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INSIDER - DIETRO LA VERITA' regia di Michael Mann

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stratoZ     7½ / 10  19/07/2023 13:04:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

The Insider è il biopic/film d'inchiesta che pone fine al decennio d'oro di Michael Mann, in realtà è un'opera difficilmente catalogabile all'interno dei generi, mescolando tante carte da atmosfere thriller, a cavilli burocratici tipici dei legal, fino ad arrivare ai drammi familiari.

Mann mette in scena una vicenda tratta da un fatto di cronaca di pochissimi anni prima riguardanti le multinazionali di tabacco, per la prima volta nella sua carriera. Lo fa comunque restando coerente alle sue peculiarità registiche. The Insider infatti è un film che indaga, non soltanto nei fatti di cronaca, ma anche negli stati emotivi dei personaggi, nei drammi privati, che va a scavare all'interno dei dualismi di cui l'uomo è combattuto. "Vale la pena dire la verità se poi devo rinunciare agli elementi più importanti della mia vita?" Con questa domanda si potrebbe riassumere una buona parte del film. La posta in gioco sale ancora se questa verità riguarda la salute pubblica e di conseguenza la vita di milioni di persone.

Principalmente credo sia questo il pregio narrativo del film, invece ho trovato un po' troppo ridondante la parte centrale con un eccessivo soffermarsi sulle questioni legali burocratiche, creando una sorta di labirinto in cui riesce a farla franca chi ha più potere e i legali migliori, il che per carità, si sposa benissimo col significato e le sensazioni opprimenti del film, ma toglie un po' di pathos alla vicenda.

Messa in scena a mio parere eccezionale, la regia di Mann è meravigliosa, per la maggior parte del tempo fatta di primi piani e dettagli, quasi tutto camera a mano, che ti trasporta dentro il cuore della vicenda, soprattutto nella prima parte di film in cui vi sono le continue intimidazioni da parte della multinazionale Mann riesce a trasmettere un senso di impotenza da parte del singolo che fa sentire lo spettatore stesso oppresso da questi grandi colossi.

Grandi interpretazioni, Al Pacino non è di certo una novità e ogni tanto se ne esce con qualcuno dei suoi monologhi con la sua voce calda e matura, Crowe è quello che sorprende di più, non lo considero di certo un attore straordinario, eppure in questo film è totalmente in parte, forse una delle sue migliori performance, rappresenta a pieno il dilemma dell'uomo combattuto. Interessante la trasformazione del suo personaggio, o meglio possiamo anche chiamarla caduta, caduta prima sociale, con la perdita del lavoro e la pubblica diffamazione che attuano i colossi per fargli perdere credibilità, poi familiare, per gli ovvi motivi del divorzio, e infine psicologica. Verso la fine ammetto ho temuto potesse commettere qualche gesto folle per farla finita. Ecco Russell mi ha stupito parecchio.

Infine mi sembra giusto menzionare la colonna sonora di Lisa Gerrard, che da quel tocco in più alla pellicola e contribuisce a creare atmosfera, colonna sonora molto calma in linea col ritmo del film ( che fatto da un altro regista hollywoodiano sarebbe durato almeno mezz'ora in meno) efficace e che funge quasi da leitmotiv per la sua cadenza nei momenti chiave.