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LO SCAFANDRO E LA FARFALLA regia di Julian Schnabel

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  25/02/2008 00:32:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Mio padre era appena deceduto, quando mi proposero il film: da figlio, prima ancora che da regista, avevo bisogno di affrontare il senso della perdita. Ho paura della morte: l'ho sempre avuta e ne ho ancora. E' facile cullarsi nel proprio dolore, nella perdita di una persona cara" (cfr. Julian Schnabel)


E per le stesse ragioni ho voluto vedere a tutti i costi questo film: ho rivisto tutto, nella soggettiva di Dominique, o forse ho creduto di vedere i pensieri di mio padre negli ultimi giorni della sua vita (è scomparso 15 giorni fa). Sia per quanto riguarda la mia esperienza familiare personale, sia per quella professionale, dove ho avuto spesso modo di carpire il linguaggio non verbale dei degenti, con le eventuali difficoltà, questo film mi appartiene più di quanto sia disposto a pensare.
Sono disposto a sdoganare Schnabel, visto che la sua opera prima ("Before night falls") non mi era piaciuta proprio per niente: un fumettone tendenzioso e compiaciuto fatto per esaltare l'egocentrismo (più che le qualità) di un autore che non è certo un miracolo di modestia. Mi sbagliavo.
La metafora di "Lo scafandro e la farfalla" rivela (finalmente) un regista che racconta una storia rischiosissima senza troppi compiacimenti, e mettendo a nudo lo spazio aptico (visivo) di un'occhio che è la vera macchina da presa del testimone (lo splendido protagonista): il film penetra nel corpo immobile di Dominique e porta la sua esperienza negli spettatori: è facile piangere lacrime vere per esperienze indirette comuni, ma alla fine "sentiamo" di aver conosciuto (direttamente sì) Dominique e la sua breve "vita dopo la morte".

Non mancano certo cadute di tono, momenti un pò patinati (il flashback a Lourdes) o ammiccanti (la sequenza quando sogna di alzarsi dalla sedia a rotelle e baciare la sua amata si poteva tranquillamente evitare), ma davanti a quei ghiacci che si sciolgono, al silenzio efferato di un'allettamento forzato, al senso lacerante del destino, tutto passa in secondo piano.

Soprattutto il momento topico della telefonata del padre (un'immenso Won Sydow 86enne che fa l'ultranovantenne) ti soffoca in gola quasi se il respiro affannoso di D. fosse in quel preciso istante anche il nostro.

Film pertanto splendido, a cui va una specie di gratitudine per avermi consegnato la voce di un lutto che ho vissuto anch'io di recente.

Una volta tanto da elogiare il doppiaggio, che restituisce a Dominique un vero e arduo desiderio di esistere e resistere.

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tyler  03/03/2008 16:22:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi dispiace sinceramente per tuo padre e per il momento che ti trovi ad affrontare...non voglio fare retorica, ti auguro di cuore di superare tutto serenamente...il tuo commento mi ha commosso, grazie.
amterme63  25/02/2008 09:47:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Luca ammiro moltissimo la tua capacità di essere lucido e sensibile allo stesso tempo. Una dote rarissima: vivere e metabolizzare il dolore. Io ho paura di diventare troppo freddo e distaccato dalla realtà a forza di interpretarla e di capirla.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  25/02/2008 10:28:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Però ho sbagliato a scrivere che Before night falls è il primo film di Schnabel, in realtà è il secondo
Invia una mail all'autore del commento Caio  15/04/2008 11:17:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi dispiace per la tua perdita. Un abbraccio
Ciao
dio padre  01/03/2008 01:13:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
amterme mi permetto di darti un consiglio:è difficile che una persona che voglia davvero comprendere la realtà e il suo funzionamento.. da un giorno all'altro smetta di farlo.. anche se in nome di un valore più grande.. la sensibilità... il contatto diretto con la verità.... però ti è dato di capire che puoi scegliere come interpretare la realtà... ed è ciò che fa la differenza.... associa belle emozioni a più cose possibili ed estendi questa luce in ogni ambito della tua vita... definisci dentro di te,anche se non ne sei sicuro... ciò che desideri veramente e "adoperati" per realizzare quest'obbiettivo.. forse è amore,forse è felicità... forse è entrambi... ok!La vera filosofia ti porta rapidamente a te stesso in quanto percezione e da qui in avanti sono le tue scelte a fare di te ciò che vuoi..... la realtà è uno spazio di libertà..... colorati al meglio!

P.s.Kovalski hai una dote bellissima:scrivi da dio! :o)
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