, risultano quasi forzati a differenza di quelli de "la parola dei giurati" in cui erano ricchi di sfumature e perfettamente equilibrati tra loro.

Inoltre, e non son da meno, i ragionamenti e dialoghi hanno un non so che di inferiore.
So bene che questo mio commento è fortemente vincolato a un pedissequo confronto con l'originale, ma mi risulta inevitabile perchè non si tratta di un film comune ma di un classico, un capolavoro per molti.

Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato il fatto che si sia reso indispensabile l'utilizzo di scene e riprese esterne al ambiente dove sono i 12 uomini. Questo a mio parere si è rivelata una scelta dal carattere prettamente commerciale, come se non si avesse avuto il coraggio di evitare la caratterizzazione del giovane con i suoi flashback.

Insomma il film ha i suoi pregi soprattutto tecnici, ma lo spessore emotivo mi ha fortemente deluso in quanto non è tagliente come nel caso di Lumet

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Ultima risposta 30/08/2008 17.58.07
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  15/07/2008 17:49:13
   7 / 10
Mikhalkov rivisita il capolavoro di Lumet contestualizzando il caso di parricidio nella realtà sovietica tormentata dal conflitto russo-ceceno. Il risultato, sotto il profilo stilistico e di resa, non è paragonabile allo splendido originale: troppe enfatizzazioni, troppi eccessi manieristici che non fanno che distogliere l’attenzione dello spettatore dalla materia trattata, disperdendone parte del pathos. Al contrario di Lumet, che ha fatto leva su un’impostazione registica sobria e asciutta ma allo stesso tempo diretta e pregnante, Mikhalkov ha indugiato su talune “messe-in-scena” tra il grottesco e il drammatico francamente un po’ forzate.
La pellicola, tuttavia, si riprende notevolmente nella parte finale (nel quale, dal punto di vista narrativo, c’è l’apporto più significativo da parte del regista russo): laddove “12 angry men” si era fermato, mostrando il ribaltamento dei vari punti di vista fondati su opinioni superficiali e precarie, il lavoro di Mikhalkov si spinge oltre. Non basta più rivelare il lato ipocrita ma anche psicologicamente conflittuale del soggetto: bisogna fare i conti con il cinismo della logica capitalistica della speculazione che non ha etica, e sulla base della quale l’uomo, pur di assicurarsi il proprio profitto, è pronto a calpestare e distruggere le vite altrui. A questo punto, non è più sufficiente riconoscere i propri errori e scagionare il ragazzo imputato, ma occorre proteggerlo dalla realtà esterna (eloquentemente significativo il momento in cui, allo scopo di liberare l’uccellino, viene aperto un finestrone della palestra dal quale entrano impetuosamente vento e neve) fatta di abusi, egoismi e prevaricazioni di cui è espressione, tra le altre cose, proprio quel conflitto civile che cagionato allo stesso ragazzo la perdita dei suoi genitori. Tra flashback e intense sequenze volte a riprodurre tutta la crudeltà della guerra, il giovane imputato ci viene dunque presentato come vittima della storia, che lo ha privato sia dei genitori naturali che del padre adottivo: una vittima di cui solo le persone più sensibili si accolleranno l’onere della “salvazione”.
“12” è un buonissimo film, che tuttavia mi ha convinto solo in parte, in quanto alterna momenti davvero alti (non può non rimanere impressa l’agghiacciante immagine finale del cane che corre con la mano mozza in bocca) ad altri che –a mio avviso- costituiscono delle evitabili forzature.


