caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

KILL BILL - VOLUME 2 regia di Quentin Tarantino

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Woodman     10 / 10  22/08/2013 17:17:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Sei la persona che preferisco."

Non c'è poi molto da dire. Si commenta da solo.

Un film grande, popolato da personaggi grandi o grandiosi, che dicono cose grandiose in maniera grandiosa. Un film manierista, romantico e barocco allo stesso tempo. Un film attento a praticamente ogni cosa: si trova spazio per l'azione, lo splatter, il raffinato o gustoso citazionismo, il dramma, il taglio tragico e disperato sbattuto in faccia alla stupenda Thurman, cura maniacale disumana nel perfezionare la regia (che non ha un solo difetto, neanche un piccolo, dannato difetto), nel rendere ottimale il coinvolgimento dello spettatore, nel dipingere epicamente anche le scene più grottesche, l'attenzione a non scivolare nel ridicolo (sarebbe stato assai facili in mani incaute e temerarie), nella parodia fine a sè stessa.
L'intera opera tarantiniana si propone un arricchimento e un'avanguardia che fanno proprie le convenzioni stilistiche passate, dalle più note alle dimenticate, dalle risapute alle improbabili.
L'intrattenimento al servizio di una regia atomica e una sceneggiatura da manuale, non è mai sacrificato a momenti stanchi o inutili, è tutto dosato in modo eccelso.
Scavo psicologico, azione di prim'ordine, violenza saporita, interpretazioni dai toni leggendari. Niente è lasciato al caso. Niente è stato fatto per niente.

Colonna sonora mescolata e, come nell'altro volume, perfettamente adattata alle immagini, con inserti di autori d'ogni tipo nonchè tracce originali curate da quello spaccone occhioceruleo di Rodriguez. Una chicca infinita.

Fotografia variopinta adattata alle commistioni di formati, atmosfere, effetti, rimandi grafico-visivi, che il bambino felice e entusiasta di Quentin sparge meticolosamente per tutto il film. Un trasformista, un maniaco, un innamorato. Assolutamente geniale.

E poi cosa manca? Il cast? Ma ci sarebbe davvero bisogno di rovinare tanti bei ricordi, tante splendide sensazioni provate e fissate nella memoria riattribuendo valori aggiunti al film visione dopo visione? Ci sarebbe davvero bisogno di elogiare lo splendore divistico di un Carradine ritornato in forma smagliante, la sua prova sublime nei panni di un personaggio oramai mitologico? E ci sarebbe davvero bisogno di nominare Madsen, Daryl Hannah o il fantastico Esteban di Michael Parks? Poco importa oramai, l'ho già fatto.

Fra le tante scene antologiche, la ripetutamente citata uscita dalla tomba, lo scontro godurioso ed esaltante con Elle Driver, l'impagabile addestramento di Pai Mei, l'intera parte che segue il "bang, bang" di B.B., e perfino i titoli di coda virati in grigio anni '40 con "Urami bushi" della Kaji, atmosferico sino all'ultimissima immagine.

Uma Thurman è Dio al pari di Hopkins nel "Silenzio degli innocenti".

Un film che ha tutto, e tradisce la profezia di Pirandello, riuscendo a non azzerarsi e anonimizzarsi, ma adempiendo in tutto e per tutto alla poesia cinefila di Tarantino, qui sublimata agli estremi. Ha tutto ed è tutto.
Ogni genere appartiene a "Kill Bill", ogni febbrile fremito recitativo è da pelle d'oca, ogni inquadratura segna di fatto un orgasmo raggiunto con elaborazione precisa e dolce. Un crescendo di emozioni potenti.
Perfetto.

Settima arte pura, che diventa tale grazie all'amore per la stessa.
Maestoso, unico, indimenticabile, irripetibile.
Un capolavoro.