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AMORE IN CITTA' regia di Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Francesco Maselli, Dino Risi, Cesare Zavattini

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  30/05/2009 12:28:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto mi riguarda è un riuscitissimo film a episodi del periodo d' oro del nostro cinema. "Amore in Città" è un esperimento di fare giornale con il cinema, è praticamente la macchina da presa lasciata andare per la nostra capitale, un' idea di Cesare Zavattini che intendeva fare del cinema verità. Strutturato a mo' di giornale quindi, il film ha come filo conduttore l' amore con le sue molteplici sfaccettature, profusa da ognuna delle personalità degli indiscussi Maestri del cinema italiano che si stavano formando. Solo i primi due episodi sembrano seguire il rigore dell' inchiesta proposto da Zavattini, tutti gli altri sfuggono a questa struttura costituendo dei veri e propri mini film con tutte le caratteristiche di ogni regista. Il primo di Lizzani "Amore che si Paga" parla di prostitute, e forse il più coraggioso per l' epoca. Un film notturno in cui curiosamente (per me) al cinema davano "La Signora Senza Camelie" di Antonioni, il film precedente a questo che vidi. Di Antonioni è il secondo episodio "Tentato Suicidio" con tutta la sensibilità di questo autore sempre attento al colore dell' anima. Il terzo, e quello che preferisco, è "Paradiso per Tre Ore" di Dino Risi. Assolutamente impareggiabile nella sua capacità di immortalare "un momento" italiano, con alcuni stilemi del grande periodo della commedia italiana degli anni '60. L' episodio di Fellini "Agenzia Matrimoniale" sembra quello più estraneo alla logica dell' idea iniziale. E' presente una delle tante Gelsomina felliniane, estraneo perché è una surreale costruzione dal sogno, probabilmente da aneddoti circensi e quindi, per il regista, propri dell' infanzia. In realtà anche l' episodi di Maselli - codiretto da Zavattini e uno dei migliori - sfugge in qualche modo all' inchiesta, prediligendo una classica drammaturgia neorealista che attinge - soprattutto per quanto riguarda l' amore per i personaggi - al modo di fare Cinema di un De Sica. Ultimo episodio di Lattuada "Gli Italiani che si Voltano", interessante ma del tutto finto nelle reazioni perché stracostruito al montaggio. Il tutto un fiasco al botteghino.