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THE COMPANY regia di Robert Altman

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amterme63     6 / 10  01/12/2009 22:04:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Consiglio la visione di questo film solo a chi è ben disposto verso l’arte della danza o verso l’arte in generale. Lo scopo del film è proprio quello di fornire una dimostrazione visiva di cosa sia la danza e come sia fatto esteriormente l’ambiente e le persone che la praticano.
C’è da dire che il film non va più di questo e dà del mondo della danza tutto sommato una visione forse superficiale o almeno meramente spettacolare ed esteriore. Manca lo sguardo approfondito nel dietro le quinte o il rapporto con il mondo esterno. Non viene secondo me espresso a dovere e a fondo l’enorme mole di lavoro e sacrificio che comporta dedicarsi alla danza. A questo proposito l’extra del dvd è molto più chiaro. La testimonianza di chi ha vissuto a stretto contatto con i veri ballerini, per una volta attori di un film, è uguale per tutti: grande ammirazione per il sacrificio, il lavoro, la passione. Nel film questo aspetto forse sfugge un po’. In compenso la bellezza e la suggestione delle immagini ripaga ampiamente lo spettatore sensibile all’arte.
La struttura del film ricalca lo schema tipico di Altman: assenza di trama vera e propria, mancanza di un vero protagonista, susseguirsi di sketches di vita normale. La novità stilistica di questo film è il fatto che si riprendono ampi pezzi degli spettacoli, trasformando il cinema in una specie di televisione (sarà così anche in Radio America).
Manca poi il contrasto, l’interazione etica fra i vari spezzoni. Il tutto diventa un flusso univoco, con lo stesso tono e lo stesso sentimento un po’ neutro da spettatori benevolenti. Non ci sono grosse emozioni. Prevale la contemplazione. Il rischio della noia e della distrazione è purtroppo dietro l’angolo.
Qualcosa un po’ filtra delle tensioni, degli sforzi, dei rischi, dei fallimenti, del frenetico vivere, ma tutto è immerso nella fiducia e nell’amore che tutti provano per l’arte, la grande consolatrice dell’umanità secondo l’ultimo Altman.
E’ chiaro l’intento consolatorio e di rifugio (la danza è come un mondo a sé, il resto è quasi inesistente) che caratterizzerà anche Radio America.
Insomma, si tratta di un film appassionante per un addetto ai lavori, bello da vedere per chi ama l’estetica dell’immagine, soporifero per gli altri. Scegliete voi.
A me non è poi dispiaciuto. Come sono bravi i ballerini, mamma mia.