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IDENTIFICAZIONE DI UNA DONNA regia di Michelangelo Antonioni

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amterme63     7½ / 10  06/03/2014 22:22:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sarà un film appassionante ma è una festa per l'occhio. Inoltre, se si guarda oltre il film in sé, è anche un documento interessante di come la società italiana vedeva se stessa, tramite la grande sensibilità visiva di Antonioni, agli inizi degli anni '80.
Antonioni ha continuato fino all'ultimo film a esplorare i problemi e le difficoltà dell'individuo a trovare la propria via, la propria realizzazione, in una vita e in una società senza certezze. Quello che rende vivi, umani, i personaggi dei suoi film è che non smettono mai di cercare, disperatamente cercano una soluzione, anche se questa non esiste.
Niccolò, il protagonista di "Identificazione di una donna", è un uomo irrequieto, alla ricerca di un soggetto per il suo film (di cui possiede solo una traccia data dalla sensazione del concetto di pura femminilità) e di una donna vera (con la D maiuscola) da poter possedere. Entrambe le ricerche non si concluderanno mai, ma si proporanno sempre in maniere diverse (il film diventa di fantascienza, le donne che conosce vanno dalla introversa Mavi alla solare Ida) senza avere comunque esito.
L'instabilità dei rapporti interpersonali, l'impossibilità per le persone di poter comunicare a fondo e capirsi, compenetrarsi completamente, è anche la conclusione di "Identificazione di una donna", come pure di tutti i film di Antonioni. A complicare le cose concorre anche la nuova coscienza femminile di indipendenza, parità, diritto a godere e a scegliersi il partner, come in passato era sola prerogativa dell'uomo.
Tutto questo all'interno di una società dove domina un pervasivo e sottile erotismo, ma anche dove si affaccia insidiosa la paura e l'insicurezza.
Anche in "Identificazione di una donna" non conta tanto la storia o le vicende di Niccolò e Mavi, ma il ritratto che viene dato di esseri umani esemplari e della loro difficoltà di vivere.
Soprattutto come viene presentato. Le scene, i lati di ripresa, i punti di vista, l'interposizione di specchi, la nebbia, gli angoli di Roma, sono creazioni artistiche che colpiscono indelebilmente l'occhio estetico dello spettatore. Il tutto accompagnato da una splendida colonna sonora che rende perfettamente lo spirito dell'epoca (da Gianna Nannini agli Orchestral Manoeuvres in the Dark, alla musica elettronica dark). Io mi sono commosso risentendo la musica della mia giovinezza.
Come detto all'inizio, non sarà un film appassionante o un capolavoro ma rimane comunque una piacevolissima lezione di arte cinematografica.
Questa è l'ultima opera di un regista oggi molto discusso e tenuto in scarsa considerazione. Al di là dei meriti tecnici di Antonioni, che penso nessuno discuta, il discredito in cui sono caduti i suoi film criptici, senza avvenimenti, lenti e contemplativi, è segno della perdita di sensibilità e intellettualità nell'approccio alla visione e alla resa del "reale" che abbiamo oggi. Antonioni è profondamente antitetico allo spirito postmoderno che va attualmente per la maggiore e per questo si stenta a capirlo, a sentirlo "nostro".