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Ultima risposta 15/07/2008 17.50.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  15/07/2008 16:00:17
   8 / 10
Mikhalkov dirige una pellicola estremamente affascinante, vissuta sull'evolversi dei drammi psicologici di 12 giurati riuniti in una sede provvisoria (una palestra scolastica) per dibattere l'apparente colpevolezza di un ragazzo ceceno accusato di aver ucciso il padre adottivo.
Immerso nella Mosca contemporanea in realtà il film è interamanete girato all'interno di quattro mura, salvo alcuni flashback di guerriglia cecena resi in maniera estremamente realistica dal regista russo. Non tragga in inganno la durata complessiva dell'opera: il ritmo è dannatamente sostenuto fin dai primi minuti, con la telecamera sempre fissa sui volti dei protagonisti, tra momenti di grande impatto emotivo intervallati da battute ironiche perfettamente inserite nel contesto.
La pellicola, oltre ad essere cinema con C maiuscula, è anche un specchio fedele sulla Russia degli ultimi decenni, raccontata attraverso le frustazioni di 12 personaggi tutti ottimamente caratterizzati da un cast in vero e propio stato di grazia. Eccezionale anche il doppiaggio italiano, e per un film del genere significa molto. Da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  10/07/2008 12:59:29
   8½ / 10
Non all'altezza dell'originale (che però è un capolavoro assoluto), ma rimane uno dei miglior remake di sempre. Interpretato (e doppiatto) in maniera sublime, non cala mai di tensione se non in qualche momento morto e un pò troppo forzato. Grande prova di regia, con virtuosismi mai fine a sè stessi e un piano sequanza che rimarrà memorabile. Da vedere sia prima che dopo l'originale "la parola ai giurati".

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Ultima risposta 10/07/2008 15.06.03
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forzalube  @  04/07/2008 13:27:11
   7 / 10
Sarà che diversi anni fa devo aver visto l'originale "La parola ai giurati", ma questo remake non mi ha convinto del tutto anche perché non ne ho colto lo scopo.
Nel complesso è comunque un buon film con alcuni passaggi più riusciti ed altri meno.

giumig  @  01/07/2008 23:51:56
   8 / 10
Grande film, che malgrado sia girato in una sola stanza emoziona ed interessa dall'inizio alal fine grazia ad una regia sublime e un montaggio perfetto. Grandissimi anche il cast di attori. Unica nota negativa un finale troppo tirato per le lunghe

Gruppo REDAZIONE maremare  @  27/06/2008 14:17:41
   8½ / 10
Visto al festival di Venezia oramai un anno fa questo ottimo prodotto del grande vecchio Mikhalkov.
Un prodotto che dell'originale film di Lumet mantiene solo l'ossatura, intriso com'e di cultura russa. Il discorso di Mik è alto, parla della natura umana, di individui e collettività e della inconciliabilità dialogica tra spirito e materia, arte e potere. Se il film fosse durato 5 minuti in meno non avrei esitato a definirlo un capolavoro, per la maestria di Mik nell' animarlo rendendo le emozioni vibranti attraverso tecniche di ripresa geniali, il montaggio sublime ed la direzione magistrale di un cast strepitoso. Insomma si parla di un film bello e appassionante nonostante sia interamente girato in una palestra in disuso di una scuola fatiscente. Peccato per il pistolotto finale che, di colpo, mostra tutti gli anni del buon Mik e una certa propensione senile al predicozzo, attraverso metafore tipiche del buon cinema d'autore che fu.
Vale comunque la pena vedere questo ottimo prodotto, imperdibile per gli appassionati del buon cinema d'autore.

Vedi recensione

Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  13/06/2008 01:48:16
   9½ / 10
Da vedere assolutamente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/04/2008 14:50:46
   8 / 10
Visto all'ultimo Festival di Venezia, la pellicola di Mikhalkov mantiene solo l'impianto di base del film di Lumet. per descriverci uno spaccato sulla Russia attuale, delle sue varie anime rappresentate dai vari personaggi chiusi in una vecchia palestra scolastica per giudicare un ragazo ceceno. Malgrado la lunghezza della pellicola, il film non l'ho trovato eccessivamente prolisso. Al contrario la bravura degli attori, dal punto di vista corale, dona al film elevati spunti di riflessione e picchi emotivi che non lasciano indifferenti. Non è presente, come nel film di Lumet, una figura centrale come Henry Fonda. Ciò non va a scapito del buon esito della pellicola visto che, giustamente, proprio per la coralità degli interpreti, il film ha avuto il premio speciale della giuria del festival veneziano.

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