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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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RedPill     6½ / 10  11/10/2010 21:28:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Difficile restare indifferenti di fronte alla concezione "super eroica" con la quale Gibson identifica il protagonista, anche perché, l'evento storico-religioso in sé, in questo caso, funge più che altro da cornice, concedendo ampio spazio a quelli che sono gli aspetti un pò più "materiali".Concepito secondo una visione decisamente soggettiva da parte del regista, l'impronta Braveheart alleggerisce con astuzia la sacralità dei toni, e le tinte vagamente fantasy, si adattano bene alla rivisitazione Gibsoniana del romanzo da qui è tratto.Nulla di più insensato e fuori luogo quindi, adottare come scusante, la manipolazione cruenta degli eventi per motivare il proprio dissenso; se la volontà del regista, era quella di dedicarsi esclusivamente all'ultimo periodo della vita del personaggio, destinando le fasi più significative del suo passato a qualche sporadico flash, questa, era l'unica via da seguire... – probabilmente il buon Mel, se avesse avuto la fortuna di sfoggiare tratti somatici leggermente più orientaleggianti, avrebbe goduto, grazie alla crudeltà (?) della sua opera, di ben altra stima –, considerando anche il buon lavoro svolto alla direzione artistica e per le scelte fatte in merito al cast, che, comunque se ne dica, offre una prova certamente sufficiente (Bellucci inclusa!), soprattutto nel caso dell'androgina Rosalinda Celentano, apparsa indubbiamente tra le soluzioni di ruolo più azzeccate.Evidentemente indigesto ai cultori di What Women Want – probabile che questo tipo di M.G. non faccia per voi –, espressione più o meno condivisibile sul travagliato epilogo del falegname più famoso alla storia… dopo quello di Collodi ovviamente.