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IDIOTI regia di Lars Von Trier

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Terry Malloy     10 / 10  23/12/2011 01:37:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capolavoro assoluto del Cinema, non solo di quello von trieriano. Il Dogma95 funziona benissimo, mi dicono. E il fatto che questo film faccia schifo ai più denota quanto elitaria sia l'arte di questo pezzo da 90. Non si può dire "Von Trier è uno dei registi che mi piacciono di più" e poi appioppare 4 a Idioterne. No. Se vi è piaciuto "Le Onde del Destino" e non "Idioti" fatevi delle domande. Vi piace il cinema facile di LVT. Ah ah. Me la rido perché penso a quanto sia fottutamente stro.nzo e geniale quest'uomo. Di costui aveva bisogno il Cinema, ed è arrivato. Non è "Breaking The Waves" il vero cinema di Lars. O perlomeno ne è una piccolissima parte. Diciamo, il Lars normale.
Ma ora che mi sono sfogato passiamo a questo grande film. "Idioterne" è il film più dogma dell'opera di LVT. Ci viene in aiuto un altro grandissimo film, posteriore, ma che sembra quasi una ripresa del discorso iniziato con The Kingdom e con Idioti: Il Grande Capo. "La vita è come un film dogma: solo perché è fastidioso da ascoltare, non vuol dire che non abbia nulla di interessante da dire". LVT rifugge il Cinema facile. Per lui il Film è femmina e come le femmine ci vuole enorme sopportazione e pazienza per poterne ricavare fuori qualcosa di epico. Ma l'epico arriva. Eccome. Bizzoso, fastidioso, rumoroso, schifosamente doloroso e patetico, il Cinema di Von Trier ci costringe a camminare a 2000 metri d'altezza e a guardare giù, durante la visione ci sentiamo "in una stanza buia, nudi, percorsi in ogni punto da viscidi serpenti velenosi" (cit.). Ma alla fine assurgiamo alle più alte vette dell'Arte. Sì, Idioti non è un film per tutti. È un film per Idioti, per gente che sta male e ne è dolorosissimamente consapevole. Vediamo il nostro male, vediamo la nostra orripilante solitudine portata su schermo. Nuda, senza orpelli, senza musiche, senza palliativi, senza retorica, in tutto lo schifo umano di un'orgia e di una lugubre quanto devastante scena familiare (finale), dove la Speranza è finalmente morta e noi siamo impazziti. "Il mondo è andato avanti" (dai tempi di Bergman) e così il Cinema. Ora il Cinema si chiama Lars von Trier, e Melancholia sta lì a dimostrarlo. Chi non capisce quanto importante e fondamentale e straordinario sia questo regista, non vede nulla. Meglio per lui che si dedichi a qualcos'altro, la filatelia per esempio. Ma è questo film lo scoglio da superare. The Kingdom e Le Onde del Destino sono troppo belli ancora. Bisogna aspettare il Dogma, ed è inutile che cianciate *******te della serie "mah lo stesso Von Trier infrange il suo dogma". Allora non avete proprio capito niente! Secondo voi un genio di quella portata rispetta delle stupide norme scritte, per giunta vergate di suo pugno? "Borghesi!" (direbbe Stoffer).