cuiumpapa 10 / 10 20/05/2004 12:01:07 » Rispondi Mel Gibson è il primo - ortodossia o non ortodossia, antisemitismo effettivo o supposto- a rendersi conto, con una messa in scena possente, che il suo film è l’ultimo remake e nuova versione della più grande storia mai raccontata e che la figura di Gesù Cristo al cinema è spesso pretesto di polemiche, di scandalo, di perplessità, di divisioni culturali.
Le immagini rallentate, i primissimi piani, l’ostinata dilatazione temporale, la persistenza retinica della tortura e dell’afflizione riportano ad un’istanza epica del racconto.
Mel Gibson non vuole fare proseliti, non vuole convincere, non vuole spaventare, non vuole spiegare, accusare. Recita, per due ore, la sua preghiera flagellante e gotica e fustiga il suo attore protagonista e gli spettatori. Da vedere.
sciafah 12/06/2004 11:41:38 » Rispondi Cuiumpapa, meno male che c'è la M e non la N... Ma che razza di nick! Comunque condivido in pieno la tua posizione. Hai detto cose diverse dalle solite e mi sono piaciute, mi hai dato nuovi spunti per pensare. Ciao.
sciafah 17/06/2004 14:46:40 » Rispondi Qui c'è qualcosa che non va. E' sparito tutto quello che è stato scritto nella mattinata, o quasi. Non mi ritrovo più.