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LE RAGIONI DELL'ARAGOSTA regia di Sabina Guzzanti

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addicted     9 / 10  11/04/2008 23:26:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il mio voto è molto alto. Vedo che il film non è piaciuto. Come si dice in gergo, il film "non è arrivato". In altre parole la Guzzanti voleva fare una cosa, ma, a leggere molti commenti, ho l'impressione che il pubblico non ha capito cosa esattamente volesse fare. Certamente non è colpa del pubblico. Se un artista realizza qualcosa e non si capisce cosa sia, forse ha sbagliato lui. Oppure questo "qualcosa" è semplicemente un esperimento mai visto prima, a cui il pubblico non è preparato. Per il quale non esiste una chiave di lettura. Forse "non è arrivato" perchè è qualcosa di nuovo.
Siccome il film mi è piaciuto molto, voglio fare uno sforzo per chiarire (anche a me stesso) perchè questa "cosa" mi è piaciuta.
Trattandosi di una cosa nuova, mi piacerebbe enumerare subito tutte le cose vecchie che questo film non è.
Non è un documentario, infatti non rappresenta una situazione reale (anche se il problema-pesca esiste realmente) e alla fine svela chiaramente che è tutta una finzione.
Non è un film satirico anti-berlusconiano, infatti le battute fioccano, ma restano ai margini. Il film non attrae per le battute sul centrodestra. E neanche sul centrosinistra. Le battute sono solo il lavoro dei protagonisti. Se avessero fatto i calzolai avremmo visto le scarpe. Fanno i comici, quindi vediamo le battute.
Non è un film autobiografico, infatti non racconta fatti reali e non si presenta sotto forma di confessione.
Non è un film impegnato, infatti non ha nessuna tesi e nessuna posizone da difendere.
Cosa ci mostra effettivamente? C'è un gruppo di comici che ha avuto successo molti anni fa con una trasmissione satirica di sinistra, i quali si incontrano per realizzare uno spettacolo a sostegno dei pescatori sardi in crisi. Ognuno di loro è diventato completamente diverso dall'ultima volta che hanno lavorato insieme. Uno ha smesso di recitare. Un altro ha avuto successo con le fiction e il cinema. Uno si è impantanato nella tv-spazzatura, un'altra ha avuto un grave incidente e non si riconosce più nella sua vita precedente... e così via.
L'entusiasmo iniziale lascia lentamente il posto alla disillusione, alla paura, al senso di inadeguatezza, alla sfiducia. La sera dello spettacolo diventa una specie di incubo per la protagonista, che annaspa, rimpiangendo di essersi cacciata in una iniziativa in cui non crede e in cui forse non ha mai creduto.
Alla fine, essendo in ballo, devono ballare ed entrano tutti in scena... e il film si chiude con una malinconica nota di speranza.
Il tutto girato come se fosse un documentario.
Detto questo, mi chiedo: perchè mi è piaciuto tanto.
Prima di tutto perchè gli attori forniscono tutti una prova recitativa strepitosa. Il livello dell'interpretazione è supersonico. Il fatto che rappresentino se stessi non deve trarre in inganno. Sembra un docmentario, ma non lo è. Quindi attenzione. Sembrano spontanei, naturali, veri... ma stanno recitando. E' tutto finto!!! La verità è che sono tutti straordinariamente bravi.
In secondo luogo mi ha colpito la sceneggiatura. Ha una profondità e una qualità che sinceramente non mi aspettavo. E' un lavoro di spessore, che non ha cadute di stile o passaggi a vuoto. Funziona tutto, dalla prima all'ultima parola.
E qui sono arrivato al punto: credo che "Le ragioni dell'aragosta" mi sia piaciuto soprattutto perchè è grande cinema che si maschera da reality. Usa lo stile della TV, ma in realtà è Cinema con la C maiuscola. Cinema che si nasconde dietro il velo della presa diretta sulla realtà.
Non è un documentario, non è un film satirico, non è autobiografia. E' solo il miglior film italiano del 2007.