QUARTO POTERE regia di Orson Welles

 Kater  13/10/2004 17:56:39 » Rispondi
Scusate se mi intrometto in questa discussione che ho seguito perchè mi interessa. Personalmente condivido in parte ciò che dici come in parte ciò che dice Cash.
Le uniche letture certe di un'opera sono quelle tecniche, ma per quanto riguarda i contenuti è la natura stessa dell'arte che si presta sempre a diverse interpretazioni. E' vero che un'opera finita è nelle mani del mondo, ma è anche vero che l'artista è una persona e, come tale, ci vuole un certo rispetto per quello che lui/lei ha cercato di dire. E' come se io ti facessi un discorso e tu lo riferissi ad un altro cambiandone il contenuto. Se è vero che noi giudichiamo un opera è anche vero che, per come noi la interpretiamo, quella stessa opera giudica noi. Lasciandoci trascinare dalle interpretazioni troppo personali corriamo il rischio di specchiarci nell'opera e di non ascoltare le parole dell'altro. Condivido poi che ogni persona di cultura riesce a infilare nelle opere (quasi) tutto ciò che vuole: Non so se l'hai letto ma guarda il 'codice da Vinci', dove c'è una interpretazione dei simboli che Leonardo avrebbe inserito nel cenacolo. Per divertimento l'ho preso in mano, Il Cenacolo di Leonardo, e tutto combaciava. Ora Leonardo non è qui a dirci se lui voleva alludere o meno ai templari, quindi tocca a noi perderci o meno in voli di fantasia, per quanto affascinanti possano essere. Il confine tra una genialità e una c.agata è molto labile e questo vale per sia per l'opera d'arte che per le sue interpretazioni.
Ritengo comunque vero che durante una operazione creativa come lo sviluppo di un'opera sia difficile anche per chi la produce, alla fine, distinguere tutto ciò che ha infilato dentro, una parte di se. Ma spesso queste cose non superano il senso primario.

cash  13/10/2004 19:03:22 » Rispondi
Non mi puoi invitare a cena e basta? Comunque ho già fatto un discorso simile e , scusami, non sono d'accordo. Se parlamo di intrattenimento ok, ma un autore si differenzia per il messagio insito nelle proprie opere, oltre che per lo stile che lo contraddistingue. E recepire un messaggio significa, secondo la semiologia, assorbire i codici di comunicazioni non filtrandoli attraverso una visione soggettiva, e quindi distorta, ma contestualizzandoli e decrittarli secondo quelle che sono le intenzioni dell'autore stesso. Un'interpretazione libera, per quanto affascinante, non è più che un semplice gioco in cui si dispongono i vari pezzi per farli combaciare come meglio si crede. E, ripeto, se uno è abbastanza bravo e volenteroso, può costruire un valido e solido ipertesto. ma le opere non sono album da colorare come più si crede! Che ne sarebbe dell'infinito di leopardi se tu ci volessi trovare a tutti i costi un'allusione a cristoforo colombo e la scoperta dell'america? Credi che Leopardi sarebbe d'accordo e ti lasciasse storpiare la sua opera in quella maniera? io non penso. Il fatto è quando si ha una solida struttura con cui l'autore costruisce ed edifica il proprio messaggio è piuttosto improprio parlare di interpretazione, quanto piuttosto di comprensione. E' chiaro poi che nopn tutti siamo dei fruitori modello (nel senso semiotico del termine), ma possiamo andarci molto vicino. poi se una struttura è un mero contenitore vuoto in cui incastrare le proprie bislacche teorie come in matrix, beh, allora hai ragione tu, non ci piove. ma non siamo più nel campo di cinema d'autore... E non solo cinema, chiaro. la gente ha (e sta) perdendo tempo ad interpretare le quartine di nostradamus perchè ogni interpretazione è plausibile. Sono solo frasi, slegate da qualunque elemento trainante, da qualunque collante ideologico (non nell'accezione moralistica del termine). per cui la gente ci mette quello che vuole, tanto va bene tutto. ma con gli autori questo non funziona; sono diventati così autorevoli proprio in virtù della loro comunicazione non convenzionale, non vorremo mica toglierla? Ok; a quando la pizza?