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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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Raskolnikov     7 / 10  03/05/2004 23:44:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film è uno di quegli eventi che scuotono i pilastri più antichi e profondi della nostra cultura. Tutti, inevitabilmente, dobbiamo fare i conti con Cristo. È uno scontro imprescindibile. Il film, che come ogni forma d'arte vive non come ente a sé, ma nel dialogo intimo e personalissimo con il fruitore, sarà assorbito in modo diverso a seconda dell'esito dello scontro. Questo è ovvio. Quello che non è ovvio è che pochi ammetteranno sinceramente di essere stati quantomeno turbati da The Passion. E non parlo di turbamento orrifico, mi sembra chiaro. Si tratta più che altro di una percezione latente, sotterranea, sufficiente a far comprendere di essere di fronte ad un'opera 'aliena'. È in questo momento che subentrano tutti gli effetti psicologici correlati allo scontro. Chi ha l'illusione di aver sradicato la cristianità anche dall'inconscio cercherà di deviare il turbamento verso lidi più sicuri, lasciando che idee più convincenti e riposanti gli riempiano la mente. Ed è così che nascono le accuse di sadismo, antisemitismo, volgarità, sterilità e propaganda isterica. Chi al contrario è convinto di essere sorretto da una fede profonda, sublimerà tutte le violente emozioni che il film gli ha procurato e dimenticherà che si è trattato di una semplice espressione artistica. Ne è prova il fatto che ben pochi tra coloro che hanno amato il film si sono soffermati su dettagli prettamente cinematografici.
Io cercherò di rimamere in quell'equilibrio che qui qualcuno detesta. Dunque, il film.
Si percepisce chiara la sincerità del regista. È una regia appassionata, quasi convulsa, che a tratti manca di sobrietà, ma in cambio offre momenti drammatici di altissimo livello. Apprezzabile, inoltre, l'approfondimento psicologico di alcuni personaggi chiave, spesso mancante in film del genere. La recitazione è efficace, forzata in rari casi (Giuda e la Maddalena). Ottima la fotografia: in alcune scene si possono riconoscere i chiaroscuri del Caravaggio e le prospettive ardite del Mantegna. Il film scorre pressante, incede senza la minima caduta di ritmo, anche dove sarebbe forse stato necessario. Poco convincenti alcune trovate, che hanno l'aria di essere virtuosismi gratuiti di un regista che teme l'accusa di non sapersi rinnovare. Così come la colonna sonora, spesso inappropriata. Veniamo dunque al finale, la parte che mi ha lasciato più perplesso. Sembra quasi un epilogo alla Spiderman, privo di qualsiasi spessore filosofico o emotivo. Decisamente deludente. Ma quello che veramente manca a questo film, ... No! Un momento!
-VA BENE, ORA SENTIAMO IL PARERE DI...
- No! Socci! Mi lasci parlare!
-VORREI SENTIRE QUALCOSA DI PIÙ PREGNANTE, LA RINGRAZIO COMUNQUE DELL'INTERVENTO.
- È una vergogna, Socci, è una vergogna!

cash  10/05/2004 13:57:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me è noia allo stato puro. Sai bene che non sono cristiano, ma i film religiosi mi affascinano. E, bada bene, di qualsiasi religione; perchè in qualunque religione vi è insito il concetto di sacro e profano. Scissione che genera la necessità di salvezza ed evoluzione (concetti a volte castrati dalle religioni rivelate, o meglio dalle loro incarnazioni storiche, perchè in fin dei conti il vangelo ci parla di un'evoluzione attraverso la redenzione). Questo film non dice nulla di tutto ciò. Noia allo stato puro. Gibson sincero? mah, con tutti i gadget che si sono... Ma forse sono io che sono maligno. Però non posso dimenticare l'intervista che gli hanno fatto, in cui si dimostrava pericolosamente fanatico. Boh, mi son detto, comunque è sempre un attore, reciterà. Non è che gli vada molto bene, avrà bisogno di soldi... E comunque sono uno di quelli che dice forse non era un buon momento per fare un film del genere, film che Arafat si fa proiettare nel suo buker. Chissà poi che gli viene in mente, dato che se c'è uno colluso in palestina col terrorismo, quello è proprio lui. Film noioso. Dov'è la mistica religiosa, il senso della fine che ogni rivelazione trascina con sè? E l'ultima sensazione di cristo non ha insegnato nulla? Scusa per questa chiacchiera un po' sconclusionata, l'ho fatto con te perchè siamo vecchi fratelli telematici, altrimenti non mi sarei mai permesso. Vuoi sapere, secondo me, quali sono le due opere più "sacre" ed escatologiche? 2001 odissea nello spazio e (udisci udisci) neon genesis evangelion. Quest'ultimo è, semplicemente, sconvolgente.
Raskolnikov  22/05/2004 00:55:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dai, confessa. Non è vero che ti ha annoiato. Forse ti ha deluso, ma annoiato proprio no. Questo film era circondato da un'aura di sensazionalismo così invadente che avrebbe creato aspettative anche in un monaco buddista reduce del Vietnam. E le aspettative, nel bene o nel male, non lasciano mai indifferenti, anche se il film in questione è un muto iraniano degli anni trenta. Perchè in questi casi si attiva una terapia Ludovico Van autogena: sei virtualmente costretto a spalancare gli occhi per cercare di capire perchè il fenomeno che stai osservando è diventato un delirio mediatico. E non c'è posto per la noia, perchè se pure il film è lento da far paura o totalmente privo di interesse tu sei sempre alla ricerca del quid che lo ha reso diverso dagli altri prima ancora che lo vedessi. Se poi ti ha annoiato sul serio vuol dire che avevi sonno. Altrimenti mi arrendo. Il cervello è complicato, cosa credi.
Invece, parlando strettamente del film, ti do ragione su diversi punti. Primo: manca, come dici tu, l'evoluzione attraverso la redenzione, la scissione tra il sacro e il profano, comune a tutte le religioni. C'è invece, ben presente - e credo sia da intendere come la chiave di lettura del film - una profonda riflessione su uno dei tratti distintivi più importanti del cristianesimo, se non il più importante: la riscoperta della centralità dell'individuo attraverso il riconoscimento autentico della sua sofferenza. Tema che cristianesimo ed esistenzialismo si palleggiano su territori completamente diversi (per il primo la sofferenza è la chiave di volta su cui si sostiene il Senso dell'essere, per il secondo è proprio il punto esatto in cui si sgretola). Insistere sulle sofferenze di Cristo, quindi, è un modo come un altro di indicare dove bisogna guardare per trovare gli echi più profondi dell'Uomo. Aver dato così poco spazio alla resurrezione, se da un lato è discutibile e fonte di ogni dubbio, dall'altro è come un voler concentrarsi sul Cristo uomo (che soffre ed è libero) più che sul Cristo Dio (che alla fine assurge quasi ad archetipo dell'uomo). Il problema, però, è che il finale è esteticamente brutto. Sono i mezzi propri del cinema che mancano di adeguatezza in diversi punti. Stereotipi holliwoodiani a volontà, colonna sonora alla braveheart, tecniche di ripresa fuori contesto e dettagli macabri evitabilissimi, che finiscono per dare un tocco di genere ad un film che doveva essere del tutto vergine, da questo punto di vista.
Secondo: ora ho da fare (devo andare a dormire). Continuiamo prossimamente.
cash  22/05/2004 22:33:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
aspè, questo non c'entra col commento; vai nell' alba degli orti viventi, al commento di tale vlast, dove parlo con manuela; devi fare la stessa cosa che ho fatto io. Se leggi tutta la pappardella, ne devi fare una anche tu. Giusto per sapere che cosa sei.
JoJo  24/05/2004 22:23:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bello Evangelion.
Anche se secondo me Sadamoto (o come diavolo si chiama che non me lo ricordo mai) ha finito per strafare.
Terry Malloy  25/11/2007 21:38:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento Rasko. ti chiedo molto: leggi il mio e analizzami.