Il magnate delle televisioni Elliott Carver, con l'affondamento di una nave inglese e un jet cinese, vuole far scoppiare un conflitto del quale avere l'esclusiva. James Bond ha quarantott'ore per sventare il progetto.
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Mmmm...così non andiamo. Dopo il non esaltante ma neanche deludente esordio in Goldeneye, l'attesa si risolve in quello che mi azzardo a definire un mezzo passo falso. Il cambio di regia da Campbell, ancora novellino, a Spottiswoode, regista con più esperienza ma tutto sommato mediocre, non ha apportato grossi cambiamenti e Il domani non muore mai si rivela peggiore del precedente sotto vari aspetti. Brosnan a parte, sempre a suo agio, il problema principale è lo script: revisionato in pochissimo tempo a causa di problemi di locations, il copione affastellato da un disperato Bruce Firestein ha completamente sconvolto la storia originale, che doveva essere sicuramente interessante, ma di cui qui non si vede nulla. In fondo, si va solo da una scena d'azione all'altra(di cui qualcuna troppo lunga e rumorosa), intervallata qua e là da qualche scappatella amorosa. Perfino i villain non convincono, non perché siano sottosfruttati, ma per quanto sono esageratamente sopra le righe, cui il doppiaggio italiano da un valido "contributo". Certo, il lato tecnico è curatissimo, ma forse occorreva inserirci anche un po' di emozione in questo mare di freddezza emotiva...
Già l'idea di partenza è penosa (giusto per cavalcare, all'epoca, qualche polemica). Mettiamoci il peggior 007 (forse solo dopo Dalton) ed una regia assente ed otteniamo uno dei tantissimi (purtroppo) 007 da dimenticare.
Pierce Brosnan è, per me, il peggior 007 di sempre, conseguentemente anche il film perde fascino. Americanate a manetta accompagnate da super effetti speciali deliranti. Un minestrone di tutto e nulla.