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LASCIA PERDERE JOHNNY regia di Fabrizio Bentivoglio

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bussisotto     6½ / 10  03/12/2007 11:53:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da sempre interprete sensibile e capace, Fabrizio Bentivoglio esordisce alla regia con una pellicola che profuma di ricordi e nostalgia: ambientato negli anni '70, infatti, "Lascia perdere, Johnny" (tratto dai racconti del chitarrista Fausto Mesolella) rivela tutta la passione dell'attore per la musica.
Coadiuvato dalle performances dei Fratelli Servillo (bravissimi) e di Lina Sastri (probabilmente, la migliore in campo), la pellicola è un piccolo gioiellino che, molto probabilmente, passerà un pò in secondo piano rispetto alle mega produzioni di questo periodo pre Natalizio.
La sequenza del concerto a Sorrento è poetica ed emozionante e, da sola, giustifica il prezzo del biglietto.
Peccato che ci sia ancora qualche ingenuità stilistica, che riduce leggermente il giudizio finale.
Valeria Golino, assolutamente da dimenticare.
irma  05/12/2007 22:10:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
d'accordo sul commento.Tra gli interpreti,oltre i Servillo,ricorderei anche l'esordiente Merolillo.L'iniziazione del giovane Faustino al mondo adulto esprime anche la passione di Bentivoglio per un mondo:la musica,gli amici musicisti,un certo tipo di cinema e di recitazione. E' un film "semplice",forse anche tecnicamente,ma con momenti effettivamente emozionanti(per es. nelle ultime sequenze).
bussisotto  06/12/2007 07:56:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissima risposta Irma!!
Tra le altre cose, il film è stato girato praticamente sotto casa mia!!
:o)
er-nonno  07/12/2007 16:48:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo con Irma e bussisotto.Ho apprezzato Toni Servillo in
un ruolo che un altro interprete avrebbe reso meno intenso.
Infatti ne sarebbe venuta fuori una "macchietta".Anch'io considero
le scene finali(il tentativo di ritorno,la lettera alla madre,la figura nella nebbia)particolarmente significative:comunicano un'idea di
continuità e non di conclusione.Avete notato gli echi felliniani?
Un caro saluto