amterme63 6½ / 10 10/07/2010 16:51:54 » Rispondi Solito film di ottima fattura di Spielberg ma che ripete troppi suoi temi, indulge nei soliti buoni sentimenti e rischia quindi di risultare un po' forzato nello svolgimento. I temi che si ripetono sono soprattutto quello della "Sindrome di Peter Pan" e quello del popolo perseguitato. C'è proprio una contrapposizione netta fra il mondo del piccolo David (programmato per essere un "bambino perfetto") e il mondo degli adulti, visto quasi sempre con connotazioni negative. Si tratta di una visuale blandamente critica verso la società americana di oggi. Si pensa e si crea sempre e solo in prospettiva di un guadagno economico. Anche l'istituto della famiglia non ci fa bella figura: mamme isteriche, figli viziati, padri deboli o assenti, con la cigliegina sulla torta del cinismo nell'uso dell'affetto a fini egoistici. L'abbandono ipocrita di David ai bordi di una strada assomiglia tantissimo a quello che avviene nel presente con i cani, anche loro dispensatori di affetto incondizionato, sfruttati solo fino a che fa comodo e poi lasciati al loro destino. C'è anche il bersaglio preferito della critica più cattiva di Spielberg, cioè il mondo degenerato, cinico e indifferente del culto della morte, accoppiato in maniera singolare in questo film con lo sfarzo consumistico stile Las Vegas e con le predicazioni religiose di stampo fanatico. Con i Mecha invece Spielberg riprende il tema di Schindler's List e Amistad, cioè quello della riduzione a oggetto e a merce di essere umani o esseri dotati di caratteristiche umane; esseri indifesi e alla mercé degli istinti sadici e brutali della casta dominante. Spielberg sta dalla loro parte, ma purtroppo infarcisce il tema di figure e significati decisamente forzati, come le immagini religiose o para-religiose (vedi la "Fata turchina"). Tutta l'ultima parte è assolutamente inutile e quasi fastidiosa nel suo eccessivo patetismo. Anche l'ambientazione futuristica appare più che altro una scusa per effetti speciali o scenografie esotiche. Siamo lontanissimi dall'atmosfera impregnata di significati etici e poetici tipica di Blade Runner. Spettacolo e buoni sentimenti: tutto qui. Un po' sopra la sufficienza grazie alla splendida tecnica di ripresa degli interni (i vetri quadrettati, le stanze un po' claustrofobiche).
KOMMANDOARDITI 10/07/2010 17:07:11 » Rispondi E pensare che il progetto originale era di Kubrick..... Messo nelle mani di Spielberg , tutte le sue immense potenzialità metafisiche sono state vanificate da uno scontato approccio new age, tanto di moda in quel periodo. Peccato!
amterme63 11/07/2010 23:04:22 » Rispondi Chissà come gli sarà venuto in mente a Kubrick di progettare qualcosa insiema a Spielberg? E' chiaro che con Kubrick in vita, Spielberg non si è azzardato a fare niente. Sono sicuro che se Kubrick vedesse questo pasticcio dolciastro si rivolterebbe nella tomba.