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INSIDER - DIETRO LA VERITA' regia di Michael Mann

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kafka62     7 / 10  07/04/2018 11:14:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Michael Mann è, sotto tutti gli aspetti, un ottimo regista: dal suo gusto per i primissimi piani, per le psicologie forti e contrastate e per le sequenze ad alta intensità emotiva emerge un cinema epico, quasi d'altri tempi (anche se a fargli da sfondo può essere indifferentemente l'America di Fenimore Cooper o la Los Angeles contemporanea). Ciononostante, "Insider" non riesce ad essere un ottimo film. Sembra che, pur nelle due ore e mezza abbondanti di proiezione, il regista sia talmente preoccupato di assecondare la natura e la complessità di tutti i cavilli burocratico-legali che impastoiano l'ingarbugliata vicenda, da non riuscire che sporadicamente ad innalzarsi al di sopra della media di un normale docu-drama hollywoodiano, sia pure di dignitosa fattura e di condivisibili principi civili. Così che alla fine, i dilemmi morali, le tensioni psicologiche e persino la suspense del thrilling vengono sovrastate dalla fredda e asettica ineluttabilità con cui manager, studi legali e mass media gestiscono i loro poco limpidi interessi. Il giornalista Bergman (un Al Pacino come sempre irresistibile) e il suo informatore (un problematico Russel Crowe), se con ciò guadagnano in realismo, dall'altra parte perdono in spessore narrativo e non riescono ad assurgere ad un livello più emblematico, come ad esempio gli antesignani eroi di Frank Capra, cui lo spirito democratico del film li avvicina. Insomma, "Insider" sarebbe forse stato un film più adatto a un regista meno personale di Mann, come il Pakula di "Tutti gli uomini del Presidente".
Una curiosità per concludere. In un film che tratta in maniera quasi paranoica dei danni irreparabili del fumo non si vede una sola persona, neanche di sfuggita, con la sigaretta accesa in bocca: è una delle conseguenze paradossali cui conduce il politically correct applicato indiscriminatamente ad ogni pellicola.
Filman  07/04/2018 14:28:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Mann non interessano i cavilli burocratici ma i personaggi, che sono estremamente umani e contemplativi. Quando fa questo film o un altro qualsiasi action l'intento è lo stesso.
Che poi l'interesse venga posto non solo sulla mancanza di libero arbitrio dei protagonisti ma anche sui mass media e su altri fonte di opinione pubblica è solo un'ulteriore scorcio sulla realtà (che se noti ormai sono SEMPRE presenti in OGNI thriller legale, da Gone Girl a Il ponte delle spie